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Autore: OmbraSmagliante    17/12/2012    1 recensioni
Non si era mai sentito così in tutto il tempo passato sulla terra. Era perfetto, era giusto, era... amore. Lei volteggiava, lui la prendeva. Lei saltava, lui la sorreggeva. La musica pervadeva l'aria e loro erano lì, uniti, cuore a cuore, occhi negli occhi, anima e anima intrecciate in un giogo eterno.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei lo guardò, ancora. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Non che fosse una cosa insolita, si perdeva sempre a guardarlo e si incantava a pensare come sarebbe stato bello se lui fosse stato suo. Ma quella sera era diverso. Tutto era diverso. Dietro alle quinte c'era un via e vai frenetico, gente che urlava ordini da tutte le parti, trucchi, costumi, sarte e parrucchieri sparsi ovunque. Il delirio. E lei se ne stava in disparte, il più lontano possibile da tutto quel chiasso, e lo osservava. Lui era tranquillissimo, rilassato. Era circondato da ragazze adoranti, sai che novità. 

La tristezza incominciò ad impossessarsi di lei un'altra volta. Succedeva sempre alla fine, quando realizzava l'impossibilità del loro amore. Lui distava da lei parecchi anni, era bello come il primo raggio di sole che scioglie la poca neve rimasta e aveva gli occhi più intriganti dell'intera galassia. Lei era capace di descrivere tutte le sfumature e la loro collocazione di quegli meravigliosi occhi. Ma fosse bastato questo al Creatore quando l'aveva fatto nascere. No. Aveva un sorriso che prendeva al cuore e, come un lupo che scuoia la propria preda dopo averla afferrata, così dilaniava il cuore di lei. Povera illusa innamorata dell' irranggiungibile. Eppure l'impossibile era accaduto. Lei, quella sera, era prima ballerina. E lui avrebbe ballato con lei. Le prove erano state talmente meravigliose da sembrare una danza angelica e celeste nei suoi ricordi. Ma dio, quanto era difficile quella coreografia! Certe parti non venivano, neppure dopo averle riprovate cento volte. Secondo la coreografa era questione di energia. Secondo lei il problema era che lei lo amava e non riusciva a controllarsi. Secondo Dare, il problema era lui che era imbranato. Questione di punti di vista.

 

Come diavolo era riuscito a farsi trascinare in una cosa del genere? Un balletto in un vero teatro?! Ma scherziamo? Lui era un cantante, un musicista, un attore. Mica un ballerino! Va bene qualcosina di semplice ma quella era una coreografia da professionisti! E poi la sua compagna era... beh, innamorata di lui. Totalmente. Anche ora, mentre aspettavano il loro turno, mentre lui era circondato da oche starnazzanti che per gentilezza trattava con rispetto e simpatia, lei era seduta in disparte, a fissarlo. Dio, quant'era bella e brava a ballare. Aveva due enormi occhi azzurro ghiaccio e lunghissimi capelli biondo miele. Era dolcissima e simpaticissima, un po' sclerotica e esaurita per i troppi impegni, forse. Aveva imparato a conoscerla da solo, senza il minimo contatto diretto con lei. Appena lui entrava in una stanza lei, succube della freccia di Cupido incastrata nel suo cuore, cadeva nel mutismo. Pur di migliorare la prestazione, voleva che ci fosse intesa tra loro, così, osservandola da lontato, l'aveva conosciuta. Solo lui sapeva certe cose di lei, certe espressioni che aveva quando era felice o quando era triste. E solo lui sapeva quanto avrebbe voluto invitarla ad uscire. Ma non sarebbe mai successo, era totalmente improponibile. Lui era stato innamorato, una volta, e aveva dato tutto ciò che una persona può dare. Ora, non c'era spazio per nessun'altra. Non più. Sospirò. Mancavano pochi minuti. Guardò fuori e pensò che presto sarebbe incominciato a nevicare.

 

Panico. Toccava a loro. Questione di minuti.

"Hai paura?" le chiese Darren.

Dio, lei e la sua maledettissima timidezza! Era sempre stata logorroica, perchè proprio con lui doveva ostinarsi al silenzio tombale?! Ma le parole, per la prima volta, saltarono fuori da sole: "No, sono con te."

Lui si voltò a guardarla con uno scatto repentino della testa, a dir poco stupefatto. "Hai parlato! E... aspetta, ma io sono un completo imbranato a ballare!" 

"Solo perchè ti ostini a rimanere chiuso in te stesso, con il cuore congelato e ti riduci al cinismo per evitare di soffrire ancora."

"Come scusa?"

"Mi hai sentita."

Lo guardò per la prima volta negli occhi. Gli sorrise e le parve che qualcosa tra loro si fosse sbloccato. Disposti secondo formazione, dietro il sipario, soli, lei e Dare per la prima volta condividevano un'insolita e inaspettata intesa. Lui rispose al suo sorriso e le rispose: "Lo sai, hai ragione. Ma come fai a saperlo?"

 

Ok. Aveva cambiato idea. Non voleva che parlasse più, la preferiva prima. Come diavolo aveva fatto a capirlo?! Poi gli venne l'illuminazione: l'aveva osservato. Come lui aveva fatto con lei, lei aveva fatto con lui. E aveva capito. 

 

"Ti ho osservato."

