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Autore: hummelssmythe    21/12/2012    5 recensioni
con __blackbird;
SHIP: Chris Colfer/Grant Gustin (GustinColfer/Colfin)
WORDS COUNT: 6.500+
RATING: arancione;
“Grant?” Domandò esitante, “Questo è uno di quei sogni strani in cui poi compare un dragone volante alle tue spalle?” Chiese, senza neanche rendersi conto del fatto che forse suonava un po’ assurdo.
‘Scappa, Grant, scappa veloce e Chris penserà di averti solo sognato’.
Cercò di non perdersi nella domanda che gli frullava nella testa, fastidiosa e pulsante come una puntura d'ape, e dondolò appena sui talloni.
“Ehm...Ciao Chris. Posso entrare?”
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Nata dal delirio causato dai tweet GustinColfer.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Grant Gustin
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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227Miles, 3Hours, 2Questions
RenoLover & __blackbird

Dopo aver spento il computer portatile, probabilmente verso le due di notte, raccolse la giacca che aveva lanciato per terra un paio di ore prima, ed uscì. Ignorò il freddo pungente sulle sue guance  e si strinse meglio nel tessuto della sciarpa, salendo in macchina e svestendosi rapidamente per poter guidare in completa comodità. Azionò il motore dell'auto, che borbottò assonnata e infastidita e poi cominciò a guidare, lo sguardo fisso davanti a sé.
 
Fu solo quando oltrepassò l'insegna stradale di Delano, California, che si rese conto di ciò che stava facendo. E la realizzazione del fatto che aveva guidato per quasi due ore, senza pensare a nulla, solo per giungere a Clovis, lo fece sbandare paurosamente.
 
Per fortuna, oh santo cielo, erano le quattro di notte e le poche macchine che viaggiavano a quell'ora erano distanti e al sicuro, così si rimise in marcia, il cuore in tumulto. Cosa diavolo stava facendo.
 
Ok, il film era stato oltre ogni sua aspettativa, Chris era stato oltre sua aspettativa, ma arrancarsi per arrivare a casa sua solo per complimentarsi era da pazzi.
 
E non che Grant Gustin fosse una persona particolarmente sana, ma era comunque al di fuori, e di parecchio, dalla sua ordinaria follia.
 
Ma cosa fare a quel punto? Tornare a casa era insensato; cominciava ad essere tremendamente stanco, spaventato e instupidito dalla sua stessa reazione. Non gli era mai capitato di essere così irruento e impulsivo, aveva sempre cercato nella sua voglia di sperimentare, di agire, di essere libero, di avere tutte le sicurezze del caso.
 
Ma dopo aver passato la sera ad ammirare Chr-La sua opera per ben tre volte, la sua mente si era spenta e dopo aver scritto qualche tweet di cui neanche ricordava una singola parola, era partito.
 
E ora si trovava nel buio illuminato solo dai suoi fari e da qualche sporadico lampione, ormai più vicino a casa di Chris di quanto se ne rendesse conto.
 
E prima che potesse capacitarsi del fatto che era a Clovis nel bel mezzo della notte, senza sapere neanche perché diavolo fosse lì, eccolo davanti alla porta della casa di Chris Colfer.
 
E aveva pure suonato.
 
Dannazione.
 
Quando la porta si aprì, Chris gli mostrò un’espressione piuttosto confusa e, soprattutto, assonnata. Gli mostrò un sorriso debole non appena fu capace di mettere a fuoco la sua immagine con nitidezza.
 
“Grant?” Domandò esitante, “Questo è uno di quei sogni strani in cui poi compare un dragone volante alle tue spalle?” Chiese, senza neanche rendersi conto del fatto che forse suonava un po’ assurdo.
 
‘Scappa, Grant, scappa veloce e Chris penserà di averti solo sognato’.
 
Cercò di non perdersi nella domanda che gli frullava nella testa, fastidiosa e pulsante come una puntura d'ape, e dondolò appena sui talloni.
 
“Ehm...Ciao Chris. Posso entrare?” Domandò, stupendosi di come la sua voce risultasse come non sua, appartenente ad una persona timida, insicura e totalmente rapita dalla visione che aveva davanti a sé.
 
Chris era quanto di più adorabile esistesse al mondo, al primo posto insieme ai cuccioli sulle cartoline natalizie: i capelli scompigliati, gli occhi gonfi di sonno, le labbra umide e schiuse dalla stanchezza, il corpo appoggiato quasi interamente alla linea della porta.
 
“Scusa l'orario ...” Rabbrividì appena, rendendosi conto di aver lasciato la giacca in auto e alzò ancora lo sguardo verso Chris, scusandosi silenziosamente per la sua pazzia delle cinque meno un quarto di notte.
 
Chris si morse il labbro inferiore in un gesto istintivo, senza neanche rendersene conto, con le sopracciglia corrucciate. Lo guardò incuriosito, e non poté fare a meno di chiedersi ancora una volta se fosse reale o meno. Alle volte gli capitava di fare sogni così realistici da non rendersi conto di essere immerso in un sonno profondo.
 
“Uhm … sai che ora è?” Domandò, tentando di non sembrare scortese comunque. “Sei venuto da me o … ti sei perso e ricordavi che abito qui?” Gli mostrò un sorriso, anche se stava continuando a chiedersi come gli fosse saltato in mente di presentarsi a casa sua a quell’ora.
 
Abbassò lo sguardo, infilando le mani in tasca.
 
Era un idiota, ecco tutto.
 
Non aveva senso quello che aveva fatto, non poteva spiegargli quale fosse la ragione perché non c'era ragione, non c'era nulla che non fosse stato istintivo nel suo agire.
 
“Direi di saperla. Ma no, ero qui nei paraggi e ...”
 
