Film > Thor
Ricorda la storia  |      
Autore: Dentist of Detroit    18/12/2012    2 recensioni
Il dio del tuono se ne stava immobile da quelle che parevano interminabili ore. Faceva freddo a dal cielo scuro e stellato cadeva una neve fina e fitta, che imbiancava i suoi lunghi capelli dorati come tante piccole stelle luminose. Sentiva l'eco dei festeggiamenti, solo un debole brusio che, dal palazzo reale di Asgard, dimora dorata degli dei, raggiungeva le sue orecchie. Ma non gli importava nulla. Quello era il primo di una lunga serie di festeggiamenti che, per lui, avevano perso ogni senso. Da quando lui se ne era andato, nulla ne aveva più. Tantomeno il Natale. Troppi pensieri, troppi ricordi legati a quella festa lo tormentavano. La cosa migliore da fare, era rimanere lontano da tutti, isolarsi e rimanere solo con il proprio dolore.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Sif, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Think Of Me
 
Though we're far away, the stars above are the same
And when you feel alone, there's one who shares your pain
[...]
Think of me, wherever you are
When it seems like you're reaching the end
Call on me, know in your heart
One you can always depend
I am thy friend
Blood Brothers - Manowar
 
Il dio del tuono se ne stava immobile da quelle che parevano interminabili ore. Faceva freddo a dal cielo scuro e stellato cadeva una neve fina e fitta, che imbiancava i suoi lunghi capelli dorati come tante piccole stelle luminose. Sentiva l'eco dei festeggiamenti, solo un debole brusio che, dal palazzo reale di Asgard, dimora dorata degli dei, raggiungeva le sue orecchie. Ma non gli importava nulla. Quello era il primo di una lunga serie di festeggiamenti che, per lui, avevano perso ogni senso. Da quando lui se ne era andato, nulla ne aveva più. Tantomeno il Natale. Troppi pensieri, troppi ricordi legati a quella festa lo tormentavano. La cosa migliore da fare, era rimanere lontano da tutti, isolarsi e rimanere solo con il proprio dolore.
Così se ne stava da tempo seduto sul Bifrost, su quel maledetto ponte che gli aveva portato via così tante cose. La possibilità di rivedere quella ragazza di Midgard per cui provava un grande affetto, certo, non un amore, ma il cuore del dio del tuono, dopotutto, era appartenuto da sempre a qualcun altro. Ed era lui, la cosa a cui teneva più di tutte le altre, che quel ponte dai colori cangianti gli aveva strappato via, con la stessa violenza con cui si estirpa dal terreno una candida rosa.
Thor poggiò una mano sul bordo frastagliato del ponte, incurante delle schegge che graffiavano la pelle delle sue dita. Da quella frattura su quel ponte era partito tutto. Dopo che avevano combattuto, che si erano gridati l'uno contro l'altro, credeva di poterlo riportare a casa, credeva che le cose si sarebbero sistemate. Invece lo aveva guardato negli occhi, lo aveva visto mentre si lasciava cadere in un profondo abisso di stelle e supernove, mentre in un secondo cancellava non solo la sua vita, ma anche quella di Thor.
Decisamente non aveva voglia di festeggiare il Natale. Alzò gli occhi verso le stelle, fissò quei puntini luminosi finché gli occhi iniziarono a bruciargli e lacrimare, fermandosi a pensare al suo fratello perduto "Mio dolce angelo, chissà se, ovunque sei, riesci a sentire quanto la mia mente sia impegnata a pensarti, se puoi sentire che dal mio cuore non sei mai scomparso ".
Chinò di nuovo il volto, per tornare a fissare l'abisso scuro sotto di lui. Tutto questo era incredibilmente terribile, non sapeva come riuscire ad andare avanti. Mentre era perso nei suoi pensieri, incapace di riemergerne senza che il suo volte si rigasse di calde lacrime, sentì dei passi dietro di lui. Si asciugò gli occhi meglio che poteva con un angolo del suo mantello scarlatto. Odiava mostrarsi debole, odiava che gli altri vedessero il suo dolore, anche se a volte era talmente evidente che non notarlo sarebbe stato impossibile. Un'esile mano si posò sulla sua spalla, facendolo quasi sussultare.