Lui sorrise. "Sai cos'è buffo? Che io ho osservato te."

Come?! COME?! Ok, sarebbe sicuramente svenuta. Sentiva qualcosa che non aveva mai sentito prima d'ora, era... legame. Si sentiva perfettamente combaciante a lui, il che era una gran stupidaggine.

Il sipario si aprì. La musica iniziò. Lui le presa la mano, come da inizio coreografia. Guardò fuori, attraverso le ampie vetrate. Nevicava.

 

Non si era mai sentito così in tutto il tempo passato sulla terra. Era perfetto, era giusto, era... amore. Lei volteggiava, lui la prendeva. Lei saltava, lui la sorreggeva. La musica pervadeva l'aria e loro erano lì, uniti, cuore a cuore, occhi negli occhi, anima e anima intrecciate in un giogo eterno. Erano un'unica realtà. Il sentimento, l'energia, fluiva attraverso i loro corpi, veniva accompagnato dalla musica e armonizzato dai loro movimenti.

 

Si perdevano, si allontanavano.

 

Si cercavano, si avvicinavano.

 

Pensavano all'unisono, legati, insieme.

 

Questo dev'essere sentirsi legati, questo deve volere dire essere un tutt'uno con una persona.

 

Era uno stadio del paradiso, una dimensione ultraterrena. L'impossibile era accaduto. Darren Criss stava ballando con lei ed era una parte di lei.

 

Il suo profumo, la sua bellezza, il ritmo della musica: stava per finire tutto quanto. La sollevò in aria per la presa finale...

 

...sarebbe finita. Era in aria, libera, innamorata, felice. Era a casa. Aveva trovato il suo posto. Sovrastava il mondo e spandeva il suo amore per Dare dovunque. Era finita. Lui iniziò ad abbassarla e, insieme a lei, si abbassò anche una lacrima sul suo viso. Era stata in estasi, e ora che era tutto finito, non sarebbe successo mai più.

 

Il sipario si chiuse. La guardò negli occhi. Era talmente intenso il suo sguardo, talmente pieno d'amore e di gioia, che per un attimo fu tentato di baciarla. DI sigillare quel contratto di amore eterno che avevano appena scritto e a cui mancavano solo le loro firme. Ma non ce la fece. Non era pronto per tutto questo. Non era capace di amare di nuovo.

 

Lo capì dal suo sguardo. Non era cambiato nulla. Si avviò verso l'uscita, in lacrime, col cuore bombardato dal dolore.

 

Non poteva lasciarla andare... le lacrime sul suo viso avevano sciolto qualcosa. Si sentiva... leggero, felice. Era tornata la sensazione del ballo. Doveva dirglielo, subito. Dirle che l'amava. Fece per fermarla, ma fu interrotto dalla festosa marea di gente venuta a congratularsi. Liquidò tutti in fretta ma sorridendo e educatamente, come al solito, poi la cercò. Non c'era più.

 

Appena finita la doccia era uscita dal teatro, rispondendo a malapena a domande e complimenti. Doveva andarsene da lì. Fuori c'era un freddo da lupi, ma nevicava. Eppure, nemmeno la neve, che fin da bambina era capace di incantarla per ore, la fece sorridere. Era in uno stato di trance, dove non si ci rende conto di quello che è successo.

"Dev'essere grave."
Quella voce. Quel suono ultratereno e melodico... era Dare.

 

Si voltò. Era sconvolta, povera piccola. Avrebbe tanto voluto stringerla a sè...

"Che cosa?" 

"Non sorridi. Tu... vai matta per la neve. Ti rende felice come una bimba."

"Come..."

"Te l'ho detto di averti osservata."

"Senti, perchè non te ne vai? E la smetti di illudere un'adolescente in crisi del suo primo grande amore illusorio?"

"Perchè voglio condividere quell'amore."

 

La neve ricopriva a puntini i capelli meravigliosi di Dare. Erano neri neri, ricci. Adorabili.

"Non dire cavolate."
"Ti amo."
Qualcosa la colpì. Dal profondo, sentì sorgere, come il sole ad est, la felicità. Un sentimento puro, genuino... giusto.

"Ma.."

 

La baciò. Nevicava, ma a lui importava solo del contatto delle sue labbra su quelle di lei, delle sue mani sulla sua schiena, del Natale che avrebbero trascorso insieme, dei suoi capelli profumati, del suo sorriso che continuava a lampeggiargli nella mente. Aveva scordato tutto ciò che era avvenuto prima, la solo cosa importante, reale e da proteggere era lì con lui, e non l'avrebbe più lasciata andare. C'era un nuovo futuro da scrivere. Proprio come le due firme poste sotto al contratto di amore generato dal precedente balletto.

 

Lo amava davvero. E lì, sotto la neve, sentiva che era reciproco, e che sarebbe stato sempre così, eternamente le loro anime sarebbero rimaste insieme. Proprio come era giusto che fosse.

 

Nevicava quella sera...

 

Sì, nevicava.  

 

Nota dell'autrice: questo racconto è dedicato a Darren Criss, attore, cantante e musicista. Persona che stimo moltissimo, troppo per descriverlo, e che spero un giorno, mentre nevica, leggerà la mia storia. E magari allora, sorriderà, il che è l'unico fine di questa storia. Oltre a quello di fare sognare l'autrice. S. 

   
 
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