Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: Alex96_    23/12/2012    2 recensioni
La OS è stata scritta per il The Original Contest e tratta di Rebekah in in viaggio introspettivo sul ruolo dell'amore nella sua vita, in un viaggio tra diversi passati e il presente, dove la figura di Stefan non è indifferente all'Originaria.
Spero che la storia sia di vostro gradimento!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa al "The Original's Family Contest" indetto da xXx Veleno Ipnotico xXx.



Rebekah è seduta a un tavolino del Grill abbastanza appartato e sorseggia con calma il vino nel suo bicchiere mentre fa ciondolare le lunghe gambe fasciate dai jeans stretti e lascia che gli occhi vaghino sui pochi clienti nel semplice locale e su Matt che sorride divertito alla barista dietro al bancone.

L’Originaria digrigna leggermente i denti e prende un sorso di vino più abbondante mentre lascia che l’ondata di gelosia le scivoli di dosso e le permetta di vedere nuovamente in maniera lucida e non può fare a meno di increspare le labbra in un debole sorriso quando Matt si avvicina in prossimità del suo tavolo per sistemare gli avanzi lasciati dalla coppia seduta poco distante da lei.

L’Antica dopo essersi sistemata una ciocca di capelli già perfettamente lisci si volta verso il ragazzo e sfodera il migliore dei suoi sorrisi seducenti prima di richiamare la sua attenzione.

“Ehi Matt!”

Il ragazzo, scocciato, si volta verso di lei e incrocia le braccia sul petto mentre le rivolge un’occhiata annoiata.

“Che vuoi Rebekah?”

L’Originaria, anche se leggermente infastidita dalle parole dure dell’umano non si lascia turbare e, un altro sorriso a incresparle le labbra piene, prova a convincere il quarterback ad accettare di bere qualcosa con lei.

“So che tra poco finisci il turno. Vuoi unirti a me per un drink?”

E il sorriso speranzoso della bionda si spegne immediatamente quando il giovane Donovan, dopo averle dedicato uno sguardo sprezzante, scuote la testa perentorio.

“Neanche morto Rebekah”

Il cameriere poi finisce di sparecchiare il tavolo e carica i piatti sporchi nel catino mentre Rebekah, delusa, non può far altro che finire con un solo sorso il suo bicchiere e cercare di scacciare il desiderio crescente di far rimpiangere a quell’umano di averla trattata un’altra volta come una semplice adolescente, perché lei non lo era, lei era un’Originaria e faceva parte delle creature più potenti del pianeta ma, come sempre quando si trattava d’amore, tornava ad essere la sciocca diciassettenne umana che arrossiva per ogni complimento.

L’Originaria scaccia i ricordi del passato e si riconnette con il mondo terreno quando vede suo fratello entrare dalla porta del Grill seguito, stranamente, da Damon e Stefan Salvatore.

L’Antica evita di ascoltare i discorsi dei tre quando capta le parole «Elena» e «mantenere in vita» nella stessa frase ma, ugualmente, si avvicina ai vampiri ondeggiando leggermente sui tacchi alti.

E la bionda non ha bisogno di annunciarsi perché, ancor prima di raggiungerli, i tre si sono voltati a guardarla: chi scocciato come suo fratello Klaus, il quale le dedica appena un’occhiata di sufficienza e chi divertito come Damon che non poteva non ammettere, almeno con se stesso, che la bionda fosse decisamente bella, al contrario di suo fratello Stefan, il quale guarda l’Originaria senza lasciar trapelare alcuna emozione sul viso ma accenna comunque un sorriso piegando leggermente gli angoli della bocca, più per educazione che per la contentezza di vederla.

“C’era per caso una riunione segreta e me la sono persa?”

Rebekah sorride spavalda, il malumore di poco prima già superato e guarda il fratello divertita mentre questo, evidentemente infastidito dal fatto che lei si sia messa in mezzo, accenna a malapena un sorriso.

“No, sister. Stavamo solo parlando del futuro della giovane Elena”

L’Originaria alza gli occhi al cielo annoiata: possibile che in ogni conversazione dovesse entrarci sempre quella dannata doppelganger? Ed era mai possibile che lei le odiasse tutte e non riuscisse a farsene stare simpatica neanche una? Forse, non può impedirsi di pensare la vampira, se queste non spezzassero i cuori dei suoi fratelli ogni volta molto probabilmente guadagnerebbero punti nella sua scala della simpatia.

