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Autore: Gipsiusy    17/12/2012    3 recensioni
E quindi eccomi anche io con questa delirante week!
all'interno maggiori informazioni, vi basti sapere che è una mini-long, che la scrivo io(ergo nulla di serio), che eccede di fluff e che Sebastian da quando ho iniziato mi odia a morte.
Enjoy!
-Lunedì 17 : Il calore del camino.
-Martedì 18 : Cioccolata in tazza.
-Mercoledì 19: Pattinare sul ghiaccio.
-Giovedì 20 : Neve.
-Venerdì 21 :Baci sotto al vischio
-Sabato 22:ricordi di Natale *“Ragazzi?” chiese esitante.
“Bhé? Che aspetti, racconta!” lo incitò Blaine.*
-domenica 23:prepararsi per la notte *"siamo noi, e comunque, tanto per evitare ulteriori malintesi, anche tu mi piaci, tantissimo. Più di chiunque altro a questo mondo" affermò Jeff sorridendo, sicuro.*
-lunedì 24: Mezzanotte
"È un autentico piacere fare affari con lei, Hardwood." sussurrò Sebastian mentre la luce dell'alba entrava gentile dalla finestra.
Thad alzò il capo dal suo petto, guardandolo per un istante, bello come un dio.
"Vale anche per me, Smythe.." rispose sorridendo, riabbassando il capo sul corpo del compagno.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: ...so kiss me in this cold december night..
Autore: Gipsiusy
Beta: lovlove890 
Fandom: Glee
Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers, Kurt Hummel, Blaine Anderson, Nick Duval, Jeff Starling
Genere: Fluff, comico, romantico, slice of life
Raiting: arancione (in realtà varia molto)
Avvisi:  Slash, Lime/Lemon/Smut
Pairing: Thadastian, Niff, Klaine
Disclamer: Non possiedo alcun personaggio o sede cui faccio riferimento, è tutta proprietà di Ryan Murphy e della Fox.
Riassunto: It's Christmas Time! e i nostri Warblers si riuniscono ai loro amici ormai andati al college, ormai cresciuti. Ma anche chi rimane non è stato senza far nulla! e non importa se Blaine e Kurt sono al McKinley, se quello nuovo, Sebastian Smythe, crede di avere il mondo in mano, non importa se Nick e Jeff hanno fatto finalmente un anno insieme perché..
Hey! It's Christmas!
E il Natale lo si passa con chi ci vuole bene..
note: mini-long(già detto), delirante (già detto). Ah, si, potreste trovare accenni di tentativi erotici da parte della sottoscritta..almeno ci ho provato..

*SUNTO CAPITOLO*: a volte tutta la forza di volontà non è abbastanza per impedire ciò che è invitabile che accada..o forse Thad Harwood è l'eccezione che conferma la regola? un patto per il sesso, un patto sciolto, con Sebastian Smythe porta sempre a delle conseguenze..


 

17-Il calore del camino.

 

“Cantiamo Jingle Bells rock nella versione di Michale Bublé!” squittì estasiato Jeff Starling nel primo pomeriggio di un freddo giorno di Dicembre. Thad, David e Nick, nuovi capi del consiglio, tendevano ad approfittare della pausa post-pranzo per provare ad avere una riunione il meno delirante possibile. Il fatto che però si stessero avvicinando le vacanze di Natale sembrava animarli più del solito.
“No! Non possiamo!” esclamò Cameron alzandosi in piedi.
“Ma è un classico! Non possiamo non farla!” ribatté il biondo alzandosi a sua volta. Prima che l’altro potesse rispondere però David sbatté il martelletto –cimelio di Wes affidato e sotto la custodia del ragazzo di colore, che lo curava gelosamente- e cercò di riportare un po’ d’ordine.
“Jeff Warber, Cameron Warbler, sedetevi e calmatevi. Jeff, non possiamo farla perché l’abbiamo già proposta alla casa di riposo e al centro commerciale. Per lo spettacolo natalizio abbiamo bisogno di cambiare.” Fece un cenno a Thad, che aprì il suo raccoglitore.
“Noi avevamo pensato a Shake up Christmas dei Train, oppure Cold december night di Michael Bublé..”
“Voi cosa ne pensate? Io vorrei proporre anche..” stava dicendo Nick ma non finì di parlare dato che Sebastian Smythe, leader e solista del loro gruppo, si era alzato improvvisamente in piedi mormorando qualche scusa.  Quella sera tutti quelli che lo incrociavano gli chiedevano come stesse, se avesse qualche problema e simili. Erano fastidiosamente gentili e premurosi lì.
No, grazie. Era la risposta pre-impostasta. Ed era vero, lui no aveva alcun problema.
Sebastian non aveva nessun problema, escluso uno. Thad Harwood.
 
