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Autore: Little_Lotte    21/12/2012    3 recensioni
E se, dopo aver scoperto della sua dislessia, Ryder avesse trovato in Blaine un amico speciale con il quale confidarsi e al quale rivelare senza alcun remora tutti i suoi dubbi e le sue paure?
Dal testo: 
" Ryder portava con sè quel fardello sin da quando aveva sei anni, da quando si rese conto che imparare a leggere e a scrivere era per lui ben più difficoltoso di quanto lo fosse per tutti gli altri bambini che si trovavano nella sua classe.
Non poteva sapere, a quel tempo, che si trattasse di dislessia: un disturbo di apprendimento e del linguaggio che, con il passare del tempo, lui stesso avrebbe potuto imparare a controllare, trasformandolo semplicemente in qualcosa con cui poter convivere per sempre, sebbene con una certa fatica.
All'epoca, per tutti quanti, Ryder era solamente un ragazzino difficile; era gentile, spensierato e di buon cuore, ma gli riusciva incredibilmente difficile applicarsi in qualsiasi genere di attività di tipo mentale ed intellettivo.
In poche parole, era uno stupido. "

[ Post 4x7, prima delle Provinciali. Blaine/Ryder friendship. What If. ] 
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Ryder Lynn, Ryder Lynn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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You are Special,
Ryder.









Ryder Lynn aveva un segreto.

O meglio, non era più un segreto da quando Finn Hudson lo aveva trascinato da quella specialista che aveva diagnosticato la sua dislessia, ma in un certo senso Ryder credeva di poterlo ancora ritenere tale; dopo tutto, non erano poi in molti in quella scuola ad esserne a conoscenza: la sua insegnante di sostegno, qualche professore, Finn, Jake e Marley - ma solamente perchè lui lo aveva scoperto in seguito ad un compito assegnato ad entrambi per il Glee Club, e lei... beh, lei era la sua ragazza, o almeno Ryder aveva sperato che potesse diventarlo.

Non aveva mai trovato il coraggio di dirlo a tutti gli altri membri del Glee.

Non che non si fidasse di loro, ma sentiva di non essere ancora pronto a renderli tutti partecipi di quella realtà; in fin dei conti, nessuno riesce veramente a trattarti da persona "normale", quando scopre che in te c'è qualcosa che non va. Ryder portava con sè quel fardello sin da quando aveva sei anni, da quando si rese conto che imparare a leggere e a scrivere era per lui ben più difficoltoso di quanto lo fosse per tutti gli altri bambini che si trovavano nella sua classe.

Non poteva sapere, a quel tempo, che si trattasse di dislessia: un disturbo di apprendimento e del linguaggio che, con il passare del tempo, lui stesso avrebbe potuto imparare a controllare, trasformandolo semplicemente in qualcosa con cui poter convivere per sempre, sebbene con una certa fatica.
All'epoca, per tutti quanti, Ryder era solamente un ragazzino difficile; era gentile, spensierato e di buon cuore, ma gli riusciva incredibilmente difficile applicarsi in qualsiasi genere di attività di tipo mentale ed intellettivo.

In poche parole, era uno stupido.

Ovviamente nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo apertamente, ma lui si sentiva esattamente così: sapeva di essere diverso, di essere inferiore a tutti gli altri ragazzi della sua età, riusciva a leggere in ogni sguardo a lui rivolto la stessa vergogna che egli stesso nutriva nei propri confronti. Quella stessa vergogna che, di quando in quando, era solita presentarsi sul volto severo e pretenzioso di suo padre.

<< Devi impegnarti, Ryder. >> gli diceva sempre << Sei un ragazzo sveglio, ma non ti applichi abbastanza! Devi studiare seriamente, imparare a concentrarti come fatto tutti gli altri, altrimenti non riuscirai mai a raggiungere dei risultati decenti. >>

Ma era proprio quello il suo problema: Ryder ci provava, faceva di tutto per raggiungere quelli obiettivi, ma ogni volta che aveva come la sensazione di essere sul punto di avvicinarvisi, questi gli sfuggivano miserabilmente di mano, facendolo sentire sempre più inetto, sempre più incapace.

Sempre più stupido.

