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Autore: Lucash99    20/12/2012    0 recensioni
Nessuno avrebbe mai pensato che chi era lui non era lui... e che chi non era lui era lui...
Continue evasioni e omicidi, questo é ciò che sta per accadere... ma qual'é il perché di tutto questo?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un lato oscuro'
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«Devo fare i miei complimenti al re dell'evasione. Ce l'hai fatta di nuovo.»

«Ma stavolta ho davvero intenzione di ucciderti, non ti darò tutto il tempo che ti ho dato l'ultima volta. Se devi parlare fallo subito, dimmi la verità su quella storia... se vuoi.»

«Non me lo faccio ripetere due volte, ti dirò la verità. Ti sei mai chiesto come hai fatto a vivere dopo che ti hanno abbandonato? Un neonato non può certo vivere senza qualcuno che lo cresca, o sbaglio?»

N E' L gli sorrise e gli disse:

«Più chiaro di così non potevi essere, puoi raccontarmi la storia nei dettagli?»

«Eri appena nato e ti lasciarono da solo al tuo destino, ma questo lo sai già. Io ti trovai per caso e ti portai a casa mia, avevo 18 anni... come te oggi. Badai a te fino all'età di 8 anni, giusto prima che uccidessi tua madre. Come fai a non ricordartelo? In fondo avevi 8 anni quando ti lasciai.»

«E' vero, ora un po' lo ricordo. Andai via e proprio in quei giorni maturò l'idea di uccidere mia madre... ma una cosa non l'ho capita... perché mi hai lasciato andare quando avevo l'età di soli 8 anni?»

«Avevo un piccolo lavoro, questo é certo... ma ero orfano e non potevo continuare a badare a te, a malapena riuscivo a mantenere me stesso... l'ho fatto per necessità, se avessi potuto continuare ad accudirti ne sarei stato felicissimo.»

«In parole povere... tu sei stata l'unica persona che mi ha mai voluto bene...»

«Escludendo Nel che non ti ha mai conosciuto... sì.»

N E' L prese la pistola in mano e la gettò a terra.

«Perché non mi uccidi più?»

«Perché io uccido chi mi ha fatto del male... non avrei mai avuto il coraggio di ucciderti. Però, posso capire perché non hai parlato subito di questa storia?»

Disse in un misto di pianto e rabbia.

«Perché ero sicuro che non mi avresti ucciso, sapendo che avrei potuto essere collegato al tuo passato. Tornando al discorso dell'uccidere chi ti ha fatto del male, quel bambino cosa ti aveva fatto?»

«Quello é stato un attimo di pazzia, nient'altro.»

«Visto che sei collegato al mio passato... puoi dirmi perché i miei genitori e i miei parenti non mi hanno accettato e mi hanno definito il lato oscuro di Nel?»

Jonathan lo guardò con aria molto seria.

«Io ti ho trovato dopo che ti avevano abbandonato, ma non ho alcun collegamento con la tua famiglia... quindi non ti posso dire il motivo per cui ti hanno rifiutato... non ho assistito alla tua nascita, né ho assistito alle ore successive.»

Il volto di N E' L cambiò, era molto più triste perché sapeva che una parte del suo passato, forse la più importante, sarebbe sempre rimasta nell'ombra... il mistero era destinato a rimanere tale.

«Capisco che vorresti svelare a tutti i costi questo mistero... e capisco anche che possa farti un po' più felice, perché così saprai cosa hai fatto per essere scartato fin dalla nascita... ma può darsi anche che sia meglio non scoprire mai qual é il tuo passato... potrebbe farti troppo male.»

«Parli come se lo sapessi, se lo sai... per piacere dillo subito.»

«Non ne so niente... ma conosco qualcuno che potrebbe dirtelo, prova a indovinare chi é.»

N E' L diventò speranzoso.

«Se lo sai, non tenermi sulle spine. C'é qualche mio parente che non ho ucciso? No, non può essere uno di loro... ma allora chi altri potrebbe essere?»

«L'unica persona che poteva rimanere in sala parto assieme a tua madre, pensaci bene.»

«Forse ho capito!»

Tutto d'un tratto il suo volto finì di essere oscuro e anche se non si vedeva diventò addirittura gioioso.