 
Erano passati due giorni da allora. Entrò nella sala comune, e grazie ad un isperato colpo di fortuna la trovò vuota, o quasi.
Rimase fermo d’avanti la porta quando riconobbe il profilo di chi era seduto sulla poltrona, in contrasto con il fuoco nel caminetto che scoppiettava allegro. Il moro, alias unico problema, era seduto a leggere un libro che Sebastian conosceva molto bene. Sorrise con il suo solito sorriso da predatore ed andò alle sue spalle, prendendogli il libro dalle mani.
“Cime tempestose? Non l’hai appena riletto?”
“Bas, non sai salutare come tutte le persone normali? E comunque no, non l’avevo finito, è una bella storia.”
“Lo so, ma è deprimente da leggere se fuori sta per scoppiare una tempesta..” di sedette sul bracciolo della poltrona urtando leggermente Thad, che a quel contatto sentì una scarica.
“Lo sai? Sebastian Smythe legge libri come Cime Tempestose?” ribatté il moro, riconoscendo però il formicolio che gli invase lo stomaco. Di nuovo.
“L’intelligenza è la nuova frontiera del sexy*, non lo sapevi?” Sebastian fece un sorriso malizioso, sorriso che entrambi conoscevano. Era quel sorriso, quello sguardo che Thad ha cercato di evitare per due mesi, prima di cedervi esausto non senza essersi prima..tutelato, per così dire.
Sebastian lo sapeva, lo ha sempre saputo, la caccia ad Hardwood è stata la cosa più eccitante fin’ora, ma era lui a tenere le redini del gioco.
Era stato Thad a decidere di andare a letto con lui, Thad a dettare le condizioni e sempre Thad, infine, a decidere di smettere.
Già perché da un po’ Sebastian aveva cominciato a rimanere a dormire da lui,o Thad decideva di offrirgli la colazione a un bar lì vicino e in generale cominciavano a preoccuparsi l’uno dell’altro.
La situazione gli stava sfuggendo decisamente di mano, perciò avevano due possibilità: mettersi definitivamente insieme o mettere uno stop a tutto.
Scelsero la seconda, ovviamente. Era più facile, si dissero, non avrebbero avuto alcun genere di problema così. Dovevano solo ignorare la scarica di adrenalina che sentivano non appena uno dei due entrava nella  stanza dov’era anche l’altro. Dovevano solo ignorare il desiderio di saltarsi addosso.
Una cosa da niente, no?