L’Antica si riscuote dai suoi pensieri quando nota che tutti aspettano che dica come suo solito qualcosa di estremamente pungente o sprezzante nei suoi confronti e Rebekah non si fa pregare, sempre ben predisposta a dispensare cattiverie sul conto della Gilbert.

“Beh, se dipendesse da me non sarebbe molto longe..Ehi!”

Rebekah è impossibilitata a completare la frase per colpa di Matt che, in maniera volontaria o meno, le dà una spallata e, senza scusarsi, la supera per attraversare più velocemente il Grill.

Negli occhi dell’Originaria passa un lampo di rabbia che si tramuta in un ringhio mal contenuto: come diavolo osava quello stupido umano trattarla così? Lei era Rebekah Mikaelson e nessuno poteva permettersi di comportarsi così con lei, a meno che non stesse cercando la morte.

L’Antica, frustrata, non può fare a meno di domandarsi perché allora la testa di Matt era ancora attaccata al suo bel collo ma la risposta le arriva direttamente da se stessa: era semplicemente perché lui, nonostante la trattasse la maggior parte delle volte come una pezza da piedi, in un paio di occasioni le aveva mostrato gentilezza e lei anelava così tanto l’amore e le attenzioni di qualcuno che non avrebbe mai potuto nuocere a qualcuno che, forse, l’avrebbe trattata nuovamente come se valesse qualcosa.

Rebekah è riportata alla realtà da Damon che, avendo osservato attentamente la scena e la sua reazione, non si lascia sfuggire l’occasione per deriderla apertamente.

“Che c’è Barbie? Speri ancora che Ken sposti i suoi occhioni blu su di te e ti sorrida?”

L’Originaria digrigna i denti e lancia un’occhiata intimidatoria al vampiro, il quale però, abituato a essere minacciato costantemente a causa del suo comportamento irriverente, non si lascia scalfire dalla bionda e continua a sorridere noncurante.

“Ce ne vorrà di tempo dolcezza”

Rebekah, stanca di essere trattata male in quella giornata, fa un passo in direzione di Damon e lo guarda con un ghigno malefico stampato sulle labbra, gli occhi accesi dal perverso desiderio di ferire il vampiro e la lingua decisa a sputare veleno e cattiverie.

“Almeno io non sono costretta a innamorarmi sempre delle donne dei miei fratelli per essere poi manovrata come una bambola da quattro soldi ed essere buttata nel cassonetto quando il gioco diventa vecchio”

E l’Originaria può sorridere soddisfatta quando gli occhi di Damon, pur impercettibilmente, si restringono mostrando il fastidio che gli aveva procurato sentire quella frase e la vittoria per la bionda è stracciante quando il vampiro si volta verso il fratello e gli sorride tirato in volto.

“Andiamo Stef, non dovevamo recuperare un po’ di rapporto fraterno?”

Damon, un ultimo sguardo carico d’odio in direzione di Rebekah e uno verso Klaus, dà una pacca sulla spalla a Stefan, il quale per tutto il tempo era rimasto in silenzio e si limita ad accennare un saluto ai due Antichi prima di voltare loro le spalle e seguire il fratello verso la zona del Grill dove c’erano il tavolo da biliardo e le freccette.

Klaus, una volta che quello che era stato il suo migliore amico si allontana, si volta verso la sorella e la invita a precederlo con un cenno
ampio del braccio verso il bancone del bar.

“Forza sister, credo che ti farebbe comodo un drink”

Rebekah annuisce e, un sorriso tirato in volto, si lascia condurre dal braccio di Klaus posato sulla sua schiena verso il bar, pronta ad affogare la sua malinconia nell’alcol.

