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Autore: Bruli    22/12/2012    1 recensioni
Racconti di un uomo invisibile, dell'uomo invisibile che è dentro ciascuno di noi. Perchè essere invisibili talvolta è motivo di vanto, è ciò che ci distingue dagli altri. Perchè l'invisibilità certe volte denota la capicità di capire un pò meglio il mondo.
Racconto nonsense scritto in un momento nonsense. Con la speranza, però, che un pò di senso ci sia e venga colto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RACCONTI DI UN UOMO INVISIBILE
 
Non sono una persona interessante. Non ho grandi qualità, non sono bello, non sono un tipo che si fa notare. A scuola intervenivo raramente in classe; sono una persona nella media, di quelle dal volto che non dice niente,  che non appena lo guardi, immediatamente l’hai già dimenticato.
Sono un semplice impiegato, un semplice acquirente, un semplice vicino di casa.
Se mancassi per mesi il mio portiere non se ne accorgerebbe, così la vecchia della porta accanto che si limita ad innaffiare le piante del pianerottolo.
Allora perché raccontare la mia storia, la storia di un uomo invisibile? Non lo so, non so perché le lettere compaiono su questo foglio bianco, non so che parole mai potrebbero comporre dato che su me non c’è davvero nulla da dire.
Da ragazzino lessi una storia di Dylan Dog, una storia che narrava di uomini invisibili, di fantasmi come me. Fu in quel momento che mi resi conto di essere anche io un uomo invisibile come quello la cui madre lo scambiava per il fratello che non aveva.
Forse vi starete chiedendo quanto sia triste e desolata la vita di un uomo invisibile, ma non è affatto così: ho sempre preferito la solitudine, sto bene solo con me stesso, non sento la mancanza di niente e di nessuno. Del resto, come si fa a sentire la mancanza di qualcosa che non si è mai avuto?
Non sono invidioso, dite, quando guardo la gente? No, non lo sono.
Se sento il bisogno di parlare ho il mio gatto, oppure telefono a qualcuno a caso dell’elenco; se voglio divertirmi ho la televisione e i miei libri, se sono triste mi rifugio tra le note del mio gruppo preferito. Gruppo anonimo come me. Invisibile. Non ho voglia di uscire, di conoscere qualcuno? E perché dovrei, quando vedo la gente che litiga, che si colpisce alle spalle, che tradisce, ruba, stupra, urla, si ferisce, soffre? Sto così bene nella mia solitudine!
A volte, quando proprio mi annoio, insceno un litigio con me stesso, immagino un me che mi urla contro e mi fa le boccacce. Uso lo specchio di solito.
Vedete? Sono davvero una persona poco interessante, e non so il perché di queste parole messe l’una dopo l’altra. Non riesco nemmeno a capirne il senso. Dovreste posare questo manoscritto prima di annoiarvi troppo, dovreste accartocciarlo, buttarlo nella spazzatura e assicurarvi che l’indomani si trovi già nella discarica.
Se la vita fosse  un film  o un fumetto di supereroi, io non sarei nemmeno l’aiutante dell’eroe – quello avrebbe un ruolo nella vicenda - ; io sarei, signori miei, la comparsa nella scena delle comparse. Posso indossare una qualsiasi maschera, ma non sarò mai l’attore principale. Fa parte dell’equilibrio del mondo: non tutti sono destinati ad avere un ruolo importante e decisivo nella storia. In realtà nessuno è indispensabile. Siamo semplicemente parte di una totalità che esiste indipendentemente da noi. Ci illudiamo di avere un ruolo indossando la maschera da politico o da magistrato, ma siamo solo uomini che vogliono essere dei.
