Lettera al mio bias

Caro Bias,
Sono una ragazza italiana che impazzisce per il proprio bias. Tu vivi in Corea, a miliardi di chilometri lontano da me. Non sai che esisto, e forse non lo saprai mai, ma io la speranza non la perdo.
Ogni giorno leggo avvenimenti di ragazze che ti abbracciano, tu le sorridi, realizzando così il loro sogno. Ti vedono per strada, ricevono tuoi regali e i tuoi sguardi. Vorrei provare quello che provano loro quando le dai uno spazio in più nel tuo cuore, sapere cosa si prova quando le guardi negli occhi e con un semplice gesto sorridi.
Il mio più grande sogno è quello di vederti, di poter incrociare il tuo sguardo, di poterti abbracciare così forte da farmi rimanere il tuo profumo addosso per giorni. Poter ascoltare la tua risata e racchiuderla in me. Fa male vedere foto e video di persone che realizzano questo sogno, persone che ti incrociano per strada come se nulla fosse. Sono nata nel paese sbagliato. Qui il k-pop è poco diffuso. E questo potrebbe non far avverare mai il sogno; vorrei vederti anche se per pochi secondi, vedere un piccolo sorriso spuntare sulla tua faccia, anche un cenno di mano. Ma vorrei farti capire che esisto.

Hai milioni di fan attorno a te, molte di esse sono fortunate, e c’è chi come me non ha questo privilegio. Mi piacerebbe prendere la rincorsa e venire da te e dirti ‘’Saranghaeyo bias’’.  Ma sei troppo lontano, ecco perché ho promesso a me stessa che un giorno verrò lì e farò di tutto pur di farti capire che esisto.
Voglio parlare a nome di tutte queste ragazze o ragazzi che hanno questo desiderio. Si lo so, tempo sprecato, questa lettera non potresti mai leggerla, ma è uno sfogo. Si uno sfogo, perché la rabbia e il dolore quando guardo una tua foto si fa spazio in me, poi incrocio il tuo sguardo e il tuo sorriso e mi convinco che non c’è nulla di più bello che vederti sorridere ed essere felice. Anche quando fai quella tua faccia da scemo mi sento meglio. Sei la mia medicina, sei capace di curare il mio dolore attraverso una foto vista da un computer. E’ folle ma è pur sempre vero.

Raccolgo le mie forze per sorridere insieme a te, ridere quando cadi e fai le tue solite battute squallide. Intenerirmi quando fai il bimbo e una faccia dolcissima che fa venire la voglia di riempirti di baci su quelle tue guanciotte tonde tonde, toccare con la punta delle dita lo schermo illuminato del mio computer quando incrocio una tua foto. Immaginare la sera, prima di addormentarmi, di abbracciarti forte, o di essere sotto al palco a urlare il tuo nome a squarciagola, fino a rompermi le corde vocali, pur di farmi ascoltare da te.
Quando non ho nulla da fare mi domando: ''Chissà cosa starà combinando il mio bias.'' e rifletto immaginando situazioni comiche e dolci con i tuoi compagni e rido di gusto su certe cose.

Chissà se un giorno riuscirò a vederti, chissà se un giorno potrò guardarti negli occhi e urlarti che sei il mio Bias e che nulla può cambiare questo.
Conosco ragazze che sono partite per Parigi solo per guardare il proprio bias cantare all’ SM TOWN Tuor in Paris, c’è chi a Londra ha potuto godersi da sotto il palco il concerto dei Big Bang, le difficoltà che sto incontrando in questo momento non mi permettono tutto ciò. Non mi rimane altro che aspettare e sperare in un tuo arrivo qui in Italia, non importa dove.
Da quando ho incrociato il tuo sguardo, il tuo modo di ballare, di cantare e fare un assolo stupefacente, da quando ti ho visto ridere per la prima volta in un tuo video.. Ho capito che eri il mio Bias, perché tutto mi rapisce di te, e rende i miei momenti brutti sempre migliori.
Caro Bias, grazie di tutto.
 

Da:
Una MVP, che spera solo in un miracolo.