-IL RICORDO DI UN EROE-
Una
donna, una bella donna dai lunghi capelli azzurri, procedeva a passo lento,
lungo una stradina attorniata da cespugli di lavanda.
Nella
mano destra, stringeva la piccola manina di un bambino dai capelli violacei.
Era seria
ed i suoi occhi parevano persi nel vuoto. Anche quella notte, ancora una volta,
non aveva dormito e nella sua testa continuavano a scorrere, lente, quelle
immagini che non avrebbe mai più dimenticato.
Com’è
stato possibile? Com’è potuto succedere? Ancora non riusciva a darsi pace.
“Mammina siamo arrivati vero? E’
quella laggiù vicino al fiume?” chiese il piccolo tirandola per i pantaloni.
Lei si
ridestò, cercando di mettere a fuoco il paesaggio.
Annuì.
“Si tesoro mio, siamo arrivati.
Ecco prendi- disse
porgendogli il mazzo di fiori stretto nel braccio sinistro- vai tu a posarli là!”
Il bimbo
trotterellò avanti e si fermò di fronte ad una grande lapide di marmo bianco.
Lei si
sedette su di una roccia e qui, cominciò a pensare.
Inizio flashback.
“Purtroppo, la medicina non è
servita a niente. Si forse l’ha fatto stare meglio, ma ha prolungato l’agonia.
Bulma, lui ci ha lasciati!”
Erano
state queste le parole di Vegeta.
L’aveva
guardata dritta negli occhi e poi, quando lei si era lasciata cadere a terra,
scoppiando in un pianto disperato, il Sayan l’aveva abbracciata forte.
Si, Goku,
il grande guerriero Son Goku, non c’era più.
A nulla
era valso lo sforzo di Mirai Trunks di salvargli la vita, portandogli la
medicina speciale.
Si era
consumato lentamente, a letto, sotto lo sguardo impotente di Kiki e di tutti
coloro che gli volevano bene.
Anche lo
stesso Vegeta si era lasciato sfuggire una lacrima quel giorno.
“Sei uno stupido…Goku…” aveva bisbigliato battendo forte
un pugno contro il muro della sua stanza.
Quella
volta, il Cell Game incombeva ed il morale dei guerrieri era sotto
terra.
Gohan
sperava di poter rivedere in azione il suo adorato papà, ma non c’era stato
nulla da fare.
E così,
con il dolore nel cuore, uno dopo l’altro, Mirai Trunks, Junior, Vegeta, C-16 e
tutti gli altri si erano dati da fare per sconfiggere Cell.
Fu una
battaglia durissima, tremenda, che pretese la vita del giovane Namecchano e
anche quella del Ciborg, riportati poi in vita grazie le Sfere del Drago.
Ma una
volta sceso in campo Gohan, il sangue del sangue, del grande Goku, le cose
cambiarono.
“Mi raccomando figliolo…tu e la
mamma state sempre insieme…” gli aveva sussurrato il padre qualche ora prima di
abbandonarlo.
In un
primo momento, Gohan non comprese il vero significato di quelle parole e si
limitò a rispondere “Ma certo papà, io,
te e la mamma staremo sempre insieme.”
Il
piccolo Sayan non avrebbe mai immaginate che Goku l’avrebbe lasciato.
Solo in
seguito venne a sapere che tutti, Kiki compresa, erano a conoscenza delle gravi
condizioni dell’uomo.
Però
avevano sempre cercato di fare buon viso a cattivo gioco, tentando di lasciar
trascorrere serenamente a Goku, gli ultimi istanti di vita.
Gli amici
lo rincuoravano con frasi tipo “Ehy
amico, guardati stai già meglio!” oppure “Non preoccuparti, è una cosa passeggera e presto potrai tornare sul
ring!”.
Dal canto
suo, anche Goku era consapevole che gli rimaneva poco tempo e anche lui cercava
di recitare al meglio il suo ruolo.
“Gohan, quando guarirò, andremo a
pescare, intesi?”
ripeteva al figlio, tentando di mettere in fila una frase sensata.
Ormai il
dolore lo stava distruggendo, sentiva quei muscoli, un tempo forti ed
indistruttibili, abbandonarlo ogni giorno di più.
Gohan
scosse il capo, gettando a terra parte del suo mantello.
“Lo faccio per te papà, perché sei
un eroe, il nostro eroe!” gridò al vento, poco prima di scagliarsi contro cell.
Fine flashback.
Bulma
sorrise amareggiata.
Il suo
migliore amico era morto e neppure le sfere del drago erano state in grado di
riportarlo in vita, in quanto morto per cause naturali, una condizione che
nessuno avrebbe potuto prevedere o immaginare.
Le sfere
esaudivano ogni desiderio, buono o cattivo, ma lo esaudivano ugualmente.
Erano
riuscite a far resuscitare Crili, morto sventrato per mano di Freezer e allora
perché diavolo non potevano anche fare la stessa cosa con Goku?
Una
lacrima le rigò il viso ormai stanco. Erano mesi che non faceva altro che
piangere.
Piangeva
per Kiki, rimasta sola con due figli da crescere, uno dei quali non avrebbe mai
incontrato suo padre. Povera donna.
Piangeva
davanti ad una foto, ricordando il passato.
Lei e
Goku, il suo Goku, erano cresciuti insieme, erano stati l’uno la spalla
dell’altro e sempre insieme, ne avevano passate tante, a cominciare dalla lunga
ricerca delle sfere del Drago.
Pericoli,
momenti di gioia, di sconforto, paura. Avevano trascorso parte della loro vita
proteggendosi a vicenda, scherzando e ridendo assieme.
Ed ora,
tutto ciò che rimaneva a Bulma, era solo un ricordo, un ricordo al quale aggrapparsi
disperatamente.
Vegeta
non avrebbe mai voluto vederla in quello stato, non a causa di Goku.
“Tsk, sei morto e fai soffrire le
persone che ti hanno voluto bene! Come al solito non ne fai mai una giusta!” avrebbe certamente sbraitato il
Principe.
Ma anche
lui, in fondo al suo duro cuore orgoglioso, celava la tristezza; tristezza per
non essere riuscito a misurarsi in un incontro, tristezza per non aver avuto il
suo coraggio, ma soprattutto, tristezza per aver perso un amico.
Scattò in
piedi avvicinandosi al figlioletto.
Trunks
era fermo, immobile davanti alla lapide e con le dita, percorreva il nome di
Goku inciso nel marmo.
“Mammina, tu volevi tanto bene a
questa persona?”
chiese il piccoletto.
“Si, Trunks, la tua mamma era
molto affezionata a Goku!”
“Ed era un uomo forte?”
Sorrise.
“Si figliolo. Goku era la persona
più forte dell’intero Universo. Era un eroe e anche se tu non hai mai avuto la
fortuna di conoscerlo, sarà così che dovrai ricordarlo. Un eroe!”
*-FINE-*
Ciao a tutti! Ecco qui
un’altra FF su Dragon Ball.
Si lo so, è triste,
mentre la scrivevo, stavo ascoltando Gravity(sigla finale di Wolf’s rain!).
Cmq spero vi sia
piaciuta…fatemi sapere eh!
Baci baci…Kirara(ke
domenica parte per la sardegna!!!!)