Doveva ricomporsi. Doveva prendere un bel respiro e ritornare se stesso, mettere una toppa al danno fatto, salutare Chris, scusarsi ancora e poi tornare a casa. Forse prima avrebbe dormito un paio d'ore comodamente seduto sul sedile anteriore della sua auto.
 
Tirò fuori il suo miglior ghigno, il migliore a quell'orario improponibile, e gli passò accanto, sfiorando appena il suo fianco con il proprio.
 
“Il drago volante lo lasciamo fuori okay?”
 
Lo sentì sfiorare il suo fianco con il proprio e non poté fare a meno di girarsi alla propria sinistra per controllare – piccole manie derivate dalle troppe ore passate a fingere di vivere in una realtà alternativa in cui era un serial killer che si nasconde per sfuggire alla polizia – e non poté trattenere il gesto istintivo di arcuare le sopracciglia, nonostante temesse che potesse sembrare un po’ scortese.
 
In fondo, gli era sempre sembrato buffo a sufficienza da costringerlo ad assumere quell’espressione o tentare di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
 
Grant, tuttavia, aveva un’aria serena, gli occhi leggermente arrossati ed un sorrisetto debole in volto.
 
“Mmmh … il drago volante fuori e tu dentro?” Domandò ironicamente Chris, studiando i suoi movimenti confuso.
 
Questa volta fu più semplice rispondere alla sua domanda, e sfregò i palmi delle sue mani, mentre costruiva sul suo volto un adorabile broncio. Una volta gli era parso di sentire che Chris non riuscisse a sopportarlo per quell'espressione, ma non aveva mai saputo se fosse una cosa positiva o negativa.
 
“Spero tu non stia pensando di fare cambio Colfer.” Disse, trattenendo un sorriso, mentre si intrattenevano nell'ingresso della casa del più basso dei due, il calore delle mura che lentamente rilassava i suoi muscoli. E da qualche parte il sonno cominciava a farsi sentire, insieme alla stanchezza del viaggio.
 
Tre ore.
 
Per fargli i complimenti.
 
Tre.
 
Ore.
 
“Forse è il sonno, ma … sono molto confuso.” Protestò Chris passandosi il retro della mano sugli occhi assonnati. Non aveva idea di cosa ci facesse lì, ma cominciava a non essere sufficiente stringersi nelle braccia per ripararsi dal freddo, visto che si era appena alzato da un letto sufficientemente caldo. “Ma … vuoi entrare?” Chiese, incerto sul fatto che volesse dire questo.
 
Il nervosismo tornò su di lui pesante come un macigno e si guardò intorno, perdendosi nelle interessanti pareti bianche della sua casa, prima di tornare indietro.
 
“Volevo ... Volevo solo farti i complimenti. Per il film.”
 
Disse deglutendo a forza, passandosi una mano tra i capelli. In quel momento la voce di Chris era tremendamente identica a quella di Carson, e non perché fossero la stessa persona, ma perché le vibrazioni basse e profonde non appartenevano al Chris di tutti i giorni.
 
Era una voce tutta sua, calda e penetrante, che avrebbe potuto sentire unicamente il suo amante.
 
O Grant, spuntato dal nulla nella notte.
 
Si sentì imbarazzato ad entrare nell'intimità di quel ragazzo così schivo e tornò verso la porta. Era stata una pessima idea. Anche se non era stata affatto un'idea, in realtà.
 
“Forse è meglio che io vada.”
 
Chris si mosse istintivamente, nonostante il precario equilibrio, per afferrare il suo braccio. Nonostante non fosse sveglio a sufficienza, aveva capito che c’era qualcosa di strano nel suo tono di voce: sembrava nervoso ed agitato – ci mancherebbe, presentarsi di notte a quell’ora – ma non voleva che lo fosse, soprattutto se lo era a causa sua.
 
“No.” Rispose, tenendolo ancora fermo, “Sei venuto fin qui per … farmi i complimenti per il film?” Domandò incredulo, sollevando le sopracciglia.
 
Il primo istinto fu di ritrarsi dalla sua presa leggera; il braccio sembrò elettrizzarsi spaventosamente e si voltò verso di lui.
 
Aveva il volto stanco, ma incuriosito, le sopracciglia che si avvicinavano pericolose all'attaccatura dei capelli.
 
Cercò di costruirsi un sorriso più sicuro, mentre rispondeva alla sua domanda.
 
“E' ... è un capolavoro Colfer.” Disse sincero, alzando lo sguardo smeraldo e liquido sui suoi occhi di ghiaccio. “Insomma hai letto i miei tweet no?”
 
Chris non poté trattenere una risata a quel pensiero e, finalmente, lasciò il suo braccio, resosi conto del fatto che quel contatto era durato fin troppo.
 
“Come non leggerli.” Scosse la testa, ridacchiando, “Mi farai passare un guaio prima o poi, con i tuoi flirt. Non che io non sia già abbastanza bravo a creare casini da solo.”
 
“Li adori, ammettilo.” Disse facendogli l'occhiolino, mentre realizzava che erano in piedi come due statue di sale, nel bel mezzo dell'ingresso. E Chris dondolava sui suoi piedi come se stesse per cadere da un momento all'altro. E scoprì che non aveva voglia che lo facesse; perché non voleva prenderlo in braccio, non ... non voleva toccarlo. Assolutamente no.
 
Sapeva quanto fosse riservato e orgoglioso, sì, probabilmente era per quello.
 
“Un ragazzo flirta con te e tu finisci nei casini? Spiegami come possa essere possibile.”
 
“E’ più che possibile quando sei me. Ogni volta devo subirmi fan assillanti che spettegolano e tu sei una di quelle persone che li alimenta più che mai, Thomas!” Ironizzò volontariamente, trovando la forza di sollevarsi e chiudendo la porta alle loro spalle. “Fai come se fossi a casa tua. Che è quello che hai già fatto, visto che ti sei presentato qui a notte fonda.”
 
