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Autore: dilpa93    17/12/2012    9 recensioni
“Che universo maleducato!”
“Adesso non fare così, sono seria.”
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Silenziosamente muoveva dall’armadio verso la valigia poggiata sul letto. Nonostante la fretta dei movimenti, piegava con un’accuratezza quasi maniacale ogni singolo capo; lo strisciare della cerniera durante la chiusura era l’unico rumore che si riuscisse a sentire.
Si guardò allo specchio pensando a quanto probabilmente si sarebbe pentita di quella scelta, ma sapeva anche che era l’unica soluzione plausibile.
Affacciatasi fuori dalla camera, diede una rapida occhiata a destra e a sinistra per poi, con compostezza, scendere le scale accompagnata dal ticchettio dei tacchi sottili.
Fermatasi sistemò il vestito, lasciando che le mani scorressero sui fianchi aggiustandone le pieghe; lasciò che i suoi occhi sfiorassero per un’ultima volta le pareti di quella casa incrociando la foto scattata quell’inverno, ma quell’esitazione le sarebbe costata cara.
 
“E quelle cosa sono?” Palesò la sua presenza uscendo dallo studio. Perfetto come sempre nel suo completo scuro; le mani in tasca, la camicia bianca di poco aperta che lasciava intravedere il petto scolpito al quale tante volte si era stretta in un caldo abbraccio. Ma il calore era ormai uno sbiadito ricordo, o forse, cosa ben peggiore, era stato creato solo dalla sua immaginazione.
“Pratichi la politica del silenzio adesso?” Si staccò dallo stipite andandole incontro, passo deciso, voce ferma “Vediamo se indovino… Hai deciso di portare la tua roba in lavanderia, e quale modo migliore se non con le valige?”
“Smettila di scherzare.” mormorò massaggiandosi la tempia con due dita “Io non scherzo affatto, faccio solo illazioni, e se vuoi che la pianti devi dirmi cosa sta succedendo!”
“Lo sai quello che succede. Non funziona, ci abbiamo provato, ma è inutile fingere.” Afferrò la maniglia, fredda, come le parole da lei appena pronunciate.
Ma la porta non fece in tempo ad aprirsi, la mano dell’uomo vi era poggiata sopra premendo con forza.
“Fingere, questo lo chiami fingere?” Le strinse le spalle costringendola a voltarsi e premette con prepotenza le labbra sulle sue. La sentì lasciarsi andare mentre la sua lingua veniva in contatto con quella della donna. Era solo attrazione? No, era amore. Forse in una forma fuori dal normale, diversa da quelle che si è abituati a vedere, ma lui l’amava terribilmente.
Si allontanò solo quando non ebbe più fiato per tenerla ancora ancorata a sé in quel bacio.
“Per favore…” Lo implorò lei dopo un sospiro.
La lasciò andare; la donna si ricompose, portò i capelli dietro le spalle e poi passò delicatamente le dita sopra la bocca arrossata, come a voler togliere il suo sapore.
“So che questo lo sappiamo fare, ma non basta. Non ti accorgi di quello che accade? Ci feriamo in continuazione, non ci fidiamo abbastanza di noi stessi, ci stiamo sgretolando, e i pochi e fugaci momenti felici non bastano a superare quelli che non lo sono.”
“Non bastano? Forse non bastano a te, hai sempre avuto paura, il terrore di essere felice. Ma la verità è che tu non vuoi essere felice!”
“Forse, forse hai ragione, forse è così, ma non è solo colpa mia, devi riconoscerlo.”
“Quello che abbiamo per te non è abbastanza, non è così? Vuoi di più. È per il mio carattere? È perché non sono abbastanza romantico? Non lo sono mai stato particolarmente, non mi si addice, ma se è questo uno dei motivi che ti spinge a scappare io, io posso rimediare. Possiamo risolvere tutto.”
Gli sfiora il viso, sente la leggere barba graffiarle il palmo “Non è quello. Ti amo, lo sai, ma non riusciremo ad aggiustare questo. È qualcosa di più grande di noi, ed io non posso… semplicemente non posso.”
Fa per aprire bocca quando l’indice di lei lo costringe a ricacciare indietro quello che sarebbe stato un mero ed inutile tentativo di farle cambiare idea. “Possiamo continuare a provare e riprovare se vuoi” Un ‘se vuoi’ fasullo, detto senza pensare, e che non ammetteva una reale risposta. “ma non funzionerà mai, non riusciremo mai a capirci veramente e ad appartenere l’uno all’altra, siamo così simili che non possiamo fare altro che respingerci a vicenda.” E atona aggiunse “Lasciami andare, devi lasciarmi andare.”
“Come?”
“Baciami e dimmi addio.”
 