*


Una settimana. Era passata solo una settimana da quando avevano preso la decisione di mettere fine a quella cosa, perché non si poteva parlare di relazione, e già le cose andavano a rotoli.
Una settimana in cui le lezioni erano finite e passavano tutto il tempo nell’aula canto con Jeff che proponeva canzoni su canzoni di Natale. Quel ragazzo dava il meglio di se in quel periodo, non c’era che dire, se fosse stato più basso sarebbe stato un perfetto folletto di Natale.
Ora, Sebastian non aveva mai avuto una vera e propria storia. Anzi, non aveva avuto una storia e basta. Non era il tipo, gli piaceva divertirsi e tanto gli bastava. Perciò non riconobbe quella sensazione di acido allo stomaco quando, per caso, aveva sentito una conversazione tra Thad e Nick, che parlavano di dove avrebbe passato le vacanze il primo e in particolare se..
“ti vedrai ancora con quel tipo, Paul?”
Ne tantomeno seppe spiegarsi l’improvviso odio che provava nei confronti di Nick, con il quale già solitamente non era in buoni rapporti.
Non udì neppure la risposta di Thad, e una parte non indifferente della sua mente si chiedeva cosa diavolo gliene importasse. Dopotutto era così anche prima, con le condizioni che l’altro aveva posto.
Niente gelosie, niente carinerie, niente cose da fidanzati.
Ammetteva che inizialmente era rimasto colpito da quelle clausole imposte, colpito e affascinato dal momento che non poteva davvero aspettare di meglio. Entrambi erano perfettamente liberi di andare a letto con chiunque altro.
Nonostante questo, comunque, vuoi per via degli impegni, vuoi per la mancanza di carne fresca, Sebastian non era andato a letto con nessun’altro. Che senso aveva scomodarsi per arrivare in un bar da quattro soldi quando quello che voleva era ad un paio di stanze di distanza? Bastava un messaggio, uno squillo, un cenno e in poco sarebbero stati entrambi nudi, sudati e affamati.
 
 
Una settimana, e la lingua di Sebastian lambiva lentamente le labbra semiaperte di Thad.
Come riscosso da un sogno, questo mise fine al bacio, allontanandosi dal biondo. Si alzò e lasciò la stanza in fretta senza dire una parola. Sapeva che non servivano, perché quello che era appena successo non sarebbe mai più dovuto accadere.
 
 
Sebastian ricadde sulla poltrona appena lasciata libera dall’altro, seduto in posizione volutamente scomposta osservava il fuoco cercando una risposta a tutta quella situazione ingestibile. Avevano detto basta,e così sarebbe rimasto.
Certo era, però, che non poteva ignorarlo del tutto. Era totalmente impossibile per loro ignorarsi, fin dai primi tempi con i battibecchi, le battutine e poi le frasi che solo lui avrebbe capito.
No, ignorarlo era fuori discussione.
Allora cosa poteva fare, se tagliarlo fuori dalla sua vita risultava impossibile?

*


Thad decise di farsi un giro fuori, senza una meta precisa. Uscì dal parco della Dalton e si diresse per la strada che conduceva al paese vicino, sperando di non incrociare nessun conoscente. Sarebbe stato difficile poi spiegare cosa diavolo ci facesse in giro alle sette della sera, in inverno e con il cielo che minacciava la più grandiosa tempesta di tutti i secoli, tanto che Doc avrebbe potuto fare infiniti viaggi in una sera con la DeLorean**.
Però davvero non poteva rimanere in quella stanza un minuto di più senza agire in modo altamente sconsiderato. E con altamente sconsiderato intendeva il saltare addosso a Sebastian, che con molta non-chalance aveva deciso di baciarlo, di nuovo.
Thad, gli disse una fastidiosa vocina che per qualche ragione smbrava quella d Wes, non mentire a te stesso.
Oh, al diavolo.
Non che non gli fosse piaciuto, diciamo la verità. Anzi il problema era l’esatto contrario, ogni volta che sentiva le labbra di Sebastian sulle sue dimenticava tutto, avvolto e assorbito da quel piacere senza fine.
Ma questo non doveva accadere. Dannazione, avevano detto basta per un motivo.
Si stavano spingendo troppo in là. Lui si stava spingendo troppo. Troppo verso una linea di confine sottile e assolutamente labile, che separava il sesso puro e semplice dall’amore. Era sempre stato chiaro cosa sarebbe potuto essere con Sebastian, lo era dal primo sguardo languido che gli aveva lanciato, lo era dalla prima volta che aveva accarezzato la sua bocca con le proprie labbra.
Solo scopare, nulla di più.
Ed erano queste le condizioni che lui stesso aveva fissato, per ribadirle a se stesso.
Nessun attaccamento reale, solo piacere e desiderio.
All’inizio aveva pensato di potercela fare, andiamo era sempre meglio di nulla. Quel corpo perfetto, gli occhi peccaminosi e quelle movenze che, santo cielo, avrebbero fatto arrossire chiunque.
Allora perché ogni volta che lo sfiorava sentiva un brivido che poco aveva a che fare con l’eccitazione?
 