“Ci sono persone che spettegolano su di noi? E cosa dicono, esattamente, Paul?” Lo prese in giro a sua volta usando il suo secondo nome, mentre lo seguiva con lo sguardo. Sapeva benissimo che c'erano persone che pensavano che lui, beh, che lui ci provasse con Chris.
 
E il punto era ... che non gli importava affatto.
 
Chris aveva una sicurezza, una determinazione, una forza di volontà che non poteva non essere ammirata, e invidiata. E Grant avrebbe voluto con tutto se stesso vedere quella potenza d'animo vacillare un po'.
 
Anche solo attraverso stupide frasi corteggiatrici. Non per cattiveria, solo ... Solo perché quella sensazione di calore nel petto si spegnesse una volta per tutte.
 
“Sono o non sono il più adorabile dei tuoi fan?”
 
“Ma certo che lo sei. Come dubitarne.” Rispose ancora sarcastico Chris: in fondo, stavano scherzando, vero? Quindi perché mai avrebbe dovuto reagire alle sue domande in maniera diversa? “Onestamente non mi soffermo sui pettegolezzi, Thomas, ma se io fossi un fan e leggessi quello che mi scrivi, avrei molto da scherzare. Sei un fan boy di tutto rispetto. Rispondere che stai flirtando con me, annunciare al mondo che stavi per vedere il mio film, commentarlo … davvero soddisfacente.”
 
Era tutto un gioco – il che era assurdo perché era notte fonda e tutto quello che voleva Chris era dormire, amava dormire, voleva il suo cuscino – e per il momento aveva deciso di starci.
 
Sorrise, mentre spostava il peso da un piede all'altro. Cominciava davvero a sentire la stanchezza insinuarsi in ogni membra del suo corpo e sospirò, prima di ridacchiare.
 
“Ma è tutto vero, non vedo perché debbano scherzarci su.” Disse criptico, prima di avvicinarsi a lui. Era così stanco e privo di forze che se avessero passato altri due secondi in piedi come due perfetti idioti, si sarebbe sdraiato sul pavimento.  “Dal momento che farò come se fosse casa mia, mi andrò a sedere sul tuo divano comodo, se vuoi accomodarti, fai pure.” Aggiunse, passandolo senza un'ulteriore occhiata, ridendo sotto i baffi.
 
Chris tentò di sopprimere ogni mania omicida in quel momento: nonostante l’ora e la pazzia, il pensiero di base di Grant era quello di fargli i complimenti, quindi era decisamente carino. Era esagerato nella forma forse, ma comunque carino.
 
“E’ tutto vero?” Chiese, imitando la sua risata e seguendolo verso il divano. “Non c’è bisogno che annunci ora il tuo flirt con me, Grant. E’ stato evidente per mesi e, per altro, qualche ora fa hai ammesso pubblicamente di farlo. Non c’è bisogno che tu aggiunga altro.”
 
“Dal primo all'ultimo tweet …”  Rispose Grant, entrando nel salotto. Non era stato molte volte a casa di Chris, a parte qualche festa e qualche saluto di tanto in tanto, ma la sua memoria fotografica gli permise di trovare la stanza senza nessun problema.
 
Si tuffò tra i cuscini del divano, verso il centro, chiudendo gli occhi per un attimo. Okay, un po' più di un attimo. Rimase però vigile e presente, mentre aspettava che Chris lo raggiungesse.
 
“Come ti senti, ad essere corteggiato da Thomas Grant Gustin?” Mugugnò, tenendo il volto piegato verso il lato del divano in cui si aspettava si tendesse l’altro. Gli occhi sempre chiusi, il calore che continuava a farlo mugolare di tanto in tanto.
 
“Oh, è una sensazione meravigliosa,” obbiettò Chris, avvicinandosi e sedendosi su quel divano, proprio dove Grant si aspettava, “sono certo del fatto che migliaia di fan girl al mondo sono gelose di me e vorrebbero essere al mio posto.”
 
“Lo so, spero non ti trattino troppo male.” Mugugnò tenendo ancora gli occhi chiusi.  “Pensa se fossi il mio ragazzo...dovresti andare in giro con il doppio delle guardie del corpo.” Alzò le palpebre appena, per osservarlo ironico con i suoi occhi smeraldo, scuriti appena dall'ombra delle lunghe ciglia nere.
 
“Il tuo ragazzo?” Domandò istintivamente Chris, tirandogli uno schiaffetto scherzoso sulla spalla. “Non sarei mai il tuo ragazzo, Grant. Sei la persona più sgradevole del mondo. Immagina se tu ti presentassi sotto la mia finestra a quest’ora per farmi una serenata. Ti ucciderei.”
 
Finse un altro broncio, quando il palmo della mano di Chris entrò in contatto con la sua spalla, e poi si accoccolò meglio nel calore del divano. O forse il calore del corpo accanto al suo, con gli occhi chiusi faceva davvero fatica a comprenderlo.
 
“Bugie. Mere ed inutili bugie. Mi adori, e lo sappiamo entrambi.” Ridacchiò ancora, prima di riaprire gli occhi ancora una volta. “Dammi il tempo di pensare alla canzone perfetta, dammi una giacca, e sali in camera tua.”
 
“Una giacca?” Chiese Chris ridacchiando ed allungando un braccio attorno alle sue spalle: il contatto gli avrebbe fatto soffrire meno il freddo e forse Grant non era lucido a sufficienza da distinguere quel tocco, quindi non avrebbe neanche creato problemi, era semplicemente un gesto affettuoso, uno di quei gesti che gli idioti come Grant ti fanno venire voglia di fare. “Per me dovresti cantare al freddo e al gelo, sai?”
 
“Non capisci Colfer.” Mormorò come se fosse stato ferito dall'incomprensione del ragazzo che ... che in quel momento aveva appena stretto il suo braccio intorno alle sue spalle. E se non fosse stato così stanco, così desideroso di calore, forse si sarebbe sentito sopraffatto da quanto quel contatto gli facesse piacere.
 