Mentre beve l’Originaria non può fare a meno di pensare con stupore alla reazione che aveva avuto di fronte all’ennesimo rifiuto da parte di Matt: si era sentita delusa e si era arrabbiata. Quello che sorprende l’Antica è, però, la consapevolezza che non è perché era innamorata del ragazzo ma semplicemente perché il suo continuo respingerla aveva portato a galla vecchi ricordi d’infanzia che lei aveva sempre cercato di affogare tra gli innumerevoli ricordi custoditi nella sua mente, cercando con tutte le sue forze di non farli emergere per non trovarsi costretta a pensare a tutte le persone che nel corso dei secoli avevano fatto parte della sua vita e avevano contribuito a farla diventare quello che era: una ragazza che amava troppo facilmente.

Rebekah stringe le labbra tra loro e sente a malapena il fratello che le parla, troppo persa tra i suoi stessi pensieri per prestare davvero attenzione a Klaus.

“Cosa hai detto?”

L’ibrido la guarda divertito e, al contempo, leggermente infastidito dal fatto che la sorella minore non lo sia stata ad ascoltare.

“Stavo dicendo, sister, che è inutile che continui a fissare i Salvatore. Sono inaccessibili per te, i loro occhi ormai vedono solo Elena
Gilbert”

Rebekah sta per replicare che no, non stava fissando assolutamente i due vampiri ma si ritrova a contraddirsi da sola quando nota che i suoi occhi sono effettivamente puntati sui due da quando, involontariamente, aveva voltato la testa per concentrarsi di più sui suoi stessi pensieri e questo, e la convinzione che suo fratello continuerà a infastidirla, la convince a distogliere lo sguardo dalla coppia di fratelli che stavano giocando a freccette e bevevano alcol sorridenti.

“Non li stavo guardando Nik e, anche se fosse, come sarebbe anche solo diverso da te che sbavi sulla piccola Caroline?”

Klaus mostra solo una sfumatura diversa, più cupa, negli occhi a prova del fatto che aveva veramente sentito l’Originaria, mentre per il resto si mostra apparentemente impassibile alla frecciatina della sorella e, rilassato, distende pigramente le labbra in un sorriso mentre si porta alle labbra il bicchiere colmo di whiskey che gli era stato precedentemente portato dalla barista del Grill, come per lasciare il compito al pathos di riempire il breve silenzio che avrebbe preceduto le sue parole.

“La differenza è nel fatto che io un giorno potrei avere Caroline, tu non avrai mai i Salvatore”

Rebekah, piccata e offesa, guarda infastidita il fratello e non fa a meno di ribattere al suo insulto con una punta di irritazione nella voce e con un tono che trasuda ovvietà e sicurezza.

“Si dà il caso, fratello, che io abbia già avuto i Salvatore. Se non ricordi male stavo insieme a Stefan negli anni venti e Damon, nonostante professi il suo amore per Elena, è stato con me due volte senza troppe cerimonie”

Klaus sorride nuovamente piegando le labbra fino a far spuntare le fossette sulle guancie, le stesse per le quali la sua sorellina quando era piccola provava tanto amore e rideva per ore soltanto a guardarle.

“Li hai avuti nel tuo letto, ma non hai avuto i loro cuori sister e quelli, purtroppo, non li avrai mai. Neanche quello del giovane Donovan”

Gli occhi dell’Originaria scintillano dalla rabbia e la bionda non tarda a rispondere per le rime al fratello, stanca delle sue parole taglienti.

“Cos’è, hai bevuto sangue amaro o qualcuno dei tuoi ibridi oggi non ha scodinzolato come gli hai ordinato? Tieniti i tuoi commenti per te Nik, non sono bene accetti”

L’Antico ride divertito e si alza dallo sgabello sul quale era seduto con un movimento agile mentre alza le mani in segno di resa e compie due passi all’indietro, senza distogliere lo sguardo da quello della sorella minore.

“Perdonami Bekah. Beh, rimani pure a piangere sugli uomini che non ti hanno amata, io intanto vado a conquistare la tua futura cognata”

Klaus sorride divertito e si allontana a passo normale dal Grill mentre Rebekah solleva gli occhi al cielo, decisamente satura dei cambi repentini d’umore del fratello e per niente in vena di sopportare la sua ironia.

