Together Forever –
la nuova versione <3
Dalla Toscana con
fervore, aggiorno la mia vecchia fic!
Ash,
Misty e Brock erano in viaggio. Anzi, erano appena arrivati al centro medico a Forester Town. Ash, che non sentiva da tempo la madre, la chiamò per fare due
chiacchiere, scherzare, coinvolgere bei e brutti ricordi che avrebbe tirato
inevitabilmente in ballo ma per una volta non importava! Solo che lei non appena
rispose al videotelefono aggredì il figlio con un sorriso a 32 denti molto
strano:
-Ash,
figlio mio, ho una notizia che ti lascerà a bocca aperta! Stò per risposarmi!-
Shock!
Incredibile come solo 3 parole possano sconvolgere l’essere umano. Ash si sentì
improvvisamente crollare il mondo addosso e sperò che sua madre adorata stesse
scherzando, e che, soprattutto, smettesse di fare quella faccia felice. Restò
attonito, shockato al 100% e sperando che qualcuno lo uccidesse per non essere
torturato a vedere il suo nuovo padre. Insomma, stava da cani!
Cercò
disperatamente di formulare una risposta volta al non far soffrire la genitrice,
la quale per dieci minuti netti lo aveva visto boccheggiare come sono un pesce
lesso poteva fare: °.° => °o° => °O° => °o° => °.° => °o° => °O° => °o° => °.°
Non fu
però molto fantasioso nell’inventare una risposta decente…
-Sono
felice per te mamma!- esclamò esibendo un sorriso un po’ nervoso e teso.
Ma era
quello che pensava realmente? In verità avrebbe voluto essere davanti alla madre
per gridarle che non pensa hai tuoi sentimenti, a come si sentisse. Avrebbe
voluto gridarle che sarebbe stato male con un uomo per casa che non fosse il
padre.
Si
doveva arrendere alla realtà, pensando che tanto se ne sarebbe andato in giro
per il mondo e, magari, per non rivedere l’essere che aveva sposato sua madre,
non sarebbe tornato mai più!
Non fu
veloce a pensare che sarebbe arrivata una domanda che implicava un consenso
forzato e una rapita ritirata verso la palestra per sfogare un po’ di rabbia
repressa.
-Vorresti venire a Pallet per conoscere il tuo futuro padre?- chiese Delia.
Non ci
volle un indovino per capire che non avrebbe mai potuto urlarle NO e scappare
via piangendo, o urlando, o distruggendo delle biciclette innocenti.
-Sì
mamma, arriverò il più presto possibile!- esclamò Ash mascherando il dolore.
La
vita era un inferno. Lo pensò seriamente riattaccando il telefono e dando un
pugno al muro. La vita era un inferno…
La
mossa successiva che implicava veramente molta forza di volontà fu dirigersi
all’aeroporto più vicino poiché Delia lo avrebbe ucciso a sangue, nonostante lui
fosse suo figlio, se non fosse tornato presto a casa…
-Mi
dispiace,- disse l’impiegato. -Non ci sono voli diretti per Pallet Town. Ci
sarebbe, il meno costoso, un volo con scalo all'isola di Trovita. Accettate?-
chiese. Ash rifletté. Dove aveva già sentito l'isola di Trovita?
E’ qui
che arrivano i classici momenti “Non ricordo ma mi sembra…” in cui la memoria fa
cilecca.
-Credo
non ci siano alternative se è il meno costoso!- esclamò Brock. Misty sospirò.
Lei ricordava anche troppo bene. Ash sganciò i soldi.
-D’accordo!- esclamò. -Tre biglietti!- Dove trovava tanta determinazione?
Semplicemente sperava che prendendo due aerei almeno uno si schiantasse a terra
per non farlo arrivare mai. Ci sperava veramente…
Semplice, veloce, indolore… certo!
E in
quel momento ti chiederai: c’è un modo per sparire prima che i ricordi vengano a
galla? L'isola di Trovita per Misty era un INCUBO!
Prima
di andare via da lì Rudy le aveva detto:
«Quando cambierai idea e preferirai me ad Ash, ritorna…»
Adesso
che Misty ritornava, ovviamente non per sua scelta, Rudy si sarebbe illuso? In
fondo la sapeva la risposta:
Sì!
Com’è
che dice il detto? La fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo!
Ash
invece non si ricordava proprio NULLA se non che era nell’arcipelago Orange, ma
non aveva la minima idea di cosa ci potesse essere stato.
Brock,
non avendo partecipato alla lega Orange, non ne sapeva nulla, e sperava che
quella fosse un’isola piena di ragazze (illuso… N.D. Crikke -.-).
Arrivati i tre scesero e Misty ne approfittò per andare in bagno con una
filosofia di vita apparentemente intaccabile e molto interessante: “Qui Rudy non
mi troverà mai!”
Ma
proprio Rudy, con la sorellina Mari, era al bar dell’aeroporto dove c’erano
anche Brock e Ash. Caso, sfiga, insanità mentale, non c’era un motivo preciso…
una delle tre alternative sarebbe andata benissimo!
-Ehi!
Ash, come va?- chiese il ragazzo. L’allenatore si voltò.
Collasso.
Memorie lontane ripresero a viaggiargli in testa di quei due giorni d’inferno
che aveva passato all’isola di Trovita! Avrebbe ucciso per dimenticarli…
Anzi,
non erano ricordi, era un ricordo solo: Rudy che non faceva altro che il filo a
Misty! Una cosa che gli aveva dato molto, molto fastidio.
Oggettivamente pensò e ripensò qualcosa come: calma, calma, comportiamoci
gentilmente!
Certo…
quante possibilità esistevano che tu riuscisse a fare una cosa simile?
-Ciao
Rudy, quanto tempo!- esclamò sfoggiando il sorriso che aveva fatto vedere alla
madre qualche ora prima. Si chiese se, invece che l’allenatore, avesse dovuto
fare l’attore.
-Scusa, ma chi è?- chiese Brock.
-Sono
Rudy, il grande capopalestra dell’isola di Trovita!- esclamò il ragazzo.
“Capopalestra che IO ho sconfitto!” esclamò mentalmente Ash.
-E
Misty dov’è?- chiese Mari. L’allenatore si ricordò subito di lei: la bimba che
voleva Misty come sorella maggiore. Un essere petulante pure quello, anche lei
da eliminare.
-E’ in
bagno.- rispose Brock.
-Capisco…- fece la bimba.
-Eccomi raga-… Rudy!- esclamò Misty, diventata improvvisamente più bianca del
guscio di Togepi.
-Ciao
bellezza!- esclamò il ragazzo andandola ad… abbracciare.
Rabbia…
Fu una
cosa molto istintiva senza perché di alcun genere; Ash Ketchum poteva capire
cos’era la rabbia! E in quel momento avrebbe voluto strozzare, picchiare a
sangue e insultare quel giovane ragazzo che aveva osato tanto nella sua vita.
-Ciao
Misty!- esclamò Mari, al settimo cielo.
-Oooh!
Misty non mi avevi detto che qua stava il tuo fidanzato!- scherzò Brock.
-Fidanzato?- chiesero all’unisono Ash e Misty. Solo che l’allenatore dal nome
Ketchum lo chiese mentalmente o sarebbe risultato geloso, o comunque allergico a
quel tipo, cosa oggettivamente vera ma non ancora accettabile da mente umana.
Rudy s’inginocchiò davanti a lei.
-Oh
Misty… se sei tornata significa che mi ami. Vuoi… vuoi sposarmi?- chiese.
Autocontrollo.
Altra
reazione istintiva senza un perché, ne stava avendo parecchie: Ash Ketchum stava
perdere ciò che viene comunemente chiamato autocontrollo e che il suo
vocabolario celebrale non aveva mai considerato come una cosa molto importante.
Lo era, sempre che non volesse sembrare un pazzo furioso.
-EEEH?
Ma Rudy sei impazzito?- chiese Misty, stranamente rossa. Aveva sognato sin da
piccola una dichiarazione d’amore da parte di un ragazzo —che poi si era
identificato come un certo Ash Ketchum— e finalmente gli avevano fatto una
proposta di matrimonio… Ehi! Ma che stava pensando? Non doveva lasciarsi trarre
in inganno da quel bellissimo giovane innamorato! Maledisse la sua etica morale
che le impediva di sposarlo se non per l’aspetto e il carattere, almeno per i
soldi.
-Viva
gli sposi!- esclamò Brock. Il povero ragazzo venne però zittito da un pugno di
Ash.
-Misty, se non vuoi adesso aspetterò!- esclamò il capopalestra.
-Dai
Misty! Accetta!- fece Mari.
-Aspetterai? Sai cosa significa aspettare?- sussurrò fievolmente l’allenatrice.
Rudy riuscì ad intuire che forse non era tornata di sua spontanea volontà. (*-*
un tipo sveglio finalmente N.D. Crikke)
-Ash…-
cominciò. -Perché siete venuti qui?-
-Perché dobbiamo andare a Pallet Town, da mia madre, e questo era il volo più
economico.- spiegò il ragazzo, anche se… se ne era appena ricordato! Avrebbe
baciato i suoi neuroni per non avergli fatto fare l’ennesima figura dell’idiota.
-Capisco…- il capopalestra si alzò da terra. -Comunque io aspetterò…- disse. Poi
si avvicinò al viso di Misty e le baciò una guancia, mentre lei arrossiva
fievolmente.
-Ciao
Misty!- salutò Mari, andando via con il fratello. L’allenatrice si mise una mano
sulla guancia.
…era
la prima volta che un ragazzo la baciava…
-L’aereo sta’ per partire. Andiamo Pikachu!- esclamò Ash, impaziente e con i
nervi al limite. Non gli sarebbe importato di andare in prigione! Avrebbe
commesso volentieri un omicidio! Tra l’altro la galera lo avrebbe allontanato da
casa… ODDIO! Ecco che gli tornava in mente il perché lui non era stato
entusiasto per tutta la giornata…
E dopo
il volo il trio arrivò a casa Ketchum. Sì, Pallet Town!
Ash
era davanti casa. Suonò il campanello mentre una voce riecheggiava in casa:
-Arrivo!-
La
porta si aprì e Delia vide suo figlio. Senza un attimo di esitazione lo
abbracciò.
-Aow!
Mamma mi soffochi!- si lamentò l’allenatore.
-Figliolo! Che bello vederti! Ho un’altra bella notizia da darti!- esclamò la
madre, quindi si staccò da lui, mettendogli le mani sulle sue spalle.
-Di
che si tratta?- chiese Brock. Il sorriso di Delia sembrava risplendere di luce
propria. L’ultima volta che aveva sorriso a quel modo aveva appena comprato al
figlio delle mutande rosa… no, come non detto, l’ultima volta gli aveva detto
che si risposava. In ogni caso non si trattava di una prospettiva allettante.
