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Autore: Soly_D    22/12/2012    3 recensioni
Vincitrice del Trofeo Classico al contest “The Winner - Terzo Round - A Natale Puoi” di Nede
Marron abbassò lo sguardo e sospirò profondamente, poi alzò nuovamente gli occhi verso il giovane ed emise il verdetto finale.
«Fa schifo, Goten», rispose, senza indugio. «Sia l’aspetto che il sapore».

[Goten/Marron]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goten, Marron | Coppie: Goten/Marron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Soly Dea
Titolo: Il più bel Natale di sempre
Oggetto: Renna (coppia Goten/Marron; rating verde; luogo Monti Paoz)
Frase: 2. Lasciarsi abbagliare dal pensiero che sia solo una festa consumistica è tutta una scusa per i cuori aridi che non sanno capire che anche un piccolo pensiero, anche fatto con le proprie mani, può scaldare il cuore.
Genere: sentimentale, romantico
Note: Questa storia partecipa al contest The Winner - Terzo Round - A Natale Puoi di Nede.
Chiedo il vostro parere, anche perché non ho mai scritto una Goten/Marron e probabilmente non lo farò mai più XD



Il più bel Natale di sempre


«Aggrappati forte».
Marron sorrise, stringendosi saldamente alle spalle del giovane. Il freddo le pungeva il volto scoperto e arrossato, ma il calore emanato da Goten annullava qualsiasi fastidio o incertezza.
«Pronta?», le chiese lui, alzando gli occhi verso l’orizzonte.
Marron lo imitò, e il suo sguardo si posò sulla valle che avrebbero attraversato in volo. La neve ricopriva ogni albero e ogni roccia, il gelo aveva intrappolato l’acqua dei fiumi e dei laghi in un manto trasparente che sarebbe rimasto ancora per giorni.
Nascose il mento nel cappotto e appoggiò la testa alla schiena del saiyan.
«Pronta!», rispose, chiudendo gli occhi.
Goten non se lo fece ripetere due volte e spiccò velocemente il volo, lottando senza fatica contro il gelido vento di dicembre che sferzava impetuoso sui loro visi accesi. Marron sentì la terra venire meno sotto i suoi piedi e istintivamente si strinse ancora più forte al corpo del saiyan, mentre immagini sfocate e frammentarie del paesaggio scorrevano davanti ai suoi occhi, quasi fossero ricordi sepolti nella mente e tirati fuori tutti insieme al momento opportuno: il grigio del cielo rannuvolato, il bianco della neve appena caduta, il verde degli abeti robusti e rigogliosi, tutte le sfumature di celeste che riempivano i torrenti e i laghi da poco congelati.
«Va tutto bene?», le chiese Goten, mentre si spingevano in alta quota.
«Sì», rispose la biondina, con gli occhi socchiusi. «Più veloce», lo incitò subito dopo, anche se la velocità la costringeva a socchiudere gli occhi e il gelo a battere i denti.
«Sissignora!», rispose Goten, partendo a razzo e attraversando a velocità inaudita l’ultimo tratto di valle che rimaneva da percorrere prima della fine del viaggio.
Marron sorrise, chiudendo definitivamente gli occhi, e si abbandonò alla stretta di Goten fino all’arrivo nel bosco. Era il loro posto segreto, l’unico dove non dovevano fingere di essere due normali amici, l’unico dove potevano mostrare i loro veri sentimenti e vivere sinceramente il loro amore.
«Siamo arrivati», annunciò Goten, piantando i piedi sulla roccia gelida.
Marron aprì gli occhi e la distesa di neve che ricopriva l’intero bosco le fece affiorare un sorriso. Vivendo in riva al mare e abituata perlopiù al sole, era sempre una sorpresa per lei poter ammirare quel manto candido e soffice. «Saliamo su quell’albero!», propose entusiasta, indicando l’abete più alto di tutti. «Sono sicura che da lì riusciremo a vedere tutti i monti Paoz».
Goten annuì e si arrampicò per il tronco, mentre Marron si stringeva nuovamente a lui per non cadere e guardava il paesaggio sotto di loro, che diveniva più piccolo man mano che raggiungevano la cima dell’albero. Il saiyan si fermò sul ramo più alto e più robusto, vi si sedette con la schiena appoggiata al tronco e aiutò Marron a mettersi davanti a lui. La abbracciò con entrambe le braccia e lei ebbe l’impressione di trovarsi vicino ad un caminetto acceso, nonostante la temperatura fosse al di sotto dello zero.
«È bello quassù», constatò, stringendo le mani calde di Goten.
«Non bello quanto te», rispose il saiyan, con un velo di rossore sulle guance.
Marron piegò la testa da un lato per guardarlo e un sorriso increspava le sue labbra.
«Quanto sei sdolcinato!», commentò sospirando.
Goten aggrottò la fronte, deluso. «Sei incredibile, volevo solo farti un complimento!».
