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Autore: Marichetta    04/07/2007    11 recensioni
Lui sgarbato, menefreghista, insomma il prototipo del tipo bello impossibile…Lei cordiale, altruista e sottolineo ragazza madre di un bellissimo bambino. Originale della mia fantasia, su come a mio parere, sarebbe nata la collaborazione di Kaori e Ryo. Ricordo che tutta la vicenda è totalmente inventata un AU emozionante descritta in 2 episodi…
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Lui sgarbato, menefreghista, insomma il prototipo del tipo bello impossibile…Lei cordiale, altruista e sottolineo ragazza madre di un bellissimo bambino

E cosi il destino volle…

 

Eccomi di nuovo, mentre cerco di concludere al meglio la FF che mi occupa maggior tempo “L’Angelo della Morte” questa storia mi è sopravvenuta mentre leggevo Dracula di Bram Stoker…Una specie di illuminazione involontaria perché non ha niente a che fare con il libro appena citato dato che li si parla di tutt’altro. Spero piaccia ai miei affezionati(Lisa la mia mitica socia, e la mia amica Sarda Margherita o Sita), e anche a dei nouvi arrivati che magari potrebbero apprezzare questa one-shot. Per la prima volta non sarò nella loro pensieri, come spesso mi piace fare, bensì avrò un punto di vista onnisciente.

 

“Dove diavolo sono, Falco e Mick? Ancora non siete riusciti a catturarli razza di imbecilli”- ringhiò Ryo adirato contro i suoi uomini.

 

“Signori ci dispiace, abbiamo sottovalutato il nemico. – intervenne un malcapitato poliziotto-

 

“Non voglio più scuse da voi, desidero avere rapporto tra 2 ore su come procedono le indagini.

 

 “Lo consideri già fatto, signore.”

 

Ryo, stufo di quegli idioti senza un briciolo di intelligenza, si avvò verso la macchina del caffè. Mentre sorseggiava la sua bevanda bollente, la sua lingua non si sa come era immune al calore emanato dal liquido caldo. Un duro si direbbe…

 

Eppure il suo cuore era tormentato, tormentato dalla scomparsa del suo migliore amico, da quel giorno era cambiato tutto per lui, la sua spalla il suo confidente, il suo calmante non c’era più. L’obbiettivo, catturare i due famigerati mercenari Mick e Falco, i più ricercati di tutta Tokio.

 

Non si dava pace, notte e giorno, almeno il suo pensiero sarebbe stato altrove in quei momenti di adrenalina che solo quei due sapevano donargli.

 

“Furbi, non c’è che dire”- si ritrovò ad esprimere ad alta voce Ryo-

 

Un sorriso altrettanto scaltro prese forma sul viso di Ryo, se gli fosse capitata l’occasione non se li sarebbe fatti sfuggire facilmente.

 

Mentre guardava il paesaggio di Tokio dalla sua immensa finestra, intenta ad attraversare, vide una donna con il suo bambino, lui urlava e scalciava come in preda ad uno stato epilettico. La donna, ignorata dal resto dalla popolazione giapponese, cercava di far riprendere il ragazzo. Non era la prima volta che le capitava, aveva una destrezza che un principiante non potrebbe nemmeno sognare.

 

Un desiderio si impossessò, allora, del burbero Agente Ryo aiutare quella donna, ridotta a curare il figlio su di un marciapiede affollato di menefreghista…

 

Poi distrattamente, pensò che anche lui non era mai stato da meno a tutto il resto della gente. Le sarebbe passato accanto senza nemmeno darle uno sguardo. Eppure da quella finestra le cose gli si mostravano in modo diverso.

 

DopO un po’ un’ambulanza arrivò sul posto, lei mandò gli occhi verso l’alto come per ringraziare Dio e mentre li riabbassava per dedicarsi a suo figlio vide Ryo sulla finestra con quel telefono in mano che li osservava, le fece un grande sorriso in segno di riconoscenza. Ryo posò il telefono e chiuse alla svelta la finestra, non voleva sembrare uno dal cuore tenero, anche perché nessuno vi avrebbe creduto.

 

Accostò la finestra e si mise a sbirciare tra le trasparenze di quella stoffa…Quando vide che tutto era tranquillo tornò ai suoi doveri, convinto che non l’avrebbe mai più rivista.

 

Il giorno seguente, adirato più che mai a causa di un rapporto insignificante, licenziò metà del personale.

 

Dovette intervenire Saeko e riportare alla normalità ogni cosa. Ryo stava letteralmente dando di matto ed era ora di fermarlo.

 

“Tu stai impazzendo, Ryo, prenditi quelle maledette ferie che ti ho concesso, hai bisogno di riposarti, i tuoi uomini non ce la fanno davvero a reggere i tuoi ritmi ormail diventati insostenibili. Nemmeno tu sei immune dalle emozioni lo so, sei dispiaciuto per Hide inutile nasconderlo sotto un manto da lupo. Se andassi a scavare so che troverei una persona che soffre come è giust…”

 

“Non una parola di più, BASTA, NON TI PERMETTO DI ANDARE OLTRE. CERCAMI QUANDO AVRAI NOTIZIE DI FALCO E MICK.”