-Aspetto un bambino!-
…
Stava
scherzando, vero? Il ragazzo rimase ancora più impietrito e scioccato della
prima rivelazione. L’istinto, che in tanti anni aveva sempre seguito, gli
suggeriva di correre via per rimanere solo a piangere… o a urlare, o a uccidere
degli innocenti frutteti per Pallet Town, in quel momento era indifferente una
qualsiasi delle alternative.
Di
nuovo la sua espressione facciale fu così: °.° => °o° => °O° => °o° => °.° =>
°o° => °O° => °o° => °.°
-Fan…
fantastico!- esclamò Ash, con la voce tremante.
Non ci
credeva, non ci voleva credere! Sperò fosse un sogno, sperò fosse solo un brutto
sogno. Sperò con tutto il cuore che fosse stato solo un brutto incubo e sperò…
sperò di risvegliarsi a quando ancora non sapeva nulla. Non riuscì a svegliarsi,
forse perché era quella la realtà.
Nella
vita la realtà va affrontata, e quando è ora non si può scappare via.
Invece, tutto ciò che viene desiderato è scappare da essa come conigli che
tentano di sopravvivere.
Ash si
chiese dove fossero i suoi amici in quel momento, perché stava veramente male ed
aveva un disperato bisogno di loro.
Erano
dietro di lui, che s’illudevano. S’illudevano che fosse felice, se non per lui,
almeno per sua madre.
No,
non lo era.
Dopo
che il gruppetto fu entrato e la signora Ketchum ebbe preparato il the, il
fidanzato di Delia fece la sua scomparsa. Non era nessuno di familiare.
Semplicemente assomigliava, di aspetto, al primo marito della madre di Ash:
alto, capelli neri, occhi marroni scuro, sguardo maturo.
-Ash,
ti presento Robert… Ketchum!- fece Delia. Ash sputò metà the sul tappeto.
KETCHUM?
-Ma…
com’è possibile?- chiese Brock.
-Bhe,
sono un lontano parente di Andrew Ketchum, l’ex marito di Delia!- rispose
l’uomo.
-Oh…
chissà che bel bimbo nascerà!- esclamò Misty.
-Cosa
te lo fa pensare?- chiese Ash.
-Bhe,-
cominciò la ragazza posando la tazza sul tavolino. -con padre così, è una madre
come Delia mi domando come possa venir brutto.- spiegò.
-Se
questo è un complimento, bhe, ti ringrazio molto!- esclamò Robert. E tutti
risero, con un Ash imbronciato che avrebbe voluto vomitare.
Di
solito quando ci si rifugia in un angolino a pensare lo si fa per scappare da
cose più grandi di noi.
E’
incredibile come un lago sporco possa essere più interessante di una
conversazione con il futuro padre. Ed è altrettanto incredibile che il tuo
Pokémon si tenga a distanza –circa 30 km– di sicurezza dall’acqua. Ed è forse
impossibile che qualcuno ti venga a cercare in quel posticino tanto profumato
che i Muk ci soffocano e muoiono dalla puzza che c’è, mentre tu resti vivo e
vegeto.
-Ash…
tutto a posto?- chiese Misty, appena arrivata. Lui la osservò sorpreso.
Possibile che lei si stia davvero preoccupando per te?
E’ lei
quella preoccupata che ti chiede se va tutto bene?
Gli
amici si riconoscono nel momento del bisogno…
E così
cerchi una risposta. Poi ti ricordi che è la tua migliore amica. E allora decidi
di confessarle tutto.
-Direi
di no…- sussurrò il ragazzo, mentre lei gli si sedeva vicino.
-Cosa
c’è che non va?- chiese.
-C’è
che se potessi ucciderei quel… Robert!- confessò Ash.
Si
sentì decisamente sollevato. Non che fosse una cosa così incredibile, era anzi
piuttosto ovvia e scontata, ma comunque lo aveva preoccupato fino all’estremo…
-Non
sei pronto ad un nuovo matrimonio di tua madre…- dedusse lei. Lui annuì.
-Naturalmente ha voluto fare tutto di testa sua, come al solito! Pensavo che la
fase “cerca un nuovo marito” fosse finita! Non sai con quanti uomini è uscita!-
spiegò.
Quindi
ti abbandoni, ti serri le gambe al petto e metti la testa sulle ginocchia
pensando e ripensando “Adesso, qualcuno mi uccida!” Ma…
-Non
comprendo esattamente quello che provi, ma dovresti reagire!- esclamò Misty.
E’ la
tua migliore amica che parla? Wow! Non l’avresti mai giudicata tanto… saggia?
-Senti… non mi va proprio di reagire. Cioè… sto tanto male, e se ripenso a mio
padre… scommetto che avrebbe detto “Figliolo, tutto si risolverà”. Ma non ci
credo! E’ impossibile che tutto si risolva!- esclamò Ash disperato.
-Perché tua madre è incinta?- tentò la ragazza.
E’
incredibile come c’azzecchi sempre
,
pensò.
-Esatto…- mugolò lui.
Ma
quanto vorresti mandare all’aria i tuoi sogni e buttarti nel lago! Stai da cani,
rivangando il passato e pensando al futuro. Ma stranamente parlarne con chi ti
ascolta… ti fa bene.
Certo,
parlarne fino ad un certo punto perché constatò che non si trovava a suo agio…
in fondo si vergognava troppo nel definirsi “debole” di fronte a lei…
stranamente trovò una domanda vagare da sola tra mille neuroni senza motivo
apparente.
-Cambiando argomento… perché non sei rimasta all’isola di Trovita?- chiese Ash.
Ollèè
, si disse al
limite dell’ironia, la domanda da un milione di dollari! Che rispondere?
-Perché t’interessa saperlo?- chiese Misty. Aveva trovato una filosofia di vita
più convincente di quella che aveva avuto in mattinata, ossia: “Rispondo alla
domanda con un’altra domanda”
-Perché io ti ho raccontato i fattacci miei e adesso mi racconti i fattacci
tuoi!- rispose lui.
Ottima
risposta: chiara e concisa! Ma naturalmente nascondeva un perché che neanche Ash
sapeva e avrebbe mai saputo (forse) con certezza (Lo sappiamo tutti noi e non lo
sa lui. Molto logico! N.D. Crikke).
-Ecco…- farfugliò lei, nel tentativo di trovare una risposta. Ma non poteva
dargli QUELLA! Ovvero, non poteva dirgli la verità perché sarebbe stato l’errore
più grande della sua vita! Se lui avesse saputo quello che lei provava per lui…
chissà che poteva accadere! (Niente, te l’assicuro! N.D. Crikke -.-). Ma cosa si
poteva inventare? -Vedi… se restavo con Rudy voleva dire che provavo qualcosa
per lui, cosa assolutamente falsa. Anche perché io voglio bene ad un'altra
persona…- confessò lei, senza fare nomi, facendo restare Ash così: °.°
-Vuoi
bene ad un'altra persona? Vuoi dire che il resto delle persone le odi?- chiese,
innocentemente.
STOINK
Caduta
da parte di Misty. Naturalmente con una domanda in testa: “Quando crescerà?”
-Noo!
Io, per “voglio bene ad un’altra persona” intendevo che… ecco…! Oddio, come lo
spiego…! Se restavo con Rudy voleva dire che l’amavo. Ma io non lo amo perché io
amo un’altra persona!- farfugliò.
-Per
curiosità, chi sarebbe questa persona?- chiese Ash, leggermente… indiscreto?
Impiccione? O forse GELOSO? A dire la verità, gli era sempre piaciuto fare gli
interrogatori di terzo grado a Misty.
-Nessuno che t’interessi da vicino!- esclamò lei allontanandosi e rendendosi
conto che recitare non era poi così difficile, dopo averci fatto l’abitudine.
-E
dai, siamo amici noiii! Dimmelo daiiiii!- supplicò lui, andandole dietro.
-Scusa
ma cosa ti dovrebbe interessare?- chiese lei, infuriata, e con la seguente
faccia: ò////ó
-M’interessa perché magari posso aiutarti!- fece lui. Misty scoppiò in uno
grassa risata.
-No
guarda, è impossibile!- esclamò tra le risate.
-E
perché?- chiese lui, indispettito. Lei si riprese dalle risate sfoggiò un grande
sorriso.
Il
volto di Ash =======> O///////O
-Perché non potresti aiutarmi! Non tu! In più… devi pensare ad un matrimonio e
ad una futura nascita!- gli ricordò Misty.
-Hai
ragione…- sussurrò imbronciato. Doveva pensare a quello che sarebbe successo:
sarebbe rimasto sicuramente al matrimonio perché sua madre avrebbe voluto così
—avrebbe voluto? Ma se era ancora viva!!— per poi sparire dalla circolazione per
un secolo o due… in ogni caso il tempo necessario alla morte di Robert.
Ma
c’era un problema, un problema che faceva saltare il suo piano: il bambino.
-Misty… mi puoi fare una promessa?- chiese, guardando il cielo che iniziava a
dipingersi di rosso per l’arrivo del tramonto.
-Di
cosa si tratta?- fece lei, curiosa.
-Per
favore… promettimi che non te ne andrai per il periodo di tempo che dovremo
restare qua. Promettimi che non andrai via e resterai qua… ora come ora, ho
bisogno di un’amica…- spiegò lui. Lei lo guardò un po’ stupita, poi sorrise
dolcemente.
-D’accordo!- rispose. E si strinsero la mano. Lei non lo avrebbe abbandonato in
ogni caso. Fosse stato per lei non lo avrebbe abbandonato per nulla al mondo…
però era stato veramente dolce lui a farglielo promettere.
Era
notte oramai e tutti dormivano. Tutti, ma NON Misty. C’era davvero un caldo
pazzesco quella sera. Così la ragazza scese la letto, si mise una vestaglia
dirigendosi sul balconcino della casa, proprio fuori dalla porta, nella
disperata ricerca di un po’ di fresco. La luce della luna, una luna piena, la
colpiva in pieno. Lla vestaglia era piuttosto trasparente, si riusciva a vedere
la sua camicia da notte bianca… e visto che anche Ash era sveglio e affacciato
alla finestra, poteva vederlo più chiaramente di tutti. Forse non erano molte
persone a dormire…
Il
ragazzo decise quindi di raggiungerla.
-Ehi
Misty!- esclamò quando le fu dietro. Lei si voltò di scatto, trasalendo, e
ricordando di avere una vestaglia trasparente e una camicia da notte non
esattamente tra le più pesanti.
-A-Ash!- balbettò, arrossendo.
-Neanche tu riesci a dormire, vero?- chiese lui. Poi lei si ricordò che Ash era
un idiota.
-Neanche tu, suppongo…- fece, a capo chino.
-Per
ingannare il tempo… che facciamo?- chiese il ragazzo. La ragazza ci pensò su.
-Non
ne ho idea… non sono dell’umore adatto per fare qualcosa…- spiegò.
