"Non mi lasciare. Soul." Maka stringeva a se il suo compagno d'avventure in fin di vita; ancora una volta.
Lo sapeva. Se lo sentiva. Questa volta se lo sentiva proprio nelle ossa: nessuno sarebbe corso in loro aiuto.
Soul aprì gli occhi: "Eih. Sono qui. Va tutto bene."
"No, non va affatto bene! Non... n-non va per niente bene"
"Sssh" 
"Soul smettila di voler fare il figo! Tu.. tu sei ferito."
"Già" sorrise il ragazzo, ma il suo sorriso gli morì in bocca, ucciso da una smorfia di dolore.
Si passò una mano sulla ferita. Faceva dannatamente male!
Si girò dall'altra parte e tossì sangue. Una macchia rosso scuro sporcò il pavimento grigio e freddo del vicolo buio.
Fish si avvicinò con la lama del coltello ancora insanguinata. 
Maka cercò di trascinarsi lontano da quell'uomo ma era diffcile: con le ferite che le erano state inflitte non riuscivà a spostare Soul agilmente e di lasciarlo da solo là, con quel pazzo assassino, non se ne parlava nemmeno, nonstante l'arma dai denti aguzzi cercasse di dimenarsi e di allontanarla esortandola a scappare.
"Tu vai! Corri! Per me non ci sono più speranze, ormai.. Ma per te..." ansimò l'arma.
"No! No. Io non ti lascio!" Maka urlava cercando di tirar fuori le forze nascoste nel suo cuore e di auto convincersi che ce l'avrebbero fatta.. Entrambe.
Fish si accucciò davanti a loro e sorrise alla giovane e bella ragazza in lacrime. 
Lei non sapeva se essere più spaventata o più disperata. 
"M-Maka" la chiamò a sè Soul
"Dimmi" lo esortò fissando i suoi occhi rossi; cercando di dimenticare la situazione in cui si trovavano.
"Ci tenevo a dirti..." gemette e tossì ancora il ragazzo "che ciò che provo per te non è solo un semplice sentimento di amicizia.."
"Oh. Soul.."
"E.." ormai le sue condizioni gli impedivano anche di respirare. Alzò una mano e sfiorò il mento della sua maestra d'armi e la avvicinò a se. Le loro labbra erano ormai così vicine. Maka riusciva a sentire il respiro leggero e irregolare di Soul.
Ma il bacio che si aspettavano entrambe non arrivò: la mano di Soul scivolò e andò a sbattere al suolo, imergendosi nel sangue nero. A pochi centimentri dal killer.
"SOOOOOOOOOOOOUL!!!" gridò disperata Maka ricadendo sul corpo del ragazzo. Continuò a chiamarlo piangendo sul suo petto in modo sommosso dicendogli di tornare da lei. Di non lasciarla.
"Oh, baby, ora sei sola" ghignò Albert Fish puntando la lama del coltello al petto della ragazza, sul cuore. "Da dove potrei iniziare!?" chiese come divertito.
Poi risalì con la lama fino al collo e ancor più sù, fino alle labbra. Le sporcò col sangue di Soul, che ancora non si era rappreso: le splamò senza ritegno il suo sangue come fosse un rossetto ma lei, ormai morta dentro, rimaneva lì... impassibile. Aspettando paziente il momento in cui quella lama avesse trafitto anche lei.
Ma poi sentì il killer pronunciare qualcosa che non riuscì a comprendere. Aprì gli occhi e quando lo fece vide il braccio di Soul sotto forma di falce che squarciava il petto a Fish. 
Incredula abbassò lo sguardo.
"Soul!?" sussurrò sorridendo.
"Hey" fece lui. Poi respirò prendendo aria e i suoi polmoni fishiarono come se fosse asmatico. "Sono proprio figo eh!?" tossì infine.
"Stupido! Mi hai fatto preoccupare a morte" disse Maka asciugandosi le lacrime.
"Credo di star migliorando, allora" 
"Direi di si" gli rispode accarezzandogli i capelli chiari e sistemandoselo sulle ginocchia, ma sotto il suo tocco l'arma sobbalzò dal dolore. La giovane si scusò.
Si guardarono a lungo negli occhi, come nelle migliori scene d'amore, ignorando il cadavere di Fish che giaceva affianco a loro.
"Comunque, seriamente, come ti senti?" chiese preoccupata lei.
"Non bene." Soul socchiuse gli occhi per un secondo, come se stesse valutando le condizioni di ogni sua singola cellula. Sorrise amaramente "Sarà meglio chiamare i rinforzi. Ma non chiamare Black Star! Quel pazzo furioso non potrebbe far altro che peggiorare le mie condizioni" sorride lui, ma Maka sapeva quanto Soul odiasse scoprirsi come debole. Per questo quel 'Non bene' la preoccupava davvero. Sapeva che Soul poteva aver finto di morire per poi colpire Fish, ma sapeva anche che anche lui, come lei, anche se solo per un attimo, quando l'aveva implorata di andare dicondole 'Tu vai, per me non ci sono speranze'... ecco, in quel momento, lei sapeva che Soul aveva creduto alle sue stesse parole.

Maka chiuse la chiamata: "Il professor Stein sarà qua a momenti con una squadra medica. Tieni duro, Soul"
Soul sospirò, o almeno ci provò, nonostante il dolore provocato dalla ferita.
"Emh, Maka"
"Che c'è Soul!?" chiese allarmata la ragazza.
"Per quanto riguarda prima... Io" l'arma cercò le parole giuste mentre gli occhi verdi della sua maestra scrutavano la sua espressione. "Io prima ero serio."
Maka si tirò sù. Sapeva anche lei che prima o poi quel momento sarebbe arrivato: il momento in cui la loro amicizia non sarebbe stata più tale. E lei.. ora... era pronta ad affrontarlo: "Anch'io Soul. Anch'io ti amo."

I due ragazzi di baciarono e si strinsero l'uno all'altro combattendo il gelo della notte e il dolore delle ferite, aspettando i rinforzi.