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Autore: Sherlock BBC First GDR    22/12/2012    0 recensioni
[Sherlock BBC]
- *... Si gettò a sedere sulla poltroncina e accavallò le gambe, si allungò fino a prendere il cellulare che segnalava insistentemente un sms. Vide il mittente e dopo aver letto sorrise.
*sms* Vieni a riprendertelo!
*scrisse sperando che la sfida venisse accolta. ...* -
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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4°Role - Mycroft e Blakie.

‎*Dopo l'avventura della sera, decise di farsi una bella doccia. Posò il cellulare e l'orologio sul piccolo tavolino di fronte al divano sorridendo. Si diresse verso il bagno spargendo per terra i vestiti, era molto disordinata riguardo i suoi effetti personali! Aprì l'acqua e riempì la vasca. Saggiò la temperatura con un dito ed entrò lentamente, a differenza di molte persone, lei non amava la schiuma, preferiva rimanere a mollo in acqua trasparente e fresca, quasi ghiaccia, in modo che le pizzicasse la pelle per un po’. Quando ebbe finito, uscì e coprì il suo corpo morbido e ben disegnato con un asciugamano bianco. Lasciò che piccole gocce d'acqua cadessero sull'impiantito ai suoi capelli scuri. Si gettò a sedere sulla poltroncina e accavallò le gambe, si allungò fino a prendere il cellulare che segnalava insistentemente un sms. Vide il mittente e dopo aver letto sorrise.
*sms* Vieni a riprendertelo!
*scrisse sperando che la sfida venisse accolta. Intanto andò in bagno a passarsi un velo di crema sulle gambe, a dispetto di ciò che poteva sembrare teneva molto al suo aspetto.*


*Il vibrare insistente del cellulare lo riportò bruscamente alla realtà; quando riaprì gli occhi si sentì lievemente intontito, molto probabilmente si era appisolato senza accorgersene; prese annoiato il cellulare e resto leggermente perplesso nel leggere da chi provenisse* Mi stai sfidando Blakie? *si chiese sorridendo; lanciò uno sguardo all'oggetto sul tavolo e pensò che forse avrebbe anche potuto...* Dio come riesci a farmi questo? *abbassò lo sguardo, amareggiato ma alla fine, preso dallo slancio del momento si decise ad alzarsi dalla poltrona, prese il piccolo pacchetto dal tavolo e usci di casa. Poco dopo era fuori la porta di casa sua, Mrs Hundosn l'aveva salutato gentilmente dicendo che la ragazza era rientrata da poco e per la prima volta lui si sentiva tramare le gambe; prendendo un profondo respiro busso al campanello, aspettando che aprisse*

 
*Stava finendo di passarsi la crema sulle gambe, si alzò ed esaminò la sua immagine allo specchio, si aggiustò un poco i capelli ancora umidi e sorrise avvicinandosi alla porta. Lo aveva sentito arrivare prima ancora che suonasse il campanello, restò qualche istante dietro la porta, poi, dopo essersi aggiustata le pieghe dell'asciugamano, aprì con un sorriso enigmatico poggiandosi allo stipite.* Buona sera...*disse divertita* prego Mr Holmes, entri pure!* continuò spalancando l'uscio e facendolo entrare. Fece strada sino al piccolo salotto e si sedette sulla poltroncina accavallando le lunghe e ben disegnate gambe nude.*
 
Buona sera a lei Miss *le rispose sarcastico, l'ansia di prima scomparsa sostituita dal divertimento per tale situazione; a dire il vero non si aspettava niente di diverso, l'aveva sfidato con quell'sms e ovviamente continuava a farlo; entrò, avvicinandolesi* Sono qui per il mio orologio, Blakie *disse semplicemente, facendo scorrere senza volerlo lo sguardo sul suo corpo*
 
