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Autore: AyrinL    16/12/2012    3 recensioni
Blaine e Sebastian: un concerto, un incontro casuale.
Per il compleanno della mia Somo ♥
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-          Hai quasi 18 anni, Blaine. Non ti vergogni a comportarti ancora come un fanboy?
-          Prima di tutto, ne ho ancora 17, Rachel, compiuti da poco. E poi, non si è mai troppo grandi per essere dei sani faboy.
-          Sani? Blaine, ti sudano le mani, non fai altro che parlare e straparlare e fissare il vuoto davanti a te. Ci aspetta un’intera mattina di viaggio, sono solo le sei  ed io e Kurt vorremmo un po’ dormire e… Kurt, mi spieghi perché abbiamo accettato di fare tutto questo?
-          Perché a quanto pare vogliamo molto bene a questo pazzoide.
 
Blaine sospirò fintamente offeso, rivolgendo un’occhiata divertita ai loro amici, che avevano accettato di accompagnarlo a Pittsburgh per una giornata speciale, alla quale non avrebbe mai rinunciato.
Quando qualche mese prima una newsletter lo informava del nuovo tour dei Muse negli USA, con una tappa inaspettatamente vicina a Lima,il giorno del suo compleanno, non perse tempo: acquistò i biglietti senza troppe cerimonie, aspettò per due settimane che il corriere arrivasse e, quando ebbe quel biglietto tra le mani, si concesse tanta, tanta  euforia. Insomma, i Muse erano il suo gruppo preferito da sempre, come poteva farsi scappare un’occasione del genere?
Fortunatamente, Kurt e Rachel si erano proposti di accompagnarlo, a patto però di non dover intromettersi in quella “mandria scatenata di ragazzi sudati e urlanti”. Beh, poco male. Avrebbe fatto la fila nel pomeriggio e magari avrebbe fatto conoscenza con qualcuno durante la fila fuori i cancelli del palazzetto.
Quella mattina era sveglio dalle 5. Non sentiva minimamente la stanchezza piombargli sugli occhi.
-          Ok, vi lascio un po’ di tregua. Corro in bagno.
 
Blaine aprì la porta del suo scompartimento. In realtà voleva solo alzarsi e sgranchirsi le gambe, doveva scaricare tutta quell’adrenalina pre concerto che aveva in corpo. Si fermò davanti  ad un finestrino, appoggiando i gomiti ai bordi del vetro e sporgendosi in avanti. Il suo sguardo si perse per un po’ tra gli alberi che scorrevano velocissimi davanti a sé, quando il suo silenzio idilliaco fu interrotto da un fischio da una voce sconosciuta.
Blaine si voltò sorpreso per vedere chi fosse e… oh.
-          Oh no, tranquillo, ritorna pure nella posizione di prima. C’è un bellissimo spettacolo da qui.
Blaine si appiattò contro la parete guardando allibito la figura davanti a se.
-          E…tu saresti?
-          No…chi sei tu, dolcezza.
L’espressione sul viso di Blaine era a dir poco esilarante, a giudicare dalle labbra del misterioso ragazzo che si erano aperte in un sorriso sornione.
Quando Blaine era in imbarazzo, tendeva a restare in silenzio, incapace di proferire parola. Vedendolo in difficoltà, lo sconosciuto gli si parò avanti, guardandolo dritto negli occhi, in un modo che fece trasalire Blaine, il quale abbassò gli occhi sul pavimento evitando in ogni modo il contatto con lo sguardo che si sentiva addosso.
-          Ero nel mio scompartimento con un noiosissimo signore che ha cominciato a parlare di affari, quando ho visto un ragazzo passeggiare per questo corridoio deserto e… ho pensato che sarebbe stato un peccato lasciarlo tutto solo. Ho fatto bene?
Blaine questa volta non riuscì a non alzare lo sguardo, gli occhi ancor più allibiti, parevano stessero per uscire fuori dalle orbite.
-          C..come prego?
Salivazione zero.
-          Piacere, Sebastian.
Il ragazzo porse la mano. Doveva..stringerla?
-          Allora, ce l’hai un nome?
“Cristo Blaine, avanti, è solo una stretta di mano.”
-          Blaine Anderson.
-          Oh, allora ce l’hai. Bene, anche tu a Pittsburgh?
“Beh, mi pare ovvio, la linea per Pittsburgh dove vuoi che ci porti, razza di idiota!”
-          Ehm…si.
-          E cosa vai a farci di bello tutto solo lì?
“Privacy, questa sconosciuta.”
-          Oh beh, in realtà non sono solo… ci sono due miei amici con me.
-          Oh, interessante. E dimmi, questi amici hanno un corpo altrettanto sexy come il tuo?
La boccà di Blaine si spalancò, le gote si tinsero di scarlatto facendo ridacchiare Sebastian.
-          Io, io… d-devo andare.
E scappò da lì, con le braccia strette lunghe il corpo, ritrovandosi in un secondo nel scompartimento accanto Kurt e Rachel.
-          Oh avanti, già sei tornato! Sono stati dieci minuti di assoluto silenzio e zero deliri, vero Kurt?
-          Il paradiso.
Ma Blaine non parlava, la stessa espressione da pesce lesso di dieci secondi prima.
-          Blaine? Blaine ci sei?
Rachel schioccò le dita davanti lo sguardo fisso di Blaine.
-          Sembra che abbia visto un fantasma.
-          Io ho… incontrato una persona.
-          Uh, chi era?
-          I- io… cioè, ci ha palesemente provato con me!
Kurt e Rachel cominciarono a ridere sonoramente, lasciando ancora più sorpreso il povero ragazzo.
-          Cosa avete da ridere? Ha usato la parola “sexy!”
-          Oh, povero il piccolo Blaine! Che volgarità! Sarai sconvolto.
-          Beh vedi Blaine, abbiamo un problema: forse urli “sono gay” da tutti i pori.
-          E poi tesoro, non esistono mica quelle cavolate che dici tu… com’era la storia della canzone?
-          Pff, cosa c’è di male? Quando incontrerò un ragazzo la cui canzone preferita è uguale alla mia allora sarà il ragazzo giusto per me!
I due continuavano a prendersi beffa di Blaine, che, dopo qualche secondo, si rilassò e si unì alle loro risate.
-          Però… sapete, ha un viso familiare.
 
