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Autore: Patty9393    17/12/2012    2 recensioni
"ricordare l'amore è come evocare un profumo di rosa in una cantina.Si può richiamare l'immagine di una rosa,ma non il profumo."Arthur Miller.
Questa frase riassume ciò che Marta, 18 anni, timida e riservata, pensa dell'amore. Non è facile amare ed essere amati. è per questo che non ha mai avuto un ragazzo. Eric sarà il suo primo amore, colui che le farà capire che non bisogna aver paura di amare, bisogna amare e basta.
Il bello della vita, poi, è che ti sorprende sempre.E Marta lo capirà proprio nel suo ultimo anno di liceo=)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO  1
NUOVO ANNO, AMICHE DI SEMPRE

"Davanti alla scuola tanta gente
otto e venti, prima campana(...)
e migliaia di gambe e di occhiali
di corsa sulle scale"
Compagno di scuola-Antonello Venditti
 

Come ogni mattina, appena sveglia, mi alzai dal letto e mezzo assonnata cominciai a preparami la colazione. Appena finii di bere la mia cioccolata calda, mi avvicinai alla finestra. Anche se l'autunno era alle porte c'era il sole e questo era l'unico elemento positivo nella noiosa giornata che mi aspettava. Era il primo giorno di scuola, il primo giorno dell'ultimo anno di liceo. Sapevo che sarebbe stato un altro noiosissimo anno e, osservando una coppia che si scambiava un tenero bacio, mi chiesi se qualcosa sarebbe cambiato. Mi ero immersa nei miei pensieri, ma la voce di mia madre mi riportò alla realtà:
“dai sbrigati, cosa aspetti a prepararti! Hai pochi minuti se vuoi che ti accompagni io!”, disse correndo indaffarata da una parte all’altra della casa.
“non preoccuparti ma, prenderò l’autobus”, risposi mentre salivo le scale. Non feci in tempo a fare pochi gradini che mia madre si era già dileguata.
Così corsi in camera a prepararmi, anche perché le mie amiche mi aspettavano di fronte al cancello della scuola e l'autobus sarebbe passato di lì a poco. Solita noiosa routine. Scesi le scale in un attimo e dopo qualche minuto ero già sull'autobus. Appena arrivata cercai le mie amiche con lo sguardo. Eccole. Federica, Nicole, Elena e Cristina erano lì ad aspettarmi. Noi esitai un attimo e mi misi subito a correre. Per tutte le vacanze non ci siamo viste, non vedevo l'ora di sapere le ultime novità. Quante cose avranno da raccontarmi, pensai. Non mi ero ancora resa conto che non stavo camminando, ma correndo dalla gioia. Mentre correvo inciampai su qualcosa. Caddi a terra, ma mi rialzai  subito. Dopo essermi ripulita i vestiti, alzai lo sguardo. Solo a quel punto mi resi conto che un bel po’ di gente stava ridendo di me. Avevo fatto proprio una bella figuraccia. Mi guardai attorno. Stava ridendo anche lui, Eric. Moro, occhi grigi e penetranti, un fisico scolpito grazie agli allenamenti di calcio e forse anche un po’ di palestra.  Insomma tutto ciò che una ragazza ha sempre sognato. Èvenuto nella mia classe l'anno scorso. Da quando è arrivato non avuto  pensieri e occhi che per lui. Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi a lui e dopo quella figuraccia non avrei avuto nemmeno per guardarlo da lontano. Ad ogni modo, appena fui in piedi, mi chiese:
“ti sei fatta male” , in modo assolutamente freddo e disinteressato.
Io riuscii soltanto a fare un cenno con la testa e lui torno dai suoi amici come se niente fosse. Appena raggiunsi le mi amiche, che stavano ridendo divertite anche, feci anch'io lo stesso. Insomma peggio di così non poteva andare, mi dissi. Per tutta la lezione Cristy ed Ele mi presero in giro su quanto accaduto. Per fortuna le volevo bene altrimenti, a quest’ora, avrebbero già smesso di respirare. Mentre la prof di italiano faceva la solita ramanzina di inizio anno, io non feci altro che tuffarmi nel mondo della fantasia, dove sono felice con il mio principe azzurro. So che non sono una bambina e che le favole sono storia passata, ma mi piace immaginare un mondò così felice e tranquillo. Anche solo per un momento.
Soprattutto se l'alternativa è ascoltare la professoressa  Nardi che parla già di esami e tesine. Comunque non feci in tempo a rendermi conto che la lezione era finita, che le mie amiche piombarono davanti al mio banco.
“Cos'hai per la testa, Marta? Oggi mi sembri un po' più distratta del solito. Vabbè che la professoressa Nardi e davvero noiosa, ma non ci hai rivolto la parola per tutta l’ora…”- Disse Fede.
Io: “niente, sono solo triste perché le vacanze sono finite e dovrò ricominciare a studiare.”
“dai non dirci bugie, siamo le tue amiche. A noi puoi dire tutto, lo sai.”, cominciò Cristy.
Io: “e va bene stavo pensando a...”
”Eric ,non è vero?” mi interruppe Cristy
Io: “no, intendevo alla figuraccia di prima” - ah non so neanche dire le bugie – “in realtà si. Pensavo a lui. E a quanto sono stupida. Insomma quando mi  trovo davanti a lui non riesco neanche a parlare. Mi chiedo se riuscirò mai ad avere un ragazzo. Sono troppo timida. Dopotutto e per questo che ancora non ne ho uno. Credo.”
“Non ti preoccupare”- cercò di consolarmi Elena - “sono sicura che quest'anno sarà un anno speciale.”
