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Autore: Mame     04/07/2007    6 recensioni
.. E si ritrovò stranamente a pensare che un altro anno era passato. Che il tempo stava inesorabilmente scorrendo. E che tutto ciò si aggiungeva alle già numerose differenze tra loro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Sono tornata! ^^
Sono felice di informarvi che questa non è un'altra delle mie drabble-mal-riuscite, ma è semplicemente.. una ff corta! Di poche parole, potrei dire, o comunque non troppe. Ed è praticamente sicuro che sia priva di un qualunque significato.
Ma ditemi, ditemi come la pensate! ^^








The Same Difference



E ancora, l'aria pungente del nuovo inverno le sferzava il volto; i rami alti degli alberi si agitavano furiosi contro il grigio cielo, minacciandolo in una elegante danza, vibrando scossi dal vento.
Rin li osservava in silenzio, nella piccola e bassa grotta dove si era riparata dalla pioggia imminente: sembrava che fossero manovrati da dei fili invisibili, corde fatte di gelo che li frustavano e spingevano via le ultime foglie, fin troppo esauste e sfibrate dalla breve vita vissuta per resistere.

Sesshoumaru, invece, si ritrovò stranamente a pensare che un altro anno era passato. Che il tempo stava inesorabilmente scorrendo. E che tutto ciò si aggiungeva alle già numerose differenze tra loro.

Per lei il tempo trascorreva in maniera diversa. Più veloce, decisamente più veloce, ed impietoso. Tanto che quasi immaginava una Rin molto più anziana, che, sorridente ma stanca, non riusciva più a stargli dietro durante il cammino.

"Sesshoumaru-sama?" La bimba diede voce ai suoi pensieri.
"Cosa vuol dire, appartenere a qualcuno?" La sua espressione era seria, e ovviamente curiosa. Chissà dove aveva sentito quelle parole..
"Non si può appartenere a nessuno, Rin." La corresse. "Solo a se stessi."

Anche questo contribuiva ad aumentare il divario presente fra loro. Lui pensava agli anni che lei non avrebbe vissuto, e lei si fissava su presunte romanticherie da umana. Possibile che non avessero proprio niente in comune, nessun punto d'incontro?

"Ma" Obiettò la bambina. "non si potrebbe scegliere di affidarsi ad un altra persona?"
Infondo, per lei era più che naturale: era qualcosa che faceva d'abitudine, ormai. Cominciava addirittura a sentirsi parte del suo signore, e della vita del suo signore.
"Sarebbe più prudente evitarlo."
Un tuono squarciò l'aria, nubi nere si avvicinavano.

Prudenza. Un sentimento, se così poteva definirsi, una sensazione che lui non conosceva, e che non aveva mai fatto propria. Piuttosto, erano gli altri, futili esseri a doverne usare con lui.

"Perché, signor Sesshoumaru?" Rin era incuriosita, ma anche lievemente delusa. Lì affianco, Jaken, borbottando su quanto fosse ciarliera e quanto le sue parole dovessero infastidire il potente e nobile demone, accese un fuoco.
"Perché si rischia di restare senza un padrone."

Si alzò, andando incontro alla pioggia; un odore familiare e vicino lo portava adallontanarsi, ancora una volta.
Prima di andarsene, ordinò al rospo di restare lì.
"Tornate presto, signor Sesshoumaru!" Quella voce tintinnante sotto le lacrime del cielo, non più così infantile come una volta, riuscì appena a sfiorarlo. Era già lontano.

A ben pensarci, avevano forse qualcosa in comune.

Stavano entrambi cambiando. Chi fuori, chi dentro di sé.





  
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