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Autore: Lady_Zalya    22/12/2012    5 recensioni
Questa storia è ispirata a "A Christmas Carol", con Ganondorf al posto del protagonista Scrooge. L'ho scritta per un contest di Natale sul forum che frequento.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ganondorf, Link, Princess Zelda
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta un uomo malvagio di nome Ganondorf. Egli era un uomo spietato e affamato di potere. Anni orsono riuscì a uccidere il Re di Hyrule e prese il comando del regno. Da allora passarono sette lunghi anni.
Spargeva terrore ovunque, e i cittadini erano sempre più poveri, perché il malvagio sovrano non faceva altro che alzare le tasse per arricchirsi alle loro spalle.
 
Ora vi starete chiedendo: che fine ha fatto la principessa Zelda? E il grande eroe Link?
La povera principessa rifiutando di essere la sposa del malvagio Ganondorf, finì per diventare la sua schiava. Link invece era stato rinchiuso in prigione per impedirgli di ribellarsi alla sua legge spietata.
 
Arrivò la vigilia di Natale, e anche se in povertà, tutti gli abitanti danzavano felici per la strada.
Il malvagio uomo non sopportava più tutte queste grida e canti di gioia. Ogni anno era così, e ogni anno si irritava sempre di più.
Dei coristi si appostarono sotto una delle sue finestre, e lui li fece cacciare. Ormai era al limite della sopportazione.
 
“Giorni maledetti…”
 
Disse guardando la città allegra e in festa da una finestra del tetro castello.
 
“Guarda come sono felici quei maledetti scansafatiche… approfittano di questi giorni per non lavorare! E chi ci rimette? IO! Mi arrivano meno soldi… anzi! Non me ne arrivano proprio! Devo escogitare qualcosa…”
 
Rimase molto tempo a rimuginare, e alla fine ebbe un’idea. Un’idea per lui molto brillante.
 
“Ma certo! Sono proprio uno stupido! Io sono il Re! La mia parola è legge… mwahhaahah… MWAHAHHAHAHAHAHAHAHH!!!”
 
Il malevolo Ganondorf fece riunire tutti gli abitanti in piazza per fare un annuncio.
 
“Cari sudditi. Il Natale è una festa inutile…”
 
Il pubblico cominciò a lamentarsi. Il sovrano detestava essere interrotto, così fece segno alle guardie di puntare le armi contro i suoi sudditi.
 
“ZITTI, SCELLERATI!”
 
La gente si zittì tutta in un colpo. Lui fece un sorriso malevolo, e continuò il proprio discorso.
 
“Dicevo… il Natale è una festa totalmente inutile. Pertanto da oggi la vigilia e il Natale saranno banditi per sempre da questo regno!!!! E se qualcuno osa fare parola, verrà giustiziato!! COSI’ HO DECISO!!”
 
Finito di parlare, il malvagio sovrano si ritirò nel proprio castello.
La gente in strada era triste e abbattuta e i bambini piangevano disperatamente mentre le guardie rimuovevano le decorazioni e i pochi doni dalle loro case per bruciarle in un rogo al centro del borgo.
Ganondorf guardava questa scena con estremo piacere dalla finestra della propria camera. Entrò la principessa Zelda. Anche se ormai non era più una principessa da anni.
 
“Mi avete fatta chiamare. Dunque, cosa volete ancora dalla mia ormai misera esistenza?”
 
“Bene bene… ecco Zelda. La bella Zelda… Hai cambiato idea, finalmente? O debbo ancora aspettare?”
 
“Ancora con questa storia?! Non accetterò MAI di sposare uno sporco maiale come te! Sei l’uomo che ha ucciso mio padre! Sei un mostro! TI ODIO!”
 
“Ahahahahahaha… che parole dure! Rischi di ferire i miei sentimenti!”
 
“Tu NON hai sentimenti!”
 
“Grazie del complimento! Dunque… accetti?”
 