Nessuno, fino a quando Finn non aveva deciso di prendersene cura e di aiutarlo a scoprire che cosa non andasse in lui, gli aveva mai detto che non era colpa sua; tutti scrollavano le spalle, gli dicevano di impegnarsi, che lentamente i risultati si sarebbero visti, ignorando completamente come lui si sentisse davvero, inconsapevoli del fatto che essere ciò che era stava diventando per Ryder una vera e propria maledizione. Ora che tutti i nodi erano finalmente giunti al pettine, ora che aveva la consapevolezza di non essere affatto uno stupido, si aspettava che le cose sarebbero andate meglio per lui; basta colpevolizzarsi, basta credere di non essere abbastanza intelligenti per farcela, basta darsi del minorato mentale o dello stupido.

Eppure le cose non erano affatto così semplici.

Certo, adesso Ryder aveva finalmente la certezza di non essere uno stupido, ma tutto ciò non aveva fatto altro che confermare il fatto che, per quanto tutti intorno a lui continuassero a negare l'evidenza, in lui vi era - e vi sarebbe sempre stato - qualcosa di diverso, qualcosa che lo avrebbe per sempre fatto sentire fuori luogo in mezzo agli altri, uno stigma che avrebbe portato con sè per il resto della propria vita. In ogni caso, avrebbe continuato a vivere con indosso quella spiacevole sensazione di inquietudine e frustrazione.

<< Hey, Ryder... che cosa ci fai ancora qui? >>

Ryder si voltò di scatto, sussultando per la sorpresa. Era rimasto da solo in aula studio, approfittando del fatto che tutti i suoi compagni se ne fossero già andati per dedicarsi alla risoluzione degli esercizi che aveva ricevuto il giorno prima dal suo specialista; preferiva, per il momento, tenere nascosto il più possibile il suo problema, onde evitare qualsiasi genere di presa in giro.

<< B-Blaine! >> farfugliò il ragazzo, trovandosi di fronte il compagno di scuola << C-ciao! Non credevo che fossi ancora qui, credevo che fossero andati via tutti. >>

Blaine Anderson sorrise ampiamente, con cortesia.

<< Non avevo molta voglia di tornare a casa. >> rispose << I miei genitori sono fuori città e non mi andava di starmene da solo, così ho preso un libro in biblioteca e ho pensato di rimare qui a leggerlo fino all'orario di chiusura. E' un problema per te? >>

Ryder fece segno di no con la testa, sorridendo a sua volta; non conosceva molto bene Blaine Anderson - in fin dei conti, faceva parte del Glee Club da meno di un mese- ma gli era sempre sembrato un tipo apposto, un ragazzo gentile e dai modi cortesi, una persona con la quale potersi confidare senza aver paura di essere malgiudicati.

<< No, figurati. >> disse con voce morbida << Siediti pure, io non ho alcun problema se rimani un po' qui. >>

Blaine ampliò ulteriormente il proprio sorriso e si accomodò di fianco a lui, aprendo il suo libro alla prima pagina; in quel momento, il suo sguardo cadde inavvertitamente sul foglio di esercizi che Ryder stava compilando, scuscitando improvvisamente la sua curiosità.

<< Hey, che cos'è quella roba? >> domandò il giovane Anderson, con una certa sfacciataggine << Non mi sembrano esercizi familiari, quale professore te li ha assegnati? >>

Ryder non rispose, abbassò timidamente lo sguardo ed arrossì leggermente, mentre Blaine si mordeva con forza il labbro inferiore, chiaramente in imbarazzo.

<< S-scusa. >> balbettò << Non sono affari miei, non avrei dovuto farti una domanda del genere! Mi dispiace, io... >>

<< Non fa niente! >> lo interruppe Ryder, sollevando lo sguardo ed abbozzando un sorrisetto impacciato << E' giusto che tu lo sappia, infondo siamo compagni di squadra! E' una cosa di cui un po' mi vergogno, però...beh, non potrò farne un mistero per tutta la vita! >>

Blaine lo guardò confusamente, in attesa di ulteriori chiarificazioni; Ryder sospirò profondamente, per farsi coraggio.

<< Questi non sono compiti per la scuola. >> confessò << Sono esercizi che devo fare per tenermi in allenamento, per migliorare la mia
situazione. >>

<< La tua situazione? >> ripetè Blaine, sempre più confuso.

