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Autore: Doherty21    19/12/2012    0 recensioni
Amo.
Amo il suono dei passi sul pavimento.
Scarpe per uomo di cuoio, numero quarantuno con tacco. Cuoio scalpicciante sul freddo marmo della metropolitana.
Amo Bach, Satie e Chopin...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amo.
Amo il suono dei passi sul pavimento.
Scarpe per uomo di cuoio, numero quarantuno con tacco. Cuoio scalpicciante sul freddo marmo della metropolitana. 
Amo  Bach, Satie e Chopin.
Amo la brezza marina, mi ricorda quel giorno di marzo in cui andammo assieme al mare per sconfiggere i nostri raffreddori.
Avevo preso il giorno stesso la patente.
Sono partita il giorno dopo e poi, inconsapevolmente, ad aspettarmi non c'eri nient'altro che tu.
Da quel giorno in poi, dico. Ad aspettarmi ci sei sempre stato tu, ci sei sempre tu.
Amo i film francesi.
Il silenzio condiviso, lo stesso che veniva interrotto dal traffico notturno al di fuori dalle mura di quella piccola stanza.
Conosci anche bene i motivi per cui amo quelle mura.
Non trovo ragioni. Ogni volta che comincio ad elaborare un qualsiasi pensiero stupido o profondo che sia ci sei sempre in mezzo tu.
Odio.
Odio il fatto di sentirmi vulnerabile a certe cose, odio il fatto che possa darti peso ciò che penso che abbia un colore nero.
Hai ragione tu, spesso sono negativa e pessimista.
Ma cerco solamente di difendermi da quel che non conosco, per quel che posso e per quanto io possa riuscirci, anche se non me ne frega niente ormai.
Tra le curve del mio ammasso cerebrale non si nascondono rose rosse a gambo lungo, senza spine. 
Magari ci hai già provato a farti un giro e come ben sai fra i miei neuroni puoi trovarci impigliati una katana, un paio di kalashnikov e dei progetti su carta di qualche ordigno nucleare.
Amo.
Amo la distanza e amo il fatto che mi manchi.
Amo non sentirti anche per giorni interi. 
Amo stare con me, perché penso tanto.
Ho pensato che hai il potere di accendere dei moti in me anche dove un giorno la mia esistenza sarà piatta nello stesso modo in cui lo è già stata.
Amo il fatto che io riesca a non riporre questa esistenza in te. A quel punto sarei solo uno spettro, ed io sono una persona.
Odio.
Odio il fatto che in due minuti e quarantasette secondi mi sono saltati alla mente tanti ricordi. Divento un po' triste poi.
Sembra di conoscerti da tanto tempo, ma allo stesso tempo sono consapevole che io e tu siamo ancora un mistero per noi.
Amo questa cosa.
Amo anche quella specie di canale che hai nell'incavo del collo fra la testa e le spalle.
Amo, amo da morire e con tutta me stessa la forma e la lunghezza delle tua dita, il modo in cui si muovono e la loro consistenza.
E' una delle poche cose che ricorderò anche quando i miei capelli avranno il colore dell'argento vivo e la mia pelle sarà simile a quella di una tartaruga centenaria.
A quel punto fra l'età avanzata, gli acciacchi e i primi segni di demenza senile, ad un mediocre e comune mortale non rimangono che i ricordi, ed io sarò fortunata ad avere il pensiero quasi concreto e reale di un dito sulle labbra o di una mano fra i capelli.
Amo il fatto che io mi senta troppo bene anche se non so bene cosa succeda. Ed amo anche che almeno questa cosa non mi spaventi.
Sono sempre stata una persona che cercava certezze ovunque. Ho cercato certezze per diciannove anni su qualsiasi cosa, ma tu sei stato ''la mia prima volta''.
Non me ne frega niente. Fra me e te è una sorta di carpe diem.
Cogli l'attimo finché puoi, vivitelo. Chi ha bisogno di certezze quando si è felici? Solamente gli stupidi. Ed i pignoli.
Io sono felice e lo divento ancora di più quando nell'arco della giornata mi ricordo che fra lo schifo io non ho veramente bisogno di niente.
So da dove attingere ogni cosa di cui ho bisogno. Che sia una canzone, un libro, giocare col mio cane o abbracciare qualcuno.
Inconsapevolmente hai tracciato una linea fra il vecchio e il nuovo.
Ti ricordi quando parlavi di quella boccata d'aria differente? E' così.
Tu non sei il solito impasto che ho assaggiato più volte.
Gli altri sono stati come la riforma di Carlo Goldoni, tu invece sei la commedia dell'arte.
Un atto teatrale senza copione, una scena improvvisata. Unica nel suo genere, nel suo fare e nel suo essere diversa da ciò che viene imposto. 
Nel ventunesimo secolo puoi trovare la definizione de la commedia dell'arte intesa come freestyle.
Tutto torna!
Forse avrei dovuto già da prima avere la certezza che io non necessito di certezze per stare bene.
Questo è una sorta di ringraziamento per avermelo fatto capire da tanto tempo.
Non avevo mai avuto l'occasione di dirtelo comunque.
Odio il fatto che ci separino dei chilometri.
Amo il fatto che ci separano solo pochi giorni.
Amo il pensiero di poter dormire con te. 
Diamine, amo il fatto di poter riuscire finalmente a dormire.
Vorrei i nigiri al salmone.
Il té verde alla vaniglia e una miscela pregiatissima di Princes of Wales.
Vorrei non aver messo così tanto zenzero nei biscotti, sono diventati piccanti.
Vorrei gli involtini primavera, le nuvole di drago, la salsa agrodolce e un tuo bacio al sapore di rana arrostita.
E' stato un bel periodo quello..
E' sempre un bel periodo.
E poi ho sempre voglia del gelato alla vaniglia del Grom.
Un giorno mangeremo quelle fotuttissime m&m's al cocco, te lo giuro.
E ho voglia anche di un bacio sulla fronte e di una carezza sul viso.
L'insonnia mi fa delirare penso.
In ogni caso questo non è un capitolo quattro, ma sono solo una serie di cose che non sai ancora, tranne qualche piccolezza.
Ricorda che non voglio che tu mi dica mai niente se non vuoi dirlo, che non voglio che tu non faccia mai niente se non vuoi farlo e che, sopratutto, non ricambi nulla di quel che io faccio a te.
Quando ho pubblicato questo sgorbietto non c'era il font in helvetica, e spero che ti tolga dalla mente il fatto che un giorno io possa cominciare a scrivere come una certa persona.
(lo sai che scherzo)
 
Odio.
Odio il fatto che forse non capirai molto di ciò che c'è scritto.
Amo.
Te. 
 
 
 
   
 
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