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Autore: M4RT1    21/12/2012    6 recensioni
Non c'è due senza tre, dice un famoso detto... ed ecco qui la nostra terza serie di RIS XD
RIS Roma 5, parte II :D
Come per la storia precedente, non c'è bisogno di aver letto la prima parte per capire questa U.U
Vi ringraziamo per la pazienza *_*
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BREVE RIASSUNTO DELLA PRIMA PARTE

Mentre un serial killer che si firma con carte da gioco terrorizza la città, Lucia, Ghiro, Bianca, Milo, Orlando e il ritornato Bart si danno da fare per prevedere le mosse dell'uomo.
Nel frattempo, ognuno affonta anche la sua ''normale'' vita quotidiana...

-LUCIA&ORLANDO: non riescono proprio ad avere un bambino, ma prendono in affido Max, un bambino di sei anni figlio di una delle vittime del killer;
-MILO&BIANCA: loro vivono tranquillamente finché l'ex-moglie del ragazzo non si stabilisce a casa loro: eh sì, perchè si è fidanzata con un tipo che non piace ai suoi genitori ed è stata cacciata U.U Questo scatenerà non pochi problemi, ultimo in ordine cronologico un bacetto tra Bianca e un suo vecchio amico dell'università, Francesco U.U;
-DANIELE: Selvaggia è incinta... ma come si chiamerà il figlio? Tommy e Flavia saranno non uno, bensì i due nuovi Ghiri :D;
-BART: sperando di ritrovare Isabella, parte in cerca della ragazza, ma scopre che si è fatta suora >.<

FINE RIASSUNTO



Il Sole, quella mattina di Ferragosto, sorse più caldo che mai.
Il cielo era celeste, splendente, e stormi di uccelli volavano da un tetto all’altro nell’aria torbida.
 
Lucia Brancato ed Emiliano Cecchi si svegliarono alla stessa ora, destati dallo squillo insistente dei rispettivi cellulari.
 
La prima a rispondere fu Lucia:
-Pronto, Max?- disse con voce biascicante: -Tutto bene?
Orlando socchiuse l’occhio sinistro:
-Che succede, Lucia?
-Max è nei guai, come sempre.- rispose in fretta la donna mentre, senza alzarsi, borbottava scuse alla persona all’altro capo del telefono.
Quando riagganciò era furente:
-Quel bambino è un disastro!- si lamentò, rotolando giù dal letto: -E’ in colonia da tre giorni e già lo vogliono rimandare a casa!
Orlando ridacchiò sotto i baffi, poi seguì la moglie in cucina:
-Che ha fatto, stavolta?- chiese, ma si capiva benissimo che non considerava gravi le marachelle del bambino.
-Ha rubato tutte le merendine dalla borsa dell’animatrice!- spiegò Lucia, lanciando sul tavolo le due tazze per la colazione: -E con lui c’era anche Marika, ovviamente.- aggiunse.
 
Marika Cecchi rappresentava il motivo per cui Emiliano si era svegliato alle sei e trentacinque del mattino; nelle orecchie, un’ora dopo, gli risuonavano ancora i rimproveri della responsabile del campus.
 
-Marika me sta a fa’ dispera’!- protestò, non appena vide Bianca spuntare dal bagno.
-E perché, scusa?- chiese lei ingenuamente, stiracchiandosi.
-Perché ha rubato tutte le merende co’ Max!
Emiliano scosse la testa:
-Quella è colpa di quel tipo… Loris! È lui che me la sta a porta’ sulla cattiva strada!- si lamentò poi, bevendo il caffè.
Bianca ridacchiò, sventolandosi per il gran caldo:
-Io credo che tu ce l’abbia con lui.- ribatté poi e, senza aspettare la risposta del compagno, si diresse in bagno: -Mi faccio la doccia e andiamo!- lo informò.

 
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-Ho voglia di uno screensaver con la foto dei nostri piccoli!
-Non puoi avere voglia di fragole come tutte le mamme normali?
-Ma io non sono normale, Ghiro!
 
