« Fanno fluttuare lanterne in cielo.
Ma ci crederci?
Lanterne giapponesi a simbolo del
passato che è passato. Beh notizia flash non siamo giapponesi.
Lo sai cosa sono? Bambini.
Come se bastasse accendere una
candela per far tornare tutto okay. O dire una preghiera o fingere che Elena
non diventerà come tutti noi vampiri omicidi.
Bambini illusi, esasperanti, idioti
e schiocchi.
Lo so cosa tu dirai. “Li fa sentire
meglio, Damon.”
Davvero dici? Per quanto? Per un minuto?
Per un giorno? Che differenza può fare?
Perché alla fine, quando perdi una
persona ogni candela, ogni preghiera non compenserà mai il fatto che l’unica
cosa che ti rimane è un vuoto nella tua vita al posto della persona che amavi
tanto.
E una lapide con incisa una data di
nascita sicuramente sbagliata.
Perciò, grazie amico.
Grazie per avermi lasciato a fare
il baby-sitter. Perché me ne sarei andato da un pezzo ormai.
Non ho avuto la ragazza, te lo ricordi?
Sono incastrato qui a litigare con mio fratello e a prendermi cura dei bambini.
Mi hai mollato da solo. »
Zacky
si asciugò la lacrima sulla guancia destra che gli aveva appena rigato la
guancia quasi volendola tagliare in modo verticale mentre le altre erano scese
sul collo per nascondersi nella felpa nera che indossava.
L’aveva detto che il titolo di quella seconda
puntata non lo convinceva, doveva capirlo dallo sguardo di Damon che quella
persona era un capitolo troppo doloroso, ma lui come sempre aveva schiacciato
il tasto ‘play’ del telecomando ed aveva appena dato via libera al pianto più
sincero e liberatorio dopo quel fatidico gennaio 2010.
Certo aveva pianto anche dopo, ma questo pianto gli
ricordava tanto il pianto del funerale.
Amava The Vampire Diaries
per qualche assurdo motivo, vampiri, demoni, esseri magici e mitologici, occhi
che cambiavano colore, vene che si dilatavano, uomini indistruttibili, canini
appuntiti. Sangue.
Adorava tutto quell’insieme, ma quel telefilm aveva
centrato in pieno troppi sensi della sua vita, troppi ostacoli che aveva
affrontato e spesso si rispecchiava nel personaggio di Damon, così incazzato,
così scettico, così sarcastico e così debole. Fragile.
Bastava un niente e la ferita si riapriva ma non
poco, aumentava, si ingrandiva e strappava qualsiasi briciolo di speranza.
E Zacky si ritrovava rannicchiato
sul divano di eco-pelle beige, mentre osservava il nastro rosso strisciare come
un serpente sottile e sfiorare la parola ‘Vampire’per poi avvolgersi e
incastrarsi nella V facendo uscire
una goccia di sangue.
Quella V, gli ricordava tanto la sua, la V di Vengeance.
Sorrise tirando su col naso, per poi appoggiare la
testa sul braccio del divano socchiudendo gli occhi rilassandosi, ascoltando con
la colonna sonora misteriosa del suo telefilm preferito, poteva giurarlo e l’avrebbe
detto miliardi di volte ancora.
Alzò lo sguardo verso il quadretto di The Rev che sorrideva,
quella foto che metteva in risalto gli occhi color oceano e il sorriso
dolce, felice e spensierato velato dalla furbizia, dalla malizia che lo rendeva
divertente e stupido allo stesso tempo, aveva messo quella foto che adorava
tanto trovata per caso sul web e l’aveva incorniciata, in una semplicissima
cornice rettangolare laccata di nero lucido.
In un secondo tutto il monologo di Damon gli bloccò
il respiro, come nei film tutte le frasi arrivarono alla velocità della luce marcando
le parole più tristi e veritiere che si espandevano nella mente come un eco
continuo.
Odiava sentirsi così, gli veniva da piangere.
“
Mi hai mollato da solo”
Quale frase più veritiera in quel momento.
Sospirò guardando l’orologio, le tre di notte
spaccate, increspò le labbra in una smorfia ripensando ai miei mesi trascorsi
dopo la scomparsa dell’amico, al consumare tappeti a furia di camminare
pensando, ai corridoi buoi, agli psicologi, alle lacrime e agli incubo.
Spense il televisore provando uno stranissimo
silenzio ovattato disturbato da un brusio di fondo, quella scatola piatta piena
di pixel era il mostro nell’inquinamento acustico.
Chiuse gli occhi sdraiandosi sul divano pensando a
chissà se, come Alaric, Jimmy era lì, al suo fianco
che ascoltava le sue paranoie, i suoi scazzi, le sue risate isteriche e quelle
felici, se a volte anche lui rispondeva ai suoi ‘mi manchi’, se sorrideva
quando ironizzava i litigi e le situazioni, e se soprattutto stava bene.
Il buoi si impossessò di Zacky
bloccando tutti i suoi pensieri e lasciando spazio al sonno rubato ore prima.
Jimmy lo osservò dormire, era seduto sul ripiano del
camino spento che emanava un atmosfera fresca quasi gelida, quasi come un senso
di vuoto. Sorrise quando lo sentì mugolare perché il cane aveva posato il muso
umido sulla sua mano.
« Ovvio che mi manchi idiota. »
Note dell’autore:
*passeggia* bene, bene, bene.
Il 28 dicembre si avvicina e mi manca Jimmy, come
a tutto il fandom immagino.
Che dire oggi ho visto le prime tre puntate della
quarta stagione di The Vampire Diaries e questo discorso di Damon seduto sulla lapide
di Alaric mi ha stravolto, mi ha completamente uccisa
e mi ha fatto pensare alla morte di Jimmy.
Amo Zacky e quindi ho
preso lui come protagonista :3
In realtà non so bene cosa dire, spero che vi sia
piaciuta!
Grazie per chi l’ha letta e per chi recensirà!
P.s. Per il dialogo di Damon, ho trascritto ciò che
viene detto nella puntata in italiano della 4x02 ‘ il bivio’.
Per chi volesse contattarmi sono Silvia Vee Russo
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