Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: _Maisha_    17/12/2012    0 recensioni
Come deve essere fare da mentore? Vedere ogni anno i ragazzi con cui hai vissuto morire barbaramente?
Ma quando arriva il momento in cui a morire è destinato qualcuno a cui tieni scatta qualcosa.
Panico, adrenalina, terrore.
Non c'è altra soluzione se non fare di tutto per farlo uscire da quell'arena vivo.
Costi quel che costi.
Che i 76esimi Hunger Games abbiano inizio.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maysilee Donner, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hunger Games, FF
*vedi prima angolo autrice



A Simone,

perchè ti avevo promesso che ti avrei dedicato una storia.
Sei il miglior fan che una scrittrice in erba possa avere.











-Ehi.-
-Ehi.- Sorrido, con gli occhi ancora velati dal sonno e i capelli davanti al viso.
Devo avere un aspetto piuttosto bizzarro perchè sul volto di Peeta compare un sorriso divertito.
-Oh, non c'è niente da ridere, uffa.- Dico offesa, rituffandomi sotto il calore delle coperte.
-Uh, mi scusi signonina Melaprendopertutto- esclama, beffardo.
-Si, me la prendo per tutto. Si, non sono carina di prima mattina e ora uscirai da questa stanza.- La mia voce deve giungergli come un sospiro, smorzata dalle coperte, infatti sembra non capire. O forse finge soltanto.
-Cosa? Oh, no, signorina, non intendo muovermi da questo letto.-
Mi alzo a sedere, divertita dalla sua cocciutaggine.
-Oh, allora me ne andrò io, signorino Mellark.- Afferro la coperta e balzando in piedi me la avvolgo intorno al corpo alla buona.
Vuoi per questo, vuoi per il sonno che mi annebbia la mente, dopo qualche passo verso la porta cado a terra.
Peeta scoppia in una risata fragorosa.
-Ahahahah, come vedi se stai lontana da me finirai solo per farti male!-
-Simpatico, si, intanto mi sono ammazzata e invece di aiutarmi te la ridi.-
-Ohhh, dai, permalosa!- Dice sbuffando, alzandosi dal letto. In due secondi è vicino a me, a tendermi la mano sorridente.
E' il momento buono per la vendetta.
Gli sorrido e afferro la mano, prima di essere completamente alzata, però, gli metto lo sgambetto e Peeta cade con un tonfo a terra.
-Maysilee!! Non sei divertente!- Dice Peeta, massaggiandosi il braccio su cui è caduto.
-Muahahahah, e ora chi ride? Sei troppo divertente quando cadi, dovresti farlo più spesso, Peeta. Ahahah.-
-Ma che spiritosa! Anche tu sei divertente, sai? Dai fai ridere anche me.-
Non ho il tempo neanche di rispondere che mi ritrovo a terra, vicino a lui.
-Okay, l'ho meritato.- Dico, accettando la sconfitta.
-Brava ragazza.- Sussurra Peeta, soddisfatto.-Ora, però faremmo meglio ad alzarci, ci aspetta una dura giornata.- Mi dice, alzandosi e ritendendomi la mano.
La afferro, stavolta con un sorriso vero, senza mezzi fini. Mentre mi alzo, però scivolo sulla coperta, ancora sotto di me e rifinisco a terra, trascinandomi Peeta addosso.
Ci guardiamo negli occhi per un tempo interminabile e non posso fare a meno di notare che i suoi meravigliosi occhi blu, che vicino alla pupilla sono spruzzati di pagliuzze dorate, brillano. Ha la mascella contratta e lo sento trattenere il fiato, o forse sono io?
Fatto sta che, con un gesto spontaneo, inconsulto, inconscio gli porto una mano tra i capelli e lo spingo verso di me.
Preme delicatamente le labbra contro le mie, e dopo poco rompe il contatto.
Oh, no, non mi basta. Sembra capirlo, perchè subito mi ribacia, stavolta con passione, per lungo lungo tempo.
E' possibile stare in un altro mondo? E' possibile scacciare tutti i pensieri dalla testa solo con un bacio?
Bhe, Peeta lo rende possibile.
Dopo il bacio si lascia cadere vicino a me, e mi abbraccia. E' così caldo.
Sento il suo fiato sul collo e un brivido mi sale lungo la schiena. Affondo di getto la testa tra le sue braccia.
Odora di pane. Un odore così buono, genuino, familiare. Odore di casa, di pace, di serenità.
Serenità che noi non potremo mai avere davvero.
-Perchè dobbiamo farlo?- Gli sussurro di getto.
Rompe l'abbraccio e si mette a sedere, guardandomi fisso negli occhi. -Perchè dobbiamo. Non c'è altro da fare, Maysilee. E' la nostra unica possibilità. Sai meglio di me che saremo più utili lì che qui.-
-Lo so, Peeta, lo so. Ma mi chiedo se non sia meglio mollare tutto e scappare, finirla una buona volta.-
-E lasciare tutti quelli che conosci a morire? Se tua sorella venisse scelta? Se a mio fratello o ai nosti amici toccasse la stessa nostra sorte? Come cazzo te lo perdoneresti? Io resto. Non so cosa posso fare, non so dove mi sto cacciando, ma devo provarci, perchè questa cosa non finirà mai, se qualcuno non caccia le palle!-
-Si, hai ragione...sono una stupida. E sono egoista, non avrei meritato neanche di vincere e di avere la possibilità di stare ancora qui.-
Lo sguardo di Peeta, prima brusco, si addolcisce e mi porta una mano al viso. -Non dirlo neanche per scherzo, piccola, lo hai meritato più di tutti, capito?- dice accarezzandomi.
-Si, capito.- borbotto, poco convinta.
In realtà nessun vincitore sarà mai convinto di aver meritato la vittoria, nemmeno quelli dell'1 o del 2. Nessuno. Tutti hanno perso amici, alleati, hanno visto la morte. Ma se uno ci pensa rischia di impazzire ed è, almeno nel mio caso, un lusso che non posso permettermi.