“MAI!!”
 
“Uhmm… Allora sarò costretto a degradarti ancora di più… GUARDIE!”
 
“?!”
 
Le guardie arrivarono quasi subito.
 
“Signore! Comandi!”
 
“Buttatela fuori dal castello. Non la voglio più come serva! D’ora in avanti si arrangerà. Fino a che non si deciderà a diventare mia sposa!”
 
La ragazza era inorridita da cotanta malvagità.
 
“Sei la persona più orribile che esista in questo mondo! Prima o poi ti renderai conto di tutto il male che stai facendo ad Hyrule! Ti pentirai… ma sarà troppo tardi! Nessuno ti perdonerà! E morirai da solo! SOLO!!!!”
 
Zelda venne portata via dalle guardie. Le sue parole non avevano scalfito nemmeno un po’ la corazza che circondava il cuore del crudele Ganondorf. Giunse l’oscurità, e il mascalzone decise di andare a coricarsi.
 
Nel cuore della notte, uno strano rumore dal fondo della sua stanza lo svegliò di colpo.
 
“Chi va là? Chi c’è?!”
 
Nessuna risposta. Se ne tornò a dormire.
 
Passarono alcuni minuti, e il rumore si ripetè. Sembrava una specie di lamento. Deciso a capire di chi fosse quel lamento, Ganondorf si alzò dal letto avvicinandosi al fondo della stanza. Scoprì che il lamento proveniva dal camino. Si avvicinò timoroso.
 
“Chi… chi si lamenta? Chi è?”
 
“Uuuuuuuuuhhhhhhhhhh…”
 
“CHI SEI?!”
 
Davanti a lui apparve il fantasma del vecchio Re, il padre di Zelda. Il malvagio Ganondorf non credeva ai suoi occhi, credeva di avere le allucinazioni.
 
“S-Sei tu! N-No… non ci credo… sei qui per vendicarti, vero?!”
 
“No… sei un malvagio senza scrupoli, ma sono un fantasma. Non posso farti niente…”
 
“Ma nel cimitero di Kakariko i fantasmi ti fan-“
 
“DETTAGLI!!! Ascoltami. Questa notte riceverai delle visite, e sono qui per avvertirti. Gli spiriti del Natale sono furiosi con te.”
 
“Stupidaggini! E perché dovresti avvertirmi proprio te?!”
 
“L’autrice non aveva nessun’altra idea.”
 
“Ah. Ok.”
 
“Per primo ti farà visita il fantasma dei Natali passati. Per secondo il fantasma del Natale presente e per ultimo il fantasma dei Natali futuri… ti daranno una lezione che non dimenticherai mai.”
 
“Certo, come no! Questo non è altro che un sogno! Non ti credo! Ora scusami tanto, ma torno nel mio letto sperando di avere qualche sogno più interessante. Adiòs amigo!”
 
“Certo… solo un sogno… presto ti accorgerai del contrario…”
 
“Hai detto qualcosa?!”
 
“Nnnnnooooooo, torna a nanna!”
 
Scoccò l’una di notte. Ganondorf aveva ripreso sonno e dormiva profondamente. Una sagoma incappucciata si avvicinò al suo letto.
 
“Svegliati… pelandrone… svegliati… uuuuhhhhhhh!”
 
“C-Cosa… Chi… AHH!”
 
L’uomo si svegliò e ai piedi del suo letto vide la sagoma incappucciata.
 
“Tu… t-tu… sei… chi sei?!”
 
“Piacere, io sono…”
 
La figura si tolse il cappuccio. Era una ragazzina vestita di verde. Pure i capelli erano dello stesso colore.
 
“Il fantasma dei Natali passati.”
 
“Ma cosa diavolo farnetichi?! Sei Farore!”
 
“NO. SONO IL FANTASMA DEI NATALI PASSATI, OK?!”
 