*Sorrise vedendo quell'ostentazione di normalità per una situazione così poco normale. Si passò quindi una mano fra i capelli scendendo sino alla nuca massaggiandola leggermente.* mi sembrava di averti detto che preferivo il My ragazzaccio prepotente che il Mycroft Holmes braccio destro della regina! Ma immagino che dovrò accontentarmi di un uomo tutto d'un pezzo come lei...* continuò alzandosi e porgendogli l'orologio, guardandolo dritto negli occhi e nel tentativo di penetrare anche il suo pensiero più recondito.*


*Il sorriso scomparve dal suo volto e come poche ore prima un ghignò cattivo gli increspò le labbra* Non ti piacerò quando sarò arrabbiato... *le sussurrò prima d'indossare di nuovo la sua maschera di fredda gentilezza, sporgendosi per riprendersi l'orologio*

 
*Ancora quel sorriso, si sarebbe abituata presto a quel nuovo lato di lui. Si avvicinò ancor di più, porgendogli l'orologio* mettimi alla prova...* disse punzecchiandolo ancora. Adorava farlo, vedere fino a che punto avrebbe resistito, si divertiva da pazzi a scoprire la soglia di sopportazione di chi gli stava di fronte, e molte volte rimaneva sorpresa. Come in quel caso, aveva sottovalutato Mycroft, non pensava che sarebbe riuscito a trattenere quella maschera da perfetto inglese flemmatico tanto a lungo... Beh, mai fermarsi alle apparenze!*

 

*Mise di nuovo su quel suo sorriso finto* No. *disse impassibile, riprendendosi, per la seconda volta l'orologio* Giocare con te è divertente ma, come ogni cosa, dopo un po' stanca *disse tagliente, sorridendo ancora* Buona notte Miss, stia attenta a non prendere freddo *disse ironico, dandole le spalle e avviandosi verso la porta*
 
*Rimase immobile nel vederlo allontanare, impassibile, eppure dentro di se esultava. Finalmente qualcuno che avrebbe dovuto conquistare e che non le sarebbe caduto fra i piedi.* sai, mi stupisci sempre... Mi ricordavo di te come un rigido bacchettone... Ma adesso capisco quanto mi sbagliassi... Sei un personaggio davvero interessante! Un attore formidabile! É straordinario che tu riesca a fingerti un coglione patentato per tutto questo tempo e sembrarne orgoglioso... Seriamente, complimenti!* disse sedendosi e accendendosi una sigaretta svogliatamente*
 

*La squadrò freddamente di sott'occhio* Io invece mi ricordavo di te come la degna erede dei Moriarty e invece... *si rigirò, incatenando il suo sguardo* Cosa sei? Una pessima copia di Irene Adler? O un fac-simile venuto male di tuo fratello? *le si avvicino, fulminandola con uno sguardo tagliente* L'Adler ha stile, tuo fratello ha stile... Tu cos'hai? Sei una ladruncola da quattro soldi la cui unica dote è... Ah giusto, non hai nessuna dote *le lanciò uno sguardo di disprezzo* Ma guardati, mezza nuda davanti a me, ti offri come la più squallida delle prostitute e te ne vanti! Tzé! Sei solo una mocciosa che non ha capito e non capirà mai niente della vita! *la vide fremere di rabbia alle sue parole e incassare la testa tra le spalle* Tieni *prese dalla tasca interna della giacca un pacchetto lungo e sottile e glielo lanciò in grembo* Non vorrei mai ti mettessi a piangere! *la sfotté ironico e con un ultimo* Buona notte Miss *usci dall'appartamento*

 

*Ascoltò ogni parola con sempre maggiore rabbia, poi, come sempre, lasciò che tutto ciò che le aveva detto le scivolasse addosso, sulla maschera d’indifferenza che ormai non toglieva più da tempo. mise su uno di quei sorrisini spavaldi e strafottenti e rimase immobile sorbendosi con calma glaciale ogni insulto. Poi raccolse il pacchetto che le aveva lanciato un po’ stupita e lo seguì con lo sguardo finché non arrivò alla porta* è sempre un piacere ricevere questo genere di prediche da te... Il primo cittadino di Londra con la mania di grandezza! La domanda è: puoi permettertelo? Non credo proprio Signor nessuno...* disse alzando la voce in modo che la sentisse. Era sarcastica e ancora lo stava punzecchiando. Mentre parlava si rigirava fra le mani il pacchetto.* è una bomba? Hai deciso di farmi fuori?* chiese ridendo sommessamente, prima di aprirlo e rimanere senza fiato. Una collana in diamanti a dir poco meravigliosa, solo quella aveva un valore pari alla metà della refurtiva che aveva perso. Dovette chiudere gli occhi e riaprirli un paio di volte prima di metabolizzare bene ciò che aveva di fronte*
 