Un'ora e mezza dopo sono sullo stesso treno che solo l'anno scorso mi ha portato dritto verso la morte.
Sono seduta su una poltroncina di velluto rosso e tamburello con le unghie sul tavolo, mentre Peeta fissa il vuoto.
Probabilmente è nervoso più di me, ma non lo da a vedere.
Dopo i miei giochi è stata istituita una nuova regola, i mentori non possono assistere alla mietitura. Nel 6, il mio anno, vennero estratti 'casualmente' i figli dell'unica mentore di lì e la tipa uscì fuori di testa. Per la gente non fu uno spettacolo molto piacevole. Bhe, indi non conosciamo i tributi di quest'anno.
Dalla stessa porta da cui sono entrata io tra poco potrebbe entrare anche mia sorella.
Dio, spero di no. Non ce la farei a sopportarlo.
Uno bip mi fa tornare alla realtà, i tributi stanno arrivando.
Io e Peeta ci alziamo contemporaneamente e ci dirigiamo verso il tavolino di cristallo pregiato al centro della stanza.
Peeta mi prende la mano e la stringe; senza parlare, senza guardarmi. Non c'è spazio per troppi sentimentalismi.
Sentiamo il portellone aprirsi e le urla dei giornalisti violare il nostro silenzio.
Facciamo appena in tempo a lasciarci le mani che ci troviamo davanti Effie, quest'anno in verde pisello, che blatera parole incomprensibili, stizzita. -Oh, questi giornalisti, come sono invadenti! Su ragazzi, svelti, muovetevi.-
Ti prego non lei, non lei, non lei.
E infatti non è mia sorella. E' la mia migliore amica. E' Lee Ann.
Appena la vedo l'abbraccio di getto, contenta del fatto che non ci siano telecamere in giro.
La guardo e vedo che le brillano gli occhi, ma non piange. Ottimo, farà meglio a imparare a contenere le lacrime da subito.
Sento Peeta schiarirsi la voce e questo gesto mi richiama all'ordine. Non devo aver dato una buona impressioe al tributo maschio.
Ritorno vicino al mio compagno e mi metto a osservare il ragazzo. Non mi sembra di averlo mai visto, nemmeno a scuola.
Sembra un buon acquisto, alto circa 1.80, corporatura robusta, spalle larghe, i muscoli dei bicipiti contratti, sviluppatisi con chissà che genere di allenamento. I tipici capelli neri delle famiglie del Giacimento e, oh, aspetta, occhi verdi? Verdi? E' impossibile.
-Ehi, tu, di che parte sei?-
-Io?- Dice, alzando un sopracciglio.
-Si, tu, non ti ho mai visto in giro.-
-Sono del Distretto, può bastare.-
-No, non può bastare dovresti dirmi di più! Che fanno i tuoi per vivere? Perchè non vieni a scuola? Come fai ad avere un fisico così imponente? E soprattutto, da dove vengono quegli occhi verdi?-
-Ehi, calmati bambola.- Sento Peeta irrigidirsi a quelle parole.- Non intendo dirti un cazzo della mia vita, tanto da te non avrò aiuto.- dice, incrociando le braccia e guardando Lee Ann.
In effetti, preferirei che tornasse lei. Di sicuro cercherò di trovare più sponsor per aiutarla, una volta lì dentro.
-Lo avrai da me.- dice Peeta, guardandolo fisso.
-E così ti metteresti contro la tua ragazza per aiutare me? Ma dai.- Il ragazzo possiede un certo sarcasmo, potrebbe tornare utile nell'intervista con Ceasar.
