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Autore: Katedixon    17/12/2012    1 recensioni
Raccolta di One-Shot per la Faberry Week.
Le mie piccole, non potevo perdermi quest'occasione.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non aveva ancora capito bene perché Finn avesse voluto intraprendere quel viaggio a tutti i costi.
Nessuna ragazza poteva valere tanto, non tanto da affrontare tutti quei pericoli, tutte quelle miglia.
Ora, a distanza di un mese, Rachel era stanca e non aveva più voglia di andare a cercare una ragazza, per quanto bella potesse essere, in mezzo al nulla. Con un ramo spezzato spostò la brace rimasta dal falò della sera prima, mentre cercava di convincere se stessa a continuare quel viaggio inutile.
Per Finn, doveva farlo per lui. Lui c'era sempre stato, l'aveva aiutata nel suo periodo peggiore, l'aveva protetta e l'aveva fatta sentire amata. Non poteva mollare, non voleva deluderlo.
«Tutto bene, Rachel?»
Il ragazzo comparve alle sue spalle e si inginocchiò davanti a lei, sorridendole in modo rassicurante. Questo bastò per convincerla. La ragazza si alzò dal tronco dove stava seduta e annuì in direzione di Finn.
Aveva imparato ad apprezzare quel ragazzo, nonostante all'inizio le era sembrato troppo pieno di sé, troppo convinto che quello che faceva fosse giusto. Forse lo era, perché se non si ama, per cosa si dovrebbe vivere? Finn amava. Amava Quinn, amava una ragazza che non vedeva da tempo e teneva a lei come il primo giorno.
Rachel li invidiava, da una parte. Fin da piccola il suo sogno era quello di combattere, di essere una donna indipendente, in grado di badare a se stessa. Non aveva bisogno che qualcuno la proteggesse, o almeno ne era sicura fino a pochi mesi prima. Dopo che Finn le ebbe salvato la vita, tutte le sue sicurezze si trasformarono in dubbi. Aveva avuto bisogno di lui per sopravvivere, forse aveva bisogno anche di qualcun altro. Di qualcuno che si prendesse cura di lei quando lei stessa non ci riusciva, qualcuno che la facesse sentire bene, ogni giorno come il primo. Finn e Quinn erano fortunati ad aversi. La ragazza era caduta in quel sonno parecchio tempo prima, eppure lui l'amava come sempre ed era pronto ad affrontare tutto quello per lei.
«Andiamo?»
La voce bassa del ragazzo la riportò nella foresta. Tentennò un attimo, prima di sospirare e raggiungere il suo cavallo, per poi montarci su.
«Andiamo.»
 
