Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |       
Autore: T i f f a n y    18/12/2012    2 recensioni
Angel!Quinn e Rachel, ambientata a New York durante la settimana prima di Natale.
Dal primo capitolo: "Ai piedi di Rachel c’era un angelo. I capelli biondi lunghi le coprivano il viso, la sua pelle era chiarissima, le labbra rosse e socchiuse, a causa dello svenimento, le guance rosa. Dalla sua schiena si aprivano due ali bianche, maestose e candide. Le sembrava di avere di fronte una scultura dell’800, le sembrava surreale, troppo perfetta per essere una creatura vivente."
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Quinn/Rachel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
New York, 18 dicembre 2012
 
New York durante le vacanze natalizie oltre ad essere invasa da turisti e innamorati e da famigliole felici, riesce ad essere magica, quasi surreale. Le luci infatti se combinate alla neve rendono l’atmosfera talmente romantica che persino la più impossibile storia d’amore potrebbe realizzarsi.

Ma tornando a noi: era la vigilia di natale del 2012 e, come al solito, centinaia di migliaia di persone tra turisti e residenti, entrava frettolosamente nei negozi, cercando regali per i cari o i fidanzati, mentre centinaia di taxi invadevano le strade per consentire lo spostamento più comodo per i passeggeri.
Ebbene, tra queste centinaia di macchine e centinaia di migliaia di persone, c’era Rachel Berry, una promettente e impeccabile studentessa della NYADA, (specializzata in ballo, spettacolo e recitazione) che, come ogni sera, stava tornando a casa dal bar in cui lavorava, nel centro della grande mela.
Come al solito girò le chiavi nella serratura, tirando un sospiro di sollievo per ringraziare Dio di essere finalmente nel suo accogliente appartamento, dove usualmente la aspettava Kurt, il suo migliore amico, che però in quei giorni era assente, avendo deciso di passare un mese in un paese esotico con il suo ragazzo Blaine, un famoso giocatore di baseball.
La sala principale era vuota, con al centro un semplice tavolo e delle sedie e le scritte sui muri che Rachel e Kurt avevano fatto per rendere la stanza più “carina”; alcune mensole piene di vinili e libri sui muri, un giradischi e due armadi per i vestiti erano tutto l’arredamento che Rachel era riuscita a comprare con i suoi risparmi del liceo, insieme ad un materasso a tre piazze in camera sua, una piccola televisione e l’essenziale per la cucina. Era un appartamento arredato con il minimo indispensabile e molte persone l’avrebbero considerato da poveracci, quasi da senzatetto, ma a Rachel e Kurt non importava, lì riuscivano a sentirsi a casa.

Entrata nella sua umile dimora Rachel richiuse la porta a chiave, lasciò cadere la borsa a terra, si tolse il cappotto e si diresse verso il bagno. Non era mai riuscita a capire come potesse un appartamento così incredibilmente vuoto e economico ad avere una vasca da bagno così enorme e costosa, ma non le importava, ora l’unica sua preoccupazione era quella di ascoltare il dolce suono dell’acqua che scendeva, per poi immergervisi dentro, restando in uno stato di estasi per l’acqua calda, che le stava togliendo dal corpo il freddo, il lavoro e tutte le preoccupazioni che l’avevano perseguitata durante la giornata.  Affondò il viso nella vasca, lasciandosi avvolgere dall’acqua dal profumo di rose. Quel bagnoschiuma che le aveva regalato Kurt era formidabile, aveva quasi poteri magici. Rimase in quello stato di relax totale per alcuni minuti, per poi risciacquarsi e iniziare i riti di pulizia e rinfrescamento della pelle serali.

“If you wanna view paradise.. simply look around and view it.. lalala nanan..” mentre si passava un cubetto di ghiaccio sul viso per togliere lo stess del lavoro, in cucina sentì i vetri della finestra rompersi, seguiti da un botto secco, come se qualcosa fosse caduto sul pavimento.
Smise subito di cantare, il sangue le si gelò nelle vene, il respiro si fece più corto, credeva di aver perso anche il battito del cuore. Appoggiò cautamente il cubetto di ghiaccio sul piano del lavandino, stando attenta a non fare rumore e, in punta di piedi si diresse verso camera sua. Prese la mazza da baseball di Blaine e, tenendola ben stretta tra le mani, senza far rumore, arrivò dietro la porta della cucina.
Se uso l’effetto sorpresa forse riesco ad ucciderlo spaventandolo e lui non uccide me. Spero solo non sia un qualche gufo. Quegli stronzi portano sfiga.