Io sono un uomo invisibile perché ho scelto di essere tale nel momento in cui ho compreso la vanità della mia esistenza. La gente non mi vede perché io ho deciso di non indossare alcuna maschera; sono un nulla di fronte alla vastità dell’universo, ma sono io, senza  la pretesa di essere qualcosa di diverso.
Così, in questa società estetica e frettolosa che non lascia spazio a errori o rimorsi, io non esisto.
Sono appena tornato dal lavoro, sono seduto sul divano, le scarpe tolte, i piedi appoggiati ad un vecchio sgabello e guardo la televisione.
Disastri su disastri, questo mondo sta decadendo.
Mi chiedo, in quei rari momenti in cui mi ascolto, a cosa possa mai servire la vita di un uomo invisibile, quale scopo abbia. Sono solo un peso per la società, anche se, essendo invisibile, questa a stento si accorge di me; tutta l’aria che respiro, tutta l’acqua che consumo … Non sarebbe meglio che fosse utilizzata da qualcuno di visibile, qualcuno che può agire, che può fare del bene a questo mondo?
Sapete cosa mi fa più paura? Pensare che la nostra amata Terra sia una persona isterica e nevrotica, che ad un certo punto si stufi di avere addosso tutti questi omini che non fanno altro che colpirla, sopprimerla, ucciderla, ogni giorno di più, ogni ora, minuto, secondo. Come dei piccoli batteri, dei cosini disgustosi e dannosi.
Mi immagino la scena come in uno di quei vecchi film catastrofici in bianco e nero:  un bel  giorno questa Terra, che noi tanto diciamo di amare, ne avrà davvero abbastanza e allora perderà il controllo dei nervi: il cielo si rabbuia, le nuvole coprono tutta la volta celeste, tuoni, lampi, vento, il mare che si agita, le onde che si innalzano, i vulcani che eruttano, la terra che trema. I tuoni, i tuoni, i tuoni.BUM. Questo è per aver tagliato i miei alberi.BUM. Questo è per lo smog. BUM. Questo è per la bomba nucleare.  BUM. Questo è per il vostro parassitismo BUM. Questo è quello che me ne faccio del vostro amore.BUM. BUM. BUM.
E vi assicuro che, visto in bianco e nero, fa davvero il suo effetto.
Siete ancora qui? Ancora vi ostinate a leggere qualcosa di così noioso?
Perché ancora non avete staccato i vostri occhi da questo foglio, che cosa mai vi importa di un uomo invisibile?
Ecco, al telegiornale sono passati alle notizie di politica.
Per quale partito sono, dite? Davvero vi interessa?
E voi di che partito siete? Destra, Sinistra, Centro, Sopra, Sotto. Ma che importa?
C’è davvero qualcuno al potere a cui interessa il proprio paese e non solo i soldi? Forse sì, ma tanto da solo non può nulla, e noi cittadini certo pecchiamo troppo di amor proprio per almeno pensare di cambiare qualcosa.
Sapete, ci sono certi momenti in cui mi capita di non riuscire a rimanere nella mia bolla di indifferenza, quando vedo tutta questa gente che si fa in quattro per cose così futili e stupide, e  che lo fa anche nella maniera sbagliata. Mi viene voglia di mettermi a gridare che stanno commettendo un errore, di scuoterli forte fino a quando i loro occhi assenti non guardino la realtà, di prenderli a pugni per svegliarli dal loro torpore, dalla loro bolla di indifferenza.
Una volta non sono riuscito a trattenermi. Non ho preso a pugni nessuno, però ho cominciato a gridare forte di aprire una buona volta quegli occhi che Dio – o qualsiasi essere ci sia dietro questo fenomeno chiamato vita – ha donato loro e di smetterla di stressarsi per cose che, alla fine, ha creato l’uomo stesso. Di vivere una buona volta, di vivere veramente il mondo che ci è stato dato.
La vita non può essere davvero così complicata! Insomma, in natura tutto ciò che appare complesso, in realtà si rivela essere frutto di semplici ed essenziali meccanismi. Siamo noi, noi uomini che l’abbiamo resa difficile, con le nostre regole, le nostre controversie, i nostri desideri.