*La guarda di sott'occhio* Manie di grandezza eh? *le rivolge un sorriso glaciale* Se si parla di te, sì, penso proprio di potermelo permettere... *la squadrò di nuovo dall'alto in basso, col chiaro intendo di metterla a disagio e, dal modo in cui ritrasse le gambe poté giurarci di esserci riuscito* Tu invece puoi dire lo stesso, mia cara Blakie? *le disse con freddezza tagliente*
 

*Quasi non prestò attenzione alle parole che disse, era bloccata, non riusciva a muoversi e non capiva il perché. Non riusciva a togliere gli occhi di dosso da quella collana. Era passata una vita dall'ultimo regalo che aveva ricevuto, era stato suo fratello, quando, sul tetto del British Museum, le regalò la maschera della collezione egizia. Fu l'ultima volta in cui lo vide. Tutto ciò di cui aveva bisogno lo rubava, ma mai le era stato regalato niente del genere. Inspiegabilmente, forse per il pensiero di suo fratello o per le mille sensazione che le vorticavano in testa, le lacrime le salirono agli occhi. -Le emozioni sono il peggior handicap di un uomo...- pensò con rabbia. Si alzò di scatto, quasi lanciando il pacchetto contro Mycroft, glielo premette sul petto con forza e lo spinse verso la porta* sparisci! *gridò con le lacrime agli occhi sbattendo l'uscio pochi istanti dopo che fu fuori. Iniziò a singhiozzare, le mancava il respiro, quindi si lasciò scivolare contro la parete del corridoio, sedendosi a terra e piangendo senza più ritegno. Era molto, forse troppo tempo che non lo faceva, e dio solo sa chi più di lei avesse bisogno di sfogarsi*
 

*Restò basito nel vedere la sua espressione rabbuiarsi e le lacrime scendere sul suo volto, fece per avvicinarsi ma lei gli fu addosso premendogli il pacchetto sul petto e gridandogli di sparire mentre lo spingeva fuori con violenza, la sorpresa fu tale che non ebbe la forza di opporsi e anche quando gli venne sbattuta la porta in faccia restò in piedi, completamente sgomento, a fissare il legno della porta. Gli ci volle un po' prima di riuscire a registrare quanto successo e allora imprecò tra i denti stringendo forte i pugni -ma che diavolo sto facendo?- pensò arrabbiato con se stesso, l'aveva chiamata mocciosa, compiacendosi del suo disagio, gioendo della sua rabbia! Gli si era messo a paragone! Lui, un uomo di 40 e passa anni, una vita vissuta alle spalle, si era messo a paragone di una ragazzina con la metà dei suoi anni. Imprecò di nuovo sentendo il suo pianto silenzioso e ancora si maledì perché, si era Ice-Man, però come poteva andarsene e lasciarla lì, da sola e distrutta. Prese un profondo respiro e aprì la porta il più silenziosamente possibile; lei era lì, rannicchiata contro la parete che si stringeva le ginocchia al petto e piangeva con una bambina disperata; posò la scatola sul tavolino e le si avvicinò, non sembrava essersi accorta del fatto che fosse rientrato di nuovo e lui ne approfittò; le si inginocchiò davanti e se la prese tra le braccia, stringendosela al petto* Mi dispiace... *sussurrò flebilmente al suo orecchio*