Dove l’aveva già visto? Nonostante avesse avuto per tutto il tempo gli occhi puntati a terra, aveva scorso per pochissimi secondi i tratti del viso di Sebastian: occhi verdi, fisico slanciato, viso pulito, e un sorriso niente male.
Aveva la sensazione di averlo già visto da qualche parte… ma dove?
 
 
**
 
 
 
Erano appena le tre del pomeriggio quando Blaine era in fila davanti il palazzetto, immerso in una confusione di ragazzi di ogni età e di ogni città. Era tutto assolutamente perfetto: tutti parlavano tra di loro, cantavano, facevano foto, si aiutavano passandosi cibi e bevande, era come se si conoscessero da una vita. Blaine aveva già fatto conoscenza con alcuni ragazzi, dopo che Kurt e Rachel l’avevano lasciato per dedicarsi alla loro giornata di shopping.
Stava per dare un morso al panino, quando alle sue orecchie giunse il suono di un fischiettio.
La melodia sembrava essere “Invincible” dei Muse. Adorava quella canzone,  era così energica ma allo stesso tempo. Ricordava ancora quella versione magnifica che un gruppo corale di Westerville portò alle Provinciali l’anno prima e…
“Un momento.”
Blaine si voltò, con uno strano presentimento.
E infatti.
Sebastian non si accorse immediatamente della presenza di Blaine poco distante da lui, fino a quando i loro sguardi si incrociarono e cominciò a sorridergli.
Blaine spalancò la bocca sorpreso, scuotendo la testa in segno di disapprovazione, ma sorrise sotto i baffi: quel ragazzo, oltre ad essere carino, era anche fan dei Muse. Forse il fatto che fosse un tremendo maleducato poteva passare in secondo piano.
Sebastian lo raggiunse, sedendosi a terra accanto a lui.
-          Hey, chi si rivede.
-          Io lo so chi sei.
-          Hem..si Blaine, ci siamo conosciuti poche ore fa sul treno. Sei fuggito per un paio di commenti assolutamente innocenti ma..è okay.
-          Innocenti dici? Definisci il concetto di innocenza, per favore.
-          Mi rifiuto di credere che un ragazzo con il culo come il tuo possa essere così noioso.
Blaine diventò tutt’un tratto serio.
-          Come scusa?
-          Stavo scherzando, avanti!
Alzò un sopracciglio , distogliendo lo sguardo da lui.
“Bel modo di scherzare signorino.”
-          Dicevo… questa mattina ho notato subito che avevi un viso familiare. E infatti… mi è bastato ascoltarti fischiettare Invincible per riconoscerti. Tu sei Sebastian Smythe, il leader dei Warblers. L’anno scorso vi abbiamo battuto alle Provinciale. Modestamente.
Sebastian lo guardò torvo, poi cominciò a pensare e frugare nella memoria.
-          Aspetta… ma certo! Come ho potuto dimenticarmi della tua testa ingellata! Tu sei Blaine… Blaine Anderson.
-          In persona.
-          Beh, battuti dici… è evidente che con una giuria completamente etero e delle donnine con gonne e capelli al vento avessimo poche possibilità. Avevate la vostra arma e l’avete usata. Ma se dobbiamo parlare di talento…