Senza rendersene conto, il braccio più lontano da Chris si allungò, fino a cingere la vita dell'altro.
 
“Mi serve una giacca, la poggerei da qualche parte bene in vista, per farti capire quanto il mio amore per te mi infuoca.” Sussurrò, ormai il volto nell'incavo caldo e delicato, e perché se ne stava accorgendo, così profumato, del collo di Chris.
 
Chris sorrise e poggiò la fronte contro la sua tempia, ritrovandosi, senza volerlo, ad inebriarsi del suo profumo. I suoi occhi erano deboli però, chiedevano riposo e non avrebbe resistito ancora a lungo, nonostante non volesse essere scortese e rischiare di addormentarsi con un ospite … tra le sue braccia (solo un gesto affettuoso, affettuoso).
 
“Sei davvero bravo a lodare.” Rispose, ridacchiando contro le sue tempie. “Mi fai sempre sentire speciale. Se non sapessi che stai scherzando, penserei che sei la persona più romantica del mondo. Sorvolando sui tuoi messaggi subliminali e chiaramente perversi, ovviamente.”
 
Prima che potesse fermarlo, un altro mugolio sfuggì alle sue labbra, mentre si stringeva ancora di più all'altro. Bastava ... una coperta, e sarebbe stato perfetto.
 
Ma non voleva addormentarsi.
 
Non con Chris così vicino, non con quello scambio di battute così interessante; e non voleva che quell'attimo finisse.
 
Aveva guidato tre ore e solo per quello.
 
Oh.
 
Si irrigidì appena a quel pensiero, sperando che il ragazzo più piccolo non se ne accorgesse. Perché si era reso conto che non avevano parlato neanche un istante del film, che non voleva parlare del film, perché in quel momento voleva unicamente rimanere così, a flirtare con Chris - per scherzo o per ...- stretto in quell'abbraccio così piacevole.
 
“Ri-succhiato dal tuo... talento, mh, sì.” Disse sorridendo tra sé e sé, accarezzando con la punta del naso la linea netta della sua mascella.  “Io sono la persona più romantica del mondo. Anche se tu fai finta di non rendertene conto. Perché ti innamoreresti di me in questo momento esatto.”
 
Chris non aveva idea di come reagire in realtà: la minuscola parte conscia di lui cominciava a capire che c’era qualcosa che non andava in quel discorso, ma era quasi in fase di negazione. Al momento, voleva soltanto che continuasse, non gli importava neanche come.
 
“Prima di tutto, non è romantico che tu scherzi flirtando con me. E’ divertente, non romantico.” Obbiettò, sussultando quando la punta del naso di Grant fece una leggera pressione sotto la sua mascella, costringendolo per qualche motivo a trattenere il respiro. “Fingere di provarci con qualcuno per intrattenere twitter non è divertente, ma ti do il permesso di continuare a farlo se ti intrattiene così tanto.”
 
Ignorò completamente le sue parole, continuando a sorridere.
 
Anche perché, senza pensarci, ciò che era nato nella sua mente era un 'al diavolo twitter'.
 
Ma forse era meglio non essere così ovvi. Anche perché dopo una frase del genere, sarebbe corso a casa, senza neanche preoccuparsi di salire in macchina. Non ... Non capiva cosa gli stesse succedendo. Continuava ad incolpare il sonno, la stanchezza, il calore che Chris emanava, la bellezza del film che aveva appena visto. Ma si stava prendendo in giro, e cominciava a capirlo davvero quanto le storielle che si raccontava fossero tutto fuorché vere.
 
“Mh ... Ho in mente la serenata.” Sussurrò, alzando appena il viso, per canticchiare al suo orecchio:
 
(x) “We both know why we're here
I see it in your eyes
I guess it calms my fear
To know it's not a surprise
I thought one look at you
Looking like a dream come true
Would leave me speechless like you always do...”
 
Sorrise stanco contro Chris, prima di parlare e non cantare. “Se vuoi la smetto, voglio che questa cosa intrattenga anche te.”
 
Avrebbe voluto obbiettare qualcosa per il semplice gusto di rispondergli male e metterlo per qualche secondo a tacere, ma la verità era che la sua voce sembrava perfino essere la perfetta ninna nanna in una situazione come quella. Forse non era un complimento, visto che avrebbe dovuto essere una canzone … romantica? Non ci aveva pensato.
 
“Mi stai facendo una serenata …?” Mormorò Chris, strofinando appena il collo contro il suo naso, “Non pensavo che avresti preso così seriamente il mio permesso di flirtare.”
 
Grant inspirò profondamente, lasciando scivolare aria calda lungo il collo di Chris, mentre chiudeva ancora gli occhi. Il sorriso non accennava a scomparire dal suo volto, mentre lentamente si arrendeva.
 
Doveva, o al prossimo film avrebbe percorso altre 227 miglia solo per far finta di doversi complimentare con lui. Solo per poter ripetere quella stupida trafila di momenti imbarazzanti, per poter finire sul divano con lui. Meglio essere sinceri, specialmente con se stessi.
 
“Devo chiedertelo ufficialmente, Paul?” Mormorò mentre apriva lentamente gli occhi, perdendosi sulla pelle nivea del suo collo perfetto.
 
Il petto di Chris si strinse istintivamente, comprimendosi a quel tono di voce per metà serio, per metà assopito, ma si convinse del fatto che stava esagerando con le visioni, e la voce di Grant era semplicemente alterata dal sonno.
 
“Cosa?” Domandò, tentando di non reagire troppo a quel respiro caldo e piacevole sul collo. “Cosa devi chiedermi?”
 
Sorrise ancora una volta, irrigidendosi appena.
 
‘Ora o mai più Grant, razza di stupido’.
 
