Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: lalla97    19/12/2012    0 recensioni
Non vendicarti con chi ti ha tradito, giudicato, odiato o ti ha abbandonato, resta in silenzio e goditi la vittoria, perche’ la vita e’ dalla tua parte, sara’ lei a vendicarsi di loro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ero in macchina da 2 ore, ero in viaggio per arrivare nella nuova casa... nella nuova città che mi stava per ospitare per il resto della mia vita.
il solo pensiero di ricominciare tutto da capo... dovevo ritrovare la mia nuova migliore amica, conoscere nuovi ragazzi, inseguire il mio nuovo amore... tutte queste cose le dovevo rifare tutte da capo, e non mi andava di farlo.
la macchina si ferma e io apro gli occhi di colpo, eravamo davanti la nuova casa, era grandissima, iniziai a tremare ad avere una delle sensazioni che si hanno quando la cosa ti piace cosi tanto.
apro la porta e inizio a sentire quell'odore di nuovo, era da tempo che non lo sentivo. salgo le scale per vedere la mia camera, apro la porta e vedo il bellissimo lavoro che aveva fatto mio padre.
appoggio la valigia sul letto e la apro, per prima cosa vedo tutti i vestiti arrovigliati e poi vedo il mio diario, lo apro e nlla prima pagina c'era scritto:"beh che dire, oggi ho dato il mio primo bacio ma non è stato niente di eccezionale, beh ora vado c'è mio padre che mi chiama ha la voce che gli trema, ho paura"...quel fatidico giorno mio madre e mio fratello sono morti in un incidente stadale *mi mancano un sacco*.
mi stendo sul letto appoggiandomi il diario sul petto, chiudendo gli occhi.
quando apro gli occhi era già mattina, la luce del sole trapanava dalla finestra e arrivava direttamente nei miei occhi, scesi dal letto e andai in bagno mi guardai allo specchio ed ero distrutta, iniziai la mia solita routin quotidiana per andare a scuola e quando usci dal bagno dietro di me c'era  una nube di profumo.
prendo la cartella e i libri e scendo giù in cucina.non  c'era nessuno, silenzio tombale, c'era solo un biglietto che diceva"hey Elena sarò bloccato a lavoro ci si vede giovedi.. baci papà.".
prendo la colazione al volo e scappo a scuola, esco di casa e chiudo la porta alle mie spalle, dentro di me c'era una sensazione di terrore volevo come sparire da quel posto immediatamente, ma mi feci coraggio e iniziai a camminare.
arrivo alla fermata dell'autobus mi siedo alla panchina per aspettare, intorno a me non c'era nessuno anzi non c'era nessuno da nessuna parte sembrava che la città fosse scappata prima del mio arrivo.
gira la testa e accanto a me c'era un ragazzo, cado dalla panchina e lui dice:
-hey faccio cosi tanta paura?-
-no, non fai paura e che sei arrivato all'improvviso e non ti ho neanche sentito arrivare.-
mi porge la mano e mi aiuta ad alzare, mi siedo sulla panchina e divento rossa:
-mi chiamo Elena tu?-
-mi chiamo Tayler, sei nuova vero? andrai alla Mark Eddison?-
-si e tu come fai a sapere tutte queste cosedi me?
-a scuola non si parla altro che di te.-
-ah wow.-
-andiamo è arrivato il pullman-
entriamo nel pullman, e tutti mi guardavano, non sapevo che fare avevo solo voglia di sparire da quel coso enorme pieno di persone che volevano sapere chi ero, all'improvviso quel grosso ammasso di ferragli si ferma, giro la testa ed eravamo davanti a scuola dove tutti conoscevano tutto il mio passato. scendono tutti dall'autopus come delle formiche inseguite da un piede gigante. 
raggiungo con tutta velocità la porta principale e mi reco con Tayler in segreteria.
dopo aver firmato dei documenti esco dalla segreteria con in mano il nuovo orario della settimana.