“Ok…”
 
“Vieni con me… ti mostrerò il passato.”
 
“Non mi serve a niente, lo conosco benissimo il mio passato!”
 
“TACI E SEGUIMI, OOOOK?!?!?!”
 
“Ok, ok!!! Non ti scaldare! Mi fai paura!”
 
Ci fu una luce abbaliante. Di colpo i due si trovarono in un lontano passato. C’era Ganondorf da piccolo.
 
“Eccoti, ti riconosci?”
 
“Sì… quello sono io da piccolo…”
 
Il piccolo Ganondorf era tutto solo. Nessuno badava a lui. Così per farsi notare da tutti faceva dispetti, rompeva cose e si picchiava con gli altri bambini. Il Ganondorf del presente guardava attentamente la scena. Il fantasma dei Natali passati indicò il Ganondorf del passato.
 
“Vedi? Nel presente tu sei una cattiva persona disprezzata da tutti per questo motivo. Sei cresciuto solo e senza amici. Questo ha fatto marcire il tuo cuore fino ad atrofizzarlo. Non sei e non sarai mai in grado di amare se non cambierai.”
 
“Ma che sciocchezze! Tutte sciocchezze! Voglio cambiare sogno!”
 
“Pensi che sia ancora un sogno, eh? Ok, ti riporterò in camera tua.”
 
E così fu. Furono circondati da un’altra luce abbagliante e tornarono in camera di Ganondorf. Il fantasma si girò verso l’uomo.
 
“La notte non è ancora finita. Tra qualche ora riceverai la visita del fantasma del Natale presente. Il mio lavoro qui è finito. Addio.”
 
E sparì. Il malvagio uomo rimase di nuovo solo. Si chiedeva se stesse davvero sognando. Tornò nel proprio letto, riprendendo presto il sonno.
 
Scoccarono le tre di notte. Ganondorf si svegliò da solo, guardandosi intorno.
 
“Non c’è nessuno… stavo davvero sognando, allora.”
 
Finita la frase, sentì una voce provenire da sotto il letto.
 
“Ne sei… sicuro…?”
 
“AHH! C-Chi è?!”
 
Da sotto il letto uscì lentamente una ragazza dai capelli azzurri, anche i suoi vestiti erano di quel colore. L’uomo rabbrividì.
 
“S-Santissima Naryu…”
 
“Non sono Naryu, sono il fantasma del Natale presente. E sono qui per mostrarti… beh, il presente. Mi sembra ovvio, oh!”
 
“Ok, ok… togliamoci questo dente. Sparaflesha le tue lucette e bla bla bla. Così poi me ne torno a dormire.”
 
“Dente? Sparaflesha? Accidenti, i mortali parlano in modo sempre più strano!”
 
“Eh?!”
 
“Niente, niente!”
 
I due si teletrasportarono nelle prigioni.
Ganondorf vide il suo vecchio nemico Link dietro le sbarre. Il giovane ragazzo aveva un’aria molto sciupata. Mangiava un giorno si e due no.
 
“Questo povero ragazzo sta patendo le pene dell’inferno, tutto questo per colpa tua! Ma non è il solo che sta soffrendo…”
 
“Chi altro? … mostrami tutto.”
 
Altro teletrasporto. Questa volta nella piazza del villaggio.
C’era Zelda con alcune persone. C’era anche un bimbo, sembrava molto malato. Le persone entrarono in casa. Ganondorf e il fantasma dei Natali presenti si appostarono da una finestra. C’era una tavola imbandita. Come capo tavola c’era un uomo, che Ganondorf riconobbe dopo un po’. Era una delle sue migliori guardie. Quell’uomo alzò un calice in alto.
 
“Questo è un periodo molto buio nella storia di Hyrule. Ma sono sicuro che presto tutto si sistemerà. Il nostro sovrano è malvagio, ma almeno riesco a portare cibo alla mia famiglia… Spero con tutto il cuore che il cuore del nostro Re si addolcisca. Dedico quindi un brindisi a sua maestà! Gli rimarrò fedele, qualunque cosa accada.”
 