-Mettiamola così, mi piacciono le sfide.- Risponde Peeta, fiero, abbozzando un sorrisetto.
-Oh, bhe contento tu. Io sono Garret, comunque.- Dice, annoiato il ragazzo.
-E di dove sei?- Chiede Peeta, curioso o forse solo per togliere a me la curiosità, sapendo che mi divora.
-Non ci terrei a dirlo- dice, guardandomi di traverso -ma devo morire, quindi tanto vale. Vivo ai confini del Giacimento, lontano dal centro.-
-E perchè non vieni a scuola?-
-Non mi va e poi sarebbe inutile, ho altro a cui pensare.-
-Tipo?-
-Senti biondo, ti sto dicendo fin troppo. Quindi accetta per buono quel che ti dico se non vuoi che stia proprio zitto.-
-Okay, moro.- Dice Peeta sulla difensiva, facendogli il verso e incrociando le braccia.
-Perchè hai quegli occhi? Sei un senza terra?- Lo dico di getto, non ci penso nemmeno, ma devo aver toccato un tasto dolente, perchè il ragazzo si irrigidisce e il volto si rabbuia.
-Non sono cazzi tuoi, come te lo devo dire? Idiota.- mi aggredisce.
-Bravo, sii aggressivo, nell'arena avrai il modo di sfogare tutta la tua aggressività mentre ti fanno a pezzi.- Dico sorridente. Che bastarda.
Non risponde, si limita solo a guardarmi con quegli occhi di ghiaccio. Mettono i brividi.
Dopo aver guardato Peeta allo stesso modo va nella sua camera a grandi falcate. Bhe se l'è meritato, in fondo.
-Se sono tutti così mi uccidono in dieci minuti.- A interrompere il silenzio è Lee Ann, preoccupata.
-Dai, ci siamo noi ad aiutarti, puoi farcela, non serve solo la forza fisica, serve ingegno.- Dico, non troppo convinta.
La forza fisica è fondamentale agli Hunger Games. O comunque se non la forza, la brutalità. E Lee Ann non farebbe male ad una mosca.
Ha i capelli rossi, leggermente mossi, che le cadono dolcemente sulle spalle, gli occhi scuri e il viso coperto di lentiggini. Sarà alta un metro e sessanta e peserà al massimo 55 chili. 
E' uno scricciolo, uno scricciolo con il visino da angelo tra l'altro.
Tra le mani dei favoriti non durerebbe nemmeno i tanto sperati 10 minuti.
Dovrò lavorare il più del previsto per farla uscire sana e salva da quel luogo, e spero che per una fottuta volta la fortuna sia davvero a nostro favore.

 











ANGOLO AUTRICE: Buonsalve a tutti :3 Devo fare una piccola premessa: Maysilee e Peeta sono i miei personaggi preferiti, quindi ho voluto creare una ff in cui ci fossero entrambi. Per leggere dovete eliminare totalmente Katniss dalla vostra mente. Fate come se lei non ci fosse mai stata. Maysilee è più o meno coetanea di Peeta e no, non ha niente a che fare con Haymitch. Ho solo usato i personaggi per creare una storia completamente nuova.
Ora non prendetemi per pazza però, eh xD Spero comunque che a qualcuno piaccia e non mi linci seduta stante! xD
Io in primis non sono convinta, ma ho fatto un patto con una persona e cercherò di portare avanti il tutto.
Se vi va recensite, mi fareste molto piacere :3
Baci.




NOTA BENE: I CAPITOLI SARANNO NARRATI TALVOLTA DA MAYSILEE, TALVOLTA DA LEE ANN.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: _Maisha_