Nessuno può fermarmi.
Io non sono quel tipo di uomo che si arrende e non lo sarò mai.
Io lo so.
Tutti lo sanno.
Eppure sento il bisogno di andarmene.
Ho deluso tutti.
Ora sono costretto ad arrendermi.
Da piccolo non avrei mai creduto che sarei diventato un eroe.
Ora so che c'era qualcuno che credeva in me, qualcuno che vedeva la mia stessa stella.
Quella che ho sempre voluto raggiungere.
Nonostante altri non volevano che qualcosa fiorisse in me ... Ma queste persone si sbagliavano.
O forse no visto che ora me ne vado senza lasciar traccia.
Non voglio nemmeno che lei si accorga che non ci sono più.
Ho deluso tutti, ho deluso lei.
Non sono stato coscienzioso e ora devo lasciar perdere tutto.
Devo andarmene.
Abbasso lo sguardo, quando sono triste o pensieroso vado sempre sul tetto.
Qualcuno cammina verso di me, riconosco i passi metallici.
- Non incolparti ... Ora Stella sta bene - mormora Cyborg
- Ha rischiato di morire! Tutto perché io non le sono corso dietro! Perché ero arrabbiato! Lei ha cercato Sladow da sola Cyborg! - urlo infuriato.
Come può dire che sta bene?
Se ne sta immobile nel letto dell'infermeria e LUI ha il coraggio di dirmi che sta BENE?
Le ginocchia mi cedono e mi inginocchio di fronte a lui.
- Non avrei dovuto lasciarla andare da sola. - bisbiglio.
Cyborg si volta e subito scorgo le figure di BB e Corvina.
- Robin ... Smettila di darti la colpa ... - mormora Corvina.
- Ha ragione ... Rilassati insomma ... - BB cerca di trovare un modo per tirarmi su, spero non tiri fuori una delle sue "geniali " battute ... Non ora!
- Come sta? - chiedo timoroso
- Va' a vedere ... - risponde Corvina.
Da quando Sladow le ha fatto del male non sono mai stato in infermeria a trovarla.
Non è molto giusto visto che è tutta colpa mia.
Che razza di uomo sono?
Che razza di uomo credo di essere?
Mi sento uno scemo ... Un vero cretino.
Decido di andarla a trovare.
A tentoni mi dirigo verso la piccola stanzetta buia.
Non c'è luce, e dire che lei ama così tanto la luce.
Vedo due folgoranti occhi verdi brillare nell'oscurità - Sei sveglia? - chiedo titubante
- Sì ... - la sua voce , di solito squillante ed angelica, è bassa ed esausta
- Come stai ? - domando stringendo i pugni.
Ora ho capito perché Cyborg ha spento le luci.
Non vuole che la veda così.
Immagino come deve stare poverina.
Tutto per colpa mia!
- Sto ... Bene ... - mormora  - Tu ... Sei ancora ... Arrabbiato con me ? - chiede.
Parla come se questo richiedesse uno sforzo disumano.
Muoio dalla voglia di guardarla in volto però ... Ho anche paura.
Ho paura di vedere cosa le ha fatto quel disgraziato.
- No non sono arrabiato... Come potrei ... Per farti perdonare ti sei quasi fatta ammazzare - rispondo .
- Bene ... Io ... Volevo solo ... Sapere ... Se eri ancora ...Arrabbiato - continua con respiro affannoso.
- Accendo la luce - dico in modo cauto
- NO! - esclama lei, subito dopo tossisce.
- Non sforzarti - bisbiglio mentre metto mano all'interruttore.
All'improvviso tutto si illumina e me la ritrovo davanti.
Aveva un taglio sul labbro e in fronte.
Un'occhio nero le circondava il viso.
Per non parlare del corpo pieno di lividi.
- Stella ... - provo a parlare ma il respiro mi si blocca in gola
- Non ... Non è colpa tua - dice abbozzando un sorriso.
Mi siedo accanto a lei e con molta attenzione la abbraccio.
Stella si lascia sfuggire un piccolo gemito ma io non mollo la presa.
- Non devi andartene solo perché .... Pensi che sia ... Colpa tua - bisbiglia l'aliena
- Ma ... - cerco di protestare ma lei mi zittisce
- No ... Non è colpa tua ... Non ... Non hai fatto nulla -
- Appunto! Avrei dovuto fare qualcosa! - urlo inferocito.
Stella sussulta spaventata e subito mi scuso tornando a sedermi .
- Non potevi ... Sapere che sarei andata a cercarlo - mormora
- Lo so ma ... - cerco di nuovo di ribattere ma lei mi blocca ancora una volta
- Taci - dice semplicemente.
Scelgo di starmene zitto.
Non me ne andrò.
Ho capito che c'è ancora qualcuno che crede in me.
E finché lei crede in me io non ho paura, e non ne avrò.
Capisco che il mondo che vedo io è lo stesso che vede lei, e ciò nonostante, continua a credere in me.
Continua ad essere certa che sarò sempre lì per prenderla.
Ci sarò.
Da oggi in poi farò di tutto per aiutarla, per salvarla.
Perché io non mi do pace, non me ne darò finché non ne avrò motivo.
Io la amo e già vederla così mi uccide .
- A che pensi ? - mi chiede con voce flebile
- A te - rispondo onestamente.
Lei sorride, più o meno , quella ferita sul labbro non le permette ampi movimenti.
Accosta delicatamente la sua testa alla mia spalla e avverto delle lacrime scenderle lungo il viso.
- Promettimi che non te ne andrai mai - mormora, sembra che faccia uno sforzo incredibile per dire tutto insieme.
- Te lo prometto ... E tu promettimi che cercherai di non farti ammazzare - bisbiglio cercando di calmarla un pochino.
- Te lo prometto - dice con voce assonnata.
Quando la vedo chiudere gli occhi e la sento russare, o per lo meno quello che sembra un russare, decido di andarmene.
Mi alzo e vado verso la mia stanza, ma c'è qualcosa che mi blocca.
Mentre mi alzo avverto una pressione che mi riporta sul lettino.
Guardo in basso e vedo la sua mano sottile avvinghiata alla mia t-shirt.
Capisco che mi toccherà dormire qui stanotte.
Mi stendo accanto a lei e chiudo gli occhi .
- Non vado da nessuna parte - bisbiglio - Te lo giuro -
- Lo so - sorride lei.
Come vorrei che questo momento non finisse mai .
Come un sogno diventato realtà, la stringo e dormo con lei.
Non potrei volere di meglio, e dunque perché dovrei andarmene.