“Posso flirtare con te?” Alzò lo sguardo verso di lui, cercando oltre le sue guance e i suoi zigomi alti, la perdizione quali erano i suoi occhi.
 
Attese che l'altro ragazzo rispondesse e si preparò a ...cos'era quella che sentiva lentamente crescere nel petto, ad ogni istante di tentennamento dell'altro? Delusione?
 
Inspirò profondamente, allentando appena la presa sul fianco di Chris. Non si era reso conto fino a quel momento, di star delicatamente accarezzando su quel fianco con la punta delle dita. Fermò il movimento, mentre il sorriso non smetteva di illuminare il suo volto stanco.
 
Non poteva far cadere la sua maschera, o avrebbe spaventato l'altro ragazzo.
 
Chris inspirò di nuovo, questa volta più tranquillo: per qualche motivo, il sorriso sul volto di Grant gli aveva permesso di trovare un nuovo equilibrio con se stesso, si sentiva più a suo agio, dopo aver riconosciuto lo scherzo su quelle labbra, anche se la voce sembra essere in contrasto con quella visione.
 
“Certo.” Replicò, con lo stesso sorriso ironico che aveva tenuto dall’inizio. “Te l’ho detto, se ti intrattiene tanto …”
 
“E te l'ho detto anche io, voglio che intrattenga anche te...”
 
Rimase fermo a guardarlo. Okay, non lo aveva spaventato né imbarazzato. Non lo aveva respinto, ma la delusione lo aveva colpito comunque perché Chris non lo stava prendendo sul serio, anzi, sembrava totalmente immune alla sua domanda e alle sue avances.
 
E ancora, lo scudo che tanto lo affascinava lo colpiva con tutta la sua forza, mozzandogli quasi il fiato perché Chris era così migliore di lui che non avrebbe mai abbassato lo sguardo per vederlo.
 
“Mi intrattiene, molto.” Commentò subito Chris, sorridendo tra i suoi capelli, “Non hai idea di quanto sia divertente scoprire ogni giorno cosa ti inventi pur di twittarmi.” Mormorò, stringendosi appena nelle spalle. “Come non divertirsi?”
 
Scosse la testa, sospirando appena. Non ... Non capiva.
 
“Che razza di testardo che sei Colfer.” Disse quasi tra sé e sé, ma troppo sicuro perché lui non lo sentisse. E si scoprì non pentirsi affatto, mentre tornava a stringersi a lui, le dita tornavano ad accarezzare il suo fianco con dolcezza e con più sicurezza di prima, il respiro ancora caldo nell'incavo del collo dell'altro; perché quella specie di rifiuto, che in realtà rifiuto non era, lo aveva reso ancora più sicuro di sé. Tornò nella modalità corteggiamento.
 
“Allora niente twitter. O tweet segreti tra noi. O tweet che solo tu potresti capire. Come 'Guidare alle quattro del mattino solo per il piacere di un divano e-.'“ Non terminai di recitare il mio tweet, pizzicando appena il suo fianco coperto dalla maglia.
 
Ci fu qualche secondo di silenzio di troppo, il necessario affinché Chris tentasse di dare un ordine a quello che Grant stava dicendo senza impazzire.
 
“Uhm … Mi mandi messaggi segreti nei tweet?” Domandò con un sopracciglio sollevato, spostandosi appena per guardarlo negli occhi, “E … stavi venendo qui per venire a trovare il mio divano? Non capisco …”
 
Grant rise di gusto, anche se era troppo stanco per gettare la testa all'indietro. Sospirò contro la sua pelle, mugolando insoddisfatto.
 
“E' il tweet che scriverò quando tornerò a casa. Lo capiremo solo io e te no?” Si inumidì appena le labbra, senza neanche sapere perché. O forse sì. “Così non dirai che flirto con te solo per i fan.”
 
Chris si morse appena il labbro inferiore, tentando di fare contatto con gli occhi stanchi di Grant.
 
“Stai dormendo e dici cose senza senso.” Obbiettò, sorridendogli appena. Ovvio che non intendesse davvero quello che diceva, vero? “So che non flirti con me per i fan, lo fai perché sei un lecchino di natura e ti diverte.”
 
Si imbronciò ancora di più, e si strinse talmente tanto a lui che quando parlò, ad ogni sussurro le sue labbra si muovevano sulla pelle così invitante di Chris.
 
“Sto per dormire perché tu non capisci Paul.” Disse ormai serio. Voleva di più, voleva più sincerità, più sicurezze, più Chris. Sempre più Chris.  “Stai dormendo e non capisci.”
 
“Cosa non capisco?” Chiese allora Chris, schietto.
 
Non poteva nascondere di avere un po’ paura di quella risposta, ma Grant era lì, tra le sue braccia e cosa poteva fare se non ascoltarlo?
 
Sospirò scuotendo la testa.
 
“Meglio che vada.” Disse stropicciandosi gli occhi, evitando il suo sguardo.  Si stava rendendo realmente ridicolo, e non voleva continuare a prendere in giro se stesso. Sarebbe già stato fin troppo terribile accettare da sé di avere una cotta impossibile per Chris Colfer. Figurarsi dover accettare anche un rifiuto da parte sua.
 
Era troppo.
 
“Scusami per l'intrusione. Il tuo film è splendido, sei un autore, un attore fantastico e ... Grazie per aver consegnato al mondo, a me, quella perla di inestimabile bellezza. “ Non si riferiva al film nell'ultima parte della frase, pensò sorridendo amaramente.
 
Tuttavia, poté sentire una mano premere decisa sul suo petto e si ritrovò con la schiena nuovamente incollata al divano.
 
Chris lo stava guardando in attesa, assolutamente in disaccordo.
 
“Non puoi rispondere ‘meglio che vada’ ad una domanda.” Lo bloccò immediatamente. “Cosa non capisco?” Insistette, incapace di scrollarsi di dosso un’improvvisa sensazione di stranezza, un calore ambiguo che circondava il suo corpo.
 
