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Autore: Jade Winchester    22/12/2012    1 recensioni
Piccola One-Shot presa da una mia ff scirtta un anno fa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei era al parco. Sentiva urla di bambini poco lontano da lei. Si alzò, era curiosa. Si incamminò facendo attenzione a seguire la direzione da dove provenivano urla di felicità. Probabilmente stavano giocando a palla, pensò .
Arrivò ad una siepe, guardò oltre alzandosi in punta di piedi. Non poteva crederci. Bambini che si rincorrevano e si gettavano palloncini di acuqa, chi cadeva e rideva come un matto, chi salterellava e cantava e chi stava seduto giocando con un palloncino.
Spostò gli occhi e la testa verso destra, sentiva dei bambini litigare "Non è giusto! Ti ho colpito prima io" "No! non è verò io! Ho vinto io, un punto a mee!!" "Noooo!" , arrivò un ragazzo alto, con una camicia rossa e dei pantaloni neri, un cappello anch'esso nero e dei capelli lunghi ricci neri raccolti in una coda che cadeva dietro alla nuca. "Ehi, che succede?" chiese il ragazzo, "Io l'ho preso per prima e lui mi ha bagnato lo stesso!" rispose il bambino dalla maglietta gialla. "No! non è vero io ti ho beccato prima! il punto va a me!" "No! imbroglione!!" . Il ragazzo li allontanò inginocchiandosi, "No, no bambini non va bene così! E' un gioco,  ed  in un gioco non si litiga!" disse il ragazzo guardando gli occhi di ciascun bambino. "Ma il punto va a me...io sono stato il primo che lo ha colpito" disse il bambino con la maglietta a righe triste. "Ok, facciamo così, il punto va a tutti e due, porterete un punto alla vostra squadra entrambi, ok?" disse il ragazzo dal cappello nero. I due bambini annuirono, "Ok, adesso chiedetevi entrambi scusa e continuate a giocare" conculuse. "Scusa Matt, non lo farò più" disse il ragazzo dalla maglia gialla, "Scusami tu Paul, sono stato cattivo, andiamo a giocare ora?" rispose il bambino. Si presero per mano e iniziarono a correre ed ad urlare. Il ragazzo si alzò soddisfatto e sorrise. 

Rimase a guardare con il cuore in gola che palpitava. Era lui, il ragazzo che la faceva sognare. Michael Jackson. 

Voleva poter parlare, ma non riusciva. Cercava di chiamarlo, di far rumore, ma nessun azione faceva rumore. Vide Michael andarsene e le venne una fitta al cuore, voleva chiamarlo, urlare. Ma non poteva, credeva fosse un incubo. E fu così che per sua fortuna si svegliò di soprassalto. Era sudata, si era agitata parecchio nel sonno.

Arrivò davanti alla biblioteca, entrò e passò la sua tessera al bibliotecario, un uomo grasso con degli occhiali microscopici che sonnecchiava ogni tanto... Raggiunse lo scaffale n°8, il suo preferito e incominciò ad osservare. Scelse un libro a caso, non voleva avere un libro di cui si sapeva già la storia o il genere di finale. Si sedette per terra e incominciò a leggere. Dopo un pò si rese conto che mancava qualcosa... Prese dalla tasca del Jeans grigio che indossava il suo mp3 e le sue cuffiette. Mancava la sua ragione di vita, Michael. Lo accese e continuò a leggere, quel libro le piaceva, la appassionava così tanto che rimase li per terra con il sedere addormentato a leggere fino a sera tardi. Sentiva che non c'era nessuno in bibioteca. Si alzò lentamente massaggiandosi il fondoschiena ormai gelido.

Si affacciò dal fondo dello scaffale, vide che era isolato, sentiva parlare in lontananza. Si appiattì contro lo scaffale, sentì dei passi e delle persone che parlavano “La ringrazio signor Gregor, è davvero molto gentile...” “Si figuri signore, è un immenso piacere avrela qui, ci sono un sacco di scritti interessanti, può prenderli pure.” “Oh, sono lusingato, farò un girò e mi fermerò a leggere qualcosa.” “D'accordo, come vuole” . Aggrottò la fronte e pensò “Signore? Chi sta arrivando? E poi quella voce... Mi è familiare, l'ho sentita tante volte ma non ricordo... Oddio, forse me ne devo andare... I passi ormai erano sempre più vicini, ma erano di una persona sola,lei non sapeva come uscire da quel labirinto di scaffali, i passi provenivano da destra e a sinistra non c'era uscita. Si sentì nel panico, voleva scomparire, si sedette con il libro tra le mani, aprì e fece finta di leggere, assumendo un comportamento più normale possibile. Guardava una parte non precisa del foglio, era terrorizzata, aveva paura di essere sgridata dal bibliotecario, sapeva che alle 20.00 chiudeva, ma quel libro le era piaciuto così tanto che non ebbe la cognizione del tempo. 