Ryder fece segno di sì con la testa.

<< Sì, la mia situazione. >> reiterò << Io sono dislessico, l'ho scoperto pochi giorni fa. >>

<< Oh! >> esclamò Blaine, non sapendo bene in che altro modo rispondere a quell'affermazione.

Temeva, in un certo senso, di dire la cosa sbagliata, facendo sentire il povero Ryder ancora più in imbarazzo di quanto già non fosse in quel momento; non doveva essere facile, pensò, trovare il coraggio di confessare un simile segreto ad una persona quasi del tutto sconosciuta.

<< E' tutto ok. >> lo rassicurò Ryder, quasi stesse cercando di convincere più se stesso che il suo interlocutore << Voglio dire, non è una cosa che mi manda fuori di testa, ma è stato un sollievo scoprire che non sono poi così stupido come pensavo! Sono solo... beh, diverso. In un modo che non ho ancora capito se sia buono o cattivo. >>

Blaine lo guardò dolcemente, esprimento lui tutto il suo conforto.

<< Sai, io non sono esattamente un esperto in questo genere di cose. >> disse << Ma da quel che ne so, la dislessia non è una cosa così grave come una vera e propria malattia, dico bene? Ok, potrà causarti qualche problema... ma non ti rende certo una persona peggiore e, di certo, non fa di te uno stupido! >>

Ryder rivolse lui un ennesimo sorriso.

<< L-lo so. >> rispose << O almeno, adesso credo di averlo capito. E' assurdo, sai? Per anni ho vissuto con il terrore di non essere abbastanza intelligente da soddisfare le aspettative degli insegnanti e dei miei genitori, ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato in me, qualcosa che si era rotto e che non avrei mai potuto aggiustare. >>

<< E adesso? >> lo interruppe Blaine << Adesso come ti senti al riguardo? >>

Ryder sospirò profondamente.

<< Non lo so. >> rispose << Se non altro ho scoperto che il mio cervello non è malato e che i miei problemi non sono dovuti ad alcun tipo di deficit mentale! La tizia che mi ha visitato ha detto persino che sono molto più intelligente di tanti ragazzi della mia età che non presentano il mio stesso disturbo, anche se a differenza di loro faccio molta più fatica ad applicarmi. Ma non è una grande consolazione, Blaine; per quanto tutto questo possa farmi stare meglio, non cambierà mai il fatto che io sia diverso da tutti gli altri. >>

Blaine fece segno di sì con la testa, richiuse il suo libro e lo mise definitivamente da parte, per poi guardare l'altro ragazzo dritto negli occhi, con un' espressione placida e profondamente rassicurante.

<< Sai Ryder, io un po' ti capisco. >> disse lui dolcemente << So che cosa significa essere diverso, vivere con il terrore di non essere accettati per ciò che si è realmente. Io e te abbiamo questa cosa in comune: sappiamo di non essere delle persone cattive, sbagliate, ma abbiamo un pesantissimo fardello sulle spalle che ci impedisce di vivere la nostra vita senza troppe preoccupazioni. Tu sei indubbiamente più svantaggiato di me, ma in un certo senso io credo di riuscire a capirti; non è facile imparare ad accettare se stessi, quando tutti intorno a te non fanno altro che ripeterti quanto tu sia sbagliato. >>

Ryder rimase in silenzio per qualche istante, osservando attentamente Blaine e scrutando il suo viso in ogni minimo dettaglio, quasi quella fosse la prima volta che lo vedeva; non sapeva molto di lui - se non che era gay e che lui e il suo storico ragazzo, Kurt, si erano lasciati da poche settimane - ma adesso che aveva lasciato cadere la maschera, rivelandogli le proprie debolezze, provava l'irrefrenabile bisogno di approfondire quella conoscenza.

<< E' stato difficile per te? >> osò chiedere il giovane Lynn, arrossendo per l'imbarazzo e la sfacciataggine di quella domanda << Se non vuoi parlarne non sentirti obbligato, io stavo solo... >>

<< Hey, è tutto apposto! >> lo rassicurò Blaine, con un sorriso pacato << Sono abituato a parlarne, in fin dei conti fa parte di me. Certo, alcuni ricordi non sono particolarmente felici, ma hanno contribuito a rendermi ciò che sono e non posso cancellarli dalla mia memoria, non avrebbe alcun senso. >>

Ryder sorrise a sua volta, rivolgendo al suo interlocutore uno sguardo di sentita ammirazione.

