Controllo.

-Lluvia POV-

Lluvia ha sempre amato Gray-sama.
Non è un amore sciocco, come pensano tutti.
Non è qualcosa di passeggero. Non è qualcosa di finto.
“Lo ami perché ha portato via la pioggia?”
Lisanna lo chiede ingenuamente, con quel suo sguardo dolce.
Lluvia le sorride, mentre scuote la testa.
“ Non è così. È perché Lluvia lo ama, che la pioggia è andata via.”

Per quanto queste due frasi possano sembrare simili, sono completamente diverse.
È quasi incredibile come l’ordine delle parole possa sconvolgere il significato delle cose.
Non tutti, però, riescono a cogliere la differenza.
In molti sono convinti che l’amore della donna della pioggia verso il mago del ghiaccio –il più bel mago del ghiaccio che conosca- sia provocato dal fatto che con il loro incontro la pioggia si sia ghiacciata, smettendo di bagnare ogni cosa incontrasse sul suo passaggio.
Non tengono conto del fatto che il ghiaccio non abbia sfiorato le nuvole.
Nessun uomo può mandarle vie.
È una prerogativa di Lluvia.
E se sono sparite dal cielo, permettendo alla maga, a me di guardare per la prima volta il cielo azzurro, non è solo perché Gray-sama ha ghiacciato le gocce d’acqua.
È a causa dei sentimenti che la sua presenza mi ha suscitato.
Perché è dal primo momento, che mi è piaciuto.
Perché sono bastati pochi minuti, perché io lo amassi.
Il cielo azzurro è una conseguenza di quel sentimento.
Non la causa.
“Ma non dici sempre che è il tuo sole?”
Ha lo sguardo confuso, l’albina, mentre pone questa domanda.
“Si, lo è. Ma lo è proprio perché Lluvia lo ama.”
Se lui vorrà, Lluvia sarà qui ad aspettarlo, non importa per quanto tempo debba farlo.
-

-Gray POV-

Lluvia è una persona strana.
All’inizio l’avrei definita inquietante.
Perché si, percepire il suo sguardo sulle mie spalle, ovunque andassi, era davvero spaventoso.
Non ho mai capito come facesse, ma riusciva a seguirmi ovunque.
Non saprei dire esattamente quando la mia opinione sia cambiata.
È successo all’improvviso.
Un giorno la trovavo decisamente inquietante, quello dopo pensavo che la sua presenza alle mie spalle fosse rassicurante.
E non solo perché si fa in quattro per proteggermi.
È perché finché sento il suo sguardo sulla pelle, so che sta bene.
Non so come, o perché, ma all’improvviso non era lei che mi controllava. Ero io.
Ho cominciato a dover essere certo che lei mi seguisse. Se non era dietro di me, sentivo le budella contorcersi.
Per chissà quale ragione,poi.
E la cosa mi terrorizza più dell’avere uno Stalker.
Perché non mi sono mai preoccupato per qualcuno fino a questo punto.
È evidente che io non la consideri una compagna come gli altri.
Ma se non è una mia compagna, e nemmeno una mia nemica –ovviamente-, allora cos’è?
Ed è irritante come l’unica risposta che mi venga in mente è quella che continua a cercare di propinarmi il mio subconscio.
Lui dice che la amo.
Come se fosse possibile una cosa del genere.
Sono un mago del ghiaccio, io.
Ho imparato a controllare le mie emozioni.
Ho chiuso il mio cuore dietro una spessa barriera di freddo e resistente ghiaccio.
Non sono una testa calda come Natsu.
È impossibile che qualcuno abbia mandato in frantumi il mio muro.
E rabbrividisco quando il mio subconscio trova il modo di svicolare anche questa mia convinzione.
Perché lei è acqua. Lei non ha bisogno di rompere il mio ghiaccio.
Le basta scioglierlo un po’ per infiltrarsi.