 
*Sentì confusamente il rumore dei cardini girare fra i singhiozzi sempre più violenti, non voleva che la vedesse così, non voleva mostrarsi debole. Ma mai lo era stata più di quel momento. Era bastato così poco per farla crollare in un pianto senza freni. Si sentì stupida e premette più forte il viso contro i ginocchi. Sentì ancora dei passi, ma non alzò il viso, non voleva farlo.
Lo vide abbassarsi, mettersi alla sua altezza e prenderla fra le braccia, chiederle scusa. Non oppose resistenza, si lasciò semplicemente scivolare in quell'abbraccio, che servì solo da amplificatore: pianse come mai aveva fatto, singhiozzava forte, e premeva di più il viso nel suo petto per affogare il dolore in quella timida e dolce stretta.
Si sentiva una bambina indifesa, e la cosa che la stupì di più, fu che nonostante non riuscisse a bloccare le lacrime e a regolarizzare il respiro, si sentiva bene, maledettamente bene fra le sue braccia...*


 
*La sentì irrigidirsi nel suo abbraccio e allora cominciò ad accarezzarle i capelli, stringendosela di più contro e, in contemporanea con il suo arrendersi s'incrementò il pianto; lasciò libere le lacrime, non trattenendo più i singhiozzi che le scuotevano forte la schiena; una morsa ferrea gli strinse le viscere e i sensi di colpa si fecero sentire come mai prima d'ora; maledizione che stupido era stato! E che stupido era! Una parte di se era ben lieta di averla tra le braccia, di poterla stringere e consolare, di poterle chiedere scusa... però un'altra parte si dannava, perché aveva ceduto ai propri sentimenti, lasciandosi guidare dalle emozioni e tutto per colpa di una stupida ragazzina e la odiò, profondamente! Ma poi... calde stilettate di dolore salato gli bagnarono la pelle del collo e allora tutto sparì, lasciando il posto all'amore sconfinato che provava per quella sua stupida ragazzina* Come riesci a farmi questo... *non si rese nemmeno di conto di averlo detto ad alta voce e di averglielo sussurrato all'orecchio con un tono tanto dolce e carico d'amore da chiedersi se provenisse davvero da lui*

 

*Sentì le sue mani sfiorarle i capelli nel tentativo di calmarla, sentì le sue braccia stringerla e ormai avrebbe dato qualsiasi cosa perchè quel momento non finisse. Lo sentì vicino più che mai e, piano, le lacrime si diradarono lasciandole il viso bagnato e gli spasmi al petto. Quando parlò, sorrise sollevando per la prima volta il viso dalla sua spalla.* ho un ascendente particolare su voi Holmes...* sussurro sorridendo fra le lacrime* ti ho bagnato tutta la camicia... scusami...* disse piano timidamente. Poi poggiò nuovamente il capo sul suo petto e chiuse gli occhi, tentando di far cessare gli spasmi concentrandosi sul respiro regolare di lui*
 
*Sorrise alle sue parole -già, proprio un particolare ascendente- pensò* Ed è un bene? *le chiese, sorridendole divertito* Tranquilla non fa niente, esiste per questo la lavanderia, no? *cercò di tirarle un po' su il morale e quando gli si riappoggio sul petto poté giurare che il suo cuore mancò di un battito prima di tornarne a palpitare un po' più veloce del normale; fu felice nel sentirla calmarsi piano piano; i violenti singhiozzi di prima erano diventati solo leggeri tremiti e le lacrime si erano fermate; abbassò lo sguardo su suo viso -Dio quant'è bella...-  non poté esimersi dal pensare mentre alzò una mano per accarezzarle una guancia, asciugando col proprio palmo gli ultimi residui delle lacrime* Va meglio ora? *le chiese con dolcezza e un po' si sentì a disagio perché era stato lui il responsabile del suo pianto disperato*
 