Il capitano Daniele Ghirelli ebbe un risveglio poco più delicato di quello dei colleghi: Selvaggia si destò improvvisamente alle sei e trentadue minuti del mattino, completamente sveglia.
 Daniele aveva tentato in tutti i modi di rimettersi a dormire, aveva perfino giocato la carta del ‘’sei stanca, devi riposare’’, ma niente aveva convinto la donna a rimettersi a letto.
E così alle sette del mattino il capitano si era ritrovato a sbattere uova per una frittata gigante:
-La porti in ufficio ai tuoi colleghi!- aveva cinguettato Selvaggia che, dal quinto mese di gravidanza, dava i numeri tutti i giorni.
-Ma perché dobbiamo mangiare una frittata extralarge? Me lo dici, per favore?- piagnucolava Daniele, ma ormai era fatta: il rumore e l’odore del pranzo riempivano la casa: -Non è piacevole fare colazione con l’aria di frittura!
 
Selvaggia non ebbe il tempo di ribattere che Bart fece capolino nella stanza:
-Mmh… frittura alle sette del mattino!- commentò, ancora in pigiama: -Molto… eccentrica!
Daniele scosse la testa:
-Spiacevole, Dossena. Spiacevole!- puntualizzò, e la compagna socchiuse gli occhi:
-In America le uova le mangiano tutti i giorni!- protestò.
-In America fanno tante cose che qui non si fanno, cara.- ribatté Ghiro, poi si alzò: -Bart, vado a lavarmi! Non posso presentarmi in ufficio come se fossi appena uscito da una friggitoria.
 
Bart, che viveva a casa della coppia da qualche settimana, annuì; in quei giorni sapeva di dover sopportare tutto: infondo, era pur sempre ospite a casa dell’amico, dato che la sua abitazione si era allagata e ora mostrava i segni dell’acqua che superavano l’altezza dell’inquilino.
 
-Ah, Bart! Prendo il tuo accappatoio!
Bart si alzò, nervoso: odiava che gli altri usassero le sue cose:
-No, Ghiro! Quello mai!- protestò: dopotutto, non doveva accettare proprio qualunque cosa!


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La giornata lavorativa cominciò in ritardo e con una calma quasi innaturale.
 
Lucia entrò, sorridente nonostante tutto, e prese posto nel suo ufficio. Sulla sua scrivania, tre pratiche da firmare facevano bella mostra al centro del tavolo, mentre sul maxischermo, per la prima volta da anni, non c’era nient’altro che lo sfondo.
 
Poco dopo di lei e di Orlando, che stava sistemando alcuni reperti di un vecchio caso d’omicidio, arrivarono Emiliano e Bianca:
-‘Giorno, Orla’ – salutò il ragazzo, con un cenno della mano, scostando una sedia dal tavolo per accomodarsi. La sottotenente fece lo stesso, rivolgendo un sorriso al capitano e all’uomo. Passarono pochi minuti, poi la porta si aprì nuovamente, lasciando entrare i membri restanti della squadra. Lucia si schiarì la voce e prese posto al centro del grande tavolo di vetro , fissando prima i volti dei suoi uomini e poi lo schermo della lavagna multimediale, ma lo squillo insistente di un cellulare interruppe il silenzio. Con uno sbuffo, Bart si allontanò dal suo posto:
-Pronto?
Passarono pochi attimi di silenzio, poi il ragazzo esclamò:
-Va bene, arriviamo.
-Che succede? – domandò, perplessa, Lucia, guardando il volto innervosito dell’altro.
-C’è stato un incendio in centro, pare ci siano state vittime – rispose il tenente, piazzandosi dietro lo schienale della sua sedia. Lucia fece per controbattere, accigliata, ma l’uomo la precedette:
-Sasso ha avvertito me perché ha perso per sbaglio tutti i vostri numeri.
Daniele alzò gli occhi al cielo, poi Lucia ordinò:
-Daniele, Emiliano, ve ne occupate voi?
Senza un fiato, i due uscirono tirandosi la porta.

