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Autore: Luana Genzo Chan    22/12/2012    4 recensioni
#Personaggi: [OC][serie classica][The lost Canvas]
A mano a mano che procedevano, i muri delle abitazioni si facevano sempre più vecchi e distrutti. Ma dove stavano andando?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Prologo
 

Guardò il viale con circospezione, indecisa sul da farsi. Svoltare a destra o a sinistra? In quale delle tante viuzze? La certezza era una sola: si erano persi.
Con la mano ancora intrecciata a quella del fratellino Sam, si incamminò. Non le importava dove sarebbero potuti arrivare, una strada valeva l’altra. A mano a mano che procedevano, i muri delle abitazioni si facevano sempre più vecchi e distrutti. Ma dove stavano andando?
Due puntini luccicanti risplendettero nel buio e il bambino non poté far a meno di stringere con maggior vigore la mano della sorella, terrorizzato. Lei, d’altro canto, cercò di imprimere coraggio tra le dita del ragazzino, ma l’impresa fu più ardua del previsto: come si fa a far forza a qualcuno quando si è i primi a non averne? Conscia di ciò percorse l’ultimo tratto che li separava da una strana luce proveniente dall’altro capo della via.
La visione che li accorse non fu delle migliori: un edificio, decisamente molto vecchio, si erigeva in fondo ad un ampio campo di terra battuta, ed una specie di porticati, che assomigliavano più a molte case bizzarre distrutte messe una accanto all’altra, ne costeggiavano una parte, perpendicolari alla casa.
Una cosa che sicuramente non mancava –polvere a parte- erano gli animali: osservando bene si potevano individuare facilmente i loro occhi sparsi nel buio che fissavano i due nuovi arrivati senza, stranamente, emettere verso alcuno.
Spinto dalla curiosità Sam mollò all’improvviso la mano della sorella, andando ad aprire una ad una le porte che si trovavano lungo le rovine.
-Sammy! Potresti farti male, torna qui!- Urlò la sorella, ma, come ogni bambino della sua età, non le diede retta e continuò l’esplorazione. Mentre lei, rassegnata, si dirigeva verso suo fratello per fermarlo “con la forza”, lui, dopo aver aperto l’ennesima porta, andò a sbattere contro qualcosa. O meglio, qualcuno. L’impatto fu talmente forte che cadde a terra e, sia per la paura sia per la terra che si era sollevata, chiuse gli occhi. Quando li riaprì vide una signora anziana, dai lunghi capelli viola, guardarlo sorridendo. Raggiunto Sam, la sorella lo intimò di chiedere perdono, per poi rivolgersi alla donna.
-State bene?- Per quale motivo le stava dando del “voi”? Non lo sapeva neppure lei, era come se una sorta di aura intorno alla signora le suggerisse di portarle rispetto. –Cosa ci fate…-
Non terminò la frase, in quando Sam chiese cosa fossero un tempo quelle rovine. La donna sorrise dolcemente, posando una mano sul capo del bambino, poi iniziò a raccontare.

"Il mio nome è Saori Kido e, anche se vi può sembrare strano, sono l’incarnazione terrena della dea Atena. – Al contrario di sua sorella, che sembrava abbastanza scocciata, il bambino si mise seduto a terra a gambe incrociate, per ascoltare più comodamente il racconto. –Questo, anche se ora non sembra, è il tempio dedicato alla divinità che ospito. Quelle due file di edifici sarebbero le dodici Case dello Zodiaco –una per ogni segno zodiacale-, mentre là in fondo si trova il Tredicesimo tempio. Dovete sapere che ogni tempio era protetto protett da un Gold Saint che, durante le guerre, aveva il compito di impedire il passaggio ai nemici. I Saint, combattenti devoti ad Atena, erano suddivisi in base alla Cloth che indossavano: I Bronze Saint avevano armature di bronzo, i Silver Saint ne avevano d’argento e i Gold d’oro."

"Perché parli al passato?" domandò Sam.

"Vedi, tutti i miei Saint sono scomparsi misteriosamente tanti anni fa, lasciando qui soltanto le loro Cloth. Io, pur essendo una divinità, non ho scoperto nulla, quindi, con i poteri che mi sono rimasti, lascerò a voi il compito di indagare!"

I due ragazzi fecero solo in tempo a vedere lo scettro di Nike materializzarsi tra le mani della donna, poiché una luce dorata e calda li investì. Poterono giurare di aver visto l’immagine di Saori diventare sempre meno nitida e successivamente svanire. Poi tutto si fece nero. 
   
 
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