-Bhe,
neanche il tuo abbigliamento è adatto…- fece Ash, squadrandola da capo a piedi.
Lei si sentì immediatamente a disagio e arrossì violentemente, dandogli uno
schiaffo. (*-* che bei ricordi N.D. Crikke)
-E
smettila di guardarmi in quel modo, maniaco!- esclamò Misty.
-E chi
oserebbe guardarti col corpo infantile che ti ritrovi?- fece Ash, rialzandosi.
-A
giudicare le varie lettere d’amore ricevute nelle ultime settimane, parecchie
persone!- fece, indispettita.
Faccia
di Ash: O.O
-Lettere d’amore? Chi ti ha spedito lettere d’amore? Dove sono queste lettere
d’amore?- chiese, con una nota di gelosia che Misty riuscì bene a sentire.
-Cos’è? Geloso?- insinuò lei, con corna, coda e forcone.
-IO
geloso?- si ritrasse lui. -Ma figuriamoci!- Ash fece per indietreggiare ma
inciampò su una mattonella del balconcino messa male. Quindi sbatté contro la
porta, chiudendola.
-Genio! Ci hai chiusi fuori!- gridò lei, infuriata.
-Non
l’ho fatto apposta!- si discolpò. Misty sospirò: era una causa persa. Quindi si
sedette su uno scalino.
-Adesso che facciamo, grande genio?- fece, scontrosa.
-Aspettiamo la mattina?- chiese lui. Lei si sbatté una mano in faccia.
-Non
ci sono speranze…! Scemo sei e scemo resterai!- fece, disperata.
-Io
non sono scemo!- esclamò lui, indispettito.
-Infatti, sei un idiota!- ribatté disperata la ragazza.
-Ooooh! Miss Lettere d’Amore si crede superiore!- fece il ragazzo, a presa di
giro.
-Geloso perché non ricevi lettere?- tentò Misty
-No!
Non sono affatto geloso! Penso che ricevere lettere d’amore sia una cosa
stupida!- rispose Ash. Ci fu un silenzio… interminabile?
-Hai
mai ricevuto una lettera d’amore?- chiese lei, con un tono molto triste. Lui gli
si sedette accanto.
-No…
mai!- ammise. -Ma potrei sapere chi è che te le spedisce?- chiese, mooolto
curioso.
-Rudy…- sussurrò.
-E ti
da fastidio? Pensavo fosse lui che ti piacesse!- esclamò Ash, sorpreso.
-Te
l’ho già detto che mi piace un’altra persona…! Non ti ricordi più? (°_° con la
memoria che ha che dovrebbe ricordare? N.D. Crikke) Ma se lui neanche si accorge
di me…- cominciò a dire Misty.
-Qualcuno che non si accorge di te? E’ un povero idiota!- esclamò il ragazzo.
Lei lo guardò stupita.
Possibile che…
-Con
quel tuo carattere da maschiaccio che ti ritrovi sarei in grado di riconoscerti
ad occhi chiusi! Nessuno non si accorgerebbe di te!- terminò.
SBOINK! CRAS! TOK!
Vai
cazzotti da parte di Misty colpirono un… povero… Ash Ketchum
-Ripeto il concetto: sei un cretino!- gridò con le lacrime agl’occhi, e dandogli
un cazzotto.
Però…
sarebbe stato un errore piangere… Davanti a lui, poi!
DOVEVA
trattenere le lacrime
Magari… poteva fargli un piccolo scherzetto…
-Sai
che fai male?- fece lui, arrabbiato.
-Oh,
scusami, non l’ho fatto apposta!- ribatté lei, con aria… GENTILE!
-Cosa
hai detto scusa?- chiese Ash, stupito fino all’estremo.
-Ti ho
chiesto di scusarmi!- esclamò Misty.
-Ehiii! Rivoglio indietro l’altra Misty! Dov’è la Misty che conoscevo? Dove è
scomparsa?- chiese lui, scotendola.
-Se
n’è andata… mi dispiace…- rispose lei, cordialmente.
-Dai
Misty, niente scherzi, torna in te! Non è divertente! Non vorrei vedere una
Misty che tutt’a un tratto ci fa pure le faccende domestiche! Poi quando
ritorneremo in viaggio che farai? Cucinerai? E per salvarmi la pelle voglio la
Misty che non cucina niente e posso sopravvivere!- ribatté lui, sperando che si
comportasse di nuovo come sempre.
A lui
Misty piaceva molto come era sempre stata!
Mai
l’avrebbe cambiata…
-No,
fuori discussione! Mi hai offeso e ora vorrei farti vedere che mi posso
comportare anche da brava ragazza.- spiegò
-Ma
cosa devo fare? Implorarti? Essere il tuo servo? Baciarti?- chiese.
BACIARTI?
_ . - ^ ° ^ - . _NELLA
MENTE DI ASH_ . - ^ ° ^ - . _
MA CHE COSA HO DETTO?
Sono diventato scemo tutt’a
un tratto? (°_° nha, da mo’! N.D. Crikke)
Baciarti?
Oddio, stò impazzendo!
Qualcuno mi dica che non ho
detto BACIARTI!
Bleah! Che schifo! Chissà se
è igienico poi!
Però… bhe, non posso certo
negare che adesso Misty sia… carina….
EEEEEH? Oddio, questo è
chiaro segno che sono morto!
Misty? Carina? Sono due
parole contrarie!
Però… bhe, non posso non
“dire” che oggi sia un tantino diversa dagli altri giorni!
Oddio, sono pazzo!
_ . - ^ ° ^ - . _FINE
NELLA MENTE DI ASH_ . - ^ ° ^ - . _
_ . - ^ ° ^ - . _NELLA
MENTE DI MISTY_ . - ^ ° ^ - . _
BACIARTI?
Ash ha veramente detto
BACIARTI?
Che sia… innamorato di me…?
No..! Sarebbe troppo bello
per essere vero!
Conoscendolo gli sarà
scappato di bocca -.-"… come al solito d’altro canto!
EHEHEHEHEH! Se è così ho un
bello scherzetto per lui!
^___________________^ sisì!
Ash Ketchum vediamo se sei un codardo come penso!
_ . - ^ ° ^ - . _FINE
NELLA MENTE DI MISTY_ . - ^ ° ^ - . _
-Nono!
Guarda ritorno subito normale! Però… tanto non avresti il coraggio!- fece Misty,
diabolica (XDDD Vai Miiiist! N.D. Crikke). Ash s’indispettì! Lui non era un
fifone!
-Si
che avrei il coraggio!- ribatté. -Di che?- chiese poi, confuso.
-Davvero avresti il coraggio di baciarmi? Sulle labbra? O sei tanto coraggioso
da potermi pure dare un bacio con la lingua?- insinuò lei. (XDDDD =LOL= Misty
sei grande! N.D. Crikke)
Lo
stava facendo morire!
Per
Ash Ketchum il problema era… GIGANTESCO!
Da una
parte se rifiutava faceva la figura del codardo, cosa inaccettabile per il suo
orgoglio da foglia di granturco —ehi… che c’entravano ora le foglie di
granturco?—
E se
accettava… doveva baciare Misty!
Quale
delle due alternative era peggiore?
-Devo
quindi dichiararti Fifone?- concluse lei.
FIFONE?
Suonava male quella parola, almeno per Ash. No! Non era un fifone!
-No!-
fece lui. -Non sono affatto un fifone! E se vuoi te lo dimostro!- esclamò,
determinato.
E la
frittata era fatta.
La
faccia di Ash: ò////ó (Faccia alla “Sì che posso baciarti! Che credi?!”)
La
faccia di Misty: °//////°’ (Faccia alla “Oddio, ha preso tutto sul serio!”)
Ash,
con una faccia color pomodoro, si mise davanti a lei. Cercò di rilassarsi,
inutile. Le mise le mani sulle spalle.
NON
ERA UN FIFONE
Perse
per un attimo in controllo, volendo… strafare!
Fece
scivolare le mani sulle braccia di Misty, fino ad arrivare alle mani. Di scatto
la fece alzare in piedi e con due mosse la prese in braccio.
Misty
era esterrefatta. Stava per morire! Sentiva che il rossore sulle guance era
arrivato alle stelle!
Il
cuore le batteva così forte in petto che pareva scoppiare.
Ash
avvicinò il suo viso a quello di lei.
Il
bacio…
…era
dolce.
Ash e
Misty si sentivano come in paradiso…!
I loro
cuori battevano all’unisono…
I loro
respiri erano i medesimi…
Dopo
quel bacio i loro occhi…
…si
erano illuminati.
La
luce della luna piena li illuminava.
E fu
in quell’attimo, dopo il bacio, che Ash ebbe il coraggio di ammettere la realtà:
Quella
sera Misty non era la solita e non era assolutamente carina. Era la più bella
ragazza che avesse mai tenuto in braccio a notte fonda, e che avesse mai baciato
in vita sua. Sì, era la prima volta che faceva una qualsiasi delle due cose ma
avrebbe scommesso che non ce ne sarebbe stata una migliore.
Delia
Ketchum si era alzata, come sempre, prima di tutti. Aprì la porta, con
l’intenzione di andare un giardino ma vide, sulle scale, Ash e Misty,
addormentati e… abbracciati!
Okey…
non proprio abbracciati. Semmai molto, molto vicini… <3
La
donna sorrise. Aveva sempre capito che tra Misty e suo figlio c’era un rapporto
speciale. E forse era venuto il momento che anche quei due lo capissero.
…certo, prima che il suo amato figlio se ne fosse reso conto, sarebbero passati
secoli!
-Sveglia pigroni è mattina!- gridò Delia.
La
faccia di Ash: =_=
La
faccia di Misty: =_=
La
faccia dei due appena accorti di come avevano dormito: O///O
-Allora? Tanto che siete svegli aiutatemi per la colazione!- esclamò la madre di
Ash. I due ragazzi si divincolarono e si alzarono, ancora rossi sulle guance.
-O-o-o-o-o-okey Mamma. Che c’è per colazione?- chiese Ash.
-Avevo
in tensione di preparare carote e peperoni!- ammise la donna.
-Ca-carote e pe-peperoni?- balbettò Misty, facendo un passo indietro —e
rischiando di cadere dalle scale, poi!— sotto lo sguardo confuso di Delia. Ash
cercò di inventarsi qualcosa.
-Ehm…
mammina, non per dire, ma trovo che carote e peperoni a colazione non facciano
bene! Preferisco… frittelle?- chiese, speranzoso.
-Bhe…
okey…- fece Delia. Misty sospirò, poi guardò Ash come per dire “Grazie”,
e lui arrossì fievolmente. Poi sorrise, come per dire “Di nulla”
Era
arrivato. Guardò tutto il terreno circostante: sì, era Pallet Town.
-Ehi
fratellone! Dov’è che alloggiamo?- chiese Mari. Rudy sorrise.