<< Hai l'aria di uno che ha dovuto combattere parecchio per la propria causa. >> osservò << Un vero e proprio guerriero! >>

<< Beh, non avevo altra scelta! >> rispose Blaine, non potendo nascondere una certa soddisfazione di fronte a quel complimento << Ne andava della mia sopravvivenza! Ho dovuto lasciare il mio primo liceo a causa del bullismo subìto, dopo essere stato pestato a sangue al ballo della scuola, rischiando seriamente di rimetterci le penne. Mi trasferii alla Dalton per la sua politica antibullismo: cercavo un luogo sicuro e tranquillo, un luogo nel quale avrei potuto camminare liberamente per le aule e per i corridoi, senza quella fastidiosa sensazione di ansia addosso e la costante paura che qualcuno potesse assalirmi da un momento all'altro. >>

<< La Dalton è la scuola dei Warblers, giusto? >> lo interruppe Ryder << Quei tizi che hanno rubato il trofeo delle Nazionali e ti hanno ricattato, affinchè tu facessi ritorno nella loro scuola. Sembrano delle persone così meschine e prive di scrupoli, come diavolo hai fatto a sopravvivere in quell'istituto? >>

Blaine rise sommessamente.

<< Sai, non erano così male un paio di anni fa. >> rispose << A dire il vero, erano tutt'altro che meschini e privi di scrupoli; sono stati la mia casa, la mia famiglia, mi hanno protetto quando nessun altro sembrava essere disposto a farlo e mi hanno dato la forza di ricominciare a lottare anche quando tutto sembrava perduto. Sfortunatamente, da quando me ne sono andato sembrano essersi letteralmente trasformati, come tanti giovani Dr.Jeckyll in divisa. >>

<< Però non capisco una cosa. >> intervenne nuovamente Ryder << Se ti piaceva così tanto stare alla Dalton, perchè ti sei trasferito qui al McKinley? >>

Il volto di Blaine si incupì di colpo e il ragazzo abbassò vergognosamente lo sguardo, mordendosi violentemente il labbro inferiore.

<< L'ho fatto per Kurt. >> dichiarò << Volevo stare con lui a tutti i costi, non volevo sprecare neanche un istante di quell'ultimo anno; lui si sarebbe diplomato a giugno e io non potevo permettermi di trascorrere tutti quei mesi in un'altra scuola. Volevo trascorrere ogni singolo momento con il ragazzo di cui ero follemente innamorato. >>

Ryder annuì, rivolgendo al suo amico - sì, adesso pensava davvero di poterlo considerare tale - un'espressione sentita e a tratti malinconica.

<< Ti manca molto, vero? >> domandò poi, sperando di non aver esagerato ancora una volta con la sfacciataggine.

Fortunatamente per lui, quel giorno Blaine era particolarmente in vena di confidenza.

<< Da morire. >> rispose, con voce spezzata << Non c'è momento della giornata in cui io non pensi a lui: mi manca la sua voce, il suo profumo, la sua risata cristallina, il modo così perfetto con cui la sua mano si adattava alla mia... mi manca tutto di lui! Ma sai, in questi ultimi giorni ho realizzato una cosa che, fino a questo momento, non ero mai riuscito a capire fino in fondo. >>

Fece una breve pausa, per poi ricominciare a parlare.

<< Sai, Ryder, io non ho cambiato scuola solamente per Kurt: l'ho fatto per lui in primo luogo, certo, ma adesso mi rendo conto che - inconsciamente - l'ho fatto anche per me stesso, per darmi finalmente l'occasione di riscattarmi e ritrovare la mia vera identità, cosa che alla Dalton non sarei mai riuscito a fare! E sì, a volte le cose non sono state facili per me, ma non sono pentito di aver fatto questa scelta; Kurt o non Kurt, trasferirmi al McKinley è stata una delle decisioni più sagge della mia vita. >>

<< Però non ti capisco. >> intervenne ancora una volta Ryder, piuttosto confusamente << La Dalton era un posto sicuro, giusto? Molto più del McKinley o di qualsiasi altra scuola pubblica, dico bene? >>

<< Sì, esattamente. >> replicò Blaine << In effetti, quella scuola era una sorta di paradiso felice, il luogo ideale per qualsiasi studente bistrattato del mondo. >>

<< E allora perchè te ne sei andato? Insomma, non sarebbe stato tutto molto più semplice se fossi rimasto lì, al sicuro? >>

Blaine sospirò profondamente.