La vampira rimasta sola non può evitare che la malinconia la colga ancora; negli anni non aveva mai imparato a controllare le sue emozioni e, tantomeno, i suoi stati d’animo: una volta che il malumore la colpiva, non c’era verso di farlo andar via se non lasciando fluire i pensieri e ripercorrendo le tappe dolorose della sua millenaria esistenza, anche se questo significava rivivere soprattutto i ricordi scomodi che avrebbe preferito molto volentieri dimenticare come, questa volta, quelli relativi alle persone che aveva amato nella sua vita le quali, purtroppo, erano accomunate da uno stesso destino: non ricambiare il suo affetto.

Da che l’Originaria potesse ricordare non c’era stata una singola persona nella sua vita che l’aveva amata profondamente: non suo padre, sempre troppo preso ad allenare i suoi figli maschi come veri uomini guerrieri per poter passare del tempo con la sua unica figlia femmina che invece aveva rischiato più volte di farsi del male solo per imparare a usare le spade, desiderosa che il genitore l’approvasse. Mikael non si era poi smentito nel corso dei secoli quando aveva braccato lei e gli altri suoi fratelli che, l’unico crimine che avevano commesso, era stato quello di volere troppo bene a l’unica persona che poi, in nome della famiglia, li aveva uccisi e rinchiusi in delle bare per riunirli, come diceva lui, mentre quello che Rebekah preferiva pensare che l’unica cosa che importasse a Klaus era se stesso.

Altrimenti, se così non fosse e l’ibrido avesse avuto un vero movente, come avrebbe potuto essere arrabbiata per la sorte che era capitata a suo fratello Finn? A Rebekah non era stato concesso di abbracciare il suo fratello più grande per oltre 900 anni solo perché questo aveva avuto la malaugurata idea di provare ad esporre lei e Klaus una volta quando Mikael era sulle loro tracce. Non ricordava ormai quasi nulla di lui, a stento ricordava il suono della sua voce o il colore dei suoi occhi, un perfetto connubio tra quelli nocciola di sua madre e quelli azzurro di suo padre. Gli unici ricordi che conservava di Finn erano legati alle volte che sua madre le chiedeva di andarle a prendere qualche erba e suo fratello l’accompagnava per non lasciarla uscire da sola e le portava i cesti troppo pesanti.

Purtroppo però, scegliendo di stare con Klaus, non aveva mai avuto modo di stringere un rapporto così forte con lui, come con suo fratello Kol, il più piccolo tra i maschi Mikaelson e decisamente quello più irriverente e impulsivo. Rebekah seppure sotto certi aspetti era molto simile a lui per il temperamento impulsivo, per altri non riusciva proprio a comprenderlo. Suo fratello doveva scherzare su tutto e fare ironia anche quando non era richiesto e a lei, questo, irritava infinitamente. Nonostante tutto però Kol faceva parte della sua famiglia anche se troppo spesso faticava a ricordarlo a causa del poco tempo che avevano passato insieme.

Da sempre l’Originaria era infatti stata legata maggiormente a Elijah e Klaus, loro tre avevano vissuto insieme per secoli interi ed erano rimasti uniti anche dopo la morte di loro madre. Rebekah poteva ricordare perfettamente il rapporto che l’aveva legata a Elijah, lui, da bravo fratello maggiore quale era, si era sempre comportato in maniera protettiva nei suoi confronti e l’aveva difesa per ogni torto che aveva subito nel corso dei secoli ma il loro era sempre stato un legame dettato più dall’obbligo che dalla complicità e dal sentimento. Tra lei e il maggiore le differenze erano innumerevoli, tra le tante lei era sempre stata impulsiva e capricciosa mentre suo fratello era riflessivo e posato e ciò non contribuiva molto a far conciliare i loro caratteri. Quello che però aveva definitivamente rovinato il suo rapporto con Elijah era stata la sua scelta nel 1500 di seguire Klaus invece di stare con lui, che da quel momento in poi aveva cercato in tutti i modi di fuggire il più lontano possibile dal fratello, per paura che questo potesse ucciderlo.

Rebekah sorride amara e, ancora seduta al bancone del Grill, scola tutto d’un fiato il bicchiere di whiskey e ne ordina un altro alla barista mentre si sofferma a pensare a quante rinunce fosse stata costretta a fare nella sua vita a causa di suo fratello Klaus.