 
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-Sasso – esclamò Daniele, sopraggiungendo sul luogo dell’incendio – cos’è ‘sta storia dei numeri?
Il carabiniere si girò di scatto e si grattò il mento:
-Ho comprato il cellulare nuovo e quando c’ho messo la scheda m’aveva resettato tutto. Allora ho detto io: ma che ne so di tutte ‘ste cose tecnologiche, qua, poi ci da un’occhiata Ghirelli.
-Ci da un’occhiata Ghirelli, se ne occupa Ghirelli. Tutto Ghirelli deve fare! – si lamentò Daniele, mentre Emiliano si infilava i guanti di lattice.
-Piuttosto, cosa ci dobbiamo fare noi con un incendio? – rifletté il tenente, dando un’occhiata ai corpi semi-carbonizzati che giacevano sull’asfalto.
-Pare che il fuoco sia stato appiccato dall’esterno del palazzo, più o meno da questo punto – borbottò Sasso, indicando con un dito la facciata laterale della struttura, che affacciava sulla strada – e quindi c’è la possibilità che sia stato intenzionale.
I due uomini annuirono, poi Daniele esclamò:
-Io mi occupo dei corpi, tu controlla la zona qua attorno e vedi se riesci a trovare qualcosa.
Emiliano annuì, precipitandosi sul punto che gli era stato mostrato poco prima; Daniele, invece, si chinò accanto al corpo di una giovane donna.
-E’ inutile che cerchi – esclamò Sasso, guardando dall’altro il collega – i suoi vestiti sono completamente bruciati, così come la sua carne. Si vede solo un po’ di faccia.
Daniele alzò il capo, scettico, e ammonì l’altro con uno sguardo minaccioso.
Pochi minuti dopo, una voce lo richiamò:
-Ghirè – esclamò Emiliano, facendogli segno con la mano di avvicinarsi – vieni un po’ qua.
Il capitano si diresse verso il collega, che gli mostrò orgoglioso il suo repertamento:
-Sotto lo strato carbonizzato di questo angolo, ho trovato della vernice spray.
Seguirono pochi secondi di silenzio, in cui i due si scambiarono sguardi perplessi, poi Milo aggiunse:
-E la vernice non è la stessa usata per verniciare l’esterno dell’edificio. Apparentemente hanno lo stesso colore, ma la sostanza è totalmente diversa. Ed oltretutto, questo tipo di vernice è altamente infiammabile, il che vuol dire…
-…Che l’incendio è stato appiccato di proposito e che il nostro uomo si è servito di questa sostanza per alimentare il fuoco – concluse Daniele, annuendo.
-Vabbè… allora avete già finito?- domandò Sasso, avvicinandosi.
-Finito, Sasso? Abbiamo appena cominciato.
Il carabiniere fece una smorfia:
-Vabbè, Ghirelli… noi però ce ne andiamo adesso…- si congedò, e il capitano annuì:
-Perfetto, Sasso.
-Però poi tu me la controlli questa cosa del telefono, eh!
Daniele annuì e aspettò che l’uomo fosse andato via, poi dette un’occhiata al locale:
-Che cos’era?- chiese, tentando di leggere l’insegna annerita.
-Era una sala giochi… pieno così di pischelli…- rispose Emiliano, scuotendo la testa: -Ce venivo sempre pur’io, da ragazzino…
-Bene… non abbiamo niente, allora.- concluse Ghiro, salutando Carnacina.
-E perché, scusa?
-Perché una vernice spray in un posto per ragazzi non è rara: non mi dire che non hai mai scritto su un muro!- esclamò il capitano, spazientito, ma prima che l’amico potesse rispondere, Carnacina fece irruzione:
-Salute a voi!- esclamò: -Quattro morti in un solo giorno!
-Sei sadico o cosa?
-Lavoro, Ghirelli. Lavoro!
Sorvolando sull’argomento, Emiliano domandò:
-Come so morti?
-Quei due lì giù sono morti ustionati… mentre la donna e quell’altro ragazzo sono stati soffocati dal fumo.
Daniele annuì:
-Cecchi, procurati una piantina dell’edificio e vediamo anche dov’erano localizzate le vittime!- ordinò, poi si avvicinò ad un uomo: -Lei è il proprietario?- chiese.
-Sono io.
-Non era nell’edificio al momento dell’incendio?
L’uomo scosse il capo:
-Non ci vengo mai di mattina… c’è poca gente. Per fortuna!- aggiunse.
-Senta, oltre alle quattro vittime, c’era qualcun altro dentro?
-Solo Miriam, l’altra addetta… ma per fortuna è solo ferita…
Emiliano tornò in quel momento con una cartina sotto braccio:
-Qua c’è la piantina, Ghire’!- lo informò.
-Molto bene… andiamo.

 
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-L’incendio è stato probabilmente doloso, ma non abbiamo niente per provarlo.
-E allora come fate ad affermarlo?
-Non c’era materiale infiammabile nella sala, e l’unica altra fonte sarebbe rappresentata da un corto circuito, che però non c’è stato.
-Potrebbe essere stato un mozzicone di sigaretta, no?
-E’ vietato fumare.
 
Lucia passeggiò avanti e indietro per la stanza, mentre Daniele le raccontava tutto; seduti al lungo tavolo delle riunioni, Emiliano e Orlando esaminavano la mappa della struttura.
 