<< Perchè, molto spesso, le scelte migliori non sono sempre le più semplici. >> disse << Sì, forse restare alla Dalton mi avrebbe preservato dai pericoli esterni e dall'odio di tutti gli omofobi del mondo, ma non mi avrebbe aiutato a diventare il ragazzo forte e determinato che sono adesso; o almeno, che sto cercando di diventare. >>

Vi fu un'altra pausa, talmente lunga che per un attimo Ryder ebbe come la sensazione che Blaine fosse sul punto di commuoversi; il giovane Anderson si morse un labbro e deglutì, lottando con tutte le sue forze per non lasciarsi vincere dall'emozione.

<< Scappare dai problemi può sembrare una buona soluzione, all'inizio, ma le cose non sono mai così facili. E' un po' come quando, da piccolo, ti rifugi fra le braccia della mamma durante un temporale: i primi tempi lei è lì a proteggerti, ma dopo un po' vuole che tu impari ad affrontare le tue paure senza di lei, perchè solo così riuscirai realmente a vincerle e a diventare più forte. >>

Ryder soffocò una risata.

<< Mi stai dicendo che devo pensare a me stesso come se fossi un bambino di cinque anni, spaventato da un temporale? >> domandò, con una certa ironia.

<< Sto dicendo che il modo migliore per risolvere i problemi è affrontarli, non fuggire da essi. >> replicò Blaine, in tono quasi severo << Ho commesso spesso questo errore, spesso ho creduto di poter semplicemente ignorare i miei problemi e sperare che si risolvessero da soli, ma non è così che funzionano le cose! Puoi correre quanto vuoi, Ryder, ma i tuoi problemi saranno sempre infinitamente più veloci di te. >>

Ryder emise una specie di gemito sofferente, un sospiro strozzato che testimoniava chiaramente quanto le parole di Blaine lo avessero colpito dritto al cuore.

<< N- non voglio scappare dai miei problemi. >> mormorò << Io voglio risolverli una volta per tutte! >>

<< E ci riuscirai, Ryder, ne sono sicuro! >> esclamò Blaine, dando al compagno una leggera pacca d'incoraggiamento << Devi solo credere in te stesso, trovare dentro di te la forza e la voglia di metterti in gioco e a quel punto niente sarà più impossibile per te! Lo hai detto anche tu, no? Non sei uno stupido, ti serve solamente un po' più di tempo; ma io so che puoi farcela. >>

Lo sguardo di Ryder s'illuminò all'improvviso.

<< T-tu...tu credi davvero che io possa farcela? >> balbettò.

Blaine assentì: << Tu sei speciale, Ryder! Non dimenticarlo mai. >>

Ryder si morse energicamente il labbro inferiore e serrò con forza i pugni, soffocando le lacrime che - ne era sicuro - di lì a breve avrebbero iniziato a sgorgare dai suoi occhi. Per anni aveva cercato qualcuno che fosse abbastanza folle da credere in lui e adesso che finalmente lo aveva trovato, faceva tremendamente fatica a credere che vi fosse realmente una persona in grado di nutrire così tanta fiducia in lui.

<< Come fai a dirlo, Blaine? >> domandò timidamente il giovane Lynn << In fin dei conti, mi conosci a malapena. >>

Blaine fece spallucce e sorrise.

<< Non lo so. >> ammise << Forse perchè ho visto come canti e come ti muovi sul palcoscenico! In genere la natura non da un simile talento a persone che non se lo meritano e io ho come la sensazione che ci sia davvero qualcosa di eccezionale in te; devi solamente imparare a farlo fruttare, ma io sono abbastanza certo del fatto che ci riuscirai. >>

Ryder, a quel punto, non fu più in grado di trattenere le lacrime, che presero a scendere lentamente lungo le sue guance arrossate.