Ricordava il loro primo bacio con precisione chirurgica. Se avesse saputo disegnare lo avrebbe riprodotto perfettamente.
Avevano appena finito le prove per il numero che stavano preparando, presto ci sarebbe stato il festival di Halloween e i Warblers erano stati gentilmente invitati ad esibirsi.
Considerato il periodo, avevano optato per Thriller. Era da quando, l’anno prima, Blaine aveva riferito dello spettacolo dell’intervallo messo su dal Glee club del McKinley che lo volevano fare, e quello sembrava il momento perfetto.
Nessuno aveva preso in considerazione che, esclusi alcuni elementi come Jeff, gli altri erano abituati alla quasi assoluta immobilità. Ok, forse questo no, ma non erano soliti fare coreografie elaborate.
A detta del biondo questa era nient’altro che una cosa buona, se volevano interpretare degli zombie sarebbero stati perfetti, ma secondo il nuovo despota, alias Sebastian Smythe, non era abbastanza.
Probabilmente neppure se fossero morti e tornati in vita per davvero sarebbe stato abbastanza per lui, ma bisognava adeguarsi.
Era una fortuna che le prove più estenuanti si tenessero il sabato, perché nessuno, davvero, avrebbe avuto la forza la mattina dopo di andare a lezione, o anche solo di alzarsi dal letto. In realtà spesso anche la colazione –o pranzo-  non era un motivo sufficiente per muoversi.
Ad ogni modo, stava nel corridoio, fuori dalla sua camera, appoggiato al muro aspettando che tornasse Trent, dato che lui aveva genialmente dimenticato le chiavi. Rifletteva sul fatto che fosse in grado o meno di arrivare fino alla mensa, dove al momento era il compagno di stanza, e tornare su o se per il suo bene era meglio entrare  in camera di Nick e Jeff e chiedere asilo.
Perso nei suoi pensieri non si accorse della presenza di Sebastian finché non fu a pochi centimetri da lui, e sorrideva con quel sorriso, sebbene ai tempi non sapeva a cosa si riferisse.
Gli si avvicinò con la solita eleganza, e lo affiancò, senza dire una parola.
Thad avrebbe voluto fare qualche battuta, dire qualcosa, ma la stanchezza si faceva sentire particolarmente, tanto che se si fosse seduto sul pavimento probabilmente sarebbe crollato.
E poi, diciamocela tutta, non era solo per quello che non parlava. Ma scusate, chi sarebbe riuscito a parlare con la salivazione a zero?
E chi non sarebbe stato psicologicamente frustrato nel sapere che il motivo per cui accadeva ciò non aveva fatto assolutamente nulla.
Sebastian continuò a fissarlo, in silenzio assoluto, mentre nella mente di Thad passavano mille e uno modi per sfuggire a quella dannata situazione. Non bastava riscoprirsi gay, del tutto all’improvviso, ma doveva anche piacergli un tipo del genere?
Uno dolce e carino come Kurt no, eh?
No, evidentemente no.
Sospirò leggermente, e con quel poco di ossigeno che ancora aveva nel cervello decise che era meglio levare le tende. Si sollevò dal muro ma non poté fare un altro passo dal momento che Sebastian, con una forza notevole, lo aveva spinto di nuovo contro il muro ed aveva appoggiato le labbra sulle sue.
Caldo. Brividi. Piacere. Dolore. Lussuria. Delizia.
Lo spinse lontano ,all’improvviso, interrompendo quel contatto. Dannazione, sembrava gli avesse dato una scarica elettrica! Sentiva tutto il corpo molto più snodato, molle, e dovette concentrarsi per ricordare come si camminava e raggiungere la stanza dei suoi due amici.
E in tutto quello Sebastian non aveva detto una parola, continuando a fissarlo con quello sguardo che stava cominciando ad odiare.
Inutile dire che quell’odio mascherava in realtà tutto il desiderio che sentiva.
 
