Note
dell’autrice:
Un’idea
veloce per una Klaroline, sperando che duri per un po’.
Questo è solo un
prologo, ma se tutto va bene il primo capitolo sarà postato
a breve. Questa è
davvero un’AU, ambientata prima delle stagioni televisive
(almeno, questo
capitolo lo è), ma più avanti viaggeremo fino a
Mystic Falls.
Ad
ogni modo, spero l’apprezzerete.
Disclaimer:
non posseggo The Vampire Diaries, solo le mie idee su come potrebbe
andare.
In
fondo le note della traduttrice.
Prologo
Ricordo
il giorno in cui incontrai per la prima volta Klaus. Era il 1550, ed
ero
solamente una ragazzina di Londra, grande a malapena per essere
considerata una
donna. Ma non ero una ragazza qualsiasi, poiché ero una dei
pochi al corrente
dell’esistenza dei vampiri.
La
mia famiglia era da sempre al servizio dei vampiri o, più
precisamente, degli
Originali. Eravamo i loro lacchè, in assenza di una parola
migliore; ci
prendevamo cura dei loro affari mondani. Conti in banca, terreni, qualsiasi cosa.
Servire
gli Originali non era così male, era solito dire
papà. Ci davano denaro più che
a sufficienza, e a patto di tenere un occhio chiuso, nessuno si sarebbe
fatto
male. Non attirare mai troppa attenzione
su di te, diceva papà a mio fratello Robb e me, catturate l’occhio di uno di loro e
sarete sicuri di non vivere a
lungo. Papà ci spiegava che lavorare per loro non
voleva dire che fossimo
in alcun modo loro pari, dovevamo sempre distogliere il nostro sguardo
e
rivolgerci a loro chiamandoli Lord o Lady.
E
la prima lezione di papà, fra le molte che
impartì, fu questa: mai, mai
rifiutarli.
Dopotutto,
un rifiuto significava una morte quasi certa.
Dovevamo
iniziare a lavorare per loro il giorno in cui compivamo 16 anni; Robb
cominciò
a lavorare quattro anni prima di me. Sebbene noi servissimo
tecnicamente
l’intera famiglia di Originali, papà ci
spiegò che ognuno di noi avrebbe
lavorato prevalentemente per uno solo dei vampiri.
Arrivai
a pensare che sembrava quasi come se fossimo venduti per essere i loro
giocattoli.
Ma
così funzionava il ciclo: per ogni bambino che portava il
nome “Forbes”, erano
richiesti almeno dieci anni di
servizio, tuttavia, per la maggior parte, il servizio era per la vita.
E
se rifiutavi, beh, ho già menzionato cosa succedeva a coloro
che avessero
disobbedito.
Ovviamente,
in ogni generazione, un bambino era completamente esente dal servizio,
per
mantenere la discendenza. Essenzialmente, per assicurare altri
lacchè al
servizio degli Originali.
Questa
sarebbe mia sorella minore, Laura. Era troppo minuta, troppo fragile
per un
lavoro così duro, diceva papà. Persino mamma la
pensava così, sebbene sapessi
che lei era stata scelta per via dei suoi eleganti boccoli scuri, la
sua
piccola statura e la faccia innocente; avrebbe attratto molti
pretendenti. Io,
invece, ero alta e i miei capelli potevano anche essere biondi, ma
sembravano
sempre maltenuti.
Mio
padre poteva predicare tutto ciò che voleva riguardo la
nostra situazione,
facendola sembrare positiva, ma, in realtà, eravamo solo
servi glorificati.
Ahimè,
come ho detto, nessuno rifiuta gli Originali.
Nemmeno
Caroline Forbes.
Benvenuti
a tutti!
Spero
che questo prologo vi inviti a
proseguire successivamente nella lettura. Come già scritto
nelle note d’autore
dell’account, si tratta di una traduzione, quindi la storia
di per sé è già
tutta scritta. In questo momento ho finito di tradurre i primi due
capitoli, ma
ero curiosa avere il riscontro dei lettori. Tradurre non è
un compito
esattamente veloce, perciò spero apprezzerete lo sforzo.
Nell’account
è possibile trovare il
link per l’account dell’autrice, qui vi allego il
link per la fan fiction in
inglese: