Era una fredda sera del ventitré dicembre, ormai l’albero era fatto da un pezzo e i regali impacchettati ben disposti attorno al suo tronco.

“Joe” ruppe il silenzio Victor stringendo a se il compagno “Joe, cosa vuoi per Natale?”
“non mi hai ancora comprato il regalo, Vic?” rispose sorpreso Joe; ma non era deluso, affatto, sapeva bene che il suo compagno aveva il brutto vizio di fare le cose più importanti all’ultimo minuto. E se era ormai quasi Natale e Victor non aveva ancora comprato il suo regalo, allora lui era davvero importante.
Stupida come logica, no? Eppure funzionava.

Joe si guardò attorno, cosa poteva desiderare? Aveva una famiglia, aveva Victor, aveva Seth, anche se adesso il piccolo era alla festa di un amico e non sarebbe tornato prima delle otto e trenta.
Joe sgranò gli occhi, Seth.
Una cosa la voleva, la voleva da molto tempo; il giovane uomo sciolse l’abbraccio e si andò a sedere sul grande sofà.

“Voglio solo una cosa” disse guadando Victor intensamente negli occhi tanto da fargli paura “voglio la verità su Debra e Seth.”

Victor si accasciò sul divano di fianco a lui, erano due anni che Joe continuava a fargli domande sulla madre di Seth ma lui cambiava sempre discorso e non rispondeva. Il compagno però aveva ragione, aveva tutto il diritto di sapere la verità sulla donna. Per quanto strana fosse.

“non mi crederesti”
“provaci almeno!” rimbeccò Joe alterato.

Victor tirò un lungo sospiro e iniziò a raccontare “tutto è successo circa sei anni fa. Debra era mia amica, anzi più che amica direi come una sorella, avrei fatto di tutto per lei. Comunque, era sposata da poco con Bill, un bravo ragazzo, e desideravano più di ogni cosa al mondo un figlio ma...” Victor fece una pausa “ma Bill era sterile e non avrebbero mai potuto averne uno tutto loro.”

“ma cosa c’entra?” domandò Joe senza capire “insomma, esiste l’adozione o l’inseminazione artificiale...”
“un momento e ci arrivo, Joe, pazienta.” Rispose Victor prendendogli le mani “allora... dato che Bill non poteva avere figli decisero di provare con l’inseminazione artificiale, appunto, ma Debra aveva paura di concepire un figlio da una provetta anonima della banca del seme così...”
“Si rivolsero a te per il seme, vero?” lo interruppe Joe che finalmente aveva capito la storia. Victor annuì mentre il compagno lo abbracciava.
 Non avrei dovuto fare tutte quelle scene, si disse Joe, non è affatto una storia semplice.

“Vic?” domandò dopo poco senza sciogliere l’abbraccio “che fine hanno fatto Debra e Bill?”
Victor tremò un attimo tra le braccia del compagno.
“morti.” soffiò malinconico “incidente d’auto, quando Seth aveva due anni. E’ per questo che l’ho preso con me, non potevo lasciarlo in un orfanotrofio!”

Joe gettò un’occhiata all’orologio a muro: le otto e ventiquattro. Si alzò dal sofà tirando su anche Victor e andò a prendere i loro cappotti all’attaccapanni.
“dobbiamo andare a prendere nostro figlio, papà.” disse dandogli il suo giaccone, aveva capito e il compagno era felicissimo.
“giusto, PJ.” rispose Victor baciandolo sotto al vischio appeso alla porta del soggiorno.



Angolo autrice che non stà mai zitta:
Mmmh... Questa storia è una One short solo perchè è formata da 512 parole.
Uff... Io volevo scrivere una flash fic!
Fà niente, fà niente... Comunque questa è la prima storia della mia serie 'i Jonson' anche se non mi convince molto. Vi prego recensite e fatemi sapere cosa ne pensate voi!!! 
La prossima sarà una flash fic sul giorno di Natale (quindi la pubblicherò il 25 Dicembre!)
Il termine PJ lo comprenderete meglio nella prossima storia e, anche se è abbastanza semplice arrivarci da soli, vi lascio il beneficio del dubbio. 
Grazie a chiunque è arrivato qui in fondo, ma anche a chi ha semplicemente letto la storia evitando i miei deliri in quest'angolo.
Uni.