*Sorrise alle sue parole, si accoccolò meglio sul suo petto stringendo lievemente i pugni sulla sua camicia. Si divertì a regolarizzare il suo respiro con il suo, facendo in modo che andassero all'unisono. Quando le accarezzò la guancia si stupì di quanta dolcezza fosse capace quell'uomo. Sorrise sfiorandone il dorso con la punta delle dita.* si... grazie...* disse timidamente. A dir la verità si stupì anche di se stessa, non avrebbe mai detto che una cosa del genere le potesse piacere: la dolcezza, quella semplice e pura, senza doppi fini. Senza rendersene conto, la sua mano si era intrecciata a quella di lui, guardò quell'immagine quasi con stupore, come una bambina quando vede la magia di un prestigiatore. Sorrise lievemente e spostò lo sguardo verso Mycroft, notando divertita che anche lui era intento ad osservare le loro dita che si sfioravano con dolcezza.*

 

*La vide sollevare timidamente una mano ed accarezzare il dorso della propria e anche lui fece lo stesso fino a far intrecciare le loro dita; spostò lo sguardo sul suo viso e la vide stupirsi, felice per quell'intreccio, la vide sorridere con una bambina davanti alla vetrina di una pasticceria, ad ammirare le decorazioni variopinte dei dolci e sorrise a sua volta perché le emozioni che le leggeva in viso erano le stesse che provava anche lui e che gli avevano fatto accelerare il battito del cuore; sorrise, spostando di nuovo lo sguardo sulle loro mani e strinse la propria, in quell'intreccio bellissimo che mai avrebbe voluto sciogliere e la sentì sussultare, quasi non se l'aspettasse; incatenò di nuovo i loro sguardi e sorrise ancora nel vederla sorpresa - piacevolmente sperava - dal suo atteggiamento; si perse ad osservare i lineamenti delicati del suo volto; gli occhi scuri e affilati come quelli di un felino, bellissimi; il naso piccolo e leggermente all'insù, adorabile; le labbra, rosse e piene come ciliegie mature che chiedevano solo di essere baciate, assolutamente delizioso; abbasso il proprio volto, attirandola di più a se, una distanza irrisoria separava le loro labbra; la guardò negli occhi, come a chiederle il permesso, e li vide brillare di un sentimento forte... lo stesso che brillava nei suoi e allora annullò la distanza che li separava, unendo le loro labbra in un bacio leggero, non osava fare di più, l'aveva già stravolta a sufficienza per quella sera, rimase semplicemente cosi, immobile sulle sue labbra a godersene la morbidezza, in attesa...*

 

*Sostenne il suo sguardo con dolcezza, continuando di tanto in tanto a guardare le loro mani, era una sensazione nuova per lei, e ci si stava abituando davvero molto in fretta. Le loro dita giocavano, si sfioravano e si rincorrevano così, quasi mossa da volontà esterna. Sentì la mano di lui chiudersi, sentì le dita scivolare fino a stringersi come loro, in un tenero abbraccio. Lo imitò guardando ammirata le loro mani intrecciate sorrise felice. Poi, senza neppure accorgersene si avvicinò guidata da lui al suo volto, era tutto così semplice, così naturale e spontaneo. Continuò a guardarlo negli occhi, sperando che si avvicinasse ancora, quando lo fece rimase comunque sorpresa nel sentire quel contatto. Portò una mano sulla sua guancia e rispose a quel tenero bacio, felice come una ragazzina. Dapprima timidamente, poi con sempre più veemenza, lasciò che la sua lingua accarezzasse quella di lui, dolcemente, godendosi ogni istante.*

 

*La tirò di più verso di se, schiudendo le proprie labbra sulle sue; forzò delicatamente la sua bocca con la propria lingua e lei, gemendo, gli concesse di entrare; la sua lingua spinge, accarezza, assaggia, e il suo sapore è persino migliore di come l'avesse mai immaginato, è dolce e seducente. La ragazza rispose con altrettanto ardore al suo bacio, ma lui non gli lasciò tregua, né respiro, la fa letteralmente spalmare su di se e gemettero entrambi per quel contatto desiderato così fortemente. Le lingue si cercano, si rincorrono, si toccano, si sfregano morbide e bagnate... l'ha tra le braccia e non può far a meno di pensare che sia sua. Il loro sapore e il loro odore si mischia. Lei gli si aggrappò alle spalle, tremando un po', senza mai però rompere l'intreccio delle loro mani*
 