-          Come scusa?
“Quanto è arrogante.”
-          Oh, avanti Blaine: davvero vorresti metterlo in dubbio?
-          Beh, mi è piaciuta la vostra versione di Invincible ma…
-          Piaciuta? Avresti dovuto adorarla, era perfetta.
“L’ho amata. Ma non te lo dirò mai”.
Blaine si azzittì, non aveva voglia di discutere con Sebastian. Il quale però, non aveva alcuna voglia di interrompere quella conversazione.
-          E così..ti piacciono i Muse.
-          Mi piacciono? Mi stai chiedendo se mi piacciono i Muse? A me non piacciono i Muse, io li venero. E in più sai, oggi è il mio compleanno…
-          Oh, interessante.
-          E…tu?
-          Mi piacciono. Mi piacciono e basta.
-          E…sei da solo?
-          Non più.
Più volte calarono silenzi imbarazzanti tra di loro, ma pian piano cominciarono a parlare, tranquilli, sorridendo, con annesse le frecciatine di Sebastian che però non turbavano più Blaine. Non poté non notare la sintonia che si insinuò tra di loro. In fondo, poteva essere un maleducato, uno scostumato, ma risero per tutto il pomeriggio, trovarono molti interessi in comune, parlarono di tutto, di musica, di vestiti, di sport… di tutte quelle cose che si dicono i conoscenti, ma non aveva il sapore di un qualcosa di superfluo. Semplicemente cominciarono a parlare e non riuscirono più a fermarsi.
E insieme entrarono anche all’interno del palazzetto, in una corsa sfrenata verso il prato che in un nano secondo si riempì di giovani urlanti. Si soffocava lì in mezzo, si stava tutti troppo stretti, ma a Blaine non sfuggì  quel breve attimo in cui le loro mani si sfiorarono. O quel momento in cui le luci di colpo si spensero e vide il luccichio negli occhi di Sebastian.
Forse era l’effetto di quella che chiamavano “magia dei concerti”, quel mix di emozioni che dava una scarica elettrica a tutto il corpo. Forse quella magia comprendeva anche una piacevole scoperta, come un ragazzo all’apparenza arrogante, ma in realtà socievole e divertente. E carino, ma quello l’aveva notato fin da subito.
Un suono acuto rimbombò per tutto il palazzetto, mischiandosi alle urla dei migliaia di ragazzi che alzavano le mani al cielo.
Poi, il suono di una chitarra. Forte e decisa, unita a quella suadente del basso elettrico.
I colpi della batteria sembravano terribilmente simili a quelli del suo cuore: tutto quello era spettacolare, non avrebbe mai dimenticato quel concerto.
Poi Sebastian si avvicinò pericolosamente al suo orecchio.
-          Ma questa è Uprising! L’adoro! E’ la mia canzone preferita!
“Cosa?!?”
The paranoia is in bloom, the PR 
The transmissions will resume 
They'll try to push drugs 
Keep us all dumbed down and hope that 
We will never see the truth around 

-          Davvero? Scherzi! Anche la mia!
I due si guardarono e si sorrisero, cominciando a cantare insieme.
They will not force us 
They will stop degrading us 
They will not control us 
We will be victorious
 
