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Autore: Beatit    22/12/2012    1 recensioni
La neve. Ecco cosa voglio per Natale.
La neve, quei piccoli batuffoli bianchi che si posano sui tetti e sulle strade, cancellando tutto ciò che di sbagliato c’è nel mondo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La neve. Ecco cosa voglio per Natale.
La neve, quei piccoli batuffoli bianchi che si posano sui tetti e sulle strade, cancellando tutto ciò che di sbagliato c’è nel mondo.
 
Mi alzai controvoglia dal letto, mi diressi verso la finestra e guardai fuori.
Faceva freddo, si vedeva dai vetri delle macchine, dai comignoli dei camini accesi e dai bambini che giocavano per strada, avvolti in un milione di sciarpe e maglioni.
Uno di loro si accorse di me, si fermò e mi guardò, non so cosa o perché, quel bambino aveva qualcosa di famigliare, lo guardai con più attenzione e lo riconobbi.
Lo sguardo perso, gli occhi azzurri, profondi, lontani … si voltò scomparendo nel nulla e apparendomi accanto, gli presi la mano e gli dissi perché era solo e triste, non disse una parola, indicò solo un altro bambino, non riuscivo a capire, così mi voltai e questa volta al mio fianco vidi l’uomo che era diventato, un uomo che guardava fisso davanti a se, un uomo che guardava un’altra me ridere e giocare con suo fratello.
Mi svegliai in preda agli spasmi, mi sentivo stanca e maledettamente vuota, privata della persona più importante della mia vita, Damon.
Tutti volevano cambiarmi e tutti volevano allontanarmi da lui, Caroline, Stefan.
Stefan. Ripensai al giorno prima.
 
“E’ stato con te, nonostante sapesse che eri soggiogata. Non lo capisci?”
“Quando siamo stati insieme, non sapeva niente. Ecco perché dopo non ha più voluto toccarmi, ma voglio che sia chiara una cosa, è stata una sua decisione, perché io avrei continuato a stare con lui.”
“Quante altre volte vuoi strapparmi il cuore? Non ti ha neanche liberata, non lo capisci?”
“Invece l’ha fatto, ma non significa che io non provi esattamente le stesse cose che provavo prima.”
“Perché in realtà ti ha detto solo di tornare a casa. Non di dimenticarlo.”
“Dimmi la verità. Se ci fosse, non lo so, un incantesimo, che ti facesse dimenticare la persona  che ami, lo useresti? No, perché anche se fa male, ti fa sentire vivo e quando sei con lei, felice. Ecco come mi sento. E per nulla al mondo voglio rinunciare a sentirmi ancora così, ecco perché combatto per trovare questa cura, perché al momento è l’unico modo che possa dare la prova dei miei sentimenti a Damon, perché io quella prova ce l’ho già.”
“Lo ami?”
“Ogni secondo che passo lontano da lui, una parte di me viene meno. Mi  ha reso la libertà, ma se questo significa stare male ogni giorno di più, allora non la voglio.”
 
Scesi dal letto e lentamente e quasi titubante mi affacciai alla finestra, niente neve, niente bambini, niente Damon. E lo sapevo di non trovarlo lì, con lo sguardo malizioso e da vincitore, ma la speranza albergava ancora dentro me.
Il cellulare squillò e mi riportò nella realtà, era Caroline, ma non risposi.
Non volevo parlare con nessuno.
Non volevo vedere nessuno.
Decisi che avrei passato la notte di Natale nel mio letto, con un bel film e una bella sacca di B positivo.
Deprimente, ma sicuramente meglio che fingere, andando in giro a dispensare sorrisi a persone che non avrei neanche voglia di vedere e con il desiderio di squarciare il collo a tutti per la rabbia.
Quindi se non volevo fare una strage, mi conveniva, e conveniva anche agli altri, restare a casa.
Passai il pomeriggio a guardare film e prima che scattasse la mezzanotte decisi di andare a farmi una cioccolata calda, non avrei sentito niente che avesse il sapore passato, ma mi mancava comunque quel profumo.
In un attimo la cucina si impregnò di quell’odoro natalizio e familiare, chiusi gli occhi e ripensai ai Natali passati, rividi mia madre e mio padre che mi guardavano addobbare l’albero, mio fratello impaziente di aprire i regali, ma ad un tratto quei ricordi svanirono e tutto ciò che sentì fu il freddo, in qualche modo la temperatura si era abbassata, salì le scale e capì che la finestra era aperta.
Arrivai in camera e mi accorsi anche della neve sparsa per tutta la città, sorrisi per quel regalo.
-          Se fossi ancora umana, ti saresti già presa la febbre. Quanti gradi ci sono? 0? – disse sarcastico dalla porta.
Rimasi ferma a guardarlo, non dissi una parola, non mossi un muscolo, avevo paura che scomparisse.
Un’espressione preoccupata comparve, delineandoli il volto, così si avvicinò velocemente a me, mi circondò il volto con le mani e solo allora, quando sentì la sua pelle sua mia, il suo profumo confondersi con il mio, parlai.
-          Sei qui.
Lo cinsi con le braccia e lo strinsi, quasi fino a romperli le ossa.
-          Vuoi uccidermi?
-          Si, se tenterai ancora una volta di allontanarti da me. – sorrisi.
Ci sedemmo sul letto e gli presi la mano.
-          Non succederà niente. Non ho cambiato idea.
-          Non importa. Voglio solo averti accanto.
-          Sono qui.
-          Voglio guardarti dormire, svegliarmi e vederti accanto a me. Non chiedo tanto.
-          No. Non è tanto. Ora dormi però.
Si accoccolò fra le sue braccia e lo cinse con le sue. Damon quella notte non dormì. Veglio il suo angelo. Vegliò il regalo che la vita gli aveva fatto: l’amore.
  
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