Abbassò lo sguardo verso la mano di Chris sul suo petto, prima di alzare lo sguardo su di lui.
 
Non poteva fargli questo.
 
Ma prima che potesse offendersi ancora di più per l'affronto che Chris gli faceva, ecco già alzare la bandiera bianca sul terreno tra di loro perché la sicurezza di Chris, la sua caparbietà, la sua testa dura, lo avevano sconfitto ancora una volta.
 
“Voglio flirtare con te. E non per il pubblico, per i tweet, perché sono un lecchino di natura o perché mi diverte. Sì, in realtà mi diverte, ma solo perché mi piace vederti sorridere, più di qualunque altra cosa. Ma tu non capisci.”
 
Chris inarcò per qualche secondo le sopracciglia, arricciando le labbra in un’espressione che in qualsiasi altra situazione sarebbe sembrata buffa, e deglutendo, mentre cercava di dare un senso alle parole di Grant.
 
“Ti piace … flirtare con me perché ti piace vedermi sorridere? Non puoi vedermi sorridere attraverso lo schermo.” Gli fece presente, con una smorfia. “E … hai il mio permesso di flirtare, te lo ripeto. Non ti ho proibito di farlo.”
 
“Ma sorridi vero, quando scrivo quelle cose?” Domandò, inarcando un sopracciglio a sua volta, cercando di rallentare i battiti del suo cuore. La mano che prima accarezzava dolcemente la vita stretta di Chris era ora chiusa a pugno lungo i suoi fianchi. Ma sorrise comunque, come se la cosa non gli importasse davvero.
 
Ma quanto gli importava, non riusciva neanche a capacitarsene lui stesso.
 
Chris seguì il bizzarro istinto che muoveva il suo corpo in quel momento: la sua mano si sollevò fino a raggiungere la guancia di Grant e la accarezzò dolcemente, mentre ancora tentava di capire che espressione assumere.
 
“Certo che sorrido.” Mormorò, mostrandogli anche in quel momento stesso, un sorriso dolce. “Sorrido sempre per quanto tu sia adorabilmente stupido.” Aggiunse, in maniera chiaramente scherzosa.
 
La mano che lentamente risalì sul suo corpo, fino a raggiungere la sua guancia, fu come un pugno stretto su una penna di fuoco, e Grant non poté che leggere quelle parole dolorose, quanto necessarie, ad alta voce.
 
Attese però, giusto il tempo di chiedere un'ultima volta.
 
“Quindi posso flirtare con te?”
 
Si stava avvicinando lentamente al suo viso, mentre i contorni delle guance di Chris si facevano sempre più sfocati, gli occhi sempre più grandi, le labbra sempre più invitanti.
 
“Uhm … sì?” Domandò Chris, cominciando a battere nervosamente le palpebre per il modo in cui Grant si stava lentamente spingendo verso di lui, ma incapace di negare a se stesso quanto trovasse piacevole quell’improvvisa vicinanza. Non doveva pensarci, no. “Ti ho già detto che puoi, un bel po’ di volte stasera …”
 
“Shh ...” Lo zittì dolcemente Grant, recuperando la sua mano peccaminosa e portandola tra la guancia e il collo di Chris, il pollice che lentamente carezzava quella pelle così chiara e perfetta. “Quindi ... posso baciarti?” Disse in un sussurro, a voce così bassa che credette di aver semplicemente immaginato quella domanda che pulsava nella sua mente da ore.
 
I loro nasi erano ormai premuti l'uno contro l'altro e prima che potesse fermarsi stava già inumidendosi le labbra ancora una volta, il desiderio spasmodico di colmare quella distanza ormai insopportabile.
 
Gli occhi di Chris stavano diventando istintivamente lucidi, come facevano ogni volta in cui tentava di trattenersi da qualcosa: Grant era lì, ad un centimetro dal suo viso e … voleva baciarlo? Voleva baciarlo sul serio?
 
“Io …” Sussurrò Chris, deglutendo quando realizzò che il suo respiro era appena scivolato tra le labbra di Grant, “Eri … facevi sul serio?”
 
Chiudendo le labbra, trattenne il respiro di Chris tra di esse. Menta, Aloe e un sapore che non conosceva - ancora, sperò a se stesso, - lo fecero appena tremare d'impazienza.
 
“Sì, Chris. Ma tu non capivi.” Parlò praticamente sulle labbra dell'altro, e quanto avrebbe voluto disegnare altre mille parole su quella bocca, parole che aveva ancora paura di pronunciare, pensieri che lo spaventavano tremendamente, ma che voleva condividere solo con lui.
 
Chris mosse appena la testa e la punta del suo naso accarezzò dolcemente quella di Grant: si sentiva strano a quel contatto così intimo e ravvicinato, ma non poteva dire che non fosse piacevole.
 
“Io non … non immaginavo che tu …” Cominciò a sentire i battiti accelerare, le dita tremare, tutto il corpo agitarsi.
 
Ogni stanchezza si era volatilizzata.
 
Ma al suo posto era nata la preoccupazione, dal momento che Chris sembrava tremare come se fosse spaventato contro di lui; eppure quel movimento dolce contro il suo naso …
 
Cercò di tranquillizzarlo, continuando a muovere la mano sulla sua guancia con una delicatezza immane, memorizzando ogni angolo del suo volto con la punta delle dita.
 
“Ti rendi conto di quanto tu sia incredibile? Sarei un folle a non essere serio in quei tweet. Sarei un folle a non volere con tutto me stesso essere parte integrante della tua vita. E la cosa divertente è che sono davvero un folle, perché ti voglio così tanto, e tu credi che io sia solo un lecchino strampalato e provocatorio.”
 
Rise delle sue sciagure, mentre portava l'altra mano sul fianco più vicino a sé di Chris. Voleva godere di ogni istante rimasto, anche se non avrebbe mai avuto quelle labbra.
 