-Noi
alloggiamo a Viridian City. Ma guarda, non è stupenda Pallet?- chiese. La bimba
guardò il panorama.
-Sì, è
stupenda! Ma io vorrei andare in albergo!- mugolò.
-Okey,
ci andiamo subito!- rispose il ragazzo. Poi guardò di nuovo il panorama.
“Ash
Ketchum, vedremo chi di noi avrà per sempre il cuore di Misty. A noi due!”
pensò.
Ash e
Misty camminavano per Viridian City alla ricerca del nuovo Super Market.
Finalmente videro una costruzione non alta ma molto larga. Aveva solo due piani
ma la sua superficie era immensa. C’era una grande insegna sopra il terrazzo
dell’edificio con la scritta “SUPER MARKET” a caratteri cubitali.
Due
ore e mezza a vagare senza meta per nulla… ovviamente poi! Con uno come Ash non
potevano che perdersi!
Avrebbero entrambi maledetto Delia per averli mandati a sgobbare. Solo loro poi,
poiché Brock doveva prendersi cura dell’0rto e cavolate varie!
I due
cerano entrati e, dopo aver fatto la spesa —e aver litigato due quarti d’ora su
quale tipo di pop corn fosse più morbido e gustoso—, si erano diretti sulla
terrazza all’ultimo piano andando a sedersi in un gazebo bianco, tra i tanto che
c’erano. Dopo averla presa al bar, si godevano una bella bibita fresca in
completa tranquillità. Pikachu mugolava vari “Cha!” come per dire che quel
freschetto era di suo gradimento. Togepi, invece, pigolava vari “Toge” per avere
un sorso della bevanda di Misty. Ai piedi dei due ragazzi segnavano sparse le
tantissime borse piene.
Era
strano quel silenzio… bhe, dopo essersi mandati al diavolo reciprocamente per
tutto il tempo ed aver speso tutti i loro soldi anche per quelle varie boutique
dell’edificio forse la loro voce avrebbe dovuto riposare. Però sarebbe stata
solo una flebile speranza quella di starsene sereni e tranquilli…
Ash
strabuzzò gli occhi alla vista di qualcosa/qualcuno e stava per soffocare.
no
No
NO!
E
invece era sì! Sì! Diavolo!
-Che
c’è Ash?- chiese Misty, vedendolo in quello stato. Ash era sbiancato così tanto
che i suoi capelli erano più bianchi del gazebo. La ragazza si voltò. -Oh santo
cielo…- sussurrò, sbiancando anche lei. Rudy stava venendo da loro.
Rudy!
Rudy!! Che diavolo ci faceva lì Rudy?!?
-Salve
ragazzi!- salutò allegro.
Il
ragazzo si sentì svenire. Il suo organismo capì all’istante che sarebbe
collassato nel giro di 5 secondi buoni...! Ma i 5 secondi passarono, nel panico
ovviamente, senza che lui svenisse, lasciando che quell’essere si avvicinasse
anche troppo!
-Ciao
Rudy!- esclamò Misty.
-Come
mai da queste parti?- chiese Ash.
-Che
domande!- esclamò il capopalestra. -Voglio conquistare Misty!-
-Pika!- esclamò Pikachu, strozzandosi con la bibita che stava bevendo.
-Toge?- fece Togepi. Inspiegabilmente anche Ash si era strozzato bevendo
e stava tossendo come non mai: sembrava volesse sputare l’anima. L’avrebbe
sputata, ma in faccia a quel bell’imbusto solo per fargli dispetto! Era una cosa
a pelle: lo odiava!! (no, non era solo una cosa a pelle Ashy T_T N.D. Crikke)
Si
rese conto che morire era cento volte meglio che vedere Rudy corteggiare Misty!
Senza motivo particolare, ovviamente…
-Cos’è, a te non va bene?- provocò Rudy.
-Cosa
ti fa solo pensare che non mi vada bene a me? E’ a Misty che dovresti dirlo!-
fece l’allenatore.
“Fai
anche l’indifferente! No Ketchum, la partita è appena cominciata!” pensò
Rudy.
“Va
al diavolo!” pensò l’allenatore.
-Ehm…
Rudy… è stato un grande piacere rincontrarti ma io e Ash dobbiamo proprio
andare! Bye bye! Mata-ne’!- disse la ragazza prendendo Ash per un braccio
e andando via con le borse di spesa.
A casa
Ketchum…
-Ehm…
Misty… mi sbaglio o Rudy non ti sta’ proprio simpatico?- chiese Ash.
-No,
non ti sbagli!- fece lei, aspra.
-E
diglielo chiaro e tondo!- esclamò lui. Lei lo squadrò.
-Anche
a te non sta’ simpatico o è solo una mia impressione?- fece. Lui cominciò a
sudare freddo… molto freddo!
-Ma
che dici!- disse. Misty scrollò le spalle
-Era
una mia impressione!- si discolpò.
-Semplicemente lo voglio ammazzare!- puntualizzò Ash. La ragazza lo guardò con
due occhi tipo fanali di un’auto. Che cosa strana per un tipo docile come lui…
lo aveva paragonato spesso ad un cucciolo di Bambi, non ad un serial killer!
-E
come mai?- chiese.
-Mi
farebbe piacere vederlo sulla tomba!- ammise, senza mezzi termini. Cosa lo
facesse parlare non era ancora ben definito!
A
Misty sorse un dubbio gigantesco.
-Non è
che sei geloso perché mi fa la corte?- insinuò. Lui arrossì leggermente. Ma
cos’era la sensazione di disagio che provava? Aveva centrato nel segno? Nhaa!
Impossibile!
-No,
assolutamente!- negò.
-Ragazzi! Sono qua!- esclamò Robert, varcando la soglia di casa. -Ho portato
alcuni miei amici!- avvertì. E dalla porta entrarono un ragazzo e una bambina.
Ash
era sopra il divano; avendo un attacco di cuore si era praticamente spiattellato
contro lo schienale.
Misty
era invece seduta sopra lo schienale con i piedi sopra il divano; colpita da un
attacco di cuore pure lei era caduta a terra.
-Robert! Chi sono loro due?- chiese Delia, salutando il futuro marito.
-Io
sono Rudy e lei è Mari!- presentò il fratello.
-Piacere!- fece Mari.
Capito
il perché dell’attacco di cuore di Ash e Misty? <3 Gli incubi nelle mie fic non
finiscono mai, vero?
-Misty! Ash! Siete voi?- chiese sorpreso il capopalestra di Trovita.
-Misty!- esclamò Mari andandola ad abbracciare.
-Restate a cena?- chiese Brock.
-Sì!-
esclamò Rudy.
Mannaggia! Mannaggia! Mannaggia! Accidenti! Perché loro? Perché?
Ma non
potevano starsene a casa? Dannazione!
Tutto
colpa di Robert, stimò Ash, tutta colpa sua!!La situazione stava diventando
veramente assurda…
L’indomani mattina tutto sembrava tranquillo… ecco, sembrava!
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!- un urlo di Misty cosse tutti quanti.
Tutta la casa si precipitò nella sua stanza. Ma quando aprirono lo shock fu tale
che Ash stava per svenire!
La
scena: Misty che si copriva con il lenzuolo, terrorizzata, e che tentava di
attraversare il muro, disperatamente. Sotto il letto Rudy con un mazzo di rose
in mano: rose rosse.
-Pika…- fece Pikachu, svenendo a terra.
-Ru-Rudy!- esclamò, o meglio, balbettò Delia, alquanto scandalizzata.
-Volevo solo augurare un buon giorno alla dolce Misty.- spiegò il ragazzo. Ash,
stranamente, si faceva sempre più incavolato.
-PORTATELO FUORI DI QUIIIIIIIIIII!- gridò la ragazza. Non si sa come Brock e Ash
lo strascinarono via dalla stanza, mentre Delia restava con Misty.
-Immagino di dia fastidio…- disse la donna. Misty sospirò.
-Non
sa neanche quanto…!- rispose. La signora Ketchum si accarezzò la pancia.
-Io e
mio marito siamo divorziati, sai? Colpa del suo lavoro…! Ho dovuto crescere da
sola Ash. E lo conosco molto bene. E so che lui tiene molto a te. E tu… tieni a
lui, vero?- chiese. La ragazza sospirò.
-Non
posso negare…- disse. Delia rise.
-Ash è
identico a suo padre: identico a lui! Per sapere se mi amava… ne ho dovute
passare di tutti i colori. In quanto a sentimenti è tonto! Tu stuzzicalo,
inizierà a capire qualcosa. E se ti dirà in faccia che ti ama, ricordati di
confessarti! E’ la strategia migliore!- spiegò. La ragazza la guardò,
sorridendo.
-Sì,
grazie…-
Non
era splendido avere dalla sua parte la sua futura suocera? <3
Okey,
stava esagerando…
D’altro canto come si fa a resistere ad un tipo bello, dolce, ricco e
innamorato? Dopo mille lusinghe Misty si era arresa a Rudy e stava facendo una
passeggiata con lui. Nulla di speciale, ovviamente: la definizione due passi
nel parco era perfetta…! Almeno i passi erano seriamente due!
Erano
proprio davanti casa: stavano tornando. Spirò un po’ di vento e la ragazza sentì
distintamente qualcosa che le era entrato nell’occhio sinistro.
-Aow…-
mugolò.
-Ehi,
mia dolce Misty, tutto bene?- chiese il ragazzo.
-Mi
dev’essere entrato qualcosa nell’occhio…- spiegò, grattandosi l’occhio in modo
piuttosto rude.
-Aspetta, fa vedere!- esclamò lui, prendendole il polso per evitare che si
facesse del male. Forse per caso, forse per sfiga, Ash vide dalla finestra Rudy
che si avvicinava a Misty. Dal canto della ragazza, Rudy non le faceva nessun
effetto.
-Allora?- chiese.
-Ecco
fatto!- esclamò il capopalestra.
-Grazie.- disse lei, sorridendo.
-Nulla…- fece lui, con l’intento di baciarla. Lei lo fermò mettendogli due dita
sulle labbra.
-Mi
dispiace, ma il bacio proprio no!- esclamò.
-Non
ne hai mai dato uno?- chiese Rudy. Misty arrossì violentemente.
-Bhe…
un bacio dato forse no, ma ricevuto, sì!- rispose. E mentre la ragazza entrò in
casa, il ragazzo si chiese se fosse stato Ash a darglielo.
Misty
chiuse la porta di casa, sospirando tristemente. Era inutile: Rudy non le
piaceva! A lei piaceva solo Ash.
-Passato un bel pomeriggio?- chiese appunto Ash, con un tono freddo e distante.
La sua voce era più fredda del ghiaccio, il che era strano.
Ha
baciato un altro ragazzo
,
pensò furiosamente serrando i pugni. Gli ribolliva il sangue nelle vene, aveva
l’adrenalina a mille ed era arrabbiato, molto.