Zelda storse il naso.
 
“Come fai a restare fedele a quell’uomo subdolo? Ha fatto impoverire il mio povero regno… Ci ha tolto il Natale… e non paga abbastanza per le cure mediche.”
 
“Sshhh… potrebbe sentirti…”
 
Ganondorf guardò il fantasma.
 
“Si riferisce a me? Mi vede?”
 
“No… guarda laggiù dal camino. Lo vedi quel bambino?”
 
Dal camino c’era il bambino di prima.
 
“Sì, lo vedo.”
 
“Quello è Mit Ynit. E’ il figlio dell’uomo che ti ha dedicato il brindisi. E’ un bambino molto malato. E suo padre non ha abbastanza soldi per poterlo curare. Questo perché non lo paghi abbastanza. Quel povero bambino ha una malattia gravissima, e se non verrà guarito presto potrebbe morire. E nonostante tutto, quell’uomo ti dedica il brindisi.”
 
“Io… non so cosa dire…”
 
“Ora vieni, è giunto il momento di tornare nella tua stanza.”
 
Tornarono nella stanza. Ganondorf aveva l’aria molto scossa. Il fantasma del Natale presente si avvicinò.
 
“Tutto bene?”
 
“S-sì, sì…”
 
“Ok, il mio lavoro è finito. Tra poche ore riceverai l’ultima visita… La visita del fantasma dei Natali futuri…”
 
“Va bene.”
 
E così rimase di nuovo solo. Si sedette sul letto, ripensando a quanto visto finora. Stava sognando? No… era tutto troppo reale per essere un sogno. Era davvero così odiato dagli abitanti? E’ giusto trattarli in quel modo? No… stava sbagliando tutto nella propria vita. Pian piano se ne stava rendendo conto. Si fecero le quattro di notte. Non era riuscito a prendere sonno. Davanti a lui comparve lentamente una figura femminile. Era una donna dai capelli rossi, stessa cosa per i vestiti. Lo guardava con sguardo severo, senza proferire parola. L’uomo si rese conto di essere osservato, e la guardò pure lui.
 
“Santissima Din… sei venuta qui per portare via la mia anima?”
 
“Sono il fantasma dei Natali futuri e no, non sono qui per la tua anima. Non ancora. Sono qui per mostrarti cosa accadrà fra due Natali. Vieni con me.”
 
“Ti seguo…”
 
Uscirono dal castello. Il villaggio era tutto devastato. C’era gente che elemosinava per strada. Altri che morivano di freddo. Mentre passeggiavano per la città si ritrovarono davanti al cimitero. Sembrava esserci un funerale in corso. Ganondorf si voltò verso il fantasma, ma non c’era più. Decise allora di andare a vedere che stava succedendo.
C’era gente radunata intorno a una piccola bara aperta. Si fece strada, e notò che tra la gente c’era anche Zelda che piangeva, mentre Link la consolava. L’uomo era rimasto colpito, si chiedeva come mai il ragazzo fosse fuori di prigione. Continuò a farsi strada, ed arrivò davanti alla piccola bara.
Dentro c’era il piccolo Mit Ynit, morto per colpa della malattia che lo aveva indebolito sempre più fino a farlo perire.
Ganondorf non riuscì a incassare il duro colpo e cadde sulle ginocchia.
 
“Cosa… Cosa ho fatto?! Sono un mostro… un mostro…”
 
C’era un altro funerale in corso, ma non c’era nessuno a piangere davanti alla bara. Si avvicinò per vedere chi ci fosse dentro…
Si avvicinò piano piano. E appena vide chi c’era, rabbrividì.
 
 
Nella bara c’era lui, morto. E non c’era nessuno a piangerlo.
 