“Mi vuoi?” Domandò però Chris, in un sussurro fin troppo serio per non essere sentito. “Son confuso …” Mormorò, ma non poteva fare a meno di pensare a quanto quelle labbra fossero vicine, a quanto poco mancasse per un bacio …
 
Non annullò la distanza tra loro. Semplicemente migliorò la dolcezza delle sue carezze, i loro nasi ormai persi in un lungo bacio eschimese.
 
“Dimmi cosa può schiarirti le idee Colfer.”
 
“Mmh …” Chris emise, tentando di trattenersi con tutto se stesso dall’istinto di azzerare le distanze. “Non ti ho detto di no riguardo il permesso di baciarmi …”
 
Sorrise, mordendosi il labbro inferiore.
 
“Forse un bacio potrebbe eliminare la tua confusione...” Sussurrò prima che la sua impazienza vincesse. Poggiò le labbra sulle sue, attirando il suo viso al suo con un altro gesto carezzevole della mano, sorridendo contro la bocca dell'altro. E la confusione che rimbombava nella sua testa sparì come d'incanto, e sperò che fosse lo stesso per il piccolo miracolo tra le sue braccia.
 
Le labbra di Chris si mossero appena contro le sue mentre chiudeva gli occhi: erano sottili ma estremamente piacevoli al tatto e con la punta della lingua che sporgeva appena tra le proprie, poteva quasi sentirne già il sapore.
 
I battiti del suo cuore accelerarono in maniera incontrollata e non poté trattenersi dal poggiare una mano sul petto coperto di Grant, stringendo il tessuto della sua camicia tra le dita per dare sfogo a quella nuova sensazione che gli invadeva il petto.
 
Al cenno del primo, piccolo movimento da parte di Chris, Grant dovette trattenersi dal sospirare di piacere. Aveva appena realizzato quello che stava succedendo nel suo intero essere, che già doveva fare i conti su ciò che stava accadendo tra loro due.
 
Ma ... se ne sarebbe occupato dopo, ora c'erano altre faccende a distrarlo dal suo confuso monologo che andava avanti ormai da ore.
 
Si mosse con più sicurezza su Chris, le loro labbra che si incatenavano alla perfezione; quelle del ragazzo contro di lui erano piene e morbide, e se ne sentiva già dipendente. Morse appena il labbro inferiore, catturando poi con la lingua il suo sapore, lasciandosi finalmente andare ad un sospiro compiaciuto.
 
“Grant …” Chris sussurrò, scostandosi appena dalla sua bocca per poi riafferrarla in un istante dopo: poteva perfino sentirsi sciogliere allo schiocco che producevano le loro bocche ogni volta che si lasciavano e riagganciavano, era tutto così dannatamente perfetto che non riusciva a fare a meno di avvicinarlo di nuovo, mentre la sua lingua premeva appena per venire fuori.
 
Non credette esistesse nome più bello del proprio come in quel momento. Né nome più sensuale. Schiuse le labbra contro le sue, mentre per un istante si nutrivano della stessa aria. Poi lasciò che la sua lingua premesse contro la bocca di Chris, pregando, implorando, supplicando di entrare. Strinse la mano sul suo fianco, attirandolo a sé - per quanto fosse possibile in quella strana posizione- senza smettere di baciarlo.
 
Chris non lo fece attendere comunque: aprì appena le labbra, lasciandogli infilare la lingua tra di esse e avvolse rapidamente le braccia attorno al suo collo, cominciando a sentire il timido bagliore di una passione crescente svilupparsi dentro di sé e costringerlo a far scontrare le loro lingue. Non aveva mai creduto che Grant potesse essere serio, mai.
 
Intrecciò la lingua alla sua, un gemito soffocato contro la fine del palato, mentre tirava appena il tessuto sottile della sua maglietta. Lo voleva più vicino, più contatto, più Chris.
 
“Sali su di me.” Sussurrò contro le sue labbra, prima di tirare con un po' più forza, tornando a baciarlo, questa volta senza alcuna esitazione. Lasciò che fosse Chris a passare tra le sue labbra, accogliendolo con languidi e peccaminosi tocchi di lingua, sentendo le mani pizzicare dalla voglia di toccare, sentire, avere di più.
 
Chris non fu capace di trattenere il gemito che gli sfuggì a quelle parole, ma non esitò un bacio in più prima di ubbidire al suo comando: scattò, portandosi a sedere su di lui, sul suo grembo, quasi inciampando sulle ginocchia per la frenesia del gesto, e riprese immediatamente il bacio da quella posizione più intima mentre l’eccitazione cominciava ad impossessarsi del suo corpo.
 
Dannazione.
 
Quel gemito gliene strappò uno ancora più forte dalla gola, e quella nuova posizione lo fece quasi impazzire dalla passione e dalla voglia che divampavano dentro di lui. Morse le sue labbra, poi le curò con delicate carezze della lingua, prima di intrecciarla ancora alla sua, e le loro bocche si allontanavano per istanti talmente brevi che si ritrovavano senza fiato comunque.
 
“Chris...” Si lasciò sfuggire. Doveva trattenersi, ma non era possibile, non con le gambe di Chris strette intorno alle sue cosce, i loro petti allineati, la temperatura sempre più alta ... Prima che potesse obbligare se stesso a fermarsi, le sue mani si erano già insinuate sotto la maglietta dell'altro, cominciando a tracciare disegni astratti su quella pelle. Quanto si sbagliavano gli stolti che pensavano che fosse tutto pelle e ossa, pensò mentre tremava sotto le curve perfette dei suoi muscoli.
 
Le labbra di Chris sfiorarono le sue, un ultimo contatto e poi non poté controllare l’istinto di scendere: la sua bocca esplorò l’enorme collo di Grant, chiudendosi attorno ai suoi nei e succhiando appena la sua pelle, dolcemente, mentre le sue mani prendevano a vagare sui bottoni della sua camicia, sbottonandoli per scoprirgli appena il petto.
 