Era la scena più pietosa e allo stesso tempo bella che avesse mai visto. 
Erano arrivati in quel posto in rovina e avevano trovato Quinn stesa su un letto, che all'apparenza dormiva un sonno tranquillo. Era immobile, sembrava serena.
In quel momento aveva capito esattamente il motivo di quel viaggio. Non aveva mai visto una ragazza più bella. Lunghi capelli biondi, un viso angelico, il suo aspetto le fece dimenticare tutti i dubbi e le insicurezze e la fece sentire soddisfatta degli ostacoli che avevano affrontato, perché erano arrivati a lei, avevano compiuto la missione, la principessa era salva. Con il suo principe.
Finn, senza esitare, si era avvicinato a lei e aveva appoggiato le labbra sulle sue.
Lei era rimasta a guardare che effetto avrebbe avuto quel bacio. Quello sperato. Dopo pochi istanti Quinn si era svegliata, confusa, e dopo aver capito cos'era successo, aveva abbracciato Finn, sorridendo di gioia.
Rachel si era voltata e si era tolta il suo elmo, poggiandolo a terra. Sapeva che i due avrebbero voluto un po' intimità.
Si guardò intorno, pensando a dove potesse andare per non vedere quella scena. Lo stomaco le si era chiuso in una morsa e non sapeva neanche perché. Un nodo in gola le impediva di emettere un qualsiasi suono, non che ne avesse bisogno, in quel momento.
Salì la gradinata che stava davanti a lei, cercando di ignorare le voci che venivano dalle sue spalle, voce felici, rotte per i pianti di gioia.
La morsa nello stomaco le faceva sempre più male, era una sensazione nuova, non le piaceva affatto. Era questa quella che chiamavano gelosia? Come potevano, alcuni, trovarla adorabile?
Si accorse che qualcosa non andava qualche attimo più tardi. Si piegò e sfiorò il terreno, che prese subito a tremare. Rachel indietreggiò di qualche passo, giusto in tempo, perché proprio da dove stava lei un attimo prima uscì una creatura incappucciata. Non aveva il volto, portava un mantello nero e al 'collo' -se così si poteva chiamare- aveva un amuleto rotondo.
Prese la sua spada e cercò di colpire il mostro, senza successo, visto che fu scaraventata giù dalla scalinata e la sua arma volò qualche metro più in là.
Potè assistere alla scena seguente solo come spettatrice, disarmata com'era. Sollevò lo sguardo su Finn, che era corso in suo aiuto -come la prima volta- e stava affrontando la creatura a testa alta. Un affondo mancato, due affondi mancati. Al terzo si avvicinò parecchio, anzi, riuscì a tagliare la corda dell'amuleto, che cadde a terra, sotto i piedi del principe.
Qualche secondo più tardi, il mostro era sparito e Finn teneva in mano l'amuleto, osservandolo con attenzione. Forse Quinn non notò il suo sguardo preoccupato, la goccia di sudore che scese dalla sua fronte, il suo deglutire, ma lei sì, se n'era accorta.Decise di non dire niente, per il momento, anche se aveva ormai capito.
Si alzò da terra e andò a recuperare la sua spada, cercando di soffocare tutte le emozioni che provava in quel momento. Si chiedeva perché avessero deciso di manifestarsi solo nell'ultima mezz'ora.
«Credo che dovremmo scappare, dev'essere ancora qui intorno e non posso rischiare che una di voi si faccia male.»
In meno di cinque minuti erano già ripartiti. 
Quinn stava a cavallo con Finn e si teneva a lui. Le sue braccia stringevano forte la vita del ragazzo, il che amplificò la rabbia di Rachel, che tentava di distogliere lo sguardo il più possibile. Doveva solo guardare avanti, la sera si sarebbero accampati e lei sarebbe andata a procurarsi la legna per il fuoco. Non avrebbe dovuto sopportare quell'agonia molto a lungo.
Il sole stava tramontando e Finn decise che potevano fermarsi in quella piccola radura, per quella notte. Erano circa cinque metri quadrati di terra senza alberi, abbastanza perché riuscissero a dormire comodi in due. Il terzo avrebbe fatto la guardia, naturalmente.
Dopo che si furono sistemati, Rachel fece un passo verso la foresta, prima di essere fermata dal principe.
«Dove vai?»
«A prendere la legna per il fuoco.»
«No, vado io, voi restate qui, sarete al sicuro.»
La ragazza aggrottò le sopracciglia, ma non protestò, perché aveva capito le sue intenzioni. Avrebbe voluto fermarlo, ma lui se la sarebbe sicuramente presa con lei. E poi, non voleva ammettere di averlo pensato, ma preferiva che Finn e Quinn stessero più lontani possibile, anche se significava che lei stessa doveva stare lontana da lui.
Finn la oltrepassò per andare dalla bionda e, non appena le fu abbastanza vicino, le prese il viso tra le mani e la baciò. La baciò nel modo più appassionato che potesse esserci, la baciò come se ne andasse della sua stessa vita, come se non potesse farlo mai più.
«E questo per che cos'era? Vai solo a prendere la legna.»
«È solo che sono contento di averti qui.»
Si sorrisero, lui le accarezzò una guancia con il pollice e poi sparì nel bosco.
Se prima aveva dei dubbi, dopo quel bacio era tutto chiaro: quello era davvero il loro ultimo bacio.
E doveva fare in modo che Quinn si addormentasse, prima di andare a impedire a Finn di fare la sciocchezza che stava per fare. Era vero, li voleva lontani, ma lui era l'unica persona a cui tenesse in quel momento, non poteva rischiare di perderlo.
«Andiamo, principessa, dormi un po', faccio io la guardia ora.»
La bionda, un po' riluttante, si stese a terra e si mise la sua coperta, cercando di prendere sonno. Faticò ad addormentarsi, anche se era stanca dal viaggio. Aveva paura che potesse non risvegliarsi per anni, come l'ultima volta, aveva paura di non rivedere Finn a lungo e non poteva permetterselo. E poi doveva tenere d'occhio la nuova ragazza, Rachel, perché qualcosa di lei la portava a diffidare. Forse era il modo in cui guardava il suo principe, o forse il modo in cui cercava di non guardarlo.
Chiuse gli occhi lentamente e si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo.
 
Rachel mise la spada sulla sella del cavallo e si voltò a controllare che la bionda stesse ancora dormendo.
Il suo posto era vuoto. Emise un ringhio di rabbia e decise di non curarsi della ragazza, aveva perso fin troppo tempo con loro. Stava per montare a cavallo, quando senti il rumore di zoccoli proprio dietro di lei.
«Cosa intendi fare?»
«Vengo con te.»
«Resta qui, queste cose non fanno per te.»
«Perché non è tornato?»
«Sto andando a scoprirlo.»
«Bene, ti seguo.»
Non le restava che rassegnarsi e portarsi dietro la ragazza. Diede un leggero calcio al fianco del cavallo e partì lungo il sentiero. Era possibile che ancora il mostro non l'avesse trovato, potevano salvarlo. 
Cinque minuti più tardi sentirono lo stesso rumore che avevano sentito quando era apparso il mostro e, alzando le teste, videro una figura nera sfrecciare sopra di loro.
Rachel spinse il cavallo ad accelerare, sperando vivamente di arrivare in tempo. Avrebbe potuto trasferire la maledizione su di sé e lasciare che Finn vivesse felicemente con Quinn.
 