Sentiva ormai i passi vicinissimi, vedeva con la coda dell'occhio un ombra che camminava lentamente, si spaventò. Poi si bloccò e incominciò a parlare “Signor Gregor, mi sa dire il numero dello scaffale dedicato al genere Fantasy?” la ragazza alzò la testa di scatto. Sbarrò gli occhi e incominciò a respirare affannosamente, conosceva quella voce, era la più bella di chiunque altro, ogni dubbio su di chi fosse la voce andò a farsi fottere e incominciò a sudare. Era la sua voce, quella del Divino, era quella di Michael. Sentì la voce del bibliotecatio panciuto “Ehmm si, dovrebbe essere lo scaffale numeto 8, quello davanti a te...” non sapeva cosa fare, da una parte voleva scomparire ma dall'altrra avrebbe tanto voluto abbracciarlo forte. Michael si avvicinò allo scaffale, non notò la presenza di lei, era troppo impegnato a leggere i titoli di ogni singolo libro che toccava con un dito. Poi sentì un respiro un po' affannoso, si girò verso destra e vide una ragazza seduta a terra con la faccia tra le ginocchia, singhiozzava e tremava. Michael si avvicinò. ma la ragazza bruna non voleva vederlo, sarebbe stata una brutta idea. Michael sussurrò “Ehi, ma che ci fai tu qui? La biblioteca ha chiuso da un bel po'...” la ragzza non alzò la testa, voleva non poter sentire la sua voce, anche se era l'unica cosa che desiderava tra quello di vederlo, abbracciarlo, sentire la sua voce così dolce... Michael si alzò in piedi e scomparì dietro ad un altro scaffale. La ragazza alzò la testa, si chiedeva dove fosse andato, magari era andato a chiamare Gregor! Pensò. “Signor Gregor, mi dia le chiavi, chiudo io la biblioteca. Non vorrei farla dormire qui, ho trovato un libro che mi piace molto e credo che passerò un po' di tempo qui. “ disse Michael a bassa voce “Oh, d'accordo Signor Jackson, ma è sicuro?” “Si, si . Non si preoccupi” rispose Michael frettolosamente. Prese le chiavi offerte dal bibliotecario e lo accompagnò alla porta, “Si risposi signor Gregor, saluti i suoi figli...” “Oh, va bene, è molto gentile, a domani allora!” “A domani!” Michael aveva un sorriso stamapato sulla faccia, corse fino allo scaffale numero 8 e scivolò con le scarpe quasi cadendo. Raggiunse la ragazza e disse “Ok, non c'e più nessuno, ora possiamo parlare”. Lei lo guardò confusa e riuscì a parlare “M-ma perchè non hai detto *singhiozzo* al signor Gregor che c'ero anche io?” disse strofinandosi una mano sugli occhi. Michael sorrise e si morse il labbrò inferiore emettendo un ghigno. “Lo sai che sei molto tenera quando piangi?” disse Michael alzandogli il cappuccio della felpa. Lo fissò negli occhi, era stupendo, ed era anche impossibile! Voleva urlare, piangere, ridere... Non sapeva più dove fosse ne che ora fossero, era catturata dallo sguardo di michael , da quegli occhi così dolci e innocenti. Lei si vedeva in lui, si specchiava in lui. Erano la stessa cosa, ed era per questo che Michael non chiamò il signor Gregor.

“Perchè non parli?” chiese Michael, lei poggiò la schiena allo scaffale, tirò giù le gambe e fece un respiro profondo. Ormai ci era dentro, ormai Michael l' aveva catturata con il suo sguardo e il suo sorriso... “Perchè mi sembra impossibile...” rispose fissandosi la punta delle scarpe. “Che cosa è impossibile?” chiese Michael mettendosi seduto con le gambe incrociate, pronto ad ascoltarla. “Beh, tutto questo... Io ti sogno  e tu appari così, improvvisamente.” gli rispose  senza distogliere lo sguardo dalle Converse Nere. Michael rise, “Beh allora hai dei poteri magici, tu mi volevi e adesso eccomi qua!” scherzò . "Sto sognando?" disse la ragazza. "No." e dopo questa risposta Michael baciò la fronte di quest'ultima sorridendole e sparendo. 


"Jade!! svegliati" la voce di sua madre che la chiamava. Era un altro ennesimo sogno, così reale, così bello.



Angolo scrittrice:

Non è molto chiara, l'avevo creata di getto, e mi andava di pubblicarla, in pratica sono dei sogni che feci tanto tempo fa... Ne feci due in una notte sola, uno di seguito all'altro... Cose da matti eh? xD 
Un bacio a tutti, spero vi sia piaciuta ^___^ I love you.


Jade
  
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