“Se lo dici tu”, risposi poco convinta, “ ma anche oggi ne ho avuto la prova”, aggiunsi.
Ad un certo punto la nostra conversazione fu interrotta. Il prof  Martini era entrato in classe. Lui è il professore di arte, è davvero bravo e poi arte è la mia materia preferita. Permette di tirare fuori tutta la tua fantasia ed io ne ho  tanta. Dopo aver fatto un lungo discorso sulla maturità ci disse che aveva organizzato un progetto: "voi alunni di 5 dovrete scrivere brevi racconti. Tutto ciò in coppie e alla fine dell'anno sarà messa in scena quella reputata migliore. Fra qualche giorno faremo il sorteggio delle coppie e vi ricordo che non sono ammessi cambiamenti. Si tratta di guadagnare fondi per la scuola. Vi auguro un buon anno scolastico, ragazzi!". A seguire dovetti sopportare due ore di storia con quella pazza della Dini e una di filosofia, la cui insegnante, la Mancini, è una dei “nuovi”. Non appena suonò la campanella tutti si misero a correre verso l'uscita, inclusa me. Eravamo come un branco di bufali imbestialiti alla vista della loro preda. In pochi minuti io e le mie amiche ci ritrovammo fuori dalla scuola. Feci in tempo a scorgere Eric mentre montava in sella alla sua magnifica moto e sfrecciava via. D'altronde tutto ciò che avesse a che fare con lui era magnifico. Era così bello, forse anche troppo. Per questo ero  convinta che non fosse single o comunque no lo sarebbe rimasto per molto a lungo. Io e le mie amiche, invece, rimanemmo ad aspettare l'autobus. Era una scocciatura star lì ad aspettare, ma quest'anno prenderemo la patente. O almeno speravo. Ad ogni modo Fede iniziò a farmi mille domande:
”come hai trascorso l'estate? Mi è dispiaciuto tanto passare le vacanze senza di te, sai.”
Io e lei eravamo amiche fin dall’infanzia e solitamente passavamo le vacanze insieme. Era quasi una tradizione. Ma più crescevamo e più ci allontanavamo. Se non fosse per la scuola chissà se quell'anno saremmo state ancora insieme. Questo ,ad essere sincera, mi faceva un po' paura.
“come al solito, niente di speciale,. Insomma le vacanze di famiglia sono divertenti, ma per i miei fratelli, non certo per una diciottenne come me”, risposi un po' seccata.
“bè mi dispiace. Io sono andata al mare con Alex,. Non potevo chiedere di meglio. Non sai quanto mi è costato convincere i miei!”, disse sprizzante di gioia.
“sono felice, almeno tu non hai avuto problemi di nessun genere.”, dissi sicura di me.
Poi mi girai verso Cristy e chiesi: ”e tu? che ci racconti? Nulla di nuovo?. Ero curiosa come mia madre quando mi fa il terzo grado.
"Io non ho passato proprio un’ estate tranquilla e felice"- rispose Cristy con un'aria un po' triste -"sono stata tutta l'estate in città. I miei genitori era pieni di lavoro, come sempre. Marco ed io non andiamo più d'accordo come prima. Mi sembra un po’ distante ultimamente. Ho paura che mi lasci e questo mi fa stare così male..."
In quel momento mi sentii quasi in colpa per non essergli stata vicino in un periodo in cui aveva davvero bisogno dell’affetto di un’amica. Insomma io l’avevo lasciata sola nella sua solitudine e nelle sue paure, ma lei non aveva parlato con nessuno di questo .Insomma non sapevo proprio cosa dire. Volevo confortarla, ma temevo di farla stare ancora più male. Perciò rimasi in silenzio ed Ele fece lo stesso. Un silenzio agghiacciante che però non durò molto a lungo:
"su ragazze, su col morale! Cosa sono queste facce tristi. Ci penso io a farvi sorridere " – esclamò Nicole - " volete sapere cosa mi è successo quest'estate?"
Nicole era l’ultima persona che avremmo voluto sentire in quel momento. Era la ragazza più egocentrica e convinta di sé che esistesse sulla faccia della terra. Era convinta di avere sempre la soluzione a tutto, mentre invece non faceva altro che peggiorare situazioni già complicate di per sé. Tutti a scuola le hanno affibbiato il soprannome “prezzemolo” perché s’immischia anche in questioni che non la riguardano. Comunque io e le mie amiche continuammo a stare in silenzio. Nessuno disse una parola, ma lei continuò:
"sono stata al mare con una mia cugina più grande. Lì ho conosciuto il ragazzo più bello del pianeta: biondo, occhi color nocciola e bravissimo nel surf. Purtroppo no possiamo vederci, siamo troppo lontani. Ma per fortuna che esiste il pc!- concluse.
Nessuna di noi l’aveva ascoltata. Non ne potevamo più di quell’oca starnazzante. Per fortuna l’autobus era arrivato. Sospirai. Salimmo e non aprimmo bocca per tutto il tempo. Pochi minuti dopo vidi la mia fermata. Le altre sarebbero scese qualche fermata più avanti. Menomale che sono arrivata, pensai. Quindi salutai le mie amiche:
“Ciao, ci vediamo domani !”.
E rivolta verso Cristy : “mi dispiace tanto Cri, davvero. Per  qualsiasi cosa io ci sono ricordatelo”.
Poi scesi dall'autobus e mi avviai verso casa. Era a pochi passi dalla fermata, ma a giudicare da quanto ero stanca sembravano chilometri. Non vedevo l'ora di mangiare e soprattutto di buttarmi sul divano.
  
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