La verità era che l’Originaria lo amava troppo per poter vivere senza di lui, ma al contempo tutto il rancore e l’odio che nel corso dei secoli aveva accumulato nei suoi confronti non le permettevano di vivere un rapporto equilibrato con il fratello, il quale a causa del suo carattere lunatico era decisamente imprevedibile e la costringeva spesso a vivere con la costante paura di trovarsi un pugnale conficcato nel petto per averlo fatto arrabbiare troppo. L’Antica si era chiesta tante volte perché allora non era riuscita ad abbandonarlo e a scappare insieme a un altro dei suoi fratelli, in fondo non sarebbe cambiato nulla: con Nik avrebbe continuato a nascondersi per non essere trovata da Mikael, con gli altri l’avrebbe fatto per non essere trovata da Klaus. La conclusione alla quale era giunta era che non l’aveva mai lasciato perché, nonostante suo fratello potesse essere perfido ed era riuscito in più occasioni a ferirla immensamente, lei meglio di tutti sapeva che ogni suo comportamento era dettato dalla paura: la paura di non essere abbastanza, la paura di non essere amato, quella di essere tradito.
Klaus aveva sempre convissuto con queste angosce dentro di sé e lei, riconoscendo la sua debolezza, aveva preferito sempre sacrificare la sua felicità al costo di stargli vicino e dargli la speranza che, almeno lei, non sarebbe mai andata via.

Rebekah si sofferma a pensare a quanto le sue relazioni famigliari siano sempre state disfunzionali e non può far a meno di notare che, se in famiglia l’intensità del suo amore non era mai stata ricambiata, non lo era stata neanche in campo sentimentale.

L’Originaria ricordava in particolare tre storie d’amore che l’avevano segnata nel profondo: la prima, quella di quando era ancora umana con un ragazzo del villaggio, Danya, al quale aveva donato la sua virtù pensando, scioccamente, che questo l’avrebbe sposata e invece l’unica cosa che il giovane aveva fatto era giacere con lei per poi scegliere di prendere per moglie una sua amica, decisamente più bella di quanto sarebbe mai potuta essere lei. E non era stato di nessun conforto che i suoi fratelli avessero preso le sue difese e picchiato il ragazzo perché lei, ormai, aveva il cuore spezzato e appena pochi anni dopo avrebbe avuto le mani sporche del suo sangue.

Alla mente dell’Antica, in materia di storia d’amore fallimentari, viene subito in mente Alexander, il cacciatore che aveva conosciuto intorno al 1100 e del quale si era follemente innamorata, certa che questo la ricambiasse e che l’avrebbe resa una donna onesta sposandola. Rebekah però si era dovuta ricredere quando quello che credeva fosse l’uomo con il quale avrebbe condiviso la sua esistenza l’aveva tradita come il peggiore degli infedeli, dimostrandole ulteriormente che non poteva fidarsi del suo tanto rinomato istinto infallibile e che avrebbe fatto meglio a non avvicinarsi di più agli uomini.

E l’Originaria l’aveva fatto per tanto, tantissimo tempo finché negli anni ’20 del novecento era arrivato Stefan Salvatore, un vampiro giovane e inesperto, apparentemente senza anima che provava un piacere perverso nel giocare con le sue vittime e nell’ucciderle e lei, che sempre era stata attratta dal lato più oscuro della sua natura, non aveva potuto evitare di trovare nel ragazzo una sfida e di sentirsene, di conseguenza, attratta ma le ci era voluto poco per innamorarsi di lui; l’unica differenza era che, forse per la prima volta in assoluto, era stata ricambiata.

Rebekah si riscuote definitivamente dal viaggio nei meandri della sua memoria con una consapevolezza della quale, fino a quel momento, non si era mai resa conto: Stefan Salvatore, lo stesso Stefan che ora la odiava con tutto se stesso per aver attaccato la sua preziosissima Elena, un tempo l’aveva amata e le aveva lasciato scorgere qualcosa di sé mentre lasciava credere a tutti di essere esclusivamente lo Squartatore di Monterey.