-Bart, Bianca, voi andate a sentire la commessa ferita.- ordinò la donna, poi si avvicinò ai due tenenti: -Trovato qualcosa di interessante?- domandò, ma Emiliano scosse la testa:
-Niente de ché, capita’! Sappiamo che l’incendio è davvero divampato dove ci ha detto Sasso, cioè da queste parti…- spiegò, puntando il dito sulla parete destra della sala: -Le quattro vittime erano posizionate lì vicino. Le prime due, quelle che se so’ bruciate, stavano giocando proprio con videogiochi addossati a ‘sta parete, come dimostrano le telecamere… mentre la commessa e il ragazzo che hanno soffocato stavano più indietro e non saranno riusciti a usci’ in tempo…
-E la commessa che si è salvata?
-Quella è uscita pochi minuti prima, come ha detto anche il proprietario.- confermò Orlando: -Solo che quando il fuoco è divampato, l’elettricità è andata via e le telecamere sono morte.- aggiunse poi, sconsolato.
 
Lucia annuì:
-Capito. Riguardate i nastri, magari notate qualche particolare. Daniele, noi andiamo a esaminare i reperti.

 
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-Max? Dimmi! No, non sono… non sono arrabbiato con te! Lucia sì, però le passerà, lo sai…
 
Emiliano sorrise sotto i baffi: da quando il capitano e Serra avevano quel bambino in affidamento, il loro contributo nelle scenette comiche che si svolgevano quotidianamente al RIS era di sicuro aumentato:
-Chiedigli se sta co’ Marika…- sussurrò, e Orlando ripeté la domanda, poi annuì: -Stanno giocando a… fermo! È pericoloso, stupido! E dici anche a lei di non…
Emiliano sussultò e gettò da una parte la mappa, giungendo in un salto fino al telefono del collega:
-Max? Se me incoraggi Marika a fa’ certe cose, giuro che te…
Orlando riprese il cellulare:
-Milo ha ragione, Max!- esclamò, facendo cenno al ragazzo di tornare ai nastri di sorveglianza: -Ora ti devo lasciare, ciao!
Riagganciò gettando un’occhiataccia all’amico:
-Volevano camminare sulla ringhiera dell’albergo.- spiegò: -Ma non è il caso di…
-Sulla ringhiera? Ma so’ grandi, come glie viene de fa’ certe cose?- gemette il ragazzo, apprensivo.
Continuarono a guardare il video per un po’, poi Ghiro rientrò con Lucia:
-Vernice alla nitrocellulosa!- disse Daniele, alzando un braccio.
-Ciao, Ghiro.- rispose Orlando, fermando il video: -Milo, e questo chi è?- proseguì, ma Ghiro li interruppe nuovamente:
-E allora? Nessuno vuole sapere cos’è?- chiese, deluso.
-Una vernice alla nitrocellulosa è il genere che si usa per dipingere gli elettrodomestici, le barche, gli edifici e i mobili. È altamente infiammabile, mi pare che il massimo che può reggere sono 20°…- disse Orlando tutto d’un fiato, prima di tornare al video.
-21°.- riuscì solo a correggere Ghiro, a bocca aperta:- E com’è che sai tutte queste cose, Serra?- domandò poi.
-Chiedilo a Lucia e alla sua mania riguardo il riverniciare le stanze!- rispose Orlando, stizzito, poi si concentrò sul filmato.
-E’ vero, Orla’… questa non è ‘na vittima!- esclamò Emiliano: -Non ce sta… e non è manco Miriam, no?
-Non mi pare… a meno che Miriam non abbia la barba – riflettè Daniele, sopraggiungendo dietro i due.
-Ferma qui – disse Emiliano – stampiamo l’immagine e vediamo se ce sta nel database.
Orlando annuì velocemente, poi si mise a lavoro.
-Qua si vede chiaramente quest’uomo avvicinarsi alla parete da cui l’incendio sarebbe dovuto partire – continuò Ghiro, facendo ripartire più volte il nastro.
-Potrebbe essere il colpevole – aggiunse Emiliano.
Pochi secondi dopo, Orlando consegnò al tenente un’immagine del sospettato, e il ragazzo si avviò spedito verso il computer per eseguire il controllo.