Rachel contò fino a tre. Tre.. due.. uno.. “CHI CAZZO SEI, CODARDO?”
Ma quello che trovò davanti a sé non era esattamente ciò che si aspettava.
Oh merda. Mi hanno drogata. Sì, devono avermi drogata, quante volte ho detto a quella cretina di Santana di non mettere cose strane nei miei drink? Dio tutto questo è assurdo. È peggio di essere sotto trip, 'sta cosa sembra vera.
Ai piedi di Rachel non c’era nessun ladro o assassino e nessun gufo. Ai piedi di Rachel c’era un angelo. I capelli biondi lunghi le coprivano il viso, la sua pelle era chiarissima, le labbra rosse e socchiuse, a causa dello svenimento, le guance rosa. Dalla sua schiena si aprivano due ali bianche, maestose e candide. Le sembrava di avere di fronte una scultura dell’800, le sembrava surreale, troppo perfetta per essere una creatura vivente. Rachel si accorse di non avere fatto ancora niente per aiutarla e, soprattutto, si rese conto che avrebbe dovuto farlo da sola, non avrebbe di certo potuto chiamare il 911 dicendo: “OH Sì HO UN ANGELO SVENUTO IN CASA MIA.”

Iniziò con i metodi tradizionali, le scostò i capelli dal viso, le diede piccole pacche per vedere se si svegliava, cercò persino di chiamarla per svegliarla ma niente sembrava funzionare. Provò a sentire il polso, per controllare se il suo cuore batteva ancora. Era viva, così Rachel utilizzò il metodo della buon vecchia acqua gelata, ma preferì non lanciarla con il secchio, aveva paura di far spaventare l’angelo. E così prese un po’ di neve dal terrazzo e, tenendone un po’ in mano, la passò sulla fronte della ragazza, bagnandola leggermente, per poi fare la stessa cosa sulle sue spalle (che scoprì spostandole le spalline del vestito) e sul collo. Ripeté l’operazione per quattro volte, finchè quella creatura magnifica si svegliò con due colpi di tosse.

“D-dove sono? Chi sei tu? E cos’è questo posto?”
“Beh, ecco sei in casa mia, il mio nome è Rachel Berry, mi hai spaventata a morte! Pensavo fossi un assassino o un ladro di talento! Comunque devi essere caduta qui, rompendomi una finestra. Piuttosto dovrei rivolgerti la stessa domanda.. Chi sei TU?”
“Io sono Quinn, non mi ricordo nulla, mi dispiace, solo una bufera e poi è diventato tutto così confuso.. non vedevo nulla, riuscivo solo a sentire il vento che mi portava ovunque e.. AHI!” Quinn inarcò leggermente la schiena, portandosi una mano dietro le spalle. Rachel l’aiutò a girarsi stando attenta a non farle del male, per poi accorgersi che la sua schiena era trafitta da diversi pezzi di vetro, tutti molto piccoli, eccetto due, uno in mezzo alle scapole e l’altro nell’ala destra, che erano invece di notevoli dimensioni.
“Beh non vorrei spaventarti ma.. le condizioni in cui è messa la tua schiena non promettono niente di buono. Hai dei pezzi di vetro conficcati ovunque e due grossissimi sull’ala e tra le scapole. Dovrei chiamare il 911..”
“No ti prego non lo fare, nessuno può sapere della mia presenza o della mia esistenza. Per favore, trova un altro modo, non voglio essere punita e resa invisibile per sempre..” La sua voce faceva sembrare quella richiesta una preghiera e allora Rachel, intenerita dal tono in cui glielo aveva chiesto, decise di darsi da fare da sola per risolvere quel casino, ma decise comunque di chiamare la sua amica per chiederle dei consigli.

