L’OCCHIO
DEL MALE
Kate allunga
un braccio sul comodino e gira la sveglia verso di se.
“Non
sono
nemmeno le dieci” annuncia, ritornando al centro del letto.
Castle
sorride maliziosamente “Abbiamo ancora tutta la notte
davanti” le dice tirando
il lenzuolo verso il basso, scoprendola fino alla vita.
“Che
combini
Castle?” domanda lei, con tono severo tradito però
dal suo sguardo languido.
“Pensavo
avessi caldo. Non hai caldo? Io ho moooolto caldo!” si
giustifica lui, alzando
le sopracciglia.
Kate
non risponde. Si limita ad imitare i suoi
gesti, abbassando il lenzuolo sul corpo di Castle.
“Ancora
un po’...”
sussurra lui, quando ancora è coperto fino
all’addome “Ancora un po’...”
ripete
ora che il tessuto e la mano di Kate sono sul basso ventre
“Ancora un po’...”.
Kate ride e
di getto scopre entrambi, del tutto “Ora?”esclama
seduta sui talloni con le
mani sui fianchi.
“Si...”
la
osserva in tutta la sua bellezza come ormai gli è concesso
di fare da qualche settimana.
Respira a fondo e cerca di
minimizzare “...ora può andare...”
risponde quasi indifferente.
“Può
andare?”
il tono di Kate è scettico.
Sono nudi.
Completamente
nudi nel letto dello scrittore.
Cosa che
accade ormai sempre più spesso ed ogni volta è
sempre più appassionata della
precedente.
Per questo
motivo la detective non può accettare un ‘può
andare’ come risposta.
Sta per
replicare quando nota Castle guardare verso il basso.
“Oh
guarda,
abbiamo visite” le dice con un sorriso che fino a quattro
anni fa avrebbe preso
volentieri a schiaffi.
Kate fissa
il membro di Castle e poi di nuovo il suo volto “Lui è contento di
vedermi!” afferma beffarda.
“Lui è sempre contento di
vederti!” esclama
mettendosi a sedere veloce per poi spingerla all’indietro e
sdraiarsi accanto a
lei, cingendole i fianchi con un braccio.
La risata di
Kate è sempre musica per le sue orecchie “Piano
gringo!”.
“Parla
lei,
la panterona di New York!!” la prende in giro, sapendo che
non sa resistere ad
un battibecco.
“Io
non sono
una panterona!!” obbietta, infatti, con fervore
“Seh...
seh...
come no... mi fai certi agguati! Prima ad esempio nella
docc...” Castle non fa
in tempo a finire la frase che viene travolto dalle labbra di Kate,
costringendolo supino mentre lei lo assale.
Sono persi
entrambi in quel bacio e in quelle carezze quando qualcosa distrae Kate.
“Hai
sentito?”.
Castle
è già
partito per Pandora, sguardo ebete e pupille dilatate
“Eh?”.
“Ho
sentito
un rumore” spiega Kate, voltandosi verso la porta.
“Rumore?
Quale
rumore, te lo sei immaginato” le posa la mano sulla guancia
facendola tornare a
focalizzarsi su di lui.
Un paio di
baci e la concentrazione scema nuovamente.
“Sono
sicura
di aver sentito qualcosa. Dai vai a controllare!” ordina
Kate, seria.
Castle
corruccia la fronte “Perché io? Magari
è un serial killer, tu lo faresti fuori
in dieci secondi ma io come mi difendo?”.
“Attaccalo
con il sarcasmo e le tue lamentele, scapperà a gambe
levate!” risponde con un
piccolo bacino di incoraggiamento.
“E va
bene,
vado.” Dice alzandosi “Lo sai vero che non
c’è nessuno e che probabilmente hai
sentito un mobile scricchiolare o un ramo sbattere?”.
“Probabilmente
si, ma meglio controllare” soprattutto da quando Martha li ha
quasi beccati in
flagrante e lui l’ha costretta a nascondersi
nell’armadio “Aspetta. Non ti
vesti?” domanda vedendolo già sulla soglia.
Castle apre
la porta “Si, perché sono a casa mia, con la mia
ragazza e non c’è
nessun’altro!”
rimarca lui avviandosi in salotto.
Aggira il
divano, controlla dietro il bancone della cucina,
nell’armadio dell’ingresso e
su per le scale.
La casa
è
vuota come previsto. E da quando sua madre e sua figlia sono in Europa,
lui e
Kate sono gli unici abitanti.
“Niente
da
segnalare. Passo.” Esclama richiudendosi la porta della
camera alle spalle.
Trova Kate
seduta sul letto che se la ride “Dove lo tieni il ferro da
stiro?” domanda
guardandosi in torno.
“Non
nella
mia camera da letto. Perché?”
Kate si
mette in ginocchio e gattona fino al bordo del materasso “Io
sono Nikki... e tu
fai Pochenko!” spiega alzando le sopracciglia allusivamente
“Su, dove lo tieni?”.
Sorride
malefico quando lo sente rispondere “Ma li leggi i miei
libri? Io sono Rook!”
ed esce dal suo nascondiglio.
Un altro
tassello
è andato al proprio posto. Un altro indizio sparso in casa
sua.
Di soppiatto
scompare nel pianerottolo godendosi quei momenti di preparazione
e pianificazione
aspettando, paziente, l’apice della sua vendetta.
Tutti credono
che mi piaccia uccidere.
Ma l’omicidio in se è solo una parte.
Quello che mi
intriga è la
pianificazione e la trepidazione.
Osservarsi
mentre passeggi con tua
figlia. Mentre fai l’amore con Beckett. Mentre ti rilassi in
soggiorno.
Intrufolarmi
nella tua vita, sapendo
di poterti strappare via tutto quanto.
Ecco che cosa mi
piace.
FINE
Angolo
dell’autrice:
Oddio, quasi
non mi ricordavo più come si usa l’html! xD
Che dire
sono di umore pessimo ma , anziché spaccare qualcosa, mi son
messa a
scrivere.... che dite, dovevo spaccare qualcosa??
Non credo ci
sia bisogno di spiegarvi chi sia Pochenko e chi è
l’uomo misterioso in casa di
Castle vero??
Bene, detto
questo, vi saluto. Ci si rivede in data da definirsi... ovvero quando
finisco
la long o quando litigo di nuovo con qualcuno e mi metto a scrivere...
xD
Fatemi sapere
cosa ne pensate!
Un bacione a
tutte :-*
Ivi87