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Autore: Nebul_a    20/12/2012    3 recensioni
Era un'idea che mi frullava in testa da molto tempo e non poteva esserci momento migliore se non quello natalizio per pubblicarla. Bra e Vegeta in un "normale" pomeriggio di shopping. Per chi ama questa coppia padre-figlia, questa one-shot potrebbe strapparvi un sorriso!
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiata col papà.
 

 
Le luci variopinte coloravano le strade innevate di mille sfumature diverse. Rosso, giallo, blu. I fiocchi che cadevano lenti e placidi dilatavano la percezione dello spazio facendo calare una calma surreale sulle grandi strade chiassose e piene di traffico e gente che correvano a destra e a manca cercando di adempiere ai mille impegni del tran tran quotidiano.
Pochi giorni e sarebbe stato Natale.
Il Natale, la festa amata da grandi e piccoli. Le famiglie si riuniscono e tutti si é più buoni.
Tutti? Non proprio.
-Bra, datti una mossa!- sbottò per l'ennesima volta un Vegeta sull'orlo di una crisi di nervi.
-Sì, sì, papà, arrivo!- rispose la giovane donna staccandosi dalla vetrina che da un bel po' di tempo osservava con morboso desiderio.
Gli si avvicinò sbuffando. -Non riesco a trovare uno straccio di regalo, ti rendi conto?- commentò frustrata incatenando il proprio braccio a quello del padre cominciando a camminare.
-Mpf.- fu l'unica risposta.
-E tu, hai visto qualcosa per la mamma?-
-Tsk, ho incaricato tuo fratello per quello!- rispose allora sdegnoso e girando il capo offeso. Il Principe del potente e valoroso popolo dei Saiyan non si sarebbe mai abbassato a cercare i regali per i famigliari come si affaccendavano tanto gli altri insulsi terrestri. Lui aveva un figlio per quello.
-Ora ho scoperto il trucco! In effetti mi chiedevo come facessi sempre a non farti mancare mai il regalo per anniversari, San Valentini, compleanni, eccetera, senza che mai ti vedessi saltare un allenamento! Povero, Trunks, adesso che ha una famiglia deve continuare a pensare a far fare bella figura a te, mentre invece dovrebbe interessarsi a far lui la figura del bravo maritino!-
-Punto primo: non é una ragione sufficiente! Lo ha fatto da quando era piccolo perché ora dovrebbe essere diverso? Punto secondo: io non ce lo vedo proprio a fare il bravo maritino!-
Bra scoppiò a ridere. -Ma dai! Non é vero! Non é tanto male!-
-Be', allora é un padre snaturato!- ribadì quindi Vegeta fermo sulla sua posizione.
-Quelli si chiamano incidenti di percorso!- cercò di difendere il fratello debolmente e con un sorrisino malefico stampato sul volto.
-Tsk, chiamali come ti pare.-
Bra distolse gli occhi dal volto del padre e li abbassò. -Pensi che debba comprare un regalo da mettere sotto l'albero anche per loro?- mormorò con la voce grondante dolcezza accarezzandosi il pancione che prepotentemente si stagliava da sotto il pesante abito rosso.
-Come se già non li avessi riempiti di regali!- disse sferzante l'uomo voltando il capo. Ancora non si era abituato a vedere la sua bambina in quelle condizioni. Ma del resto se aveva acconsentito a farla sposare quella era l'ovvia conseguenza di quel sì detto con somma sofferenza ed estremamente combattuto.
-E dai, che mi hai capito!-
-Se tutto va bene i due marmocchi nasceranno tra due mesi e non avrebbe più senso!-
-Sì, ma loro ci sono, in un certo senso. Saranno con noi alla cena di Natale e quando scarteremo i regali.-
-Credimi, ancora non sono capaci di scartare i regali.- la prese in giro con un sorriso maligno.
La ragazza gli diede un leggero pugno sul braccio. -Cattivo!-
Continuarono a camminare in silenzio. Lei troppo concentrata a guardare le vetrine, lui troppo impegnato nel conto alla rovescia, calcolando il tempo che lo separava dalla fine di quella tortura.
Poi d'improvviso Bra urlò. Vegeta si voltò allarmato pronto a sostenerla. -Bra, che hai?- poi la sua voce assunse un tono di puro terrore vedendo gli occhi della donna sgranati dallo shock.
-Oh ti prego, non ti si saranno rotte le acque!- urlò mentre la paura si faceva pian piano strada nel suo cuore.
-Oh cielo, oh cielo! Papà!- gridò allora Bra superato il primo attimo di smarrimento.
-Sono qui, Bra. Aggrappati a me, ti porto subito in ospedale!- cercò di rassicurarla allargando le braccia pronto a sorreggerla.
-No, ma che hai capito? Le hai viste quelle scarpe? Non sono spettacolari?- rispose allora allungando il braccio verso la vetrina che gli stava di fronte.
I pensieri di Vegeta sono facilmente immaginabili. Ma cercò di tenere le miriadi di improperi e imprecazioni che gli stavano nascendo dal cuore per sé, più che altro per non attirare l'attenzione e per rispetto dei nipoti. Ma quante gliene avrebbe voluto dire...
-Andiamo papà!- la ragazza cominciò a trascinarselo dietro incurante del pericolo che poteva rappresentare se urtato ulteriormente.
Vegeta non volle sentire ragioni. Come al solito si ostinò ad aspettarla fuori dal negozio. Meglio al freddo e al gelo che non in un negozio pieno di femmine di tutte le età che se lo mangiavo con gli occhi.
Furioso più che mai fece di tutto pur di non dare attenzione ai gridolini divertiti della figlia felice di essere attorniata dalle cose più belle che potessero esserci sulla faccia della terra: abiti, borse, scarpe e accessori.
Infatti non si curò affatto di uno di quei gridolini che si era fatto sentire un po' più acuto degli altri. Si riscosse solo quando una commessa attirò la sua attenzione. -Mi scusi, signore, ma credo che sua figlia non si senta bene.-
-Non si preoccupi avrà vistò una borsa o delle scarpe che le piacciono.- rispose spiccio e seccato. Sua figlia doveva fare l'attrice, altro che stilista!
Ma non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase. -Papà! Mi si sono rotte le acque! Veramente sta volta!- si affrettò ad aggiungere la ragazza allarmata.
Vegeta impallidì e pensò che non potesse esserci sfiga più grande. Entrò come una furia nel negozio, afferrò la figlia e veloce come un fulmine si alzò in volo in direzione dell'ospedale.
Tra le sue braccia, però, la figlia rideva.
-Ma non hai dolore?- chiese allora confuso.
-Papà, credo che ci abbiano fatto loro il vero regalo!-
 
 
  
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