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Autore: DoctoRose91    18/12/2012    5 recensioni
Un piccolo momento di debolezza tra i due che li farà riflettere…lasciarsi andare o fermarsi a pensare ?
Una scelta che metterà a dura prova il loro rapporto…amarsi liberamente o soffrire in silenzio?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sei Tu'
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Sei tu

Sei sempre stato tu… a consolarmi quando ne avevo bisogno…
A rincuorarmi quando stavo male…
A sollevarmi quando ero giù.
Stretta fra le tue braccia ; rinchiusa in quel mondo di amore e tenerezza…
dove niente e nessuno poteva toccarmi o nuocermi perché c’eri tu, con un tuo sorriso,  con un tuo sguardo, a migliorarmi la vita.
Sei tu
Sei sempre stato tu… ad essermi vicino donandomi la tua spalla su cui io potevo piangere!


Ero lì seduta su una poltrona del 1700 tutta decorata con ricami di foglie di acanto in  raso bordeaux e oro . Sentivo sulla mia guancia il soffice velluto nero che la copriva interamente, cullandomi e abbandonandomi alla mia fantasia.
Chi mai si era seduto lì? Quante cose aveva visto e vissuto…e quante , questa semplice poltrona, avrebbe potuto raccontarne .
Ero in una delle infinite camere del Tardis, che ancora non avevo visitato; era una stanza molto accogliente e calorosa. Aveva un enorme letto al centro circondato da un baldacchino in legno di ciliegio su cui vi era agganciata una candida tenda di seta. Un tappeto  con un meraviglioso pavone, ai piedi del letto, molto grande e raffinato. Un armadio enorme, in legno, con due ante magistrali e un lungo e  decorato specchio affianco alla poltrona. Era davvero una camera singolare  che ti metteva a tuo agio. Mi abbandonai completamente, rilassandomi in quella splendida atmosfera, sognando ad occhi aperti.
In quel dolce istante i miei occhi lo videro davanti a me, appoggiato sullo stipite della porta, che mi sorrideva affettuosamente.
Gli sorrisi anch’io con uno di quei sorrisi appaganti e soddisfatti. Lo vidi entrare  a passo lento e sereno, sedendosi a piedi del letto di fronte a me, accarezzandomi con gli occhi…oh quanto amo quel suo dolce sguardo che regala solamente a me, mi fa sentire speciale …la persona più importante dell’universo…mi rende felice.
“è comoda?!” mi chiese rompendo quel delicato silenzio che albeggiava in quella particolare stanza.
“oh si…è comodissima…mi rilassa molto!” gli risposi stiracchiandomi sulla poltrona.
“fa quest’effetto a molti!” mi confidò sorridendomi divertito dal mio gesto.
“ci credo! Ma di chi era?!” chiesi incuriosita di scoprire di chi fosse questa speciale rarità.
“era di…Benjamin Franklin”
“davvero? è come ce l’hai tu ?!”gli chiesi sbalordita sporgendomi in avanti.
“è una lunga storia…forse un giorno te la racconterò!” mi rispose semplicemente fissandomi teneramente .
Come erano belli quei suoi occhi color cioccolato… intensi e penetranti che ti leggevano l’anima ed il pensiero. Anche lui si sporse in avanti e in quell’istante mi si arrossirono le guance…mi sentivo come mi stesse studiando…contemplando un meraviglioso quadro; mi sentivo tremendamente a disagio.
“è una bella camera non trovi?!” gli chiesi spostando lo sguardo verso l’arredo.
“è già! È una camera davvero particolare!” commentò guardandosi in torno.
“e il letto com’è? Morbido?..duro?...soffice?!” chiesi ipotizzando teorie.
“perché non ti siedi tu stessa e valuti! O non vuoi abbandonare la cara poltrona?!” mi chiese divertito. Mi alzai con uno sguardo di sfida e mi sedetti accanto a lui.
“ma è sofficissimo…sembra una nuvola!” commentai soddisfatta, abbassandomi sul materasso percependo la sua morbidezza sotto il mio corpo. Lui si mise su di un fianco guardandomi…solo questo…mi guardava e basta. Mamma quanto lo odiavo quando mi guardava in quel modo ,mi metteva sempre in suggestione.
“ti mette a tuo agio!” commentai distogliendo lo sguardo da lui.
“è vero… ti fa stare bene!” mi rispose con un tono sereno. Mi voltai di scatto incrociando il suo sguardo, mi alzai di poco e lentamente mi avvicinai a lui. Non sapevo neanche io cosa stessi facendo, ma sentivo che era la cosa migliore che avessi mai fatto in tutta la mia breve esistenza. Mi sentivo attratta da lui in una maniera indescrivibile …avevo sempre cercato di controllarmi… di rimanere al mio posto …di soffocare questo sentimento…ma ora ,in questo esatto momento, non riuscii a fermarmi …il mio cuore fu più forte della mia mente. Mi trovai sulle sue labbra coinvolgendomi in un desiderato e intenso bacio. Si stese sul materasso avvolgendomi i fianchi con le sue possenti braccia rinchiudendomi in un tenero abbraccio. Dischiudemmo le labbra dando modo alle nostre lingue di rincorrersi felici di quell’agognato gesto. Percepivo le sue mani accarezzarmi la schiena, e ad ogni sua mossa la mia adrenalina e incredulità crescevano smisuratamente, rendendomi  in uno stato di tale felicità che non avevo mai sentito prima d’allora. Mi capovolse, stendendosi sopra di me continuando e approfondendo quel bacio. Sentivo la sua mano percorrere tutta la mia coscia e l’altra immersa nei miei capelli, accarezzandoli possessivamente tra le sue dita. Ero felice…si, ero tremendamente felice…non potevo desiderare altro. Eravamo distesi su quel sofficissimo letto, in quella splendida camera a baciarci con passione; era un sogno meraviglioso…e come tutti i sogni che si rispettino anche questo svanì…
