Mangiavo frutta,
seduto sull’orlo dell’oceano,
alberi di mele dolci come le cosce di una ragazza,
bionda come il Sole
Mangiavo mele
Sull’orlo del mondo
E sorridevo all’alba violastra
Le stelle si spegnevano
Come minuscoli occhi di folletti nella notte
Sentivo il vago suono delle cornamuse
Da qualche parte, nella nebbia che precede il mattino
Le navi a vele spiegate dal porto salutavano la costa
E si confondevano con l’orizzonte silente
Qualche malinconico stava scrivendo poesie a babordo
I piedi a penzoloni nel vuoto, solo scogli e acqua salmastra sotto di me
Mi gettai
Credi davvero che il
mare ti possa abbandonare?
Credi davvero che gli
scogli possano accogliere, così immacolati, così veri, la tua carcassa
putrescente spolpata dai pesci?
E tu… non senti la sua mancanza? Qualche
malinconico scriveva poesie, su qualche roccia dimenticata nell’oceano
Mi muovo lento, sulla superficie dell’acqua…
Ricordando a malapena il suono di qualche villaggio in festa, con i bambini che corrono per le strade…
Sono lontano dai canini di sangue,
e dal fumo denso che ottenebra la valle
Mi muovo lento, sulla superficie dell’acqua
E il profumo del bosco mi riporta a casa