Dopo quel giorno aveva cercato in ogni maniera di evitare un contatto di qualsiasi genere con lui. E fu’ lì che scoprì quanto in realtà era difficile, per lui, evitare Sebastian Smythe. Non perché fosse insistente, o lo seguisse, o altro, ma era impossibile per loro non battibeccare, o lanciarsi battute. E anche perché quelle poche volte che si trovava nella sua linea d’aria non mancava mai un ammiccamento, o uno sguardo di troppo o, e questo fu probabilmente la classica goccia che fece traboccare il vaso, vederlo inumidirsi le labbra con la stessa luce negli occhi di quella sera.
Poi, semplicemente, aveva ceduto, e i risultati erano evidenti.
Oh, il sesso migliore della sua esistenza, probabilmente, ma il punto è che rimaneva solo sesso. Niente di più, appena finito amici come prima.
Oh meglio, cazzoni come prima, pardon il francesismo. Ma il fatto è che loro non erano mai stati amici. Si provocavano, lavoravano assieme, e bene, avevano una buona intesa sessuale, ma amici non era la parola adatta a loro.

*


Sebastian decise di uscire. Senza un motivo preciso, e senza una meta. Prese l’auto e si diresse verso Lima Bean, sperando di non incontrare nessuno dei suoi compagni o in generale nessuno che conoscesse. Solo due persone, per quel che ne sapeva, frequentavano quel posto, ma sperava che quel giorno avessero di meglio da fare. Solitamente provarci con Blaine e far irritare Kurt-faccia-da-checca era divertente, ma quel giorno non si sentiva in vena.
Parcheggiò un po’ malamente ed entrò nel locale, sedendosi al bancone ed ordinando il solito caffè. Si diede un occhiata in giro, mentre sul volto gli si dipingeva sempre di più un espressione schifata. Tutto, tutto il locale era pieno di cose natalizie, dalle renne di peluche ai babbi natale che suonavano mentre passavi. Disgustoso, sebbene non raggiungesse le vette del periodo di San Valentino.
Stava per bere l’ultimo sorso di caffè, realizzando che quel viaggio era risultato del tutto inutile, quando un voce allegra lo sorprese alle spalle.
“Sebastian! Cosa ci fai qui?”
Si voltò e incontrò il sorriso a 360 gradi di Blaine.
“Anderson, come vedi stavo bevendo un placido caffè corretto. Tu invece? Non vedo quella piattola ambulante che ti ostini a definire tuo ragazzo…” rispose il biondo dando un occhiata alle sue spalle.
“Non parlare così di Kurt! Stavo facendo scorta di dolci, abbiamo in mente di passare una fantastica serata in compagnia di glucosio a non finire e bei film d’epoca!” affermò tutto convinto il riccio, mentre gli si illuminavano gli occhi.
“Ma davvero, ogni tanto controllati il polso, troppe emozioni tutte insieme e potresti rimanerci secco.. Davvero è questo il vostro prototipo di serata fantastica? E dimmi un po’, dormite anche in letti separati?” lo prese in giro ghignando. Blaine sorrise, in modo leggermente diverso da prima, più dolce e luminoso. Cosa diavolo..?
“Non ci serve fare cose come andare allo Scandals tutte le sere per essere felici. Stiamo insieme, stiamo bene e ci amiamo, il resto passa decisamente in secondo piano..” commentò con calma, mente la barista gli dava i dolci da lui richiesti. Lo salutò e si diresse fuori, e prima che se ne rendesse conto Sebastian lo stava seguendo.