“Pronto Santana?”
“Ah oddio Rachel te lo avevo detto che stasera ero con Brit, deve essere un’emergenza perché se no ti uccido, con il tuo tempismo di merda mi hai chiamato proprio sul più bello.”  Disse Santana, con aria arrabbiata, mentre Brittany la guardava divertita. Adorava quando si arrabbiava.
“Mi dispiace.. è che mi è entrato un grosso pezzo di vetro nella mano e non so che fare, come disinfettare la ferita dopo averlo tolto e tutte quelle cose. Tu hai fatto tirocinio al pronto soccorso e così ho deciso di chiamarti.”
“Mh dios. Va beh, ormai mi hai chiamato ok. Allora: toglilo con una pinzetta, stando attenta a non allargare la ferita e poi tampona il sangue con una garza. Quando il sangue si è fermato disinfetta bene il tutto e poi mettici un cerotto per evitare di far entrare dei batteri nel taglio. Mi dispiace davvero riattaccarti il telefono in faccia, adesso, e mi piacerebbe stare a parlare con te dei tuoi tagli e delle tue ferite, facendoti da infermierina, ma ecco, ora ho una paziente che ha infinito bisogno delle mie cure e ne ha bisogno ORA.” Santana guardò Brittany mordendosi il labbro inferiore. “E quindi buonanotte, Rachel. Stammi bene”

E così mentre Santana tornava alla sua serata con Brittany, Rachel tornò alle cure per quella straniera insolita e ferita. Compì tutti i gesti minuziosamente, quasi con la professionalità che avrebbe potuto avere una persona esperta del mestiere e, una volta terminato il lavoro, aiutò la ragazza ad alzarsi.
“Vieni, se vuoi riposarti puoi dormire con me stanotte, il mio letto è molto spazioso e dovremmo starci anche in due. Ti farei dormire in camera di Kurt ma so che nel suo letto piccolo non ci staresti con quelle.. con quelle ali, ecco. E poi non voglio spaventarti con tutti quei poster degli show di Broadway e di Liza Minnelli.” Quinn si mise a ridere senza sforzarsi troppo e accettò la proposta di riposarsi con Rachel, per quella notte.

“Grazie, è molto gentile da parte tua. Sei una ragazza generosa, la maggior parte delle persone credo che avrebbe chiamato la polizia o, ancora peggio, qualche scienziato pazzo che mi avrebbe rinchiuso in un sotterraneo per studiarmi.”
“Non c’è di che.” Le rispose lei con un sorriso.
“Comunque solitamente noi angeli non dormiamo, solo quando siamo feriti dormiamo per alcune ore per recuperare le forze ma è una cosa insolita. Quindi ti disturberò solo per questa notte.”
“Aspetta, in che senso non dormite?! Ma come fate poi a vivere senza problemi?”
“Noi abbiamo come una specie di fonte energetica nel nostro corpo, vicino al cuore, che ci permette di avere sempre le forze necessarie per rimanere svegli ininterrottamente. Sai, alcuni di noi devono vegliare sulle persone e non possono permettersi di distrarsi o di farsi il pisolino pomeridiano e la siesta. Però ecco, quando qualche ferita o botta compromette il nostro corpo, dobbiamo riposarci alcune ore per “ricaricare” quella fonte.” Diceva quelle cose perché in un certo senso sapeva che Rachel l’avrebbe capita e non l’avrebbe presa per pazza.
“Oh è ehm interessante. Comunque non è un disturbo farti dormire nel mio letto, è un piacere per me aiutare chi ha bisogno.”
“Ripeto, non so come ringraziarti, davvero.”
“Uhm riuscirai a sdebitarti, dai. Ma per ora ti chiedo solo un favore.”
“Dimmi, Rachel.”
“Veglia su di me.”
“Sarà fatto.”
“Buonanotte, Quinn.”
“Buonanotte.”




---------------------------------------------------------------------

Spazio autrice: Ciao a tutti! Spero che vi piaccia! :) ovviamente questo è solo il primo capitolo, aggiornerò giornalmente fino al 27 dicembre e ho deciso appunto di scriverla seguendo i giorni per darle una contemporaneità con la settimana in cui la pubblico. Vi chiedo ci recensire, giusto per sapere che ne pensate, dato che è la mia prima long.. e niente, Grazie mille!
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: T i f f a n y