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Autore: MadeWithLove    20/12/2012    4 recensioni
Questa è la storia di un ragazzo particolare: il suo nome era Stily...Lui infatti non era altro che un ragazzo, che sarebbe stato uguale a tutti gli altri, se non per il fatto che era nato stilizzato. I dottori non riuscivano a spiegarsi come fosse possibile: era in perfetta salute e vivente, ma il suo corpo era una linea nera, e così anche le sue braccia, le gambe, le dita, e i piedi; la testa era un semplice cerchio, piatto, e gli occhi e la bocca sembravano disegnati.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la storia di un ragazzo particolare: il suo nome era Stily. Questa è l’abbreviazione di “stilizzato”. Lui infatti non era altro che un ragazzo, che sarebbe stato uguale a tutti gli altri, se non per il fatto che era nato stilizzato. I dottori non riuscivano a spiegarsi come fosse possibile: era in perfetta salute e vivente, ma il suo corpo era una linea nera, e così anche le sue braccia, le gambe, le dita, e i piedi; la testa era un semplice cerchio, piatto, e gli occhi e la bocca sembravano disegnati. Eppure si muoveva, parlava e vedeva. Poteva respirare, anche se nessuno sapeva dire come dato che non aveva il naso. E la stessa cosa per le orecchie: poteva udire, ma non si capiva come lo facesse senza orecchie. Non aveva i capelli, ma quello era l’ultimo dei suoi problemi.

A scuola non aveva molti amici, nessuno gli parlava. A volte nemmeno si accorgevano di lui perché sembrava un foglio di carta appeso al muro.
Stily era triste. Sapeva di essere diverso e anche se provava ad integrarsi, gli altri lo respingevano. In un mondo pieno di dettagli, uno semplice come lui non faceva molta strada.
 
“Come ogni mattina mi preparavo per andare a scuola. Sono sottile come un foglio di carta e se mi metto di profilo non mi vedo nello specchio. Mi diverto farlo perché così so come gli altri mi vedono, anzi, NON mi vedono.
Non ho voglia di andare a scuola. Non ho paura di interrogazioni e verifiche come gli altri: i miei voti sono alti e sono sempre piuttosto preparato. Ho paura dei compagni. E di alcuni professori. Se non mi vedono per me è meglio, perché se si accorgono di me mi trattano davvero come fossi un pezzo di carta. Usano la mia faccia per scarabocchiare e mi stropicciano braccia e gambe, e fa male. Loro dicono di farlo per me: dicono di volermi disegnare naso e orecchie, per farmi essere come loro. Una volta avevano preparato una parrucca di carta e me l’avevano incollata alla testa e la colla mi aveva bruciato. Vorrei non lo facessero, ma non riesco a ribellarmi: sono troppo forti per me.
Quindi non voglio andarci a scuola. Vorrei passare la giornata nel prato dietro casa mia, dove vivono tanti animali e bellissimi insetti. Mi piace guardarli: sono strani, proprio come me. Loro non mi trattano male. Mi stanno intorno e si lasciano guardare. Nemmeno fuggono da me. Starei per ore in silenzio a guardarli.
Quando fui pronto, scesi in cucina.
-Ciao ma’-
-Ciao tesoro- mi rispose la mamma. Lei è l’unica che è sempre dolce con me. Papà no. Papà in realtà non l’ho mai conosciuto. È fuggito quando sono nato: probabilmente si vergognava ad avere un figlio come me.
-Mamma, posso dirti una cosa?-
-Certo, dimmi-
-Non voglio più andarci a scuola. Non mi trovo bene, gli altri sono cattivi con me. Voglio andare a guardare gli insetti-
La mamma allora si avvicinò a me e mi abbracciò. Lei riesce a stringermi senza farmi male. Mi fa sentire protetto. Mi piace il suo profumo. Sento il calore del suo corpo su cui finiscono le mie lacrime. Si, posso piangere anche se sono stilizzato.
-Va bene, puoi stare a casa- mi disse.
Poi si alzò, aprì un cassetto e tirò fuori un pezzo di carta rosso, che mi diede. Era un cuore di cartoncino rosso.
-Cos’è?- le chiesi.
-Questo è il cuore di tuo padre-
Credevo fosse impazzita. Sapevo che mio papà fosse un uomo normale, non come me, e il suo cuore battesse ancora nel suo petto.
-Quando mi ha chiesto di sposarlo mi ha dato questo cartoncino e mi ha detto che non aveva abbastanza soldi per comprare un bell’anello, ma che poteva regalarmi il suo cuore e che sarebbe stato mio per sempre. Vedi Stily, un anello ricco con mille pietre preziose, non sarebbe mai stato meglio di questo semplice cuore di cartoncino-
-Vuoi dire che io sono meglio degli altri?-
-Più sono semplici le cose, più sono belle e tu, Stily, sei il ragazzo più semplice del mondo-
Mi ritrovai a sorridere.
Uscii di casa e mi guardai attorno: tutte quelle persone, con orecchie e naso, con i capelli e la pancia tonda, con le ciglia e i denti, non avevano nulla più di me. Gli altri si sforzano per essere complicati, per risultare più interessanti, e lo fanno così bene che indossano delle maschere, fino a diventare falsi. Io invece sono così come gli altri mi vedono. Non so fingere di essere qualcun altro. Non so come essere complicato, in fondo sono stilizzato. Io non mi nascondo, anche se saprei farlo meglio degli altri. E per la prima volta vedo le cose come stanno davvero: non sono non mi manca niente, ma sono migliore.
La vera bellezza è la semplicità.”
 

  
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