Era meraviglioso, qualcosa di indescrivibile.
 
Tremò ancora, prima di piegare il collo di lato, in modo che Chris avesse più pelle da toccare e torturare. Inarcò appena la schiena quando sentì le sue dita lunghe e sottili - Dio quanto gli piacevano - cominciare a sbottonare la sua camicia. Voleva lo succhiasse con più forza, lo mordesse, lo torturasse ancora di più.
 
Erano passati pochi minuti e già era schiavo di quelle labbra. Prese i lembi della sua maglietta e li tirò verso l'alto in un gesto inequivocabile.
 
Chris poggiò le labbra sul petto, lo baciò, poi si staccò per qualche secondo, sollevando le braccia per permettergli di sfilare la maglia: non aveva idea di cosa stesse facendo, non era come solitamente faceva le cose, ma … esisteva un modo per fermarlo?
 
Lo allontanò un attimo da sé, tenendolo per le spalle, perdendosi in quella pelle d'alabastro, illuminata dall'alba che cominciava a fare capolino dalla finestra. Gli addominali non guizzavano fuori come quelli di un palestrato, ma erano delineati alla perfezione, dipinti sul suo corpo da un artista davvero talentuoso.
 
“Dannazione Chris ...” Gemette frustrato, prima di attirarlo a sé.
 
Le mani scesero dalle spalle al suo petto, passando sulle linee peccaminose e sfiorando provocatoriamente i capezzoli color miele di Chris. Era tutto troppo veloce, ma non poteva, non voleva fermarsi.
 
Colfer allargò appena le gambe per abbassarsi su di lui e baciare il suo petto fino ad allargare i lembi della camicia con le dita e spostarsi con la bocca sul lato per viziare un capezzolo dell’attenzione di una lingua fin troppo vivace.
 
Aspettò che Chris si fermasse, ci volle una piccola presa sui suoi capelli scuri e altri piccoli gemiti pieni di desiderio, prima che riuscisse a far scivolare una mano tra le loro gambe, non senza accarezzare voluttuosamente l'interno coscia di Chris, tirando fuori il cellulare.
 
Fece finta di scrivere e poi alzò lo sguardo, scurito dal piacere e dal desiderio e recitò: “Che ne dici di 'pronto ad essere ri-succhiato dal miglior talento di @chriscolfer?”
 
Chris indietreggiò, restando seduto in equilibrio su di lui: si sentì un po’ dispiaciuto per il modo brusco in cui aveva interrotto quel qualcosa, ma … in fondo non avrebbe comunque voluto che fosse così affrettato. Aveva appena realizzato che Grant era qualcosa che desiderava, come poteva mettere a fuoco un rapporto sessuale?
 
“Sei ridicolo.” Commentò piuttosto, incapace di trattenere una risata. “Puoi twittarlo comunque. Penseranno innocentemente che tu stia riguardando il film, che sia una battuta ironica.”
 
Lo tenne per il fianco con la mano libera, mentre lo guardava con la coda dell'occhio, osservando la sua risata. Era cristallina e tintinnante, nonostante la lieve sfumatura arsa e scomposta della voce. La luce rosa pesca e ambrata dell'alba lo rendeva una visione paradisiaca.
 
Ridacchiò a sua volta, mentre alzava il cellulare verso il volto dell'altro, sorridendo maliziosamente.
 
“E se ci allegassi una foto di Instagram? Non penserebbero molto all'innocenza.”
 
Altroché: una foto di Chris a petto nudo, evidentemente a corto di fiato, le labbra gonfie e umide, gli occhi inscuriti dal desiderio avrebbero mandato in tilt l'intera piattaforma di twitter. Mandava lui in tilt, ma Grant era già sconnesso da ore ormai quindi non era un caso classificabile.
 
Il primo istinto di Colfer fu quello di spalancare le palpebre a quel gesto. Tuttavia, ebbe i riflessi sufficienti per afferrare il suo iPhone e sfilarglielo tra le dita. Senza preoccuparsene troppo, lo lanciò verso l’estremità del divano e, non appena Grant si voltò per recuperarlo, Chris afferrò il suo viso tra le mani per costringerlo a guardarlo.
 
“Ti ho detto che hai il permesso di baciarmi …” Sussurrò nuovamente sulla sua bocca. “Smetti di perdere tempo.”
 
Poggiò nuovamente le labbra sulle sue, siglando un altro bacio.
 
Durò un secolo forse, o soltanto pochi minuti, ma si ritrovarono lì in un piacevole paradiso, duecento ventisette miglia, tre ore e due domande dopo.

 

ANGOLO DELLE AUTRICI

Mettete insieme i tweet di Grant Gustin, una chattata su Skype, Google Maps, il divano di Chris Colfer, due autrici *da definire come siano* ed ecco qua. Dunque, vi racconto com'è nato tutto questo: ci siamo conosciute ruolando Kurt e Sebastian e abbiamo deciso che scrivere insieme era un obbligo perché ci divertivamo troppo *-*
Parlo per me, adoro questa ragazza e il suo Sebastian - ora anche Grant - mi fa impazzire *-* Ruolerei con lei all'infinito T_T è meravigliosa wghreoiughreohgorehgoohg Penso che ci rivedrete molto presto insieme, quindi abituatevi a noi *-*
Speriamo che vi sia piaciuta questa shot anche perché i tweet di Grant erano un'ispirazione che non si poteva non cogliere. Quindi eccoci qui u.u 227 miglia, 3 ore, 2 domande e 4 tweet dopo u.u
Grazie mille a chiunque abbia letto la storia e chi deciderà di farci sapere il proprio parere <3
A presto,
RenoLover & __blackbird <3

 

   
 
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