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Autore: Sherlock BBC First GDR    23/12/2012    0 recensioni
[Sherlock BBC]
- *... triò fuori una fotografia leggermente ingiallita. Sorrise. Erano quelle foto tessere dove ci sono varie miniature. C'erano sei riquadri: il primo raffigurava lei e un giovane Sherlock in preda ad un riso senza freno, nella seconda avevano delle facce buffissime, nella terza Sherlock mostrava il bicipite e Blakie si fingeva estasiata, nella quarta mostravano i denti come una tigre, nella quinta erano faccia a faccia e storcevano in modo divertente il naso e nell'ultima si scambiavano un leggero e fugace bacio.
Una volta passate tutte in rassegna sorrise di nuovo* so che ti sembrerà una sciocchezza, ma ci tengo molto, considerala un anticipo del mio ringraziamento...*disse poi porgendogli la foto ...* -
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5°Role - Sherlock e Blakie.

*Era da poco tornato a Baker Street dopo un caso durato una settimana. Era stato un caso molto impegnativo e lo aveva tenuto fuori da casa. Una volta dentro l'appartamento si sedette sulla poltrona pizzicando le corde del suo violino annoiato. Aspettava con frenetica impazienza il prossimo caso per tenere la mente in allenamento. Enigmi, omicidi complicati e problemi misteriosi erano il suo pane quotidiano. Mentre suonava, sentiva il rumore di un mobile che veniva spostato e il rumore lo infastidì tanto che urlò* Fermo tu! *ma il disturbatore sembrava non aver sentito. Allora si alzò di scatto gettando il violino sulla poltrona e salì, imbestialito, al 221C. Bussò impaziente alla porta e quando l'inquilino aprì parlo velocemente con rabbia* Salve, sono l'inquilino del 221B e le ordino di non emettere il benché minimo ru...*quando vide il volto del suo disturbatore smise di parlare e inarcò un sopracciglio sorpreso di rivederla dopo molti anni. La sua mente fu colpita da un flashback di tutti i momenti passati insieme a quella giovane donna davanti a sé e non riuscì a trattenere un sorrisetto di disprezzo* Blakie! Provi ancora tanto piacere a disturbarmi mentre lavoro su un caso, vero?
 
*Dopo l'ultima avventura con Mycroft, decise di dedicarsi anima e corpo al suo lavoro. In soli tre giorni aveva derubato due signorotti che abitavano in periferia e un paio di mostre in città per pochi giorni. Quella sera, nonostante avesse lavorato senza sosta, era ancora piena di energia. Si sedette sulla sua poltroncina e diede un rapido sguardo alla stanza, si accorse solo in quel momento che un grosso baule finemente intagliato, frutto di uno degli ultimi furti, era nel bel mezzo della stanza. Non poteva restare lì, quindi si alzò e lo spinse verso la parete opposta producendo un fastidioso frastuono. Stava per tornarsene annoiata verso un bicchiere di scotch quando sentì bussare violentemente alla porta. -ma chi diavolo è a quest'ora!?- pensò infastidita. Si precipitò verso l'uscio e l'aprì spazientita. Non appena vide chi le stava davanti rimase piacevolmente sorpresa. Erano anni che non lo vedeva. Finalmente aveva trovato il passatempo adatto per non annoiarsi più.* seriamente hai un caso? Quello che te l'ha proposto dev'essere veramente disperato...*disse tagliente e sarcastica squadrandolo dall'alto in basso, poi girò le spalle ed entrò in casa lasciando la porta aperta in modo che Sherlock la seguisse.*

 
*Diede una piccola occhiata all'appartamento. Appena arredato con mobili costosi, ristrutturato e ancora poco usato. Da ciò dedusse che non stava molto a casa. Dal suo abbigliamento leggero e confortevole, composto da una maglia in cotone nero e un panta-collant dello stesso colore, dedusse che non aveva abbandonato le sue abitudini. Come sempre faceva la ladra. Dopo quelle facili deduzioni la seguì dentro, incuriosito di sapere come si era divertita a piangere tre giorni prima del loro incontro* Si, sono un consulente detective e vengo chiamato da Scotland Yard per risolvere i casi che loro non riescono a risolvere. In quanto ad essere disperati... lo sono. Perderebbero la loro credibilità se non riuscissero a risolvere dei casi banali come quelli che mi vengono sottoposti. Ma passiamo a te, Blakie. Hai pianto molto tre giorni fa e adesso sfoghi il tuo dolore e la noia con un bicchiere di scotch appena versato. *sapeva di aver toccato una corda dolente, nel suo volto leggeva un misto di paura, tristezza e noia. La conosceva bene, l'aveva studiata per molto tempo al college e ormai, aveva imparato ogni sua mossa, ogni sua espressione. Non poteva mentire perché lui l'avrebbe scoperta facilmente*
 

*Lo vide farsi largo nel suo appartamento, scrutare ogni cosa con quel solito fare distaccato e attento. Sorrise sedendosi sul tavolo con un lieve balzo. Nonostante fosse passato tutto quel tempo era felice che non fosse cambiato di una virgola e, in quei pochi istanti riscoprì ogni sua espressione ed emozione. Rivide tutti i momenti che avevano passato assieme al college e dovette faticare nel trattenere le risate. Quando le fece notare che aveva pianto, così, senza una motivazione apparentemente logica sorrise scuotendo il capo.* vedo con piacere che non sei cambiato! Adoravo questo tuo modo di fare...*disse piano passandosi velocemente la lingua sulle labbra.* si, ho dovuto metter su una bella recita... me è servita alla fine!* concluse sorridendo.* oh, a proposito, scotch?* chiese porgendogli la bottiglia. Infine si avvicinò e guardandolo un istante ogni dettaglio gli saltò all'occhio e senza fatica tirò le sue conclusioni.* beh, io vedo che sei appena uscito da un caso interessante, da ben 2 cerotti! E adesso, beh adesso sei caduto di nuovo nel piccolo e dannoso passatempo di sempre... quanta ne hai presa oggi?*chiese riferendosi all'assunzione di stupefacenti, le pupille dilatate parlavano chiaro.* ah! la noia è proprio una brutta bestia... senza il tuo amichetto poi... vuoi che ti faccia compagnia io?* concluse ironica sapendo di aver toccato i tasti giusti. Era dal liceo che non lo punzecchiava e adesso aveva tutta l'intenzione di recuperare il tempo perso*
 
*Entrò nell'appartamento chiudendo la porta dietro di sé. Si sedette nella poltrona bianca davanti ai suoi occhi e accavallò le gambe come era solito fare. Lei mentiva come sempre, sempre a coprire le sue emozioni con una maschera per paura che qualcuno la vedesse. Era come se fosse in guerra e avesse creato un muro per il fronte nemico.* E che bella messa in scena, quasi reale, direi. Comunque, niente scotch, grazie.*si mise più comodo sulla poltrona e ciò mise in mostra i due cerotti che coprivano i buchi delle siringhe. L'ultimo caso era stato un po’ pericoloso* Non faccio uso di stupefacenti, non sono quel tipo. In realtà è per via del mio ultimo caso. L'unico modo per catturare l'assassino era farmi catturare, e così l'ho fatto. L'uomo voleva stordirmi e così mi ha iniettato una sostanza allucinogena che spiega le pupille dilatate. *la guardò bene in volto, era delusa dalle sue parole. Voleva essere tagliente con la sua supposizione ma ha finito per farla tagliare in due. Notò, invece, un livido nel suo braccio. Se l'era fatto durante qualche irruzione, precisamente due giorni fa.* Tu invece, ti sei fatta la bua mentre entravi in casa di qualcuno. Che gatta cattiva che sei! *infierì su di lei con l'appellativo "gatta" per via della maschera egiziana che indossava a lavoro. Ricordava ancora il nome, Black Feline, e di come riuscì a batterlo in tempo sul caso dei cammei al liceo. La stuzzicò, si divertiva a farlo. E in qualche modo doveva combattere la noia* Non ho bisogno di compagnia, anzi sto bene da solo. John è partito in vacanza alle Cayman. Voleva prendersi un meritato riposo.
*
 
*Sherlock si sedette di fronte a lei, nella sua solita posizione di sempre. Rifiutò lo scotch. Blakie sorrise mentre lui si divertiva a smontare la sua teoria. Poi, una volta che ebbe finito, si alzò sinuosa e sensuale come sempre, si avvicinò a lui e si sedette a cavalcioni sulle sue gambe.* ma io non stavo parlando di questi...*disse facendo scivolare le mani sul suo corpo, sfiorando i buchi delle siringhe sul braccio.*parlavo di questa...*disse sibillina arrivando al taschino della giacca, cucito all'altezza del pettorale sinistro. Infilò l'indice ed il pollice all'interno mantenendo lo sguardo fisso nei suoi occhi, tirando poi fuori una piccola bustina trasparente, ricolma di cocaina* non vorrai dirmi che questo è zucchero? *chiese ironica muovendo la bustina e guardandone il contenuto, si alzò e tornò ancheggiando verso il tavolo, questa volta salì completamente incrociando le gambe.* io invece direi proprio che hai bisogno di essere controllato... chi meglio di me?!* chiese sorridendo prima di gettare la bustina nell'immondizia e seguire il moto di stizza di Sherlock.
Infine distolse lo sguardo e portò una mano all'altezza del livido con fare indifferente.* non è un livido... ha sbattuto contro quel mobile...* mentì lei indicando con un lieve movimento del capo l'armadio all'altro lato del salotto. Quando lui si fu girato, Blakie si affrettò a controllare che anche gli altri lividi, quelli sul ventre e sulla schiena, non si vedessero, coperti dalla maglia e dai pantacollant.*


 
*Appena Blakie si alzò e si sedette a cavalcioni su di lui rimase impassibile. Non gli importava di averla sopra di se e tanto meno non gli importava delle sue strampalate teorie* Quella la uso per gli esperimenti sui topi, non su di me. E poi non ho bisogno di nessuno. Me la cavo benissimo da solo. *studiò con attenzione ogni sua mossa, aveva negato che si fosse fatta quei lividi durante un’irruzione e fece finta di guardare altrove mentre lei nascondeva gli altri lividi.* Dimmi, Blakie. Come ti sei divertita in questi anni senza di me? Scommetto che ti mancava stuzzicarmi in quel modo che solo tu sai fare. *Era troppo incuriosito di sapere. Non la vedeva da molto e adesso abitavano nello stesso palazzo. Inoltre, il fine ultimo, era quello di sapere perché si trovava lì. Era certo non fosse un caso*
 
*Sistemò la maglietta con noncuranza, stringendo i denti per non mostrare il dolore che le provocavano quei lividi e l'ampio taglio che le attraversava il busto. Sorrise nel sentire ciò che diceva, anche se non lo dava a vedere le era mancata in quegli anni.* beh, a dir la verità, agli inizi mi sei mancato molto, soffrivo d'astinenza! Sì, avevo bisogno di infastidirti... ma tu eri praticamente sparito, quindi ho dovuto trovare altro con cui svagarmi... mi sono consacrata al lavoro, come te d'altronde... ma dimmi di te! Ci tieni molto a quel tipo che vive con te... sì, per sbaglio sono entrata al 221 B e ho fatto un giretto mentre non ceri nel tuo appartamento! Tranquillo, non ho rubato niente! Era solo curiosità! Dopo che ho saputo che vivevi qui ero tentata di andarmene, ma l'appartamento mi piaceva da morire, e poi sarebbe stato divertente vivere sopra di te!* disse sorridendo e massaggiandosi lievemente l'addome livido*

 

*Forse gli era mancata un pochino. Non troppo però, finalmente poteva risolvere i suoi casi in santa pace senza nessuno che gli ronzasse intorno. Quando Blakie gli parlò di John cercò di nascondere la verità su quello che provava per l'uomo: un grande affetto amichevole* Mi serve solo per pagare l'affitto e poi è un medico, potrebbe tornarmi utile. Non tengo molto a lui, niente affatto. *non voleva dire la verità su John per proteggerlo da eventuali pericoli di cui lui sarebbe stato la causa. Si rigirava le mani quasi nervosamente, voleva sapere perché era lì* Perché sei qui, Blakie? Dimmi la verità! *In volto era molto serio, sedeva immobile sulla poltrona guardando la donna con occhi privi di ogni emozione. Era cambiato dal college. La giovinezza porta ad un grande flusso di ormoni al cervello e lui adesso aveva trovato il modo di reprimerli per rimanere il più distaccato possibile. Ormai il giovane Sherlock Holmes che si faceva ronzare intorno una ladra come lei era sparito*
 

*Sorrise annuendo leggermente alle sue parole.* certo... Non tieni a lui... Come ti pare!*concluse facendo spallucce, il volto di lui non tradiva emozioni, un freddo involucro di razionalitá.* vedo che finalmente hai imparato come reprimere ogni sensazione che non sia freddo ragionamento... Bravo! Era l'ora... Non sopportavo quando al college bastavano due moine per farti cedere... Molto meglio così per me! Sai quanto adori le sfide... Certo, sarà peggio per te! Sappi che mi impegnerò al massimo per metterti in difficoltà!* concluse sorridendo amichevole.* comunque il fatto che io abbia trovato quest’appartamento è solo un caso, non ho scelto questo perché c'eri tu... Pensa che l’ho abbia saputo solo il giorno del trasloco! Dovevi vedere la mia faccia... sei sempre così sospettoso, quando inizierai a fidarti di me?*concluse bevendo un piccolo sorso di scotch che si era versata guardandolo da sopra il bicchiere.*

 

*Sorrise ironicamente* Fidarmi di una ladra? Direi mai. *disse freddo e tagliente. Si alzò e si diresse verso la porta voltandosi, poi, verso la donna* Meglio che vada, non ho tempo da perdere parlando dei vecchi tempi e di come io sia cambiato dal college. Ho del lavoro da fare. Ci vediamo Blakie. *e così dicendo aprì la porta e scese nel suo appartamento. Rimase freddo e impassibile a quello che era appena successo. Entrato nell'appartamento, si diresse in cucina per continuare un esperimento lasciato in sospeso*

 

*Scosse il capo vedendo la sua indifferenza. Lo seguì con lo sguardo allontanarsi. Poi, prestò più attenzione a ciò che sentiva. Era da qualche minuto che si sentiva strana, come indebolita. Fu allora che notò il sangue che le macchiava la mano. Rimase per un istante sbigottita, era il suo sangue? Non lo sapeva, ma poteva essere solo suo. Si sentiva male, i capogiri la sorpresero mentre si alzava, cadde a terra carponi.
La ferita della sera prima si era riaperta, eppure aveva applicato i punti... alzò la maglia per controllare e vide i labbri infettati lasciar colare il sangue lungo tutto il fianco.
Il tavolo e il pavimento erano sporchi, i suoi vestiti zuppi.
Non sapeva che fare, il panico l'attanagliò. -ecco, è così che morirò... sola in un appartamento... che fine insulsa...- pensò guardando il sangue scendere lento, riversandosi sull'impiantito. – ieri non sembrava così grave...- sorrise amara. Ne aveva subite tante di ferite da pugnale, certo, quella era più estesa e leggermente più profonda, ma niente di eclatante... eppure adesso sentiva fuggire da lei la linfa vitale, lentamente e implacabile. Avrebbe voluto urlare, urlare aiuto e sperare che almeno Sherlock la sentisse, eppure sapeva che non sarebbe venuto, perché infondo se lo meritava, sì, si meritava di finire così.
Socchiuse gli occhi e si rannicchiò a terra. Con il sangue, perse ogni speranza*
 

*Sentì il tonfo di un corpo cadere, non era il rumore di una normale caduta, ma come quella di un corpo morto che si accascia a terra. Salì subito nell'appartamento di Blakie e, con poche difficoltà, aprì la porta e vide la donna a terra priva di sensi che perdeva molto sangue. Chiamò urlando la signora Hudson chiedendole di portare il kit medico di John. Sherlock fermò l'anziana a metà scala intimandole di non salire. Ritornò da Blakie e le medicò la ferita, infine le mise i punti. Le strappò i vestiti di dosso non curante di vederla nuda, la ripulì dal sangue e l'adagiò sul letto. Le rimase accanto fin quando non si riprese*
 
*Dopo aver chiuso gli occhi, sentì solo rumori confusi: porte forzate, passi concitati, stoffa strappata. Non riusciva a collegare ciò che le accadeva, era come in un brutto sogno: tutto ovattato e difficile da comprendere. Sentì dolore, molto dolore, forse urlò, ma non poté dirlo con certezza. Poi, più niente. Niente per un tempo incalcolabile, forse un’ora, magari due giorni, oppure un'eternità. Niente, era come morta.
Quando riaprì gli occhi la luce, sebbene soffusa le ferì le cornee. Non capiva dov'era, non riusciva ad identificare gli oggetti introno a lei. Tentò di alzarsi, ma due mani la spinsero delicatamente giù.* dove sono? *chiese intontita, non si era mai sentita così debole in vita sua*
 

*Si era finalmente ripresa, dopo due ore. Una volta sveglia non capiva cosa la circondava e dov'era e così tentò di alzarsi, ma Sherlock glielo impedì* Sei a casa tua, tranquilla. Solo un livido fatto spostando un mobile, eh? Non sai mentire, Blakie! *era seduto accanto a lei sul letto, era rimasto lì due ore e adesso era più sollevato che fosse sveglia* Ti ho medicata e messo i punti. La ferita era più o meno profonda e mal curata, ecco perché hai perso molto sangue. Sembrava l'avessi chiusa con della colla vinilica! *cercava di alzarsi dal letto, ma invano, perché Sherlock era sempre pronto a spingerla giù nel letto*
 

*Gli ci volle del tempo prima di realizzare ciò che le era accaduto, si sentiva frastornata e ogni parola le giungeva come un eco lontano. Alla fine quando si fu ripresa un poco, guardò per la prima volta Sherlock e lo vide spossato, gli doveva aver fatto passare un brutto quarto d'ora! Sorrise mestamente scuotendo il capo.* accidenti a te... Mi hai salvato la vita e mi tocca pure ricambiare!*disse ironica con un filo di voce, si sentiva uno straccio e ogni movimento le costava un enorme fatica e una gran quantità di dolore.* grazie...* sussurrò infine timidamente*
 

*Sorrise ironicamente* Brava gattina. Di nulla! *e fece finta di essere un padrone premuroso accarezzandole i capelli come fosse un gatto* Ora rimani qui a riposare, hai perso molto sangue e sei molto debole. A quanto pare sarò io a farti compagnia. Hai fatto preoccupare la signora Hudson. Se le fai prendere un colpo e la farai morire, sarà la fine per il 221 di Baker Street! *si alzò dal letto e si diresse verso la finestra chiudendola per non far entrare troppa luce* Vado un attimo dalla signora Hudson. Non ti muovere! *stavolta disse quelle parole seriamente. Si diresse dall'anziana che, nel frattempo, aveva preparato del brodo per la donna. Sherlock portò il piatto fino al 221C e lo poggiò sul comodino* Se hai fame, mangia questo. L'ha preparato Mrs Hudson per te! *prese una sedia e si sedette fissandola. Gli veniva da ridere per la situazione venutasi a creare*

 

*Rise sommessamente quando le accarezzò il capo, la stava trattando come un micetto.* non ti aspetterai che faccia le fusa!*chiese divertita vedendolo scendere. Quel ragazzo riusciva sempre a stupirla! Si raccomandò che non si muovesse, ma anche se avesse voluto era troppo debole per muoversi autonomamente e i punti tiravano e le lanciavano stilettate di dolore ad ogni respiro. Quando lo vide risalire con il piatto di brodo fra le mani scoppiò a ridere nonostante il dolore, sembrava il papà che portava la cena alla figliola malata, e proprio non ce lo vedeva in quel ruolo!* mmm! Brodo... Se l'ha fatto la signora Hudson non posso proprio deluderla, dopo lo spavento che le ho causato poi!*disse prima di lasciar scivolare il liquido caldo e delizioso giù per la gola.* è buonissimo... Assaggia!*continuò avvicinando il cucchiaio ricolmo verso la bocca di Sherlock sorridendo e prestando attenzione affinché non si versasse sul lenzuolo*
 