Lui li
aveva visti baciarsi! Lei lo aveva baciato! Perché? (e perché sei incaxxato non
te lo chiedi? N.D. Crikke)
-Ash…-
sussurrò Misty, confusa. Era Ash quello seduto al tavolo con il viso coperto?
Era Ash quello che aveva appena parlato con un tono più freddo del ghiaccio? Era
il suo Ash?
-Credo
che la risposta sia sì.- disse lui.
-Ma
Ash… cos’hai?- chiese lei, preoccupata. Lui ghignò.
-Nulla, perché?- chiese.
-Sei…
freddo…! Sei distante…!- rispose lei. Ci fu silenzio per una manciata di
seconda.
Perché
gli andava tutto storto? Perché? Prima sapeva del futuro marito della madre, poi
del futuro fratellino/sorellina, e adesso scopriva il vero amore di Misty!
Fantastico!! Davvero fantastico!! Non poteva andare meglio!! (da notare l’ironia
N.D. Crikke)
E
Misty si chiedeva perché Ash si comportasse così. Che ragione aveva di essere
così freddo? Così distante?
-Immagino… immagino che vi sarete dati di nuovo appuntamento!- esclamò Ash, di
nuovo freddo.
-No…
no Ash, non potrei mai uscire con lui…!- ribatté lei, spaesata.
-Davvero?- insinuò lui, freddo. Ancora il suo volto non si vedeva. Solo il
ghigno d’ironia era visibile. Ma in realtà il ragazzo serrava i pugni per non
dover dire cose di cui si sarebbe pentito.
Già
stava dicendo cose di cui si sarebbe pentito. Non stava parlando con il
cervello, ma con una parte di sé che non seguiva alcun tipo di razionalità. Era
furente, veramente furente, accecato dalla rabbia fino all’estremo! Misty remò
come una foglia osservandolo.
-Ma tu
perché sembri così diverso? Che ti è successo? CHE TI E’ SUCCESSO?- gridò.
Silenzio.
-Non
lo so…- sussurrò.
-Sappi
solo…- cominciò a dire lei, con la voce spezzata dalle lacrime. Ash si voltò
verso di lei, sorpreso. La vide, mentre le lacrime scendevano dal suo viso.
Scendevano senza sosta. Lo sguardo del ragazzo era sorpreso. Perché piangeva?
-Sappi solo che ti amo!- confessò la ragazza, scappando in camera sua.
-Misty!- gridò lui, scattando in piedi e facendo cadere la sedia, ma Misty era
già scappata.
“STUPIDO!”
Ash
tirò un altro pugno al sacco appeso al tetto della cantina. Era stato solo uno
stupido. E ripetendosi questo, continuava a tirare pugni.
Misty
cosa gli aveva fatto? Nulla! E l’aveva fatta soffrire!
L’aveva fatta soffrire a forza di essere geloso! Geloso marcio!
Ma
perché in quel momento lo ammetteva?
Perché
sono in quel momento?
Tirò
un altro pugno al sacco per poi sedersi a terra con le mani sulla testa. Le mani
pulsavano doloranti, ma il cuore gli faceva cento volte più male.
Quando
lei gli aveva detto «Sappi solo che ti amo» era rimasto sorpreso. Ma subito
aveva voluto pensare a Misty, a dove stava scappando.
E in
quel momento, in quell’esatto momento, là, in cantina, con le mani esauste di
dare pugni, si chiese: Perché?
Perché
si era ritrovato geloso?
Perché
in un certo senso la dichiarazione di Misty lo rendeva felice?
Perché
era geloso del bacio –se era un bacio, poi!!! (ci stava ripensando)– di Rudy?
Ma la
cosa più importante: cosa provava per Misty?
E
ancora: era tutto collegato?
-Oh
Misty…- sussurrò.
-Ehi
Ash!- esclamò Brock, entrando
-Ah…
ciao Brock…- mugolò il ragazzo.
-Sai
cos’ha Misty? E’ uscita dicendo che andava a pescare…!- spiegò l’allevatore.
-Pescare?- chiese Ash.
-Pika
pika! Pikachu!- gli suggerì il Pokémon.
-Scusa
Pikachu cosa mi dovrei ricordare?- chiese Ash. Il topo elettrico si diete uno
schiaffo in fronte. Quindi cominciò a fare strani versi. -Ma cos’è? Un
Beedrill?- chiese l’allenatore. Pikachu fece un doppio salto mortale, esultando.
-Pikachu!- gridò. Fece un’altra imitazione… sembrava che stesse nuotando, anzi,
affogando! Poi fece la parte di un pescatore che con la canna prendeva qualcosa
di pesante. Infine imitò un qualsiasi tizio—probabilmente psicopatico, si
ritrovò a pensare Ash— che andava in bici. Vedendo lo sguardo dell’allenatore
ricominciò da capo.
-Sembra che imiti… qualcuno che sta’ affogando, ripescato da qualcuno che poi se
ne va via in bicicletta…- tentò Brock. -o simili…-
-PIKACHU!- esultò il topo elettrico baciando l’amico. I ricordi ritornarono alla
mente di Ash, in quel giorno fatidico in cui aveva fregato la bici a Misty, e
l’aveva quindi distrutta con la falsa promessa che un giorno gliel’avrebbe
ripagata (povera illusa che ci contava… un attimo, ma l’ha riavuta XD N.D.
Crikke)
-So
dov’è Misty. Pikachu, andiamo!- esclamò l’allenatore chiamando il suo fedele
Pokémon. Brock non aveva capito un tubo, perciò tornò in cucina.
Ash
Ketchum era davanti alla cascata dove solo pochi anni prima avrebbe giurato di
rimanerci secco. Pikachu era al suo fianco.
-Pikachu, se muoio ricorda di portarmi i fiori nella tomba.- avvertì,
scherzosamente, suscitando l’irritazione di Pikachu.
-PI-KA-CHU!- gridò fulminandolo.
-MALEDETTO AMICO BASTARDO!- gridò cadendo, mentre il topino elettrico gli faceva
“bye bye” con la mano.
-Pikaaa!- gridò poi, che voleva dire qualcosa del genere e tipo “Buona
fortuna”.
Certo,
l’allenatore riconobbe di essere decisamente in pericolo. L’acqua non era
decisamente il suo elemento…
Se non
fosse stato sicuro di essere sano avrebbe giurato di aver visto un Garydos
salutarlo… come se l’avesse riconosciuto —certo, di stupidi che cadevano da una
cascata non dovevano essercene molti— poi notò l’esca di Misty. Sorrise. Si
avvicinò ancora sott’acqua e agganciò l’amo al colletto della camicia. Con
convinzione compì l’atto finale: strattonò.
Misty
si accorse che qualcosa aveva abboccato. Essere lì era come scavare nei suoi
ricordi. Prese la canna da pesca e tirò. Scherzosamente si chiese se non fosse
di nuovo un allenatore stupido da picchiare immediatamente.
-Come
pesa! Ma ce la farò! Ho sollevato uno come Ash una volta e adesso questo pesce
non mi scapperà!- esclamò. Ma quando riuscì a far uscire dall’acqua la sua preda
vide che era proprio colui che non aveva nemmeno fatto in tempo a nominare… come
non detto, per averlo nominato lo aveva nominato.
-Sorpresa!- esclamò questi atterrando su una roccia. A Misty cadde di mano la
sua canna da pesca.
-Ash…!- sussurrò.
-Tu
prova a scappare e giuro che ti ammazzo!- gridò lui. La ragazza sobbalzò.
-E
cosa dovrei fare, sentiamo?- chiese.
-Ehm…
allora… ci sarebbero due cose che potresti fare…!- rifletté lui. Lei lo guardò
confusa.
-Che
vorresti dire?- chiese.
-Allora. Uno, potresti perdonarmi e due…- cominciò. Li avvolse il silenzio.
-Due…?-
-Aspettami.- disse Ash.
-Cosa?
Ma ti rendi conto di cosa mi chiedi?- urlò lei.
-Probabilmente sei stanca di aspettare. Probabilmente vorresti mandare tutto al
diavolo ma, ti prego, non lo fare.- disse lui.
-Dammi…- ci fu del silenzio dopo le parole di Misty. -Dammi una sola ragione…
perché io debba aspettarti- ordinò.
Come
avrebbe potuto parlare ancora? Sentiva la sua voce spezzarsi in gola ad ogni
frase e le lacrime pulsare volendo uscire dai suoi occhi.
-Per
il semplice fatto che, non sapendo nemmeno io stesso quali sono i miei
sentimenti per te, non so dirti se ti considero solo un’amica o qualcosa si più-
spiegò. Misty si avvicinò timidamente a lui e gli diede un bacio sulla guancia.
-E
sia, ti aspetterò- disse, sconfitta.
La
mattina dopo…
Rudy
aveva prenotato i lettini al mare per se e per la famiglia Ketchum.
-Ah!
Eccovi!- esclamò. Misty sospirò vedendolo.
-Allora Rudy, so che dovrai partire domattina.- disse Robert.
-D’avvero?- chiese Ash, un tantino troppo entusiasta. I presenti lo guardarono
con, più o meno, questa faccia: O_o. Lui cominciò a sudare freddo. -Cioè! Ma che
peccato! Perché non resti un altro po’? Mi dispiace taaanto!- rimediò, con
questa faccia: ^^;;;;;;;. Misty sghignazzò.
-Sai,
sono i doveri di un capopalestra, anche se avrei voluto restare per la perla dei
miei occhi.- ammise, dispiaciuto, guardando la ragazza con dolcezza.
-Ehm…
Ash…! E’ solo una mia impressione o dalle tue orecchie esce fumo?- chiese Brock.
-Ma
che dici Brock? Ehi, guarda, è l’infermiera Joy!- esclamò Ash.
-Infermiera!- esultò l’allevatore, svolazzando alla ricerca della presunta
infermiera.
-Ehi
Misty, vieni a fare una nuotata?- chiese Rudy alla ragazza.
-Ehm…-
lei non sapeva che dire. Doveva trovare una scusa e IN FRETTA! -Ecco… no…! Sai,
non mi sento molto bene…- farfugliò.
-Io
invece ho proprio bisogno di nuotare!- esclamò Ash, catapultandosi in acqua.
-Attento Ash, mi raccomando!- fece sua madre in tono apprensivo, facendolo
cadere stile manga proprio sulla riva. Il ragazzo si ritrovò con un mare di
sabbia in bocca.
-MAMMA!- gridò rialzandosi e dirigendosi in acqua.
Le
disavventure familiari di Ash Ketchum
,
c’era da farci un libro! E forse l’avrebbe fatto davvero, pensò Misty
ridacchiando. Decise che avrebbe preso un po’ di tintarella e si distese sul
lettino cominciando a leggere un libro.
-Di
che parla?- chiese Robert.