*


Thad continuò a rimuginare e camminare fino a che non giunse quasi al nel centro cittadino lì vicino. E si trattava di qualcosa come 3 Km fatti del tutto a piedi e con addosso solo la divisa il 18 dicembre. Immerso com’era non si era reso conto di dove andasse, ne del paesaggio che mutava lentamente. Fatto stava che era da solo, alle sette di sera –come il loro fidato orologio alla Dalton gli aveva appena ricordato- nel bel mezzo di un paesino deserto e congelando.
Doveva tornare indietro, anche perché dopo un ora sarebbe scattato il coprifuoco e non c’erano gli altri Warblers a cui chiedere aiuto, ergo doveva tornare e in fretta.
Mentre realizzava questo e si incamminava verso la strada per cui era venuto, avvertì un piccolo tocco freddo sul collo, seguito da un altro, ed un altro ancora.
In poco tutto il cielo venne giù e lui si ritrovò completamente fradicio e con i denti che battevano. Ricominciò a camminare, praticamente a correre per tornare alla Dalton, farsi una doccia calda, mettersi a letto e trovare una maniera per liberarsi di Sebastian. Era tutta dannatamente colpa sua!
Se non l’avesse baciato, destabilizzandolo del tutto, non sarebbe uscito incurante del tempo, e ora non  avrebbe rischiato una polmonite di dimensioni bibliche.

*


Sebastian tornò alla Dalton con la mente immersa in quello che gli aveva detto Blaine. Non sapeva neppure perché diavolo glielo aveva chiesto, forse per curiosità o altro..
“Aspetta Anderson! Sul serio, vorrei farti una domanda!”
“Spara” Blaine si voltò, sorridendo ancora. Ma aveva una paralisi?
“Cosa c’è in Hummel che ti impedisce di impazzire e di scappare con il primo tizio che incontri?” No, non era assolutamente arrossito. Sebastian Smythe non arrossiva, era il freddo, o qualcosa nel caffè..
“Vedi, lui è esattamente ciò che a me manca. Qualsiasi cosa io potrei volere da qualcun altro, con lui ce l’ho. Impazzire, come lo chiami tu, è solo sinonimo di paura. Prima ce l’avevo anche io, ma poi ho incontrato lui e.. santo cielo, sarei stato uno stupido a lasciarlo scappare del tutto. Sono stato uno stupido, in effetti, ma uno stupido fortunato..” poi lo salutò e si diresse dalla sua dolce metà.
Cosa diamine voleva dire quello? Lui non aveva di certo paura, ma il solo pensiero di impegnarsi costantemente con qualcuno gli dava una tale noia..
Svegliarsi nel letto con la stessa persona..
..thad aveva una sveglia assurda..
Doverle tutte le attenzioni..
…il modo in cui Thad si atteggiava mentre ballava meritava un Oscar, solo per la convinzione.
Desiderare che nessun’altro lo toccasse..
..perché Hardwood è mio.