«Finalmente sei felice, allora ti farò conoscere a breve questa persona.»

«Non mi hai ancora detto chi é. E' quello che penso io?»

«Se pensi al medico, sì.»

«Grazie Jonathan.»

Poi andò ad abbracciarlo, in attesa di sapere la verità definitiva sul suo passato.

 

«Jonathan, prima di scoprire perché sono stato abbandonato... voglio farti qualche altra domanda.»

«Riesco ad immaginare quali sono.»

«Dopo che mi hai trovato, non hai provato a rintracciare i miei genitori e poi come hai scoperto il nome che mi avevano dato?»

«I tuoi genitori non erano rintracciabili, semplicemente perché tu non eri registrato come loro figlio, per quanto riguarda il nome avevano lasciato un cartellino con il nome N E' L.»

«Ok, grazie.»

...

«Tra poco arriverà il medico, colui che ti dirà la verità.»

N E' L diventava pensieroso, era ovvio... stava per scoprire la verità, tanto attesa quanto odiata. Si sarebbe potuto pentire di aver ucciso i suoi genitori... una volta scoperta la verità, forse non voleva conoscerla nemmeno... ma ormai era troppo tardi.

Qualche minuto dopo...

«N E' L, sono io l'unico a sapere la verità... ma prima di esporla, voglio essere sicuro del fatto che tu la voglia davvero sapere.»

«Sì, la voglio conoscere.»

«Il problema é che potrebbe farti del male, anzi farà del male a te ma anche a qualcun' altro.»

«Quel “qualcun' altro” é per caso Jonathan? Perché se é così... se farà del male a lui... non voglio conoscerla.»

Jonathan si voltò, sorridente, verso di lui e disse:

«Grazie del pensiero, N E' L.»

Poi continuò il dottore:

«Farà del male a qualcuno che ancora non conosci e che presto addirittura odierai. Allora, parlo?»

N E' L fece segno di aspettare e poi rispose.

«Mi farà pentire di ciò che ho fatto?»

«Questo dipende da come interpreterai quello che ti dirò.»

N E' L era impaziente di sapere la verità.

«Parla.»

«La colpa non é tutta dei tuoi genitori e dei tuoi parenti, c'é un'altra persona che ha determinato la tua vita... un veggente.»

«E cosa avrebbe fatto di preciso?»

«Sentii la conversazione dei tuoi genitori, ricordo ancora le loro parole... affermavano che erano andati da un veggente per farsi predire il futuro, che stupidi! Lui rispose dicendo che il bambino partorito per secondo... sarebbe stato un essere malvagio, il lato oscuro del primo.»

N E' L si arrabbiò moltissimo, sognava già la sua vendetta verso quell'uomo.

«Dimmi la verità, N E' L.»

«Quale, Jonathan?»

«Adesso vuoi uccidere anche il veggente, vero? Attribuirai tutta la colpa a lui o sbaglio? Ti sei pentito di aver ucciso i tuoi genitori e tutti gli altri?»

«Non mi pento di aver ucciso tutti i miei parenti, genitori inclusi, sono stati dei deboli... anzi degli ignoranti. Ma il dottore aveva ragione... questa storia farà del male a qualcun' altro e non solo a me. I miei genitori hanno praticamente distrutto la vita di loro figlio... solo perché uno qualsiasi glielo ha detto, anzi ora li odio ancora di più.»

La rabbia di N E' L diventò incontrollabile, urlò queste parole:

«Quel dannato veggente ha distrutto la mia vita per quattro soldi!»

Il medico disse con voce molto pacata:

«Jonathan, non posso dargli torto... ma ora é meglio riportarlo in cella, farà di tutto per rintracciare quell'uomo e per poi vendicarsi... anche se non lo biasimo.»

Il dottore stava andando via, ma Jonathan lo fermò per fargli un'ultima domanda.

«Lo faresti anche tu, vero?»

«Certo che lo farei, d'altronde lo farebbero tutti... povero ragazzo.»

N E' L si appoggiò a terra e poi si rialzò, con voce malvagia e piena di odio disse, diretto a tutto il mondo, questo:

«Ahah, rintracciarlo, ahah, vendicarmi, ahah!»

Poi, come finale, gridò al cielo:

«Mi vendicherò!»

  
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