-Un
ragazzo impazzisce per dei problemi che coinvolgono la sua famiglia. Scappa di
casa andando da una amica e facendosi disperatamente aiutare da lei…!- esclamò
Delia. -Sai, gliel’ho prestato io a Misty!- aggiunse. L’uomo annuì.
-Capisco…- disse. Misty era assorta nella lettura. Si era accorta solo in
quell’istante che quel libro parlava di un ragazzo, a quanto pare, molto simile
ad Ash…!
Ash
Ketchum si stava divertendo a fare il morto. Galleggiava guardando il cielo
senza nessuna espressione. Quanto gli dava fastidio che Rudy girasse intorno
alla SUA Misty!
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAALT! Rischiò di affogare sobbalzando e tornando in una
posizione normale.
Aveva
pensato: la SUA Misty?!
Ecco,
stava delirando.
Scosse
la testa e si mise ad andare sott’acqua. Aprì gli occhi e vide il fondo pieno di
alghe. Poi notò una bellissima conchiglia. Si chiese se potesse piacere a Misty…
poi capì che era abitata e impossibile da prendere. Sospirò interiormente: in
fondo perché avrebbe dovuto regalarle qualcosa? Perché provava quell’impulso
incredibile di renderla felice?
…le
sue condizioni mentali stavano peggiorando…
Tornò
a riva sbadigliando in malomodo e si diresse in fretta sul suo lettino accanto
ad una certa ragazza dai capelli rossi.
-Allora, come si sta’ in acqua?- gli chiese Misty.
-Benone! Ma dai, vieni!- la incitò lui.
-No,
proprio non mi va…- sussurrò. Ash strabuzzò gli occhi poi sospirò.
-Okey…
almeno mi accompagni a prendere un gelato?- la ragazza ci pensò un po’ su.
-Sì…
ti farò dono della mia compagnia, spero tu me ne sia riconoscente!- scherzò.
Entrambi risero divertiti.
-Tanto
che ci siete potreste potarmi un cono nocciola e caffé?- fece Rudy.
-A me
invece un cono cappuccino e tiramisù!- avvertì Delia.
-Per
favore, come Delia.- disse Robert.
-Okey!- esclamò Ash, avviandosi, con dietro Misty. Arrivarono davanti al
gelataio.
-Allora… due coni cappuccino e tiramisù, uno nocciola e caffé, uno limone e
fragola ed un altro cioccolato con sopra la panna montata!- ordinò lei
diligente.
-Subito!- esclamò l’uomo dietro al bancone.
-Come
hai fatto ad indovinare i miei gusti preferiti?- chiese Ash.
-Intuito.- fece lei.
-E tu,
presumo, ti sia scelta limone e fragola. Ne posso sapere perché?- chiese lui.
-Trovo
siano dei gusti azzeccati!- esclamò la ragazza (Lo trovo anche io ^o^ N.D.
Crikke)
-Hai
ragione…!- fece il ragazzo. Il gelataio gli diede i cinque coni, Ash pagò
—ovviamente! Com’è che se usciva con quella ragazza rimaneva sempre al verde?— e
se ne andarono. -Che buono!- esclamò assaggiando il suo gelato.
-Sembra squisito in effetti, mi faresti assaggiare un po’ di panna?- chiese
Misty, con gli occhi luccicanti. Lui glielo porse.
-Okey!
Ma tu fammi assaggiare il tuo!- esclamò. La ragazza annuì assaggiando la panna e
leccandosi le labbra. Il ragazzo, invece, si avvicinò alla fragola.
-Come
ti sembra?- chiese lei. Lui si leccò i baffi.
-Eccezionale!- esclamò. Lei sorrise. Arrivati dagli altri gli porsero i gelati.
-Sapete che sembrate una coppia di fidanzatini?- scherzò Delia.
La
faccia di Ash: °///°
La
faccia di Misty: °///°
-Che
coosaaa?- chiesero simultaneamente. -Uno/a come lui/lei? Ma stiamo scherzando?-
chiesero all’unisono. Quindi si guardarono negl’occhi e cominciarono a ridere a
crepapelle.
Era
sera. La giornata era passata veramente in fretta. Ash Ketchum osservava il
cielo. Robert e sua madre sembravano fare sul serio. Non voleva restare lì,
non voleva.
Voleva
fuggire, andarsene con Misty e non tornare più! Un’altra cosa voleva fare:
voleva capire una volta per tutte i suoi sentimenti per Misty! Quella ragazza
era sempre nei suoi pensieri. Ma era amore? Non mai era stato innamorato. Per di
più a lui le ragazze non erano mai interessate! Misty sembrava fosse in qualche
modo… diversa!
Ash
sospirò allontanandosi dalla finestra di camera sua e scendendo sulle scale di
casa. Si era ripromesso di dirle al più presto ciò che provava… l’unico problema
era appunto capire!
In
quell’istante si ricordò di quando l’aveva baciata, due sere prima.
Incredibilmente avrebbe voluto farlo di nuovo. Che si potesse considerare
veramente amore?
Non lo
sapeva. Sapeva solo che quegli strani sentimenti non li aveva mai provati.
Amore
non si poteva definire con una o due parole, con dei sinonimi trovati
distrattamente sul vocabolario, Amore era qualcosa di inspiegabile anche con
tutti i discorsi di un intero universo.
-Ash!-
esclamò una voce dietro di lui. Si voltò vedendo Misty, nello stesso
abbigliamento —se tale si poteva chiamare— di due sere prima. Il ragazzo si
sentì arrossire tutto d’un colpo. I sentimenti, per lui, erano oramai un grande
mistero troppo fitto perché lo potesse sbrogliare in una sera!
Certo,
la prima volta che l’aveva vista a quel modo non si era imbarazzato così tanto…
perché in quel momento sì?
-Ehilà, il mondo è piccolo!- scherzò. La ragazza rise.
-Eh
già.- Passarono alcuni istanti di silenzio.
-Misty…- cominciò Ash, molto rosso in viso.
-Sì?-
fece lei.
-Posso
baciarti?- chiese il ragazzo color pomodoro maturo al 100%.
La
faccia di Misty: °O° => °0° => °O° => °0° => °O° => °0°
-Cooooome?- chiese, un po’ imbarazzata, se imbarazzata fosse il termine
adatto per definire una ragazza che ha raggiunto il record mondiale di salto in
alto in un solo sobbalzo, e con una faccia rassomigliante ad uno dei peperoncini
da lei tanto odiati.
-Scu-scusa la domanda, sono un cretino!- esclamò Ash, voltandosi verso di lei e
agitando le braccia con questa faccia: °///°
-I-io
volevo solo sapere perché vuoi baciarmi!- spiegò lei. Lui mugolò qualcosa
d’incomprensibile per un paio di secondi.
-Non
lo so il perché, semplicemente… semplicemente è così e basta! Sento… sento
dentro di me qualcosa che vorrebbe sentire di nuovo le tue labbra sulle mie!-
spiegò. Misty sorrise.
-E
allora?- chiese. Ash si alzò e si mise vicino a lei, appoggiato alle mura della
casa.
-E
allora, Misty, che cos’è l’amore?- chiese.
Quel
ragazzo riusciva sempre a stupirla con domande troppo complicate! Cavolo!
-Nessuno può dirlo con certezza, lo devi sentire. Ma certo, se è la prima volta
che t’innamori allora…! Allora dovresti sentire tante cose tutte insieme. Così
tante da non capire più nulla!- spiegò la ragazza. Riflettendo lui poteva anche
essere innamorato, aveva tali sintomi.
-Ho…
ho capito…! Ma vedi… non mi sento di chiamarlo amore. Non arrossisco, non molto,
non sento qualcosa allo stomaco, non mi batte il cuore eccessivamente…! Tutte le
cose standard io non le sento! Cioè… standard… quelle che di solito si
dovrebbero sentire. Io sento solo, dentro di me, una voglia irrefrenabile di
averti tutta per me, sento che se un ragazzo ti si avvicinasse più del dovuto io
potrei perdere il controllo! E… non ci capisco più niente!- raccontò, disperato.
Misty gli prese una mano.
-Non
ti devi preoccupare…! Io aspetterò! Tu me l’hai chiesto, ed io lo farò.- disse,
dolcemente.
-E da
quando in qua saresti una poetessa?- chiese Ash.
-Sei
tu, Ash Ketchum, che mi fai perdere la ragione…- sussurrò lei, stringendosi ad
un braccio di lui. Lui, a sua volta sorrise arrossendo per il contatto. Sentiva
che chiamarlo amore era troppo grosso. Tuttavia poteva anche esserlo. Non
essendo mai stato innamorato forse…
-Misty.- la richiamò. Lei lo guardò negl’occhi: aveva uno sguardo molto dolce.
Strano!
-Cosa
c’è?- chiese.
-Posso
almeno abbracciarti?- chiese lui. Bhe, il bacio gliel’aveva negato. Non poteva
negargli l’abbraccio!
-Certo!- rispose. La luna non era piena come quella sera, ma brillava della
stessa luce mentre faceva da testimone al loro caloroso abbraccio. Era amore,
per quanto lui provasse timore quello era amore. Quando l’avrebbe capito?
Era
una mattina come tutte le altre… Va bhe, quasi. No, neanche quasi! Era
una mattina completamente diversa dal normale!!
-Allora Misty, come stò?- chiese Delia, girando su se stessa con il suo
magnifico abito da sposa.
Ebbene
sì, era il fatidico giorno del matrimonio! Misty e Delia si stavano preparando.
-E’
bellissima signora Ketchum!- esclamò entusiasta la ragazza. La donna rise.
-E
smettila di darmi del lei! Ci vedremo molto noi due, dammi nel tu e chiamami
Delia!- esclamò. La ragazza annuì.
-D’accordo Delia!- si misero a ridere. Poi qualcuno bussò alla porta.
-Chi
è?- chiese la donna.
-Mamma, sono io!- fece Ash.
-Entra.- disse Misty. Il ragazzo entrò nella stanza con un abito bianco in mano.
Portava uno smoking che lo faceva stare elegante.
-Questo è il vestito per la damigella d’onore.- disse. -A chi lo devo dare?-
chiese.
-Lo
devi dare a Misty!- esclamò la sposa.
-CHE
COSA?- gridarono simultaneamente i due ragazzi.
-Ma
ma… Delia io…- balbettò lei.
-No,
trovo che sia la scelta giusta, Misty. Secondo me saresti perfetta.- spiegò la
donna.
-Anche
secondo me!- esclamò il ragazzo. Lei sospirò.
-Va
bene…! Ma dovete darmi una mano!- puntualizzò.
-Certamente!- esclamarono madre e figlio all’unisono.
La
chiesa era piena di amici e parenti tutti molto intrepidi. Robert aspettava
all’altare la sua dolce Delia. Ricordava quel giorno in cui l’aveva conosciuta
al supermercato! Era scattato subito un colpo di fulmine e, giorno dopo giorno,
avevano preso ad uscire insieme. Era arrivato quel giorno fatidico, quel
memorabile giorno in cui lei sarebbe stata sua per sempre, finché morte non
li avesse separati.