L’Originaria sorride triste al pensiero che ora aveva sprecato ogni opportunità di essere felice con il vampiro e finisce quello che decide sarà l’ultimo bicchiere per la giornata e fa per alzarsi quando, proprio Stefan, si appoggia al bancone accanto a lei per ordinare da bere.

“Un whiskey liscio, grazie. Anzi, fammene due”

Rebekah rimane sorpresa dal gesto del vampiro e, indossata la maschera di vampira impenetrabile, alza un sopracciglio in direzione del Salvatore e lo guarda divertita.

“A cosa devo l’onore? Ti sei preso una pausa dalle freccette?”

Stefan sorride e passa l’alcolico che gli ha appena consegnato la barista all’Originaria che, decidendo che un po’ di alcol in più non le farà
male, alza il bicchiere in segno di ringraziamento e ne beve un abbondante sorso, imitata ben presto dal vampiro.

“Non mi hai ancora risposto Stefan, perché mi hai appena offerto da bere?”

Il giovane accenna un’altra volta un sorriso prima di rispondere in maniera sincera senza negarsi per questo di aggiungere una lieve punta
di scherno.

“Sembravi malinconica e ho pensato che un po’ di whiskey ti avrebbe tirato su di morale. In fondo ne avevi già bevuti quattro da sola, noh?”

 Rebekah non si cura minimamente di nascondere la sua sorpresa di fronte alle parole del vampiro: l’aveva osservata per tutto quel tempo
ed era riuscito a comprendere il suo stato d’animo? Come? E soprattutto, perché si era interessato a lei?

E Stefan sembra accorgersi di essere stato scoperto, pertanto cerca di darsi un tono per non dare all’Antica l’impressione sbagliata.

“Non è che sia stato a guardarti tutto il tempo, ecco, solo..ti ho notata”

Ed è il turno dell’Originaria questa volta di sorridere, felice che dopotutto tra lei e il vampiro sia rimasta un briciolo della complicità che li aveva uniti un tempo.

“Contenta di sapere che ancora ti preoccupi per me Stefan”

Il vampiro scuote la testa sconsolato e finisce il suo drink prima di voltarsi per tornare al tavolo da biliardo dove, poco prima, aveva intrapreso una partita insieme a suo fratello ma, prima di allontanarsi del tutto, si gira di tre quarti in direzione dell’Antica con fare misterioso.

“Le vecchie abitudini sono dure a morire Rebekah”

Dopo la frase apparentemente casuale del vampiro l’Originaria non può fare a meno di tornare un’altra volta indietro nel tempo, non curandosi affatto del cenno di saluto che le rivolge Stefan, ma pensando intensamente solo al momento in cui aveva sentito quella frase pronunciata per la prima volta dalle labbra del vampiro dagli occhi di giada.
 
 


Inizio Flashback

Chicago, 1920

 
Rebekah era sdraiata sul letto scomodo del piccolo monolocale di Stefan e aveva la testa poggiata sul suo petto nudo mentre si arrotolava una ciocca di capelli biondi tra le dita in un momento di relax e silenzio condito solo dal leggero frinire dei grilli quando un pensiero la colse improvvisamente.

“Non so quasi nulla della tua vita precedente: raccontami qualcosa!”

L’Originaria aveva sentito perfettamente uno sbuffo uscire dalle labbra del vampiro e aveva immaginato, pur non vedendolo, che questo avesse spostato un braccio dietro la testa per stare più comodo prima di decidersi a parlare.

“Non c’è molto da raccontare Rebekah. Sono vissuto nella prima metà dell’800 in una famiglia borghese, ho seguito l’etichetta e tutte
quelle sciocchezze formali che erano consone a un giovane del mio ceto sociale. Mi sarei dovuto arruolare come mio fratello maggiore, ma mio padre per me aveva in mente una carriera migliore: la medicina”

Il vampiro poi aveva riso leggermente e Rebekah aveva sentito il suo petto vibrare e non si era trattenuta dal fargli altre domande su quel passato che invece a lei suscitava tantissimo interesse.

“E tu eri d’accordo?”

Stefan, nascosto dalla penombra della stanza aveva sorriso di un sorriso genuino, come non ne faceva da tempo e si era lanciato nelle spiegazioni.