Una ragazza si sedette accanto a lui, facendo oscillare la lunga coda di cavallo scura, e sorridendogli amichevole. Lady Sif sapeva esattamente quanto Thor stesse soffrendo, quanto fosse in lutto per la perdita di suo fratello. E non poteva certo dargli torto. Ma non poteva neanche ignorare il fatto che Loki non fosse proprio un amabile fratellino. Solo poche settimane prima aveva mandato il Distruttore per ucciderlo. Eppure, nonostante tutto quello che aveva fatto, Thor non riusciva ad odiarlo. La Valchiria si chiese perché. Non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di tanto importante nel loro rapporto per far stare il dio del tuono in quello stato.
"Ti stai perdendo tutto il banchetto, Thor" disse evitando di guardarlo negli occhi per non farlo sentire a disagio, ma limitandosi a fissare l'orizzonte davanti a loro
"Non ho fame" fu la secca risposta del dio biondo accanto a lei. La ragazza sospirò
"Non puoi continuare così. Siamo preoccupati per te, devi superare la perdita di Loki" continuò
"È facile a dirsi per voi. Tu non hai perso nessuno, Sif. Io e Loki... non puoi capire" rispose Thor, quasi irritato. Cosa ne voleva sapere lei di cosa volesse dire aver perso il proprio fratello, una persona che conosceva e su cui faceva affidamento da tempo immemore,  sin da quando era bambino? Lei non poteva saperlo.
"Ma ti ha tradito! Voleva ucciderti e tu continui a darti una simile pena per lui?" scattò Sif alzandosi in piedi indignata
"Non era nulla di più che un traditore!" gridò la Valchiria fissando i suoi occhi chiari in quelli del dio del tuono, fiammeggianti di rabbia e dolore
"Non hai idea del perché lui si sia comportato così. Non voglio biasimarlo, aveva più di una scelta ed ha fatto quella sbagliata, ma è una cosa che può accadere quando qualcuno si sente ferito, come lui. Potevo salvarlo, potevo farlo tornare in sé, ma non ce l'ho fatta e lui si è ucciso. Dimmi, Sif, come dovrei sentirmi di fronte a tutto questo?" urlò il dio del tuono.
La ragazza non batté ciglio. Non aveva senso parlare adesso con Thor, non era in sé. Avrebbe atteso che rinsavisse. Peccato, però. Era Natale, di solito durante le feste ognuno dovrebbe sentirsi felice, pensò. Era un pensiero infantile, lo stesso che avrebbe potuto passare per la mente di una ragazzina, eppure secondo la guerriera, anche Thor aveva diritto alla felicità, una volta tanto. Anche quando non era presente, pensò infine, il dio degli inganni riusciva comunque a creare scompiglio. Chissà quanto sarebbe stato felice del dolore che stava consumando il fratello, se lo avesse potuto vedere adesso.
Il dio del tuono si chinò a prendere Mjolnir poi, senza degnare di uno sguardo un'avvilita Sif, si diresse verso il palazzo dorato di Odino.
Passò davanti alla sala dei banchetti e vide i suoi genitori ridere e brindare con gli altri, un'aria festosa permeava ogni figura che riusciva a intravedere durante il suo cammino. Sembrava che la tragedia che si era consumata solo alcune settimane prima avesse toccato solo lui. Certo, non era un mistero che Loki non andasse a genio a tutti, ma sperava in qualcosa di diverso, specialmente da parte di Odino e Frigga. Con amarezza, si ricredette. Si ritirò velocemente verso la sua stanza. Si sentiva talmente estraneo a quei festeggiamenti, che desiderava andarsene il prima possibile.