“scusami!” mi disse alzandosi di scatto dal letto. Era tremendamente a disagio, anche un bambino se ne sarebbe accorto.
“non volevo scusa!” continuò a dire portandosi una mano dietro la nuca facendo un piccolo passo indietro.
“ti prego dimenticati quello che è successo!” A quelle sofferte parole mi alzai dal letto e mi avvicinai a lui .  Non ero arrabbiata, come potevo esserlo?si vedeva lontano un miglio che neanche lui ci credeva a quello che diceva.
“ma perché? È stato fantastico!” gli risposi pacatamente con un sorriso avvicinandomi sempre di più.
“non doveva accadere…è stata tutta colpa mia!” mi disse incredulo di quello che aveva appena fatto, fissando ancora il letto.
“non ti preoccupare…non è stata colpa di nessuno. Credo che fosse nell’aria questa situazione!” gli risposi portando la mia mano verso il suo viso,cercando di rincuorarlo. Mi afferrò per il polso negandomi quella carezza e alzò su di me uno sguardo che non avevo mai visto in vita mia . Si leggeva quella rabbia,quel fuoco dei signori del tempo che molti miti raccontavano e narravano.
“non era nell’aria nessuna situazione…non esiste nessuna situazione . È stato un momento di debolezza che io non sono riuscito a controllare!” mi disse con voce ferma riprendendo pienamente il controllo su di sé.
“ perché dici questo? lo sappiamo entrambi cosa voleva dire!”mi feci più seria liberando il mio braccio dalla sua presa.
“non voleva dire proprio niente! sono solo inutili e futili desideri di una ragazzina. Non possiamo stare insieme mai e poi mai!” il suo tono si faceva sempre più possente ed io non ero da meno.
“non so per quale motivo, TU DOTTORE, ti devi complicare la vita. A volte è così semplice come l’aria, invece  tu la rinneghi e la eviti…perché sei così ottuso!”
“OTTUSO… OTTUSO IO? Non è questo Rose che mi allontana da te… e che siamo troppo diversi .Non potremmo mai stare insieme per sempre…LO CAPISCI CHE NON POTREMMO MAI STARE INSIEME??!” mi urlò contro agitando le sue mani rabbioso e ferito. Lo guardai fisso negli occhi con uno sguardo offeso,dolorante e affranto.
“se è questo quello che pensi. Se ti vuoi appigliare a questa clausola solo perché non vuoi semplicemente ammettere che hai paura di essere felice…fa pure! Ma sappi che io non sono d’accordo! Ed ora lasciami sola! Non ho voglia di sentire altre stupide idiozie di un signore del tempo!” gli dissi con voce ferma, sicura di me, ferita e offesa nel profondo.
“MA COSA NE PUOI SAPER…!”
“ESCI SUBITO DA QUESTA CAMERA DOTTORE…HO DETTO ORA!” Gli urlai contro tutta la mia rabbia e frustrazione del momento. Ero arrabbiata con lui  così tanto che se avessi avuto un dalek di fronte non credo che l’averi risparmiato. Mi voltai dandogli le spalle , non volevo che mi vedesse con le lacrime agli occhi. Non gli volevo affliggere altro dolore a quello che lui stesso già stava provando.
Sentii i suoi passi allontanarsi da me…
“scusami Rose…spero che mi potrai perdonare un giorno!” mi disse e poi sentii la porta chiudersi lentamente. Mi voltai e corsi contro a quel pezzo di legno che mi separava da lui. Appoggiai le mani contro e lasciai le lacrime sgorgare dagli occhi. Stavo male… stavo terribilmente male! Non avevamo mai litigato in questo modo con tale furia e grinta . Ancora non potevo togliermi dalla mente il suo sguardo pieno di dolore e rabbia . Mi appoggiai con la schiena contro la porta e mi lasciai cadere per terra, portandomi le gambe al petto, singhiozzando e piangendo come una ragazzina. Lo percepii dietro a quella porta…anche lui si era disteso a terra e forse stava pensando alle mie stesse cose. Quel semplice pezzo di legno mi separava dal mio unico amore…dalla persona più importante della mia vita. Mai come quella sera lo sentii distante… lontano da me, eppure era lì, dietro a quella porta a piangere come me.

Sei tu
Sei sempre stato tu a farmi battere forte il cuore…
e  che ora mi stai facendo piangere…
Sei tu
Sei sempre stato tu che mi hai detto che la tua spalla era sempre pronta ad accogliere le mie lacrime…
ma come posso venire ora a piangere da te… se…
Sei tu…la fonte del mio dolore!

 
  
Angolo dell’autrice

Salve a tutti! Eccomi con una nuova pubblicazione su Ten&Rose, molto toccante e sotto certi aspetti anche un po’ triste!
Spero vivamente che vi sia piaciuta e se per caso siete curiosi di sapere cosa avverà dopo basta che me lo diciate nelle vostre recensioni e io sarò ben lieta di accontentarvi! :)


Un caloroso abbraccio!

DoctoRose91 
  
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