Non sapeva come, ma si era ritrovata a consolare una principessa. Stavano sedute su un tronco e la bionda piangeva sulle sue gambe, mentre lei le accarezzava i capelli lentamente. Si sentiva vuota almeno quanto lei, aveva perso la persona più cara, il suo unico amico, compagno di viaggi, colui che la conosceva davvero.
«Ce la faremo.»
Mormorò, ma forse non ci credeva neanche lei. In fondo, chi poteva aiutarla a superare quella situazione? Nessuno, ecco chi, non aveva nessun altro.
«Lui era tutto per me, è sempre stato il mio migliore amico, fin da quando eravamo piccoli. Mi ha sempre resa felice, mi faceva sorridere, vederlo dopo più di un anno mi ha fatto uno strano effetto, però. Specialmente vederlo con te.»
«Perché mi stai dicendo questo?»
«Perché non era gelosia. Volevo bene a Finn, ma non in quel modo, non più. Lo sapevo anche prima dell'incantesimo, ma non potevo ferirlo. E ora non saprà mai la verità.»
«Almeno non ha sofferto, se n'è andato felice, ti aveva visto un'ultima volta, era felice.»
«Eri innamorata di lui, vero, Rachel?»
«Cosa? Non so di cosa tu stia parlando.»
La mora deglutì, tenendo lo sguardo fisso sugli alberi che si stagliavano in alto e rendevano quasi impossibile la vista del cielo stellato.
«Non ci hai guardato per tutto il giorno, si può dire.»
«In questi mesi eravamo solo io e lui, ecco tutto. Pensavo che una terza persona avrebbe rovinato tutto.»
Era la verità, l'aveva capito solo dopo aver pronunciato quelle parole, che all'inizio dovevano essere solo una scusa. Ma era la verità, lo sentiva dentro. Non sapeva perché lo stomaco le si era chiuso alla vista di loro due, o perché non osasse guardarli per più di qualche secondo, ma non era gelosia.
Quinn sollevò la testa, le rivolse uno sguardo dispiaciuto e si alzò. Anche lei, come aveva fatto Finn poche ore prima, sparì nella foresta.
E Rachel, per la prima volta nella giornata, si sentì vuota.
Non aveva mai creduto nell'amore a prima vista, insomma, per innamorarti di una persona, la devi conoscere.
A primo impatto quella bionda le era sembrata la solita principessa viziata, e forse lo pensava ancora, ma qualcosa di lei l'aveva colpita. Era sicura che le fosse già entrata dentro e quella sensazione nuova la spaventava. Non aveva intenzione di lasciarsi sottomettere dai suoi sentimenti, li doveva nascondere, finché non sarebbero spariti del tutto.
 
«Sono mesi che cerchiamo un modo per farlo tornare, collaboriamo e tu continui a trattarmi come il primo giorno. Perché, Rachel?»
Si era ritrovata schiacciata tra uno scomodo muro di pietra e le morbide curve di Quinn, quella sera.
Avevano deciso che non potevano arrendersi e dovevano fare qualcosa per Finn, ma cinque mesi non avevano portato ancora a niente. Erano arrivate al castello della regina, si erano infiltrate con l'aiuto di Biancaneve ed Emma e in quel momento stavano cercando qualcosa. Un incantesimo, o qualsiasi altra cosa che potesse fare a caso loro.
Poi avevano sentito dei passi ed erano entrate in uno stretto corridoio, per nascondersi dalle guardie che stavano passando in quel momento. A quel punto Quinn era scoppiata, perché davvero non capiva perché Rachel ce l'avesse tanto con lei, e per di più starle così vicina la confondeva.
«Cosa intendi dire? Io sono così con tutti.»
«Dovresti collaborare anche tu, siamo una squadra.»
«Siamo due persone che cercano di riavere un'altra persona, non ci rende una squadra, abbiamo solo un obiettivo comune.»
La bionda fece un sorriso ironico e si allontanò di mezzo passo, arricciando il naso. Ancora una volta aveva perso il controllo e se n'era pentita. Aveva mostrato la sua debolezza, non poteva permetterselo, non con lei.
Stava per tornare nel corridoio principale, ma stavolta fu lei a venire schiacciata contro il muro e, senza avere il tempo di capire cosa stesse succedendo, baciata.
Le loro labbra si intrecciarono per diversi secondi, prima che la lingua della mora irrompesse nella bocca di Quinn, che la lasciò fare volentieri. Un brivido percorse la schiena della bionda, che, prima di poter lasciarsi andare, venne privata di quel contatto.
Le due si guardarono negli occhi per un interminabile istante, poi Rachel la superò, per tornare nel corridoio principale.

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Angolo dell'autrice:
Come alcuni di voi avranno capito, per questo capitolo mi sono ispirata a Mulan e Aurora, di Once Upon a Time.
Non avevo idea di cosa scrivere sulle fiabe e mi sono venute in mente loro, perché sinceramente le trovo bellissime insieme. 
Ho cambiato qualcosina, naturalmente, come l'ultima parte.
Spero vi sia piaciuta, a domani con la prossima!
  
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