Entrò nella sua camera e la trovò immersa nel buio. Solo una piccola lama di luce filtrava dalla grande porta dorata che aveva lasciato socchiusa. Poggiò Mjolnir su un basso tavolo accanto all'armadio, coprendolo con un panno color crema, poi si diresse verso il suo letto. Si tolse il mantello e l'armatura con un sospiro, lasciandoli cadere terra. Si fermò un attimo a guardare il suo profilo nudo allo specchio, osservò i muscoli tesi, i fianchi ben delineati, le spalle larghe e forti. Poi, qualcosa attirò il suo sguardo. Sul copriletto candido, vi era una macchi più scura, di un verde brillante. Sapeva esattamente di cosa si trattava. Era tutto ciò che gli era rimasto di Loki, oltre alla memoria, era quel piccolo pezzo di stoffa verde smeraldo, un lembo del suo lungo mantello, l'unica cosa che era riuscito a stringere in mano e che si era spezzata durante la caduta del fratellastro. Lo teneva sotto il cuscino e la notte, quando i sogni lo tormentavano e il dolore diventava troppo grande, lo stringeva tra le mani. Era una cosa stupida, ma lo faceva sentire incredibilmente meglio. Sorrise impercettibilmente e ripose il pezzo di stoffa al suo posto. Si fermò un ultimo istante a rimirare la sua figura, poi si stese nel letto, lasciandosi avvolgere dal tepore delle coperte.
Stava per chiudere gli occhi e tentare di addormentarsi, quando qualcosa glielo impedì. Nel buio vide uno scintillio. Sembravano due occhi. Convinto che si trattasse di Sif, si alzò a sedere sul letto
"Vattene, Sif. Non ho più nulla da dirti" esclamò sprezzante, sperando che il suo tono di voce convincesse la Valchiria ad andarsene al più presto. Quello che gli arrivò in risposta, però, lo lasciò senza fiato
"Non sono Sif" rispose una voce. Una voce che Thor conosceva fin troppo bene. Una voce che avrebbe potuto riconoscere su un milione e che non avrebbe mai dimenticato
"Loki..." un sussurro uscì dalle labbra del dio del tuono, letteralmente pietrificato dalla sorpresa. Si chinò verso il comodino e accese una candela. E lui era proprio lì. Loki, davanti ai suoi occhi, lo stava guardando con un misto di divertimento e di imbarazzo. Era incredibile
"Come?" domandò Thor. Il dio degli inganni si chinò fino a sfiorare con i suoi morbidi capelli corvini il volto del fratello, per poi poggiare delicatamente un dito sulle sue labbra
"Non importa il come" mormorò
"Importa solo che sono qui e che non vorrei essere da nessun'altra parte" continuò.
Tante erano state le notti in cui si erano sussurrati promesse, in cui si erano amati sotto la bianca falce della luna, unica testimone silenziosa delle loro unioni, eppure trovarsi ora tanto vicini, dopo tutto quel tempo in cui non si erano visti, colorò le guance di entrambi di una spruzzata purpurea. Il dio del tuono sfiorò con un delicato bacio il dito affusolato che il fratellastro ancora premeva contro le sue labbra morbide. Loki rimase immobile. Nelle lunghe ed oscure ore che aveva passato lontano da Thor, la cosa che più gli era mancata erano quelle labbra, quel sapore che si mischiava al suo, donandogli dei brividi che lo scuotevano fin nel punto più profondo di sé.
Il dio dai capelli scuri come la notte spostò le dita dall'amato fratello alla testiera del suo letto a baldacchino. Sul legno scuro era chiaramente inciso, fra disegni di altri fiori con foglie larghe e carnose, un piccolo ramoscello di vischio. Loki lo sfiorò delicatamente, per poi tornare a guardare i brillanti zaffiri sul volto di Thor e baciarlo con tenerezza. Dischiuse la sua bocca solo per un secondo. Non voleva passione, non ancora. Doveva essere quello il bacio di due amici che si ritrovavano dopo tanto tempo, non ancora di due amanti.