Marron scoppiò a ridere e gli accarezzò una guancia. «Scherzavo, scimmione!».
«Anche io», rispose il saiyan, e lei non esitò a mollargli un bel pugno sul naso.
Goten rise con lei, massaggiandosi la parte dolorante. «Ma a Natale non si è tutti più buoni?», chiese, inarcando un sopracciglio. Marron afferrò Goten per il colletto, avvicinando il proprio viso al suo. «Io sono già troppo buona durante tutto l’anno!».
«Oh sì, lo vedo», rispose ironicamente lui. «Non mi hai ancora fatto gli auguri di Natale!».
Marron arricciò le labbra, stizzita. «Stavo aspettando il momento giusto, idiota!».
«E quale sarebbe il momento giusto?».
La biondina sorrise divertita e gli allacciò le braccia intorno al collo. «Buon Natale!», esclamò, poggiando la testa sulla spalla del saiyan. Il giovane la strinse forte, beandosi del suo profumo delicato, e poi la allontanò dolcemente da sé per scostarle la frangetta dalla fronte e poterla osservare meglio. «Buon Natale anche a te».
Marron accennò un sorriso e mise una mano nella tasca del cappotto, tirandone fuori un pacchettino rosso con un nastro dorato. «Questo è per te».
Goten prese tra le mani il suo regalo di Natale e lo scartò con gli occhi che brillavano di curiosità, scoprendo che si trattava di un ciondolo sul quale erano incise le loro iniziali. Sorrise entusiasta e abbracciò la ragazza, sussurrandogli nell’orecchio un dolce «Grazie».
«E il mio regalo?», chiese lei, visibilmente curiosa.
Goten tirò fuori dal cappotto una capsula e la lanciò in aria, lasciando che il piccolo contenitore ideato dal dottor Brief cedesse il posto ad un dolcetto al cioccolato.
«L’ho fatto io», dichiarò soddisfatto, e lo consegnò alla ragazza.
Marron storse il naso e afferrò titubante quella poltiglia scura che pareva qualsiasi cosa tranne un dolcetto. «Carino il bicchiere», commentò, deglutendo a vuoto e indicando il piccolo contenitore colorato nel quale Goten aveva sistemato il dolcetto.
Il saiyan la guardò deluso. «Con tutto il lavoro che ho fatto, tu guardi il bicchiere?».
Marron scrollò le spalle. «E cosa dovrei guardare?».
«Quello che ci ho disegnato sopra, ad esempio, oppure il sapore!».
Marron sospirò scettica e si sforzò di capire cosa rappresentasse la scenetta che Goten aveva dipinto sul dolcetto. A stento, riuscì a scorgere due codine bionde e una fluente chioma corvina.
«Siamo noi», constatò poco convinta. Poi alzò il dolcetto all’altezza del viso e lo rigirò nella mano, quasi non sapesse cosa farne. Infine lo portò alla bocca e ne addentò un pezzo.
«Allora, che te ne pare?», chiese il saiyan, emozionato.
Marron sgranò gli occhi quando sentì il sapore del dolcetto e non ci pensò due volte a ingoiare l’intero pezzo che aveva in bocca.
«Allora?», insistette Goten, con gli occhi lucidi.
Marron abbassò lo sguardo e sospirò profondamente, poi alzò nuovamente gli occhi verso il giovane ed emise il verdetto finale.
«Fa schifo, Goten», rispose, senza indugio. «Sia l’aspetto che il sapore».
L’espressione entusiasta e speranzosa di Goten si trasformò in una smorfia di pura delusione.
«Mai sentito parlare di “è il pensiero che conta” oppure “le cose fatte con amore sono mille volte meglio dei regali più belli e costosi”?».
Marron sputò ciò che le era rimasto in bocca del dolcetto e tossì forte. «Sì, ma questa cosa è orribile! E poi, una volta che avrò finito di mangiarlo – ammesso che ci riesca – cosa mi rimarrà del tuo regalo?».
Goten sorrise, come se aspettasse quella domanda da tanto tempo.
«Ti rimarrà quello che c’è dentro!».
Gli occhi di Marron si illuminarono e istintivamente le affiorò un sorriso sul volto. Mangiò di malavoglia ciò che restava della poltiglia informe e scoprì che alla base del bicchiere si nascondeva un anello luccicante. Lo prese e vi soffiò sopra per pulirlo, poi se lo mise al dito e guardò Goten con occhi sognanti. «Cosa significa?».
«È arrivato il momento di urlare al mondo che ti amo e che voglio passare tutta la vita con te!», esclamò Goten raggiante. Marron sorrise emozionata e gli gettò le braccia al collo. «Sei pronto ad affrontare mia madre?».
Goten annuì deciso e la biondina lo attirò a sé per coronare quel momento attraverso un bacio dolce e passionale.
«Hai le labbra fredde», commentò il saiyan, accarezzandole il viso.
«E cosa stai aspettando a riscaldarmele?», chiese lei con un velo di rossore sulla guance.
E mentre Goten la baciava, Marron comprese che i regali più semplici erano proprio quelli che facevano battere il cuore e svelavano i sentimenti più veri.
Il più bel Natale di sempre.

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