 
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-E vediamo… ce voleva pure questo, mo… non se po’ sta un pochetto in pace…
-Milo? Parli da solo?
Il ragazzo sobbalzò, poi si girò verso la porta:
-No, Bià… cioè, in un certo senso… stavo a riflette’.
La sottotenente sorrise, un po’ perplessa, poi si avvicinò a Emiliano:
-A cosa pensavi?
Il tenente prese un gran sospiro, poi borbottò:
-Ma a niente… l’altro giorno m’è arrivata una lettera di un vecchio parente con cui non c’ho rapporti, diciamo, civili.
La ragazza aggrottò le sopracciglia, fissando il fidanzato in cerca di spiegazioni:
-E’r fratello de mamma… - cominciò Emiliano, ma le sue parole furono interrotte dallo squillo insistente del telefono di Bianca, la quale rispose, un po’ stizzita:
-Pronto? Ah, Francesco!
Emiliano sbuffò pesantemente, poi borbottò:
-Francesco, Francesco!
Pochi secondi dopo, afferrò i risultati dell’analisi e si avviò dai colleghi.

 
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-Niente.
-Niente?
-Il nostro amico non ha precedenti penali. – specificò Emiliano, facendo irruzione nell’ufficio dove Daniele e Orlando stavano ancora lavorando.
Il capitano alzò gli occhi al cielo:
-Come sempre.
-Credo che fra qualche anno metà della popolazione italiana finirà nel nostro database... – aggiunse Orlando, con una punta di sarcasmo. Gli altri due annuirono.
Proprio in quel momento, Lucia irruppe nella stanza:
-C’è stato un altro incendio, in via De Medici. Orlando, occupatene tu con Bart. Voi due aiutatemi con queste – esclamò, alzando in aria una decina di cartelline stracolme di pratiche.
Daniele ed Emiliano sgranarono gli occhi e fecero per seguire il capitano all’esterno:
-Buona fortuna – li prese in giro Bart, prima di fermarsi davanti alla porta ad aspettare il collega. Poi anche loro varcarono la soglia, lasciando l’ufficio deserto.

 
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-Le vittime sono un uomo anziano, sulla 70ina, e una bambina di sette anni... – annunciò Sasso, non appena i due furono arrivati.
Orlando si abbassò per fissare la piccola: era completamente carbonizzata. Deglutendo, si rivolse al collega:
-Bart, occupati tu di loro. Io… setaccio un po’ la zona.
Il collega annuì, battendo una mano sulla spalla dell’altro, poi si chinò accanto ai cadaveri.
-Povera bambina – commentò Sasso, fissando il tenente intento a frugare tra le ceneri.
-Già – commentò Dossena, poi infilò in una bustina di plastica un bottone dorato appartenente alla giacca della piccola.
Pochi minuti dopo, Orlando fece capolino da un angolo del piccolo negozio bruciato:
-Bart – richiamò il collega – qui c’è un mozzicone!
Il tenente si avvicinò:
-Repertiamo.- disse, poi si rivolse a Sasso: -Testimoni?
-Un cassiere ferito, il proprietario non si è fatto niente ma lo hanno portato al pronto soccorso per controllare.- rispose il carabiniere: -E ci stavano i nastri, ma so’ carbonizzati.
Bart annuì:
-Niente, quindi. Due incendi in un giorno… è assurdo.- sospirò, sventolandosi per il gran caldo.
-Lo so… comunque credo che sia stato il mozzicone.- lo interruppe Serra: -L’hanno gettato qui, no? E l’incendio secondo i vigili del fuoco è divampato proprio in questo punto.
-Credi sia stato uno sbaglio?
Orlando annuì:
-Sì… ma dubito che riusciremo a trovare il colpevole. Non abbiamo niente.
-Vabbè – tagliò corto Bart – torniamo al laboratorio.
In un attimo, i due colleghi ripartirono.


*PROMO*

Due incendi, sei vittime e nessun indizio... tutto in un giorno.
SASSO: qua sta il terzo incendio...
E come fare se l'unico sospettato non ha unìidentità nota?
ORLANDO: dobbiamo capire chi è l'uomo della sala giochi.
E nel frattempo, un'amicizia può rivelarsi pericolosa.
FRANCESCO: Bianca, devi aiutarmi.

RIS Roma 5, parte II, in prima assoluta su EFP nei prossimi giorni :D NOn mancate *_*

*FINE PROMO*



N.d.A.: ok, vi abbiamo definitivamente rotto le... quelle lì, ma non possiamo farci niente U.U
Beh, che dire? Speriamo che anche questa storia, questo inizio di storia, sia di vostro gradimento e... aspettiamo un parere :D
  
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