Potremmo avere tutto, ma non abbiamo niente.
E non ci rendiamo nemmeno conto della bellezza di ciò che ci circonda, completamente presi da questo mondo macchinoso che ci siamo costruiti e dentro cui ci siamo rinchiusi, protetti da enormi mura di cemento armato, troppo impauriti da chissà quale bestia del nostro animo per scavalcarlo.
Diamo tutto per scontato, come se ogni singola cosa esistente fosse dovuta solamente a noi, come se il mondo non esistesse senza di noi. Probabilmente in qualche parte dell’universo ci saranno tanti E.T. che ridono guardandoci vivere le nostre insignificanti vite, come noi facciamo quando guardiamo le formiche affaticarsi a costruire i loro nidi che distruggiamo con tanta facilità
Siamo solo un punto microscopico dell’Infinito e abbiamo la presunzione di elevarci sopra tutto il resto.
Se esistessero gli dei greci ci avrebbero già punito mille volte per  ὕβρις, per la nostra tracotanza! Anche se, riflettendoci bene, gli dei stessi non sono nient’altro che l’ennesimo esempio dell’insolenza umana. Come se gli dei potessero essere minimamente simili a noi! Sono semplicemente noi elevati all’ennesima potenza.
Iogridavo, gridavo forte queste cose, ma loro non mi sentivano nonostante le mie labbra fossero ad un palmo dalle loro orecchie.
Li scuotevo violentemente, ma sembrava non avvertissero nemmeno un po’ il mio tocco. Freddi e distaccati, dov’è il calore del cuore?
Probabilmente io stesso sono un ipocrita che vado decantando tutti questi valori, ma che alla fine mi sono adeguato alla società.
Io, però, almeno riesco ancora a distinguere il sapore di ciò che mangio e a goderne, mentre questo mondo sembra avere così fretta di andare verso la fine da non rendersi conto di dove sta mettendo i piedi.
Ma questi sono pensieri di un uomo invisibile, non dovete ascoltarli. Nemmeno io mi ascolto, ci ho provato a volte, ma mi trovavo noioso.
Io faccio quello che mi dicono di fare, obbedisco. La gente raramente si accorge di me mentre io vedo come si comporta, credono di essere soli – soli davanti un uomo invisibile, ma che importa, quello è un uomo invisibile – e si comportano in modo davvero terribile: tradiscono, feriscono, sparlano e non sanno – oh, non lo sanno, omuncoli chiusi in se stessi, nel loro piccolo e frivolo mondo fatto di bisbigli e di sotterfugi - , non sanno che c’è qualcuno che li vede, che li osserva, che li giudica. Qualcuno che vede quanta spregevolezza e quanta porcheria c’è in realtà sotto quella maschera da persona per bene, quante bugie, quanti fili si tendono e si intrecciano, persone improbabili, ammirate e rispettate da tutto il vicinato.
Ma tanto che importa, l’importante è mantenere la facciata davanti alla gente, ma quando sono soli, quando non c’è nessuno a guardarli, allora sì, si che mostrano la loro vera natura.
 
Tanto nessuno li osserva.
Tanto nessuno vede cosa stanno facendo.
Tanto non c’è nessuno.
Solo un uomo invisibile.
Ma è davvero invisibile, e così non si accorgono che in realtà c’è qualcuno.
 
C’è qualcuno … ?
 
 

NOTA DELL' AUTORE:
Mi scuso per il tono eccessivamente moralistico del racconto, mi sono ripromessa di riscriverlo un giorno e, chissà, magari trasformarlo in una storia più lunga! L' ho scritto l'anno scorso e mi é ricapitato tra le mani, allora ho pensato di condividerlo con voi popolo di efp! xD
Fatemi sapere che ne pensate, se e cosa dovrei cambiare secondo voi.
Grazie per aver letto!
  
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