“Beh, l’idea di farmi ammazzare in guerra non mi aveva mai particolarmente allettato ma quello che mi convinse ad accettare il piano che mio padre aveva per me era la convinzione di poter aiutare delle persone, di poterle salvare e dare loro una speranza, magari una nuova vita”

Rebekah era rimasta colpita dalle parole di quello che, fino a quel momento, aveva pensato fosse solo uno Squartatore, e gliel’aveva fatto notare.

“Beh, queste parole non me le aspetterei da uno che ha detto di aver spento tutto”

Stefan, come spesso si trovava a fare insieme a lei, aveva riso nuovamente prima di parlare.

“Già. Beh, le abitudini sono dure a morire”

Il vampiro poi si aveva deciso di smettere di parlare e, sia perché la vicinanza con Rebekah gli provocava sempre uno strano effetto, e sia perché non voleva esporsi troppo con lei, con un gesto rapido si era portato sopra la ragazza, il viso a pochi centimetri dal suo e il corpo, completamente nudo, spalmato su quello dell’Originaria, la quale per la rapidità del gesto si era trovata spaesata ma non le ci era voluto molto ad ambientarsi al cambio repentino di temperatura nella stanza e a corrispondere il bacio di Stefan che, completamente assuefatto dalla presenza della giovane, non riusciva mai a controllare la sua libido intorno a lei, cosa che sicuramente non dispiaceva a Rebekah, la quale era attratta da Stefan tanto quanto lui lo era da lei.

E così i due avevano continuato ad amarsi tutta la notte e quelle successive, con la consapevolezza che, anche se non avevano una conoscenza reciproca perfetta e non condividevano ogni sentimento, si appartenevano e sempre l’avrebbero fatto.
 
Fine Flashback
 


 
Rebekah torna al presente e nota che Stefan non si è allontanato come lei si sarebbe aspettata, probabilmente perché anche lui era stato colpito con la stessa violenza che era stata esercitata su di lei dal ricordo del loro passato e gli si avvicina, con passo leggermente ondeggiante, fino ad arrivargli a una spanna dal viso.

“Sembra che ci sia ancora speranza in fondo”

Stefan, leggermente disarmato dalla vicinanza e dalla bellezza dell’Originaria rimane fermo immobile di fronte a lei e la guarda allarmato.

“Non è quello che volevo dire”

Rebekah però decide di non lasciarsi scoraggiare e compie ancora un altro passo in direzione del vampiro, soffiandogli contro le labbra le parole che pronuncia.

“Forse, sicuramente non ora. Ma prima o poi sarà di nuovo il nostro momento Stefan. Ora ne sono sicura più che mai”

L’Originaria dopo aver lasciato un sorriso smagliante al vampiro gli passa accanto e con passo cadenzato lascia il Grill, inconsapevole di aver smosso l’animo del Salvatore ma contenta di aver raggiunto nuovamente la consapevolezza di contare qualcosa per lui; perché sì, forse Stefan aveva pronunciato quelle parole in maniera inconsapevole, ma Rebekah era certa che lui, in fondo al cuore, provasse ancora dei sentimenti per lei perché alla fine per loro, anche se a causa di un destino diverso, non era passato poi tanto tempo da quando ancora si amavano.

E, mentre l’Antica attraversa le strade di Mystic Falls, non può fare a meno di pensare che anche se Stefan ora amava Elena, lei non si sarebbe mai fatta trasformare e prima o poi sarebbe morta: in fondo per un’immortale come lei cosa sarebbero stati 50 o 60 anni d’attesa quando aveva d’avanti tutta l’eternità?





Angolino Autrice:

Saaalve! Allora suppongo che chi mi conosce già voglia uccidermi perché non sto aggiornando la raccolta di Missing Moment della mia long e vi dico solo di non preoccuparvi, aggiornerò presto! Per chi invece non mi conosce questa è una tra le diverse storie che ho scritto sul fandom di TVD ma questa sancisce il mio "approdo" nel mondo dei contest xD Questo è il primo a cui partecipo e spero veramente che l'impegno che ci ho messo venga ripagato e che questa storia piaccia :)
E' tardissimo quindi vado a dormire, quando li riceverò aggiornerò la storia con i risultati! 
Baci, Alex.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Alex96_