*Era tentato a non assaggiare il brodo, ma voleva stare al gioco* Mmh...buono. *disse ingurgitando quel brodo* E adesso non scherzare e mangia! *quella situazione gli sembrava proprio strana. Gli sembrava di essere un padre premuroso e proprio non riusciva a vedersi in quel ruolo. La osservò finire il brodo e gli veniva da ridere nel vederla sdraiata sul letto a bere il brodo come una bambina. Quella ragazza riusciva sempre a sorprenderlo. Ma nonostante ciò, trattenne le risate rimanendo serio* Fa ancora mele la ferita? *chiese con voce pacata*

 

*Sorrise vedendolo mentre si faceva imboccare. Poi lesse nel suo sguardo molti dubbi, sentimenti contrastanti e domande. In fin dei conti aveva ragione, si erano visti quel giorno dopo anni e adesso erano li, una accanto all'altra, come se nulla fosse cambiato, gioì dentro di se a questa convinzione. Le chiese se la ferita ancora doleva e lei alzò le spalle rassegnata* non è diversa dalle altre volte... Solo che ho perso molto sangue da quanto ho capito, sono solo un po’ debole, ma passerà!* concluse sorridendo. Poi il suo pensiero volò lontano, fino a molti anni prima e un sorriso nostalgico, divertito e soddisfatto le affiorò sulle labbra.* Sherlock... Ti dispiacerebbe aiutarmi?* chiese nel tentativo che la sorreggesse. Voleva arrivare in salotto, e da sola non ce la faceva proprio. Sapeva bene che in un momento come quello il riposo era indicato, ma aveva avuto un'idea e non avrebbe avuto pace finché non avrebbe portato a termine quel capriccio*

 

*Inarcò un sopracciglio a quella richiesta. L'aveva vista ridere e la cosa non lo convinceva molto. -Adesso basta giocare, Sherlock- Pensava. L’aiutò ad alzarsi e la portò nel salotto* E adesso? Cosa devi fare? *chiese impaziente di tornare al suo lavoro. Era accorso solo per non avere Scotland Yard intorno mentre lavorava. Non aveva più intenzione di giocare, un ultimo favore e sarebbe tornato nel suo appartamento. I vecchi tempi erano ormai passati!*

 

*Si lasciò sostenere fino al salotto, poi notò l'impazienza dell'amico e si scusò dicendo che non gli avrebbe rubato troppo tempo. Gli fece cenno di scortarla sino alla libreria, scostò un paio di libri e apparve la sua piccola cassaforte personale. Digitò il codice e si aprì placidamente. Prese dall'interno una vecchia scatola e chiese a Sherlock di riportarla verso il letto. Una volta che entrambi si furono seduti, Blakie aprì la piccola scatola e, rovistando leggermente ne triò fuori una fotografia leggermente ingiallita. Sorrise. Erano quelle foto tessere dove ci sono varie miniature. C'erano sei riquadri: il primo raffigurava lei e un giovane Sherlock in preda ad un riso senza freno, nella seconda avevano delle facce buffissime, nella terza Sherlock mostrava il bicipite e Blakie si fingeva estasiata, nella quarta mostravano i denti come una tigre, nella quinta erano faccia a faccia e storcevano in modo divertente il naso e nell'ultima si scambiavano un leggero e fugace bacio.
Una volta passate tutte in rassegna sorrise di nuovo* so che ti sembrerà una sciocchezza, ma ci tengo molto, considerala un anticipo del mio ringraziamento...*disse poi porgendogli la foto, non sapeva se si ricordasse ancora di come si erano divertiti quel giorno ad occupare la cabina per le fotografie per almeno un ora, ma lei lo ricordava con nostalgia, e aveva conservato quel ricordo di loro due come il più prezioso dei cimeli. Restò ad osservare il suo viso nel tentativo di capire se fosse contento oppure no, forse per la prima volta non riuscì a leggergli dentro.*

 

*Guardò le foto attentamente e quando Blakie gli diede il cofanetto glielo restituì. Si sentiva troppo in colpa per come si era appena comportato* Questo è meglio che lo tieni tu, con me potrebbero rovinarsi queste foto. *Blakie insisteva per dargli il cofanetto* No, va bene così, non ti preoccupare. Se sono con te sono al sicuro! *aveva un tono di voce calmo e pacato. Mentre diceva quelle parole le accarezzò il volto dolcemente, non era riuscito a trattenersi. Quelle foto avevano fatto riaffiorare molti ricordi perduti.* Adesso riposati, che è meglio.