*

Quando intravide i cancelli della Dalton avrebbe quasi voluto urlare di gioia. Salutò con un cenno l’inserviente che lavorava dentro il capanno degli attrezzi e si diresse di filato in camera, salendo le scale quattro a quattro. Raggiunse l’ultima rampa ad occhi bassi, e andò a sbattere contro qualcuno, sentendo nettamente l’equilibrio svanire.
Oh, fantastico. Non solo la pioggia, le febbre imminente e tutto il resto, ora sarebbe anche caduto da tre piani di scale. Ma certo.
 Non avendo ne la prontezza di riflessi, ne la forza mentale di aggrapparsi da qualche parte si stava lasciando cadere, ma due braccia lo presero, portandolo al sicuro.
Se il pavimento avesse smesso di ballare forse sarebbe stato meglio, ma pazienza.
Alzò lo sguardo sul suo salvatore e incrociò gli occhi verdi di Sebastian. Quella giornata evidentemente non era stata abbastanza pesante.
“Thad..dove diavolo sei stato fin’ora?” gli chiese con il solito tono a metà tra il seccato e il vagamente preoccupato.
Thad si allontanò da lui, addossandosi alla parete, e sentì poco a poco la testa smettere di girare. Odiava prendere freddo proprio per questo motivo.
“Ero..in giro..e mi ha sorpreso la pioggia..tu cosa ci fai qui? Il tuo piano è il secondo!” gli fece notare, stranamente accorto di quello stupido particolare.
Sebastian non rispose e Thad non ne poteva più di acqua e freddo, perciò decise di dirigersi verso la sua camera. Bussò più e più volte, prima di realizzare che effettivamente Trent non c’era.
E il suo cellulare era in camera.
Dannazione.
“Vieni! Nixon è in biblioteca a studiare per il test di recupero di matematica..” Sebastian lo prese per un braccio e lo trascinò al secondo piano, in camera sua.
“non hai ancora risposto alla mia domanda. Cosa ci facevi al terzo piano?” gli chiese giusto per levarsi dall’imbarazzo.
“Ti cercavo.” Come non detto.
“E perché?”
Sebastian lo guardò, riflettendo un attimo su cosa volesse dire.
“Dopo, prima fatti una doccia!” aprì la porta della sua camera e gli indicò il bagno, dandogli un paio di indumenti puliti.
Thad lo guardò un attimo, stupefatto, poi un brivido gli ricordò la sua condizione e decise di assecondare la proposta del biondo. Per fortuna che il compagno di stanza di Smythe, tale Jack O’Donnel, era partito per le vacanze.