 

Cosi dicendo se ne andò con passo lungo e concitato. Era furioso e si poteva notare dalla sua espressione che comunicava “State lontani o mordo.”

 

Tornato alla calma, si fa per dire, si ritrovò girovagare per la città in cerca di qualche svago. Non c’è posto migliore di un Night Club in queste occasioni.

 

Il suo preferito era il CocoRico. Belle donne, alcool a buon prezzo, svaghi da 10 con lode insomma…Mentre era seduto sul suo sgabello, appoggiato con i gomiti, come se rassegnato, sul bancone del bar con in mano un martini con oliva, pensava... Era affranto, come fosse stato strappato al suo mondo, prima si sentiva addosso una corazza di acciaio impenetrabile, ora si sentiva come burro, vulnerabile a tutto ciò che si trovava intorno a lui.

 

Odiosa, ma odiosa sensazione…

 

All’improvviso si senti bussare. Si girò svogliatamente, credendo fosse un’ochetta in cerca di quel qualcosa che non poteva concedere quella precisa sera. Pronto a cacciarla come fosse un’appestata, si ritrovò con espressione spiazzata, quando riconobbe la ragazza con il bambino epilettico. Altrettanto lo sguardo di lei, dopo vaghe riflessione arrivò alla stessa, conclusiva,  mutò in un’ espressione di stupore…Non sapendo che come reagire e sentendosi profondamente imbarazzata, per come lui la potrebbe giudicare, scappò in lacrime verso il bagno.

 

Ryo, impreparato ad un simile incontro, soprattutto per il luogo, fu preso da quella stessa voglia del giorno in cui chiamò l’ambulanza. Doveva vedere il suo viso.

 

Camminando a testa bassa, per paura di farsi vedere entrare nel bagno delle signore, apri dolcemente la porta, dopo aver bussato, e sentito un “Avanti” tra le lacrime.

 

I suoi capelli nero corvino fecero capocella dalla porta, mostrando il suo sorriso migliore. Eppure non fu ricambiato affatto, anzi il pianto della ragazza si fece più acuto e tenace. Ryo, per quei momenti non era stato addestrato nella polizia, non sapeva che parole dire per provare a confortarla…Poi perché, lui, il più sbruffone degli uomini si dava pena nel consolarla, perché quella donna esercitava queste emozioni, cosi strane in lui. Che motivo c’era dietro tutto questo?

 

“Non guardare la mia faccia…” – supplicò lei a bassa voce-

 

“Non ne avevo intenzione…” –riprese scortese-

 

“Grazie…” –disse con voce grata, come se non avesse afferrato il tono critico di Ryo-

 

Era colpito dalla dolcezza di quella ragazza… Avrebbe dovuto rispondere a tono, e invece, come un agnellino impaurito aveva dato quella flebile risposta.

 

Cercando di riprendersi, nel migliore dei modi possibili le chiese:

 

“Come mai quando mi hai visto sei corsa in bagno, di solito non faccio questo effetto. –concluse scherzosamente, convinto che sarebbe sopraggiunta una risata frenetica di lei. Cosi non fu.-

 

“Scusa, la mia battuta è stata pessima, me ne vado…”

 

Fece per chiudere la porta quando senti…

 

“Non te ne andare te ne prego entra…”

 

Non se lo fece ripetere, come fosse un riflesso condizionato entrò e chiuse la porta…A chiave…

 

“Perché..??”

 

Non sa nemmeno lui cosa la sua mente elaborasse in quel momento sapeva solo che voleva baciare le sue labbra bagnate dalle lacrime, strofinare la sua rude mano per tutto il corpo…

 

Nemmeno a pensarlo, che già era entrato in azione, di solito quello che voleva, che sognava lo otteneva su due piedi, lui era desiderato da tutte…

 

Mentre con foga, si avvicinava alla sua bocca la voce di lei si fece più dura ed invocò un grosso “NO!”.

 

Lui si fermò di getto, come fosse bloccato da una parete invisibile, rimase nella sua posizione, ma il suo orgoglio era stato tremendamente ferito.

 

La sconosciuta scappò di nuovo…

 

Ryo, rimase sconcertato nella sua intenzione di baciare che rimase in posizione stante per alcuni minuti, come fosse un cretino…Anzi lo era davvero.

 

Una signorina entrò, come giusto, nel bagno quando lo vide, urlò a squarciagola.

 

Ora fu Ryo, ritornato in se, a scappare a gambe levate da quel luogo.

 

Voleva a tutti i cosi quella ragazza…

 

Cercò di trovarla , chiese al barista e non ebbe fortuna, era nuova di li…

 

Cercò sul palco, nei camerini, chiese in giro, ma sembrava che la sua identità fosse rimasta nell’anonimato…

 

Rivedeva la sua folta chioma, leonina, sconvolta, i suoi occhi neri per il trucco calato, il suo vestitino o meglio dire, body, che le cingeva stretta la sua gracile vita.  E la sua voce, incantevole, anche in quel frastuono, in quel contesto lei sapeva essere dolcissima.

 

Odio le donne, usate come unico scopo sessuale, nella mia vita. Penso che da oggi in poi cambierò radicalmente idea.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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