Just my luck
Prologo
Blaine Anderson era sfortunato.
Chiunque lo conoscesse o lo avesse frequentato abbastanza a lungo da poter vedere con i suoi occhi quello che gli accadeva intorno, avrebbe potuto confermare che la sfortuna, quella con la S maiuscola, si era accanita su di lui. Non c'era giorno che un gatto nero lo facesse inciampare e rischiare l'osso del collo, o che una lampadina si fulminasse proprio mentre lui la stava cambiando, o che uno specchio si crepasse e finisse in mille pezzi per un minimo spostamento d'aria. Nonostante questo e svariate ossa rotte nel corso degli anni, Blaine Anderson non era mai stato un tipo superstizioso o incline a credere in cose del genere. Aveva sempre preso tutto ciò che gli capitava con filosofia, convinto che prima o poi la ruota avrebbe girato nel verso giusto. Non che ci sperasse sul serio, ma la speranza è l'ultima a morire.
(S) Fortuna volle che presto la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla persona più fortunata dell'intera New York: Kurt Hummel.