Tayler mi accompagna nell'aula di chimica e poi va via *beh la sfortuna in questo giorno non mi era particolarmente vicina*.
entro in classe e mi blocco sulla soglia della porta, erano tutti disposti nei loro banchi con il loro migliore o la loro migliore amica, c'era sono un banco vicino ad una ragazza libero, lasciai andare quel lungo respiro che avevo preso, ed entri,spostai la sedia e tutti si girarono, non smettevano di guardarmi, aprii il quaderno e presi in mano la penna e da quel momento non spostai pù lo sgurdo da li.
entrò la porf e mi chiamò alla cattedra per presentarmi:
-ragazzi lei è Elena ed è una nuova studentessa trattatela bene grazie.-
corsi al mio banco e diventai dinuovo color carne e riniziai a respirare.
-piacere mi chiamo Giorgina tu sei Elena.-
-essettamente, voi in questa scuola sapete tutto su di me vero?-
-si.
suona la campana e Giorgina mi prende per la mano e mi trascina per tutta la scuola per arrivare in tempo per la lezione di inglese, entriamo in classe e tutti si girano nuovamente, semprava che avevano visto un extraterrestre, mi sedetti immediatamente al banco vicino Giorgina.
le restanti ore scolastiche passarono in fretta ma nello stesso modo delle prime. 
ritorno a casa ancora con il pensiero di quel famoso incontro con quel ragazzo, non riuscivo ad immaginare come fosse arrivato li cosi velocemente e senza fare rumore.
entro e butto sul divano la cartella e vado su un camera, accendo il computer e accedo nel mio blog, non ci andavo dalla partenzza per arrivare qui, c'erano 5 notifiche:
tutte richieste per far parte del mio blog.
ad un certo punto inizia a vibrare il telefono era Giorgina:
-hey Elena vuoi venire a casa mia?-
-si certo, dammi il tempo di arrivare.-
in 5 minuti sono dietro la porta di quella bellissima casa dopo il lago, nascosta da un famoso bosco della città. busso, la porta si apre lentamente, poi vedo una ragazza non era Giorgina:
-ciao c'è Giorgina?-
-si certo entra, io sono Mya sono sua sorella-
-piacere sono Elena.-
salgo le scale e mi trovo davanti tre ragazzi, divento di tutti i colori e non sapevo che fare, una delle tante porte si apre ed esce Giorgina, tiro un sospiro *sono bellissimi, e io non so che fare, vorrei gridare solo aiutooo,mi fissano come tutti gli altri*.
Giorgina mi passa la mano davanti agli occhi ma io non reaggivo non sapevo cosa fare e dove mettere la faccia:
-hey Elena.-
-hey dimmi.-
-ah ok ci sei! loro sono i miei fratelli.-
-si l'avevo intuito-
-lui è Ethan, lui Jackson e lui Alex.-
-piacere di conoscervi-
-piacere nostro.-
mi sentivo in totale imbarazzo, volevo sono andare da un'altra parte dove non c'erano quegli occhi che mi fissavano.
entriamo nella camera di Giorgina e ci sediamo sul suo letto:
-non sapevo che avevi tre fratelli e una sorella.-
-infatti non lo sa nessuno, tu sei la prima a saperlo, ritieniti fortunata.-
-perchè non lo sa nessuno?-
-lunga storia, ti piace qualcuno di loro?- la sua faccia era in imbarazzo non sapeva cosa dire o fare infatti si invento questa stupida scusa se qualcuno mi piaceva.
-beh si come si chiama? ehm.. Jackson...-
-beh si fa al tuo caso, siete molto simili in alcuni punti- pian piano la sua faccia diventava sempre più un fascio di nervi, e non sapeva più cosa inventarsi.