 
Sbatte perplesso le palpebre, i suoi occhi viaggiano frenetici sullo schermo per capire come mai il video si sia bloccato, ma la risposta la trova solo quando, ruotando il capo, il suo sguardo cade sulle mani di Kate.
“Ehi, come mai lo hai fermato, non ti piace il film?” Le parole sono appena comprensibili, ovattate dalla manciata di popcorn appena messa in bocca.
Solleva le gambe incrociandole sul divano non perdendo neanche per un istante il contatto visivo con quei due occhi azzurri.
Il suo respiro si infrange sul viso dello scrittore tentando di mettere insieme le parole giuste per quel discorso.
“Kate…”
“Ho una cosa da domandarti.”
“Devo preoccuparmi?”
“No, decisamente… Decisamente no.” Scuote il capo sorridendo nervosamente. “Promettimi che noi non finiremo così. Che anche se dovessimo litigare, anche se dovessi arrivare a minacciarti con la pistola, se per un istante il pensiero di separaci dovesse sembrarci l’idea migliore, non dimenticheremo i momenti felici, perché lei” sostiene indicando con un gesto rapido della mano il volto della donna ancora inquadrata “si sbaglia. I momenti difficili, per quanto brutti e spaventosi possano essere o sembrare, si possono superare, sconfiggere, lo sai questo, non è vero? Me lo hai insegnato tu.”
Non l’aveva mai vista così, agitarsi per qualcosa che, fino a qualche anno prima, la detective avrebbe ritenuto di scarsa rilevanza, e di certo non credeva che avrebbe cominciato un discorso del genere prendendo spunto da un film. Chi si faceva fortemente influenzare era sempre stato lui; romanzi e libri di favole, canzoni che passavano alla radio appena accesa e che stranamente coincidevano con i pensieri che gli attraversavano la mente in quel momento; incubi o sogni, anche ad occhi aperti… Era lui che credeva che un lato di verità potesse esserci in ogni cosa, che l’universo mandasse sempre dei segnali.
“Ehi, calmati. Vieni qui.” La fa delicatamente stendere con la schiena contro il suo petto; le mani le carezzano dolcemente le braccia, mentre il respiro le solletica piacevolmente il collo. “Cosa succede, mh?”
“È solo che ora che ho capito, ora che davvero voglio essere felice, temo che possa andare tutto all’aria, che l’universo mi guardi e mi dica ‘ehi, cosa ti aspettavi? Solo perché ora sei pronta io dovrei assecondarti?’
“Che universo maleducato!”
“Adesso non fare così, sono seria.”
“Tu lo sei sempre.”
Sbuffa “Giusto, ma oggi più del solito.”
“Ascoltami bene, non succederà nulla di tutto questo. Innanzitutto, prima di andare a dormire, provvederò a prendere le valige che abbiamo qui in casa e a metterle sotto chiave in cantina.” Esordisce sarcastico intrecciando le mani con quelle di lei. “E poi litigare con te mi è sempre piaciuto.”
Inclina il capo accigliata “Non fraintendermi, non sto dicendo che mi diverta, ma fa parte di noi. Battibeccare per il mio eccessivo egocentrismo, lanciarci frecciatine sulla tua, a volte, estrema rigidità e il mio radicato infantilismo. Vederti perdere la pazienza per le mie, ed è l’unica volta che mi sentirai dirlo, pessime battute.” Sorride compiaciuta da quell’ammissione “Aspetta, non tutte, solo alcune.” Scuote la testa, non sarebbe mai cambiato “Ed imbronciarmi quando Ryan ed Esposito tornano a fare comunella con te. Quei due sono dei ruffiani di proporzioni illimitate…”
“Disse il re del clan!”
“Detective, così mi ferisce.” È in quel momento, ascoltando attentamente il suo tono melodrammatico, che Kate si accorge di come somigli a Martha, più di quanto lui stesso voglia far credere.
“Comunque non mi hai ancora risposto mio caro…”
Torna a sfiorarle i capelli, movimenti lenti che la fanno rabbrividire e scogliere allo stesso tempo, che hanno la capacità di farle perdere il contatto con la realtà. “Te lo prometto se ti può far stare meglio, ma sai, ho capito una cosa in tutti questi anni.”
“E sarebbe?” Mugugna appena troppo presa dal tocco dell’uomo sul suo corpo.
“Le promesse sono solo parole, ce ne dimenticheremo… Con la vecchiaia poi, figurati, non ricorderemo nulla!”
‘Ma’, perché c’è un ma, non è forse così?”
Sospira “Ma… I fatti sono quelli che contano. Sguardi” con la mano le circonda le spalle costringendola a girarsi.  La trova con il petto contro il suo, gonfiarsi all’unisono, i respiri che si mischiano, gli occhi di lei si riflettono in quelli azzurri del suo uomo, che sembrano tagliare il buio che li circonda come la lama affilata di una spada. “Gesti…” prosegue sfiorandole lo zigomo con il dorso; gli blocca la mano poggiandovi sopra la sua contribuendo a quella carezza.
“E qual è il prossimo passo Signor Castle?”
“Questo.” Sussurra ad un millimetro dalle sue labbra ora intrappolate tra le sue in un caldo bacio.
Fronte contro fronte sorridono “E adesso… facciamo ripartire il film.”
“Ah-ah!” Gli prende il telecomando dalle mani.
“Come, non vuoi vedere come va a finire tra loro?”
“È questo ‘finire’, non mi piace sai. Preferisco cento volte la parola inizio, e…” Fa un pausa avvicinandosi a lui per sussurrargli maliziosa e sensuale all’orecchio “Ho in mente l’attività perfetta da poter iniziare in questo momento.”
 


ANGOLO AUTRICE:
Salve gente
Kate è cambiata, Castle non è più l'unico che crede nei segnali dell'Universo!
Buona serata
Baci
  
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