Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Echan    16/12/2012    2 recensioni
"Neve che regala brividi, neve che candida si poggia spontaneamente sul terreno.
Disordinatamente, eppure riesce a coprire ogni cosa, anche la pietra più ruvida diventa candida e soffice.
Soffice come la neve. Un sorriso soffice.
Sorriso, sorridi. Mi sorridi; sbaglio non è rivolto a me.
Mi volto e osservo come quel sorriso che tu sfoggi con naturalezza venga ricambiato. Spontaneamente, neve."
Breve storia senza pretese, scritta di getto in un momento d'ispirazione violenta (?).
A te.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Soffice neve


Neve che regala brividi, neve che candida si poggia spontaneamente sul terreno. Disordinatamente, eppure riesce a coprire ogni cosa, anche la pietra più ruvida diventa candida e soffice.
Soffice come la neve. Un sorriso soffice.
Sorriso, sorridi. Mi sorridi; sbaglio non è rivolto a me. Mi volto e osservo come quel sorriso che tu sfoggi con naturalezza venga ricambiato. Spontaneamente, neve.
Osservo in basso, il pavimento riflette la mia immagine, indietreggio. Tolgo una ciocca di capelli dal volto, mi specchio. In mente mi vengono delle orme, immagini veloci, piedi, passi; camminano su quella mattonella come fosse niente. Chissà quante volte l’ho calpestata, chissà quante volte ho calpestato il tuo stesso suolo… chissà se ci fai caso anche tu.
Alzo lo sguardo, non ci sei più. Dove sei?
Mi volto, ti cerco. Spalle stanche mi guardano perplesse, mentre passi lenti sono diretti fuori dalle aule fredde. Neve. Incontro le tue, forti, avvolte in un maglione azzurro. Azzurro, freddo, neve, soffice. Il maglione è soffice, come le tue spalle, come il tuo sorriso.  Un sorriso soffice.
Cielo, può essere un pezzo di cielo quell’azzurro che ti ricopre le spalle? Hai strappato una parte di cielo per fartene un abito. Un ladro. Eppure ti dona così tanto… potrebbe diventare un nuovo cielo, le tue spalle lo reggerebbero, ce la farebbero.
Perché il cielo è leggero, neve, soffice. Il cielo è soffice, ma mai vuoto.
Stracolmo di sogni, pieno di debolezze, di lacrime. Piangiamo verso il basso, gocce, che inevitabilmente raccoglierà il cielo, calde.
Un qualcosa di stracolmo può davvero sembrare vuoto… che fatto bizzarro.
Sono certa che non potresti far altro che scappare guardando il mio cuore, anche se potrebbe sembrarti vuoto. Ora che ci penso mi deluderesti, ho enormi aspettative. Potresti abbracciarlo, come per catturare tutte le bestioline che cercano di scappare. Un pullman pieno. Timidezza morirebbe schiacciata, Amore ne sarebbe strafelice. Magari Dolore e Solitudine scapperebbero spaventate, rincorse da farfalle psicopatiche ed estasiate che girerebbero in tondo come impazzite.
Mi aspetto cose da chi neanche sa che esisto, patetica.
“Ehi, ciao. Mi chiamo Mara, ho camminato sulle tue stesse mattonelle un sacco di volte e ti amo.”
Sarebbe una dichiarazione? Forse solo una presentazione. Rideresti, scoppieresti a ridere probabilmente. Però rideresti a me, per me; per una volta.
Magari detta tutta d’un fiato, con un po’ di brividi, balbettando ogni tanto. Potrei far colpo… sì, potrei dare un colpo di testa ad un palo, ecco dove farei colpo.
Lo amo. Me ne accorgo solo ora. E’ buffo come si può amare un qualcosa che non ti conosce e che tu hai imparato a memoria. Gesti, parole, sospiri; caldi, soffici, neve.
Le tue spalle spariscono, ma non prima di avermi fatto scorgere una parte del tuo collo ricoperto dalla sciarpa, blu. Sei un artista o è Dio che ti sceglie i vestiti la mattina. Hai l’atmosfera disegnata dietro.
Attenzione, stiamo per atterrare, non slacciate farfalle psicopatiche, controllate che guinzagli e museruole siano ben allacciati, e fate attenzione al panorama che avete di fronte, può ipnotizzare. Ammirate con quale naturalezza all’altezza del bacino si può trovare la parte più azzurra del cielo: la stratosfera! Senza neanche rendercene conto siamo già arrivati alla mesosfera, pazzesco. Troppo veloce, vi ha ipnotizzato. Ora starete giocherellando con il nero dell’universo.
Nero. I tuoi capelli, soffici, neve.
Nero, neve. Mi sto confondendo, mi fai confondere. Che colpa ne ho io se mi sto innamorando così? Avanzo, mi fa male lo stomaco, e le farfalle non c’entrano nulla. La campanella mi rimbomba nelle orecchie, mi gira la testa.
Mi sistemo il cappello, qualcuno mi chiama, non ho tempo per girarmi. Sto seguendo il cielo più bello del mondo, non posso più lasciarmelo rubare dalle nuvole. Nuvole, grigie, Solitudine e Dolore ci sguazzano dentro; sì, tra le nuvole, soffici, neve.
Se mi mettessi adesso ad immaginare il mio cuore immaginerei un fiore, maturo, amore. Sta per appassire, non è più stagione, è soffice c’è la neve. E’ debole, ha bisogno d’acqua. La pioggia, il cielo. Ho bisogno del cielo.
Ritrovo le tue spalle mentre esci dalla porta d’ingresso, scendono le scale. Ti ho perso di vista. Fa freddo. Freddo, neve, soffice. Un freddo soffice, è il calore che il fiore sprigiona a renderlo tale… o forse è la neve?
Accelero, esco dalla porta, ti ritrovo. Aveva accelerato anche il cuore, perché quando mi fermo ho il respiro affannato. Ti guardo, non ti volti, non mi vedi; non mi hai mai vista.
Scendi l’ultimo gradino, ti fermi. Chissà a cosa pensi. Il cielo si increspa e tu ti volti a destra, sinistra. Riprendi a camminare, calmo. Calma, piano, neve, soffice… in cielo è soffice.
Ti volti un po’, il tuo profilo chiaro cerca qualcosa alla sua destra. Un angelo custode? Ti guardo più attentamente, il cielo sta piangendo, piove, pioggia. Fa freddo, neve, gelida.
Lacrime gelide.
Scendo, veloce, ti guardo camminare. Sali sul marciapiede. Mi fa male il petto. Clacson. Cammino velocemente, corro. Clacson. Mi gira la testa, cerco di gridare il tuo nome ma le parole mi muoiono in gola. Clacson. E’ troppo tardi per dirlo, ma voglio dirti che ti amo, voglio farti provare il boom che ho provato io. Tristezza mi abbraccia, Amore si è ferito. Clacson, clacson, clacson. Corro, tu sei lontano.
Fa freddo, rincorro il cielo, ma il cielo piange e scappa via; non vuole più dar vita al suo fiore. Lo stomaco mi fa male da morire, sono tornata seme, sento la neve gelarmi la schiena e non riesco più a rincorrere il cielo.
Cielo, nero, universo, lontano: piango.
Piangiamo verso il basso, gocce, che inevitabilmente raccoglierà il cielo, fredde. Neve.
La neve si sta sciogliendo? Fa freddo, gelo, bianco, ruvido. E’ tardi. Nevica.

 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Echan