*

Sebastian osservò l’altro entrare nel bagno, per poi sedersi sul suo letto.
Che poi, realmente cosa avrebbe potuto dire a Thad.
< < Scusa, vorrei riprendere la nostra relazione perché non riesco neppure ad interessarmi a qualche altro tizio? > >
Come minimo lo avrebbe fatto volare giù dalla finestra. O magari no, viste le condizioni in cui era si sarebbe lasciato scopare tranquillamente, poi magari dopo qualche giorno lo avrebbe castrato e buttato giù dalla torre dell’orologio.
Non lo mostrava, ma sapeva essere pericoloso.
Già, era piccolo, pericoloso e immensamente eccitante..
Non si era accorto di aver chiuso gli occhi fino a che non li riaprì, sentendo un rumore proveniente dal bagno. In pochi secondi si aprì e Thad fece la sua apparizione in tutta la sua gloria.
Sebastian Smythe si ritrovò a ringraziare il cielo che non fosse il suo compagno di stanza.
Altrimenti sarebbe risultato impossibile, infattibile, a dirittura impensabile non saltargli addosso ogni volta che usciva dalla doccia. Soprattutto se si presentava con i suoi pantaloni della tuta, i capelli umidi e il petto nudo.
Una goccia era scivolata lungo il viso fino ad arrivare sul petto e terminare giù, fino a disperdersi nel pantalone.
Sebastian la osservò con attenzione, desiderando di essere al suo posto. Non si era neppure accorto di essere in piedi, finché non vide il collo di Thad a pochi centimetri dal suo naso. Era una cosa contro natura rifiutare alle sue labbra di adagiarcisi, così come non poté impedire alle sue braccia di circondare la vita del moro e di fremere d’eccitazione sentendo la pelle accaldata dell’altro.
Il un attimo furono di nuovo un involucro di bocca, braccia e lingua. Thad sentiva quella poca capacità di giudizio che aveva svanire lentamente mentre sentiva il palmo dell’altro farsi strada su suo petto e stuzzicare un capezzolo nel modo in cui sapeva che a lui faceva impazzire.
Sentì qualcosa di duro alle sue spalle e comprese che si erano spinti fino alla scrivania, dove il biondo lo stava adagiando chinandosi su lui.
Poi fu un attimo, un movimento sconsiderato di uno dei due, il portapenne di metallo cadde sul pavimento, facendo un fracasso infernale e spargendo il proprio contenuto sul pavimento.
Fu come se quando la sveglia suona all’improvviso nel bel mezzo di un sonno profondo, o come quando va via la luce all’improvviso.
Thad si alzò, scaraventando lontano Sebastian che tentava di capire cosa fosse successo. Cercò di riavvicinarlo ma il braccio del moro lo teneva lontano. Non era tanto la forza del ragazzo a farlo desistere, tanto quanto il fatto che non avesse mai fatto nulla contro la sua volontà. Mai.
Perciò lo osservò riprendere fiato, finché i suoi occhi scuri non tornarono a fissarsi su di lui.
“Perché sei venuto a cercarmi, prima?” chiese. Sebastian non capiva come potesse pensare a una cosa del genere in quel momento, in quella situazione.
“Hardwood, cosa diamine..”
“no, Sebastian. Dimmelo. Me lo devi. Non puoi baciarmi,e poi questo…avevamo un patto, lo abbiamo sciolto, e ora..” Thad abbassò il braccio, mentre il suo sguardo diveniva man mano meno fermo e sicuro.
“E ora tu, esattamente come me, ti rendi conto di quanto siamo stati idioti..” mormorò Sebastian avvicinandosi a lui lentamente. Ma Thad fraintese quello che il biondo voleva dire, perché si allontanò ulteriormente, mettendo il massimo della distanza tra di loro. Alzò il capo, con sicurezza, e parlò.
“Io..io non sono disposto a ricominciare come prima. Non voglio e non ne ho la forza. Io..” ma prima che potesse continuare sentirono un trambusto assurdo fuori dalla porta ed un attimo dopo si aprì, rivelando la figura esultante di Trent.
“Sebastian! Blaine ha organizzato una riunione dei vecchi warblers, ma anche i nuovi sono ben accetti! Non è meraviglioso?!” poi si accorse della figura di Thad accanto a lui, che fissava ancora Seb, non capacitandosi di ciò che stava accadendo.
“Thad che ci fai qui?” chiese ingenuamente, mentre il biondo gli mandava tutte le maledizioni conosciute,ed alcune inventate sul momento, contro. Il moro mormorò qualcosa, prese la chiave dal compagno di stanza e se la filò prima che Bas potesse dire o fare qualcosa.
Oh, si, avrebbe ucciso Trent un giorno di questi.
E poco importava che era Natale.



*da "Sherlock" la seconda stagione, episodio 1: a scandal in belgravia "smart is the new sexy"
**riferimento a "ritorno al futuro",la mitica trilogia che mandano random sulla mediaset
WOW! Siete arrivati fin qui?? complimenti!
Bene, cosa abbiamo qui? il sogno di chiunque, suppongo, andare a letto con Seb. Ma a Thad non va più bene, non basta.
Ah, se parlasse un po' di più invece di pensare tanto e prendersi quella gelata..
si, lo so, il prompt era il calore del camino, e io l'ho citato giusto all'inizio..
sono pessima...
un ringraziamento speciale alla  mia beta adorata tiene le fila dei miei scleri che che mi sta maledicento peggio di Sebastian, lovlove890 aka Sara.
I love you, honey!!
ho detto tutto, credo! se avete domande, dubbi, chiarimenti, o volete solo parlare, here I am!
a domani,se il pc non mi muore prima!
un bacio a tutti!
Gip

ps---> la mia paginetta:http://www.facebook.com/gipsiusyefp


   
 
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