-rimani qui stasera, andiamo insieme domani a scuola, anzi in compagnia di mio fratello...-
-beh si se non disturbo... con tuo fratello??chi dei tanti?-
-si domani ci accompagna Ethan...-
-ah.. ehmmm. ok.- diventai un fascio di nervi non sapevo cosa fare.
il tempo passo in fretta, tra chiacchiere e gossip sui ragazzi della scuola, Giorgina mi preparò il letto e nel frattempo andai giù in cucina per bere un po d'acqua.
scesi lentamente senza fare rumore, aprii il frigo e presi l'acqua e un bicchiere, lo rempii. improvvisamente senti come se qualcuno mi osservava ma non c'era nessuno intorno a me, mi girai e mi trovai Ethan alle mie spalle, sobbalzai dallo spavento e poi divenni rossa, il mio cuore batteva come se non avesse mai battuto in vita sua:
-cosa ci fai alzata a quest'ora?.-
-ti potrei fare la stessa domanda.-
-io sono libero di fare ciò che voglio sono grande e non vado a scuola, tu invece?-
-avevo solo sete niente di particolare.- intanto ci acomodammo sul divano del grande, ma che dico enorme salone che ospitava quella casa:
-come mai non conosci nessuna delle amiche di Giorgina. se mi rispondi anche tu lunga storia ti strozzo.-
-ok ok...-  dal nulla appare Giorgina che mi dice di andare a letto. 
ero nel letto di quella splendida casa , ma mi giravo e rigiravo ma non riuscivo a prendere sonno, avevo troppa curiosità che mi circolava nel sangue, ma dopo un po di battaglie con il ciscino e la curiosità mi addormentai.
-Elena. Elena.- mi sentivo scuotere il braccio.
apro gli occhi e c'era Giorgina che mi diceva che era tardi e che dovevamo andare. mi lavo e mi vesto in un secondo, scendiamo le scale come dei fulmini e saltiamo in una Porshe, non potevo crederci. 
arriviamo a scuola a tutti ci guardano attraversare il parcheggio con questa favolosa macchina.
attraversammo il restante parcheggio come due modelle, avevamo il vento che ci mandava indietro i capelli e i ragazzi che si giravanno per ammirare le due modelle improvissate in quell'istante...
entriamo dalla porta principale e di nuovo tutti che mi guardano sembra che non abbiano avuto mai una nuova studentessa...
mentre chiacchieriamo, i miei libri volano e io insieme a loro, sembravo un volatile, cado a terra facendo un boato di quelli mai sentiti, giro la testa e a terra c'era Jackson che aveva gli occhi stabarrati e che sperave che non mi fossi fatta niente:
-hey scusa.- mi porge la mano e d'era morbita, come se fosse una mano di un bambino neonato, aveva qualcosa di famigliare, come se l'avessi già toccata.
-no, non fa niente...- mi alzo il pantalone e avevo il ginocchio che sanguinava.
-oh mio dio...!- da un momento all'altro intorno a me c'erano tante persone tranne Jackson e Giorgina, mi giravo e mi rigiravo ma non c'erano erano come scomparsi nel nulla.
uno dei tanti aspettatori della scena non molto carina mi porta in infermeria:
-buongiorno S.Laiton.-
-ciao Simon, che ci fai qui? ti sei fatto male?.-
-io no , ma lei si.-
-oh santo cielo vieni qui, siediti e dimmi se ti fa male.-
-sono sicura che non è niente.!- lo speravo non volevo che tutti mi facessero da bastone solo per rimpianto...
-per fortuna non ti sei fatta niente, ora te lo fascio e poi puoi andare in classe e poi tieni il ghiaccio sul polso.- ah si dimenticavo il mio polso si era storto completamente ma stranamente era come nuovo dopo due minuti...
-grazie mille.-
-come ti chiami?-
-Elena signora...-
-ah si quella nuova, benvenuta in questa scuola.-
-grazie mille- 
Simon mi riaccompagna in classe, ci scambiammo solo un "grazie" e un "prego" e un semplice "ciao..." quando arrivai vicino la porta della mia classe.
entro in classe e tutti lasciano un respiro preso almeno da 30 minuti, mi siedo al banco e accanto a me c'era Giorgina:
-dov'eri finita?-
-ehmm. ero li!- non sapeva cosa dire, balbettava come una che non aveva studiato.