E mentre cantavano, Sebastian era ancora troppo vicino, Blaine poteva sentire il suo respire e il calore del suo corpo accanto al suo.
Il bello dell’essere bassi, pensò, è che possiamo vedere le cose da una prospettiva diversa. E da quella prospettiva Sebastian era davvero, davvero bello.
E poi, accadde tutto in fretta.
Troppo in fretta.
Sebastian si accorse che lo stavo guardando, abbassò il viso e, con una mano dietro la schiena, lo avvicinò a se.
Adagiò le labbra sulle sue. Blaine indugiò, poi si lasciò andare: non riusciva a credere che stava baciando Sebastian. Un ragazzo conosciuto solo qualche ora prima.
Doveva dare la colpa al concerto? Tutta quell’aria strana, era un qualcosa al di fuori della realtà. Doveva essere per forza così: perché il suo cuore martellava in petto quando la lingua di Sebastian scivolò nella sua bocca e le sue braccia lo tenevano stretto, quelle mani.. oh, quelle mani. Vagavano sulla schiena, andando sempre più giù.
“Cosa diamine stai facendo Blaine. Hai sempre sentito grandi storie su questo Sebastian: se la fa con chiunque, perché tu dovresti essere diverso!”
Sebastian non accennava a lasciarlo andare, continuava ad approfondire il bacio, era come se i Muse e il resto del mondo fossero scomparsi.
Si staccarono solo per riprendersi fiato. Blaine scivolò via dalle sue braccia, quando notò che le persone attorno a loro li stavano guardando, arrossendo vistosamente.
Per quanto ancora fosse umanamente possibile.
Ma non fece altro che sorridere, e trasalire ancora di più notando la lussuria negli occhi di Sebastian, che non esitò ad avvicinarsi di nuovo a lui e ad appoggiare il palmo sul suo sedere.
-          Sebastian! Cos…cosa fai?
Ma tutte le parole andarono a morire, nel sentire il ragazzo baciargli delicatamente l’orecchio.
Probabilmente sarebbe svenuto da un momento all’altro.
Fortunatamente, però, arrivò a fine concerto.
Tutto fu perfetto: la musica, le luci, la gente attorno a loro che urlava e saltava. Ma il suo sguardo veniva attratto da Sebastian fin troppe volte.
Quando le luci si riaccesero, fu il caos.
Le persone cominciarono ad andare tutte contro di lui verso l’uscita.
Blaine perse in un secondo l’orientamento.
E perse di vista Sebastian.
Lo cercò tra la folla, ma la confusione era troppa.
 
**
 
-          Blaine? Non hai parlato per tutto il tempo! Com’è stato il concerto?
-          E’ stato.. è stato… è stato bello.
-          Tu sei davvero strano.
-          Blaine, è successo qualcosa?
Ma Blaine disse solo di essere stanco, non che si sentiva terribilmente dispiaciuto per aver perso di vista Sebastian. E poi, doveva ancora metabolizzare tutto quello che era successo. Troppe cose tutte assieme, non andava assolutamente bene. Insomma, come potevano pretendere che il suo cervello potesse reagire a tutto quello?
Salirono sul treno, Kurt e Rachel continuarono ad assalirlo di domande.
Arrivati nel scompartimento, Blaine si gettò sul sedile, troppo stanco per restare un secondo di più in piedi.
Ma si accorse di avere qualcosa nella tasca posteriore del jeans. Si alzò, cercando cosa ci fosse. Quello che ne venne fuori, fu un pezzo di carta stropicciato.
Blaine lo aprì piano, titubante, quando dei numeri in rosso lo fecero sobbalzare.
“Questo è il mio numero Anderson. E’ stato un piacere. E… Buon compleanno.”
Blaine non si era accorto del sorriso che si era dipinto sul suo volto.
-          Oh avanti cretino, chiamalo subito!
-          Cos… Rachel!
-          Che c’è?
-          Un po’ di privacy!
-          Beh, sei tu quello che ha scritto in volto che è successo qualcosa. La prossima volta sii più prudente.
 
Ma a Blaine non importava essere prudente. Per la prima volta nella sua vita, era contento di aver fatto una pazzia. A cosa serve vivere se non ci si concede di tanto in tanto un fuori programma?
Si abbandonò sul sedile, con la promessa che avrebbe chiamato Sebastian e… al diavolo come sarebbe amdato a finire. A quello ci avrebbe pensato dopo.
“Buon compleanno Blaine.”
   
 
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