Partì
la musica nuziale.
Alla
porta della chiesa c’erano Delia e Misty. Ash scivolò via vicino a Brock, in
prima fila, che teneva Pikachu.
-Finalmente! Ma dov’eri?- chiese il ragazzo più grande, sottovoce.
-Ho
aiutato Misty a prepararsi. Se ti sembra uguale a sempre allora lucidati gli
occhi!- rispose sottovoce l’altro. Brock sgranò i suoi occhi dal taglio fino e
squadrò bene la ragazza identificata col nome di Misty. Aveva i capelli sciolti,
e appuntati un po’ dietro per evitare che le coprissero il viso. Portava uno
splendido abito bianco ricamato di pizzi e merletti che le scendeva fino ai
piedi. Sugl’occhi aveva un po’ di ombretto. Era sul giallo scuro. Ma no! Era
oro! E le sue labbra risaltavano grazie al lucidalabbra.
Camminava fianco a fianco con la sposa, Delia. Questa aveva i capelli
intrecciati da una coroncina di rose che teneva il velo che scendeva fino ai
piedi, portato da Togepi. Anche il suo abito era con pizzi e merletti, ma era
cento o più volte raffinato di quello di Misty. Sulle labbra portava del
rossetto rosso che le donava particolarmente. Stringeva il suo bouquet di fiori
d’arancio solare come non lo era mai stata.
-Ash…
dimmi come hai fatto…- gli sussurrò Brock.
-Neanche io lo so, Brock. Neanche io lo so…- sussurrò Ash a sua volta. Quindi il
ragazzo si voltò verso Robert. Non era ancora riuscito ad accettarlo. Misty gli
si sedette accanto.
-Tutto
bene?- gli sussurrò.
-No
Misty… per niente!- rispose lui sottovoce, andandosene.
-Oh
Ash…- sussurrò fievolmente lei.
Ash, a
forza di camminare, era arrivato in una piccola radura deserta da lui scoperta
vari anni prima. Ci si era sdraiato e stava guardando il cielo. Il giorno prima
avevano passato tutto il tempo a preparare una festa in giardino, prima che sua
madre e Robert se ne andassero in viaggio di nozze e tornassero quando il
bambino sarebbe nato. Tanti ricordi gli riaffiorarono in mente.
Cullato dalla brezza leggera che spirava in quel momento, si addormentò,
abbandonando i pensieri che forse da troppo tempo lo opprimevano.
C’era
la festa in giardino. Misty, appoggiata ad un albero, sospirò. Guardò il cielo
che si preparava ad un imminente tramonto. Ma dov’era Ash? Brock le si avvicinò
con un piatto in mano.
-Ehi
Misty, non mangi?- chiese. Lei sobbalzò, come risvegliata da un sonno, e fece di
no col capo.
-Non
ho fame…- ammise, rigirando tra le mani un petalo di ciliegio.
-Ash?-
chiese. Lei sobbalzò ancora. Poi guardò in basso.
-Sta
attraversando un periodo di grande confusione.- disse.
-E tu?
Tu che periodo stai passando?- chiese Brock. Li avvolse il silenzio. Si
sentivano solo le voci frizzanti degli invitati, dietro di loro.
-Un
periodo… un periodo che spero vada via. Io sto semplicemente aspettando.-
rispose Misty, sorridendo. Un sorriso falso, che mascherava il dolore. Poteva
ingannare forse tante persone, ma di certo non poteva ingannare Brock. Infondo
era più profondo di quanto lasciava intendere.
-Ricordati questa parole Misty. Se attendi tanto, alla fine la tua pazienza sarà
ripagata. Pensa alla tua bicicletta. Alla fine potresti farti chiedere un’auto
con quanto hai aspettato!- scherzò il ragazzo. Lei rise, mentre una lacrima le
scendeva giù. Si affrettò a toglierla.
-Già.
Grazie Brock, sei un vero amico!- esclamò.
-Di
nulla! Senti, non è che mi daresti il numero di cellulare di Lily?- chiese
Brock. Misty cadde a terra e poi rise.
-Incorreggibile! Vai a cercartelo da solo! La pazienza non è mai stata una mia
gran virtù. Perciò me ne vado. Bye bye!- salutò sparendo.
Il
cappello cadde dalla faccia di Ash, e l’ultimo raggio di sole lo investì in
pieno. Costretto a svegliarsi sentì una voce familiare.
-AAASH! AAASH!- era Misty che lo cercava. Decise quindi di uscire allo scoperto.
-Misty, calmati, sono qui!- esclamò. La ragazza ansimava gravemente, quindi andò
ad abbracciarlo.
-Credevo te ne fossi andato!- ammise, tranquilla.
-Sono
venuto qui per pensare.- spiegò Ash. L’abbraccio si sciolse.
-Delia
e Robert stanno per andare. Sono venuta ad avvertirti. Non li vuoi almeno
salutare?- chiese lei.
-Vieni
un attimo con me…- sussurrò, portandola dove prima si era addormentato.
Passarono come in una buca sottoterra per riemergere in un prato pieno di
soffioni (presente quei fiori che ci si soffia e i “petali” vanno via? N.D.
Crikke) illuminati dalla luce del tramonto. Alcuni di questi fiori, al soffiare
del vento, avevano perso i “petali” (non so come si chiamano di preciso e li
chiamo così =P N.D. Crikke), che volavano nell’aria. Era uno spettacolo
fantastico.
-Ash…
è… è… è stupendo!- esclamò Misty, estasiata. Mai aveva visto uno spettacolo
tanto bello.
-Già…
quando ero triste venivo sempre in questo bel posticino e ammirare i petali di
questi fiori che volteggiano sulle ali del vento.- spiegò Ash. La ragazza di
fianco a lui rise.
-E da
quando in qua saresti un poeta?- chiese.
-Sei
tu, Misty, che mi fai perdere la ragione…- rispose lui. Si sorrisero, e Misty
pensò che, in fondo avrebbe anche potuto cedergli i diritti d’autore… bhe, dopo
quello che aveva detto non si sarebbe potuta arrabbiare. Poi si rese conto del
significato di quelle parole e realizzò qualcosa che gli era sfuggito.
Era
davvero Ash che aveva detto una frase del genere? O era la sua fervida
immaginazione? Probabilmente ed incredibilmente, la prima! Cavolo! Quindi, per
caso, lui era…?
-Co-come?- chiese, molto rossa in viso. Il suo cuore cominciò ad aumentare i
battiti e nel suo stomaco sentiva una strana sensazione. Già ansimava di suo. Ma
in quel momento la sua faccia era più simile a quella di un pesce lesso in stile
My: °O° => °0° => °O° => °0° => °O° => °0°
-Vedi
Misty… io…- cominciò a dire Ash, arrossendo. Questi erano i sentimenti
cosiddetti new! Erano una sorpresa persino per lui. Eh già, era l’ora
della verità. Cos’avrebbe mai fatto lui senza di lei? E doveva pronunciare solo
poche piccole parole che racchiudevano una vita. Ma non uscivano… -Misty… io…-
continuò a balbettare.
-Ragazzi! Robert e Delia stanno per partire!- gridò Brock, in lontananza. Misty
sospirò.
-Rimandiamo a dopo il discorso.- disse. Questa volta su Ash a sospirare.
-E
vorrà dire che… aspetterò!- esclamò.
-Mi
stai rubando troppe battute adesso!- fece la rossa, fingendosi indispettita.
-Dai,
andiamo a salutarli per poi non rivederli più, MAI più e continuare il viaggio.
Andiamo!- esclamò lui correndo via.
-Ash
Ketchum! Mi devi pagare la bicicletta, e i diritti d’autore per quelle due
frasi!- gridò la ragazza.
-Sì
vedrà Misty!- rispose il ragazzo, correndo via.
I tre
erano arrivati da Delia e Robert. Mentre tutti prima salutavano gli sposi ora
tacevano. Ash si avvicinò alla madre e l’abbracciò.
-Ciao
mamma. Ci rivedremo.- disse lui.
Non
che ne fosse convinto però…
-Sì
Ash… stammi bene…- si raccomandò. Poi i due si staccarono. Ash guardò il
patrigno. Non aveva avuto occasione di conoscerlo. Forse poteva pure essere
simpatico. Chi mai l’avrebbe detto.
-Bhe…
anche noi suppongo ci rivedremo.- disse Robert. Il ragazzo annuì.
-Suppongo di sì.- disse. E tra saluti e le grida i due se ne andarono nella loro
bella macchina bianca. Il figlio non poté fare a meno di pensare che sua madre
dovesse essere veramente innamorata di quell’uomo. Forse dopo essersi resi conto
di cosa sia l’amore si riesce a capire persino gli altri… o forse aveva finito
per arrendersi… già forse era così.
Ma una
voce dentro di se si risvegliò. Una voce forse dimenticata, e rimpianse il
giorno in cui partì per le mete più sconfinate.
Se lui
non fosse mai partito avrebbe forse capito più affondo i sentimenti della
madre. Ma lasciandosi tutto alle spalle si era incamminato verso una delle
strade più lunghe, e quella sosta, ritornando indietro, non era prevista nei
suoi piani. Ma cosa ci poteva fare? Era la vita! Forse in futuro sarebbe stato
decisamente più felice. Una volta maturato forse…
Ash
guardò Misty che cercava di scrutare l’orizzonte alla ricerca della macchina
degli sposi. Improvvisamente si rese conto che rivelare i suoi sentimenti non
sarebbe poi stato semplice… cavolo!
Era
finalmente venuta la sera. Ash Ketchum faceva uno strano giro tondo dentro-fuori
casa. Non poteva far altro che uscire dalla porta-finestra per rientrare dalla
porta in un girotondo che aveva fatto scappare Pikachu. In pratica aveva creato
per terra un grande solco…! Gira, che ti rigira, che ti rigira, che ti rigira, a
Brock e Misty era scesa una gocciolina sulla testa di dimensioni pressoché
enorme.
-Ehm…
Ash…- cominciò a dire Misty. Il capo del ragazzo sbucò dalla porta.
-Sì?-
chiese.
-Cosa
stai facendo?-
-Penso.- rispose lui continuando a fare il giro.
-E tu
pensi camminando in tondo?-
-Sì.-
rispose lui. La gocciolina sulle teste dei due si fece più grande. Ash stava
riflettendo su come confessarsi a Misty. Camminare facendo ragionare il cervello
era un ottimo metodo per trovare una soluzione. Avrebbe potuto avvicinarsi a
lei, guardarla negl’occhi e sussurrarle…
-BANANE, COCOMERI, BARBABIETOLEEEEEE!- urlava a squarciagola il camion che
vendeva ortaggi e frutta che girava nel vicinato. Il “nostro eroe”
inciampò e cadde con la faccia a terra.