<< Grazie, Blaine. >> bisbigliò mestamente, tirando su col naso << E' bello sapere che non devo vergognarmi di tutto questo, che non devo fingere di essere diverso da quello che sono. Al momento sono ancora un po' spaventato, ma immagino che col tempo andrà meglio; col tempo riuscirò a diventare una persona più forte! >>

Blaine sorrise, rivolgendo al ragazzo un ennesimo sguardo d'incoraggiamento.

<< Ci riuscirai. >> dichiarò sentitamente << E se mai avessi bisogno di aiuto, potrai sempre fare affidamento sulle Nuove Direzioni! Lo so che fai parte del Glee Club da poco e che ancora non te la senti di aprirti così profondamente a tutti, ma se lo hai fatto con me, non vedo perchè con gli altri dovrebbe essere diverso! Sono persone speciali, Ryder, sono certo che comprenderebbero molto bene il tuo stato d'animo e farebbero di tutto per aiutarti, specialmente Sam; sapevi che è dislessico anche lui? >>

<< Veramente? >> domandò Ryder con sorpresa << N-non ne avevo idea! E dire che sembra un ragazzo così... beh, normale. >>

<< Oh, lo è! >> confermò Blaine, con un sorrisetto divertito sulle labbra << Insomma, si comporta esattamente come qualsiasi altro ragazzo della sua età: gioca a football, esce con gli amici, si esibisce sul palcoscenico assieme ai suoi compagni del Glee Club e riesce a portare avanti li studi con un'accettabile media del B+, faticosamente raggiunta nell'arco degli anni e con l'aiuto di un insegnante speciale. Certo, il più delle volte sembra solamente un pazzo spogliarellista e un nerd senza speranza con una pessima capacità d'imitazione, ma ti assicuro che la dislessia non c'entra niente in tutto ciò! >>

Ryder scoppiò a ridere, seguito a ruota da Blaine; poi i due si scambiarono un rapido sguardo complice e Ryder sorrise, per poi asciugarsi rapidamente le lacrime e ricomporsi al meglio che potè.

<< Grazie Blaine. >> ripetè il giovane Lynn << Dico davvero, non sai quanto tutto questo sia importante per me! Nella mia vecchia scuola non avevo molti amici e probabilmente, se non fosse stato per Finn che mi ha convinto ad entrare nel Glee, le cose non sarebbero poi così diverse adesso; sono felice di aver accettato quella sua stramba proposta. >>

<< Bene, allora sarà meglio che tu ti impegni seriamente! >> esclamò a quel punto Blaine, con fare divertito << Mancano appena un paio di settimane alle Provinciali e tu sei senza dubbio una delle maggiori promesse del Glee Club: farai bene a mettercela tutta, Ryder, perchè la squadra conta molto su di te. >>

Ryder sorrise ampiamente, facendo segno di sì con la testa; poi, dopo appena pochi istanti, Blaine lanciò una rapida occhiata all'orologio a muro e realizzò che era effettivamente giunta per entrambi l'ora di andarsene.

<< Accidenti, ma è tardissimo! >> esclamò il moro, in tono di sorpresa << Non mi ero accorto che fossero già le sei passate, chiacchierare con te mi ha fatto perdere completamente la cognizione del tempo! >>

<< Già, a chi lo dici! >> fece eco Ryder, con un sorriso appena accennato << Beh, non fa niente! Vorrà dire che questi esercizi li finirò a casa, tanto ho ancora un sacco di tempo prima della prossima seduta. >>

<< Bene, almeno non mi sentirò troppo in colpa per averti fatto perdere tempo! >>

I due risero di gusto, poi recuperarono tutti i loro effetti e si incamminarono fuori dall'aula e dalla scuola, finalmente in direzione di casa; prima di separarsi, però, Ryder azzardò un'ultima domanda, decisamente molto più intima e sfacciata di tutte le precedenti.