-non ti ho vista più...- e poi gli chiesi abbassa voce-è tuo fratello?-
-m..mio fratello sta bene o...ora è in classe... si in classe...-
-ah ok.-
finite anche per il secondo giorno le 5 ore strazzianti rientrai a casa, di nuovo quell'imbarazzante silenzio che odiavo. squilla il telefono, faccio un balzo dallo spavento e poi rispondo:
-hey Elena sono Giorgina-
-hey dimmi tutto..-
-senti ti va di venire di nuovo a casa mia?-
-si perchè no-
attraverso quello splendido ponte che sovrastava il lungo lago, e poi con un po di timore attraverso il bosco.
-track- sento questo rumore tre volte mi giro e mi riggiro ma intorno me non c'era nessuno, mi girai nuovamente e mi trovo alle spalle Jackson e un'altra ragazza.
-ciao...-
-ciao che ci fai qui tutta sola?- il suo respiro era sempre più intenso come se non volesse che io dovevo stare li, oppure in quel momento.
-sto andando a casa di Giorgina, perchè? se do fastidio vado via non ci sono problemi.- dal nulla appare Giorgina.
-hey Elena, dai vieni.- prima di iniziare a camminare guarda negli occhi suo fratello, come se stessero parlando con il pensiero.
arriviamo a quella favolosa casa e io e Giorgina restiamo fuori sul dondolo di legno, che avevo costruito suo padre...
-ti piace mio fratello vero?-
-ehmm. si, perchè questa domanda?.- 
-niente, dovresti dimenticartelo.-
-perchè?.- beh forse aveva ragione stamattina era abbracciato ad un ragazzo e ora se ne portava un'altra a casa.
-come hai notato è un farfallone, potrebbe frirti.- quando pronuncio quella parola il nodo che aveva in gola gli scese come se non fosse vero ma doveva dire un bugia pur di non farmi toccare da suo fratello.
-ok, seguirò il tuo consiglio, entriamo fa un po freddo.-
entrammo in casa in cucina nel salone non c'era nessuno, e dove poteva stare un ragazzo che si porta a casa ogni ragazza che gli capita davanti agli occhi *in camera da letto* unica possibilità *no?*. salimmo le scale senza fare rumore le porte erano tutte aperte e non si sentiva alcun rumore *stano*, entrammo nella camera di Giorgina, mi voltai per chiudere la porta e quella ragazza era stesa a terra, il suo addome non si muoveva, io respiravo con fatica nella mia mente si ripeteva sempre una cosa "è solo un'illusione, solo un'illusione". per scaramanzia chiusi e apri gli occhi, la ragazza non c'era più, c'era solo Jackson appogiado al bordo della porta che mi fissava con sfida. *dovevo capire cosa voleva da me, e cosa gli avevo fatto.*.
la serata passo velocemente e verso le 9.30 decisi di ritornare a casa, era già buoi.salutai Giò e andai via.
iniziai a camminare per il bosco, ma c'era un'atmosfera strana, c'era qualcuno che mi seguiva, sentivo il suo fito sul collo, mi guardai parecchie volte dietro ma non c'era nessuno. beh forse quelle parecchi volte non bastavano, bastava solo sbattere le palpebre che lui era davanti a me *chiariamo Jackson*, feci un salto indietro per lo spavento:
-ti ho fatto qualcosa?- gli feci questa domanda senza pensarci e forse ci dovevo pensare parecchio.
-no non mi hai fatto niente.- metre diceva questa frase avanzava sempre più verso di me *questa cosa non mi piace*.
-allora perchè ogni volta che mi vedi sei cosi stano?-
-io sono sempre me stesso.- avanzava sempre più, finchè era davanti a me anzi a un centimetro da me, i nostri nasi si toccavano e come per sfida i nostri sguardi non si lasciavano andare neanche per un secondo. i suoi occhi si illuminarono, anzi diventarono color ghiaccio la luce della luna gli colpiva tranquillamente, a lui non faceva neanche una piega. il mio respiro accellerò sempre più....


note: mi dispiace, è un po corto ma spero che vi piaccia...

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: lalla97