-Ehm…
Ash… tanto che devi pensare mentre cammini che ne dici di andare a comprarmi un
paio di cocomeri e 5 o 6 banane?- chiese Brock, porgendo un borsellino al
ragazzo. Lui sospirò e prese il borsellino.
-Torno
subito.- disse, rialzandosi da terra.
Il
sole splendeva alto nel cielo pieno di nuvole nere di quel giorno. Più che una
giornata di sole era una giornata d’ombra! Sembrava stesse per piovere da un
momento all’altro… ciò era drammatico.
Dopo
aver dato le chiavi di casa Ketchum al prof Oak, Ash, Misty e Brock
s’incamminarono e proseguirono per il loro viaggio. Erano appena arrivati al
centro medico a Forester Town, di nuovo. Se non vi ricorda nulla rileggete i
primi righi dell’inizio di questa fic senza stare a domandarvi voi da soli,
grazie! (che volo abbiano preso non si sa) I tre si stavano godendo un meritato
riposo quando…
-C’è
qualcuno che si chiama Brock?- chiese l’infermiera Joy.
-Arrivo infermiera!- esclamò gioioso lui.
-Attenta Brooke! Non cacciarti nei guai!- esclamò una scherzosa Misty. Il
ragazzo cadde a terra.
-MISTYYYYYY!- gridò. Lei si mise a ridere a crepapelle. Immediatamente Ash capì
che era solo con la ragazza dei suoi sogni… e allora carpe diem! —un
attimo, ma che voleva dire?—
-Sai
Misty… quel discorso di ieri non lo abbiamo finito…!- disse. La ragazza
sobbalzò. Cosa doveva dirle?
-Allora… allora continualo.- sussurrò.
-Vedi
Misty io…- cominciò a dire lui, arrossendo gravemente.
-Aah!
Che fregatura!- esclamò Brock, tornando. -Era solo mio padre che mi doveva
chiedere una cosa.- spiegò. Poi guardò attentamente i suoi due amici. -Ho
interrotto qualcosa?- chiese. (Perspicace il ragazzo! N.D. Crikke) Ash e Misty
scossero le mani e la testa come se fossero in qualche agitati oppure Brock
avesse colpito nel segno. Ovviamente la risposta giusta era la seconda e al più
grande non ci volle molto a capirlo.
-Nononono!- esclamarono i due all’unisono.
Era
scoppiato un bel temporale. I tre oramai avevano fatto un bel po’ di strada
verso la città dopo: Hoshì City. Stavano correndo a più non posso ma
probabilmente i ragazzi non si erano accorti che Misty che la faceva a stento.
Stringeva a se Togepi per farsi coraggio ma sembrava crollare da un momento
all’altro. Era molto, molto pallida. All’improvviso sentì un forte giramento di
testa e cadde a terra.
-Pi pi
pi!- esclamò Pikachu, correndo verso il Pokémon uovo.
-Misty!- esclamò Ash correndo verso di lei.
-Che è
successo?- chiese Brock, voltandosi. Il giovane allenatore prese in braccio la
ragazza, e sentì come la sua pelle era calda. Tanto calda. Troppo calda!
-Misty
ha la febbre!- gridò. Nessun problema a sentirlo da Pallet Town tanto che il
professor Oak, avendo udito, si girava in tondo per capire chi avesse parlato.
-Dobbiamo portarla subito in ospedale!- esclamò Brock. I due ragazzi corsero a
più non posso, più di prima. Ash aveva in mente solo di salvarla. Pregò, quindi,
di non cadere a terra come un salame.
Sarebbe stato il colmo, e sarebbe stata anche la prima cosa che la sua cattiva
stella così attaccata a lui
Era
molto grave secondo i dottori ed era stata ricoverata. Aveva perso conoscenza e
la febbre era molto alta. I medici avevano cercato di somministrarle qualcosa
per farle abbassare la temperatura, ma sembrava non funzionasse. Stavano facendo
delle analisi accurate, in quel momento, e Ash Ketchum girava e rigirava in
tondo molto, molto ansioso. Brock si limitava a stare seduto e a
stringere i pugni. Finalmente uno dei medici li avvertì che non era niente di
grave.
-Però…- aggiunse. -Sta ancora dormendo, è meglio che andiate uno alla volta. E’
ancora molto debole.-
-Vado
prima io!- esclamò Ash. Il medico annuì.
Ash
entrò cauto nella stanza di Misty, rischiando ovviamente di inciampare in un
filo e cadere a terra stecchito facendo una confusione del diavolo. Lei stava
dormendo. Era così dolce…!
Le
accarezzò delicatamente i capelli, ancora bagnati, quindi si sedette su una
sedia di legno.
-Misty… sono io…- disse. Misty parve in qualche modo capire.
-Ash…-
sussurrò.
-Sì
Misty… mi senti?- chiese lui.
-Certo…- rispose lei.
-Grazie al cielo…- sospirò.
-Ti ho
fatto preoccupare?- chiese la ragazza.
-Nooo!
Mi hai solo fatto stare in pena per… non mi ricordo quanto tempo perché a me
sembravano anni.- rispose il ragazzo, alquanto ironico. Misty rise.
-Oh
Ash…- fece, felice. Era veramente al settimo cielo. Allora a lui importava di
lei! Vabbhè, quello era stato appurato con gli anni ma le faceva un piacere del
diavolo testarlo.
-Sai
Misty… è un po’ che ci penso e volevo dirtelo. Io… io…- Ash prese coraggio.
Erano solo tre parole! Non erano sole, cuore, amore, ma
erano tre parole! (°_° Oh Mio DIO N.D. Crikke)
-Tu
che cosa?- chiese Misty, in pena e col cuore che andava a mille.
Poi
ricordò che lei una dichiarazione gliel’aveva fatta, e gli aveva anche detto che
lo avrebbe aspettato, quindi tecnicamente avrebbe avuto risposta positiva
qualunque cosa fosse successa, no?
-Ti
amo!-
E
finalmente l’aveva detto.
Sapeva
che sarebbe stato felice, perché lei gli stava sorridendo felice. Sapeva che
sarebbe andato tutto bene, a meno che la cattiva stella di prima non decidesse
che un ritorno di Rudy fosse indispensabile per rovinargli del tutto la vita.
No, forse non sarebbe stata così cattiva. Ora che ci pensava, Rudy dov’era
finito? Anche lui scomparso prima del matrimonio?
Infine
gli tornò alla mente il pensiero che aveva appena detto “ti amo” a Misty, e
Misty avrebbe dovuto rispondere qualcosa. No, non gli piaceva aspettare!
-Anche
io ti amo, Ash…- sorrideva felice, lei. Mah, in realtà anche lui aveva quella
stessa espressione.
Erano
passati 4 anni e il piccolo Jhonny Ketchum aveva 4 anni (viva la fantasia! N.D.
Crikke).
A 19
anni d’età, seppur non del tutto di cervello, Ash era ufficialmente fidanzato
con Misty, e così felice da averla ospitata a casa sua a vita. Delia e Robert
incoraggiavano molto i due sui passi da fare, e le ostilità tra Ash e il secondo
padre erano sparite. Brock si era scoperto ottimo aiutante dell’agente Jenny e
ottimo infermiere per l’infermiera Joy, quindi vagava in tutto il mondo alla
ricerca di Joy e Jenny da aiutare e/o servire e/o farsi servire. (sorvoliamo -.-
N.D. Crikke)
Quella
era una giornata iniziata come tutte le altre. Ash si stava godendo l’aria
fresca del mattino insieme a Pikachu, ancora vivo dopotutto…, quando un urlo in
bagno lo allarmò.
Spaventato a morte avendo riconosciuto la voce della sua amata, si precipitò
subito in bagno e vide la sua gentil donzella con un’espressione molto simile
alla sua d’un tempo:
°O° =>
°0° => °O° => °0° => °O° => °0°
(XD la
mitica faccia a pesce lesso! <3 N.D. Crikke)
-Misty
cos’è successo?- chiese lui, terrorizzato.
-Io…-
cominciò lei.
-Sì?-
fece lui.
-Io…-
-Sì?-
-Io…
aspetto un bambino!- Ash cadde a terra dallo stupore. -Ti prego Ashy, non fare
così!- pregò lei così: :°°°°
-O-okey!- balbettò lui alzandosi da terra.
-Promettimi una cosa!- esclamò Misty.
-Che?-
chiese Ash.
-Staremo per sempre insieme, non mi abbandonerai.- sussurrò lei. Lui, intenerito
dalle parole della sua fidanzata sospirò, anche se aveva intenzione di fuggire…
non era molto cambiato da quattro anni prima —no, per niente.
-E fa
bene! Per sempre insieme! Ma solo perché sei tu!- puntualizzò.
-Certo
amore!- esclamò lei, buttandogli le braccia al collo.
Johnny
Ketchum aveva appena finito di farlo impazzire con piagnistei vari e crisi di
panico. Era stato felice di scoprire l’asilo, molto, molto felice! Peccato che
fosse passato appena un anno da quando se n’era liberato… e già il destino,
unitosi con la sua cattiva stella preferita, gli donavano un altro moccioso da
badare, accudire e allattare —no, forse allattare no…
Questa
si potrà mai chiamare vita? Se è insieme alla persona che ami… bha, forse sì!
Fine
Mi spiace veramente tanto di aver deluso Killkenny…
immagino che sia rimasta delusa! Cavolo! XD! Ri-aggiornare Together Forever è
stato molto peggio del previsto, sapete?
Domani sarebbero 4 ANNI ESATTI dalla sua prima stesura! Già,
è stata creata dal 9 Giugno al 9 Luglio del lontanissimo 2003. Ma che avevo in
testa all’epoca? Semi di girasole?
Al tempo le mie parole furono:
“Se per
scrivere 19 pag mi ci vuole un mese intero, quanto mi ci vorrà per scriverne di
più? Di Together Forever ammetto di essere orgogliosissima! Mi è parsa la fic da
me meglio scritta. Ovvero una schifezza che ha la priorità di essere decente!
Finalmente l’ho finita! Che sollievo! Me ne sono liberata! W la libertà! Sapete,
odio avere troppe fic incomplete! E nel mio comp di fic incomplete ne ho fino
alla nausea! Bye bye ragazzi! Alla mia prossima Fanfiction!”
…non è
cambiato assolutamente nulla da allora… di fic incomplete ne ho ancora
tantissime… e mi detesto per questo!! Mi è parsa all’epoca la fic meglio
scritta… con uno degli italiani più penosi del secolo! Bleah! Avevo veramente
SEMI DI GIRASOLE in in testa!!
Vabbhè,
spero solo di non essere brutalmente uccisa XDD
=* byu!
P.S. 19
pagine? Ma sove? Erano appena 16!
XD (16 in
Verdana 10… 19 in Times New Roman 12… azz!) Adesso sono 17 pagine… ma bene!