<< Blaine, senti... >> farfugliò << ... mi rendo conto che questi non sono affari miei - e sentiti completamente libero di mandarmi a quel paese e di non rispondermi - ma mi stavo chiedendo... beh, perchè fra te e Kurt è finita? >>

L'espressione di Blaine si rabbuiò di colpo e il ragazzo dovette faticare parecchio per non mettersi a piangere, i pugni stretti stretti - tanto che le unghie gli si conficcarono nella carne, facendola quasi sanguinare - e la mascella serrata, mentre il suo pomo di adamo si muoveva nervosamente in su e in giù, quasi fosse sul punto di esplodere. Ancora una volta Ryder temette di essersi spinto troppo oltre, ma Blaine riuscì a soprenderlo come aveva già fatto in precedenza.

<< Diciamo che non mi sono comportato bene con lui. >> rispose semplicemente quest'ultimo << Ho commesso degli errori e l'ho ferito, ho fatto cose che non mi sarei mai aspettato da me stesso e ho completamente distrutto la sua fiducia. Non credo che vorrà mai più parlarmi, dopo
questo. >>

<< Beh, ma tu hai capito di aver sbagliato! >> osservò Ryder, prendendo le difese di Blaine << E anche se hai commesso un grave errore, di certo non lo hai fatto con l'intento di fare del male a Kurt, nè con cattiveria! Probabilmente lui è ancora molto arrabbiato con te, ma prima o poi capirà quanto tu sia pentito e quanto ancora lo ami, allora a quel punto sarà costretto a mettere da parte l'orgoglio e si deciderà ad ascoltarti. >>

Blaine abbozzò un sorrisetto contrito.

<< Lo credi davvero? >> domandò incerto.

<< Ma certo! >> gli rispose Ryder, senza un briciolo di esitazione << Onestamente, Blaine, non riesco davvero a credere che una persona come te possa veramente fare del male a qualcuno di proposito. >>

Blaine ridacchiò sommessamente.

<< Una persona come me? >> ripetè, piuttosto confusamente << E come fai a dirlo, Ryder? In fin dei conti, mi conosci a malapena. >>

<< Sì, beh... >> Ryder sospirò profondamente << ...diciamo che ho come un' intuizione particolarmente positiva su di te! E ammetto che non mi dispiacerebbe affatto se noi due diventassimo amici.>>

Allungò una mano verso Blaine, come a voler stringere la sua.

<< Che cosa ne pensi, Blaine? >> domandò in tono speranzoso << Amici? >>

Blaine rilassò i muscoli del viso in un tenero sorriso ed afferrò la mano di Ryder, stringendola nella propria con forza e decisione.

<< Amici. >> asserì il moro, dando una rapida pacca sulla spalla di Ryder, in segno d'affetto.

Poi i due ragazzi si salutarono calorosamente e si diedero appuntamento all'indomani, pronti a fare finalmente ritorno nelle proprie case; prima di andarsene, però, Blaine si voltò un' ultima volta verso Ryder e sorrise, osservandolo mentre si allontanava a passo svelto, canticchiando un motivetto allegro e muovendosi a ritmo di musica.

<< Sì, Ryder Lynn. >> mormorò dolcemente << Avevo proprio ragione su di te: sei veramente un tipo speciale. >>










N.d.A: Buonasera, Survivors! :)

Siamo sopravvissuti anche a questa fine del mondo - non che lo dubitassi - e io mi sono cimentata in una cosa del tutto nuova e inaspettata! Diciamo che è successo tutto per caso: Ho fatto un rewatch della quarta stagione in italiano ( lo so, è una scelta discutibile xD ) e mi sono resa conto di amare alla follia il piccolo Ryder; ho rivisto la 4x7 e ho pianto come una bambina in tutte le scene che lo riguardavano, ho realizzato quanto lo trovi tenero e adorabile - e mi viene tanta voglia di coccolarlo ogni volta che lo vedo sullo schermo.

L'idea di questa one shot è nata per caso: volevo scrivere qualcosa su Ryder e Blaine si è aggiunto quasi di conseguenza, un po' come se il suo destino fosse quello di far parte di questa storia. In un certo senso, essendo il secondo il mio personaggio preferito e il primo quello che preferisco fra i nuovi arrivati, era quasi ovvio che sarei arrivata a partorire una cosa del genere.

E' stata una novità assoluta e spero di non aver toppato. :)

Per le mie fic lasciate in sospeso... perdono, perdono, perdono!!! Vi prometto che non appena l'ispirazione sarà tornata, mi rimetterò in pari con tutto. Giuro.

Un bacio a tutti e buone feste. <3


  
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