*Assaporò ogni istante, esplorò ogni angolo nascosto della sua bocca. Si avvicinò di più a lui mordendogli leggermente il labbro inferiore, sentendo il suo sapore, il suo odore. Stava bene, finalmente dopo tanto tempo. Eppure, in quel momento tanto perfetto, quella maledetta frase le tornò alla mente: Le emozioni sono il peggior handicap di un uomo. Fu allora che sentì il peso di ciò che stava facendo. Certo, vivere una vita fra quelle braccia, fra quelle labbra sarebbe stato perfetto, ma era davvero ciò che voleva? No, non lo voleva, o meglio, si! Ma non ciò di cui aveva veramente bisogno. La normalità non faceva per lei, aveva sempre bisogno di quel brivido... E per quanto le piacesse stare con lui, non poteva barattare la libertà.. Non in quel momento almeno... Così sciolse quel filo di perfezione che si era creato, sciolse le loro mani e le loro labbra. Si allontanò un poco dal suo viso leccandosi la bocca.*sapevo che anche con te ci sarebbe voluto poco tempo... Ah! Voi Holmes siete così banali! Mi hai veramente deluso, tu, il più retto e distaccato della famiglia che cedi per due lacrimucce?! Sei ridicolo!*ecco di nuovo la maschera, quella schietta e sfacciata, quella priva di emozioni. Era dura farlo, staccarsi da lui, ma non poteva permettersi di perdere ciò di cui veramente necessitava. Si alzò con fare distaccato e lo guardò con disprezzo* che aspetti romeo? Evapora! *disse prima di voltarsi e andare verso il tavolino ad accendersi un’altra sigaretta*
 

*La sentì allontanarsi, mettendo fine al bacio e all'intreccio delle loro mani; riaprì gli occhi - non si era nemmeno accorto di averli chiusi - e il sorriso che stava per nascere gli morì sulle labbra; sul volto di lei vide l'alternarsi di infinite emozioni ma quella che dominava di più era la paura; paura del cambiamento, paura della felicità appena provata, paura della gabbia e poi... più niente, aveva indossato di nuovo la sua maschera e la parole taglienti che gli rivolse - completamente in contrasto con il linguaggio del suo corpo - glielo confermarono ma non ci badò molto, se le lasciò scorrere addosso, insieme alla sua occhiata di disprezzo. Si alzò in piedi a sua volta e avvicinandolesi l'afferrò per le spalle voltandola* Già un tempo ti dissi che sapevo leggere le menzogne dalle parole e dagli sguardi delle persone... *le si avvicinò ulteriormente, tenendola ben stretta quando tentò di divincolarsi* Quindi non mentire a me, Blakie... *le sussurrò sulle labbra, lasciandola sbigottita; leggeva perfettamente lo smarrimento nei suoi occhi. -Sei mia!- pensò allontanandosi, lasciandola andare e sfilandole all'ultimo momento la sigaretta dalle mani* Buona notte, Miss *disse, sorridendole divertito e prendendo una boccata di fumo le diede le spalle, avviandosi all'uscita*

*Sentì la sua presa ferrea stringere le sue spalle e voltarla. Ascoltò ogni parola sorridendo compiaciuta, poi seguì con lo sguardo la sua schiena che scompariva dietro l'uscio, lasciando piccole volute di fumo nel suo appartamento. Sorrise di nuovo scuotendo la testa. Si gettò a sedere sulla poltroncina, sfinita. Prese un’ultima sigaretta e trasse un respiro profondo, spargendo nuvole di fumo attorno a lei. Tirò in dietro la testa guardando il soffitto, si chiese se quella fosse stata la scelta giusta e capì che lo era. Sorrise e optò per affogare ogni altro pensiero in un ottima bottiglia di scotch.*
  
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