"Buon Natale" sussurrò poi il dio degli inganni, per una delle poche volte, sincero. Solo con suo fratello riusciva a mettere tutto da parte. L'odio, il senso di tradimento, di inadeguatezza, ogni cosa al tocco delle labbra del dio del tuono veniva meno, lasciandolo totalmente in balia di quel sentimento che li legava a doppio filo; tutte le cose scomparivano dalla sua mente condannandolo ad abbandonarsi all'amore che lo sconvolgeva, a sottomettersi anche se non lo avrebbe mai fatto con nessun altro.
Fu per questo che anche quella notte, lasciò che la passione prendesse il sopravvento su di lui. Fu come accendere un fiamma che controllò il suo corpo, muovendo le sua labbra che lasciavano lingue di fuoco ardenti sul corpo di Thor che artigliava le spalle del fratello minore in un gesto di possessione. Stavano reclamando l'uno il corpo dell'altro, si stavano dicendo senza pronunciare una sola parola quanto dipendessero l'uno dall'altro, quando Loki avesse bisogno, per sopravvivere, di respirare la stessa aria che teneva in vita Thor, lo stesso soffio che usciva dalle sue labbra. Se lo dissero con le carezze, più lieve dei baci che si stavano scambiando, il dio del tuono sfiorava il volto dell'amato come se fosse il fiore più raro, prezioso e delicato che esisteva al mondo, e l'altro rispondeva stringendo le gambe contro i fianchi del fratellastro. Sfuggirono lacrime, sospiri e grida. Mentre Thor si faceva lentamente strada nel corpo di Loki lo strinse a sé, intrecciando le loro mani e sussurrandogli all'orecchio quanto lo amasse, quanto non potesse fare a meno di lui.
Tante volte si erano presi in quel modo, ma questa era diversa. La lontananza aveva fatto capire ad entrambi quanto importante fosse il loro rapporto. Non era solo amore, c'era molto più di questo. C'era amicizia, fratellanza. Erano due parti di un tutto. Non gli importava doversi nascondere dal resto di Asgard, non gli importava dover andare in giro fingendo di odiarsi, e non gli importava neanche che, se mai li avesse scoperti, Odino sarebbe diventato furioso. Avevano condiviso quella notte e forse per un po' di tempo Loki non si sarebbe concesso di nuovo a Thor. Era fatto così, era volubile e capriccioso, poco propenso a lasciarsi dominare dalle passioni. Non era da lui. L'amore è per i bambini, diceva, non era un sentimento consono per il dio degli inganni. Eppure il dio del tuono riusciva ad estirpare da lui ogni sentimento d'odio, seppure per breve tempo, era come un balsamo per la sua anima oscura e corrotta.
Rimasero intrecciati nel letto, ancora scossi dalla passione, le mani a vagare per i loro corpi frementi, regalando ad ogni lembo di pelle una dolce carezza.
"Sono tornato solo per te" sussurrò Loki d'un tratto, accoccolandosi contro il petto del suo amante e posandogli un delicato bacio sulla spalla
"È Natale, e a Natale nessuno dovrebbe essere solo" continuò tracciando il profilo dei muscoli dell'altro con un dito. Thor lo strinse più forte a sé, baciandogli i capelli scuri
"Ti amo" disse. Due parole. Le uniche che erano in grado di scaldare il cuore del freddo Gigante di Ghiaccio, le uniche che gli fecero bagnare gli occhi di lacrime, di tristezza, di felicità, di commozione
"E tornando a casa, mi hai fatto il più bel dono che mai potessi desiderare" mormorò il dio del tuono, continuando a stringerlo con possessione, quasi graffiando la sua pelle, per la paura di perderlo di nuovo, tenerlo così stretto gli pareva l'unica cosa sensata. Se lo avesse perso di nuovo, stavolta il mondo avrebbe potuto continuare a girare, ma a lui sarebbe sembrato solo qualcosa di estraneo. Il loro amore non era perfetto, e forse non sarebbe durato in eterno, probabilmente un giorno Loki si sarebbe svegliato e sarebbe tornato quello di un tempo, l'odio sarebbe tornato ad impossessarsi del suo cuore cancellando ogni sentimento diverso. Ma, fino a quel giorno, Thor non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Dentist of Detroit