“Come… perché…”
 
Zelda e Link si avvicinarono alla bara. La ragazza posò un fiore sul corpo senza vita di Ganondorf.
 
“Lo avevo avvertito… è morto solo, e senza nessuno che lo amasse… avrebbe dovuto darmi retta…”
 
“Purtroppo le persone malvagie non possono cambiare. Triste ma vero…”
 
Ganondorf si alzò guardando i due ragazzi.
 
“Non è vero! Io posso cambiare! Posso essere una persona migliore! Non posso morire in questo modo! NO!”
 
“Non ti possono sentire, sai?”
 
Il fantasma dei Natali futuri si ripresentò al cospetto di Ganondorf.
 
“Gli abitanti non ne potevano più delle tue angherie, riuscirono a liberare Link in segreto. Dopo un anno il piccolo bambino morì. Link per vendicare la sua morte organizzò una rivolta. Tutto il villaggio attaccò il castello. Tu e Link avete combattuto in una battaglia all’ultimo sangue, e alla fine sei morto per mano sua e di Zelda. Tutto questo perché nella tua vita non hai mai compiuto buone gesta. Sei stata una persona subdola e meschina fino all’ultimo. Sei morto solo, infilzato al petto dalla spada di un ragazzo coraggioso che ha dovuto passare sette anni della sua vita in prigione. Nessuno ti ha mai amato, e nessuno ti amerà, perché sarai sempre e solo un uomo malevolo e senza cuore.”
 
“No… non può essere… io… io non voglio che accada tutto questo…”
 
“E invece accadrà!!”
 
Di colpo divenne tutto nero, e rimasero solo loro due. Dietro al fantasma si aprì una crepa da cui uscivano fiamme altissime.
 
“Tu morirai… morirai solo… solo…”
 
“No… NOOOOOOOOOOO!!!!”
 
L’uomo si svegliò improvvisamente. Era un bagno di sudore.
 
“Non voglio… non voglio… sono un mostro… io devo… devo rimediare… non posso permettere che finisca tutto così… non voglio vedere la mia gente in quello stato, no! Devo… devo cambiare!!!”
 
Ganondorf si alzò dal letto, si vestì e andò nelle prigioni.
 
“Link! Link!”
 
“C-Che vuoi te?! Sei qui per frustarmi di nuovo?!”
 
“No, no! Ahahahah! Vieni qui amico mio!”
 
“Cos-“
 
Ganondorf prese le chiavi della cella e liberò il ragazzo, abbracciandolo.
 
“Sei libero ragazzo, libero! Guardie, dategli da mangiare a sazietà! Io esco!”
 
Fece ordinare ai suoi chef di preparare un grosso cenone e poi scese in strada con un grosso sacco. Distribuiva denaro a tutti.
 
“Prendete, prendete! Da oggi diminuirò le tasse a tutti! Ma che dico! Niente più tasse! Niente!! AHAHAH!!”
 
Lanciava soldi a destra e a manca, sotto gli sguardi sbalorditi di tutti. Si trovò davanti il piccolo Mit Ynit.
 
“Tu, piccolino, vieni qui!”
 
Prese in braccio il bambino e guardò il padre del marmocchio.
 
“Ti aumento la paga!”
 
“Cos… la ringrazio infinitamente, mio sovrano!”
 
Infine Ganondorf si mise al centro della piazza del borgo cittadino.
 
“Nuovo ordine, gente… Potrete di nuovo festeggiare il Natale! Ora e per sempre!”
 
Poi invitò tutti al cenone di Natale. Ancora non riuscivano a credere ai loro occhi.
 
Da quel giorno Ganondorf divenne una brava persona, e tutti lo perdonarono per le angherie subite da lui. Lo perdonò anche Zelda, e i due convolarono a nozze.
 
Finalmente il regno di terrore era finito, e tutti vissero felici e contenti fino alla fine dei loro giorni.
 
Fine.
   
 
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