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Autore: elhy93    17/12/2012    3 recensioni
Questa fanfiction non mi appartiene, l'ho tradotta da una storia scritta da CaptainBri-Mazing.
E' ambientata durante il matrimonio alla fine della settima stagione.
Ho voluto condividerla con vio perchè mi è parsa davvero dolce, quando l'ho letta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer JJ Jareau, Spencer Reid
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NORTH STAR


Avviso: i personaggi citati non mi appartengono, come non mi appartiene la storia, che è opera di CaptainBri-Mazing!!
Buona lettura!



Fissava le stelle, prendendo un momento per sé stesso. Da Sabato, il tempo non si era fermato un attimo, al pensiero di non riuscire a catturare la banda delle Figure delle Carte.
Non si era mai sentito più inutile, dovendo rimanere a Quantico, mentre tutti gli altri si trovavano nel centro dell’ azione. Ma più di questo avrebbe voluto essere li con JJ, per consolarla e prometterle che tutto sarebbe finito bene. Cosi era stato infatti: Will stava bene, Henry stava bene, e tutti avevano avuto il loro lieto fine.


E ora si erano sposati. Anche se questo lo stava uccidendo, la sua felicità era tutto ciò che contava per lui. Tuttavia, mentre la osservava camminare verso l’altare e impegnarsi a trascorrere il resto della vita con Will, non aveva potuto fare a meno di pensare se sarebbe riuscito a sopportarlo…


Avrebbe voluto esserci lui lassù, a far scorrere l’anello nel suo dito, a baciarla mentre il pastore pronunciava la funzione.
Spencer sorrise tre sé, guardando in basso, appoggiato alla staccionata che circondava il portico.
Era stata una bella notte, anche se aveva notato qualcosa che non andava in Emilie: aveva il sorriso tirato, e gli occhi più lucidi del normale. Sapeva che non era colpa dello Champagne.

Alzò lo sguardo verso il cielo e con gli occhi cercò.. lì. Esattamente dove doveva essere. La stella che non mancava mai di fare il suo lavoro.

Sentì un paio di tacchi dietro di lui, raggiungerlo e poi fermarsi. La sua mano calda sulla spalla.
“Hey” aveva una voce dolce e piena di calore. “Hey”, “Cosa stai guardando?”, gli chiese.
Lui si voltò “Le stelle. Ma tu non dovresti essere dentro?” le chiese, indicando la casa. La festa si era trasferita all’ interno della casa, dove tutti stavano ridendo, e dialogando.
“Dovrei, solo che mi sono resa conto che non abbiamo avuto modo di ballare insieme, stasera” rispose JJ, con un sorriso.
“Davvero? Beh, in questo caso..” la prese per mano e la condusse fuori dal portico, verso la pista da ballo.

La band era già andata, e l’unica musica che avevano erano le risate della loro famiglia e il battito dei loro cuori. Spencer si teneva a distanza adeguata, una mano posata sulla schiena di lei e l’altra a tenerla per mano. Lei lo prese per le spalle e cominciarono a oscillare dolcemente. Lui prese a canticchiare, facendola ridacchiare, quando riconobbe la melodia.
Al suono della sua risata, Reid sorrise e cominciò a cantare a voce bassa.

Un giorno, quando sarò triste e il mondo sarà freddo, sentirò un bagliore solo pensando a te”.

Quindi la fece ruotare lentamente.

E al tuo aspetto di stasera"

JJ sorrise pensando a quanto fosse bravo a ballare e a cantare.
Si avvicinò a lui, facendo scivolare il braccio intorno al suo collo. I loro corpi a pochi centimetri di distanza.

Lovely, mai…non cambiare mai. Mantieni quel tuo fascino mozzafiato, perchè io ti amo”.

Lei chiuse gli occhi, sentendosi cosi bene, tra le sue braccia.

E amo il tuo aspetto stasera”

“Non sapevo che sapessi cantare o ballare” confessò, e lui sorrise. Guardò in basso, verso di lei “Ci sono parecchie cose che non sai di me”
“Ancora…” stavano ancora ondeggiando, dimenticandosi degli altri.
“Che stella stavi cercando?” chiese JJ a bassa voce. Lui le rivolse un mezzo sorriso.
“Cosa ti fa pensare che stessi cercando una stella in particolare?”
“Perché ti conosco”
Annuì, concedendoglielo. “Cercavo Polaris”.
“La stella polare”. Spencer la guardò, sorpreso della sua conoscenza. “Non è che tu sei l’unico a sapere le cose, genio!” scherzò, dandogli un’affettuosa pacca sulla spalla.
“No, no, certo che no”, guardò verso il cielo. “E’ l’unica stella che esiste solo nell’ emisfero settentrionale. Si può usare per la navigazione, trovando l’Orsa Maggiore. Aiuta le persone a capire dove sono.” La guardò, continuando a bassa voce “E’ il vero nord della terra.” I loro volti erano a pochi centimetri di distanza. Le uniche cose che li tenevano separati erano la morale di lui e la fede al dito di lei.


“Ti sei mai chiesto cosa sarebbe successo se..” JJ cominciò.
“Se, cosa?”
“Se le cose fossero andate diversamente.”
Lui distolse lo sguardo per un attimo. “Lascia che ti faccia una domanda. Se non avessi sviluppato una dipendenza per la droga, che mi ha spinto via, pensi che sarebbe potuto succedere qualcosa?”
Lei lo guardò per un lungo momento. Conosceva la risposta e sapeva che questa era l’ultima occasione per parlare. “Si, so per certo che avrei potuto facilmente innamorarmi di te, Spence… avrei potuto sposarti ed avere una famiglia con te. Tu ed io siamo due facce di una stessa medaglia, per quanto differenti possiamo apparire a volte.”

Ora non ballavano più, ma il braccio di JJ era ancora attorno al suo collo, e l’altra mano sul suo petto. Entrambe le mani di Spencer erano poggiate sui fianchi di lei, con delicatezza.
“Me lo chiedo da sempre, Jennifer. Ti guardo e non posso fare a meno di pensare che avrei potuto essere io. Avrei potuto essere il padre di Henry, ed ora, tuo marito.” Le prese il viso tra le mani “Sei felice?”
Lei non esitò “Si, sono felice.”


Reid riportò le mani sui suoi fianchi e le regalò un sorriso che voleva apparire genuino. “allora questo è tutto quello che conta per me. Voglio solo che tu sia felice.”
JJ sospirò profondamente, poi con la mano destra accarezzò il viso del ragazzo. “Sarai sempre il mio migliore amico, il padrino di Henry, il mio Spence” si sporse in avanti, appoggiando la fronte contro la sua.
“Ti amo, Spencer”
“Ti amo anche io, Jennifer, e sarò sempre qui per te”
Lei sorrise, sapendo che in un’altra vita sarebbe già stato tutto suo. “Tu sei il mio vero nord.”
Lui era raggiante del complimento. “E tu il mio, sempre.”
La prese la mano e la condusse di nuovo sotto il portico. Ma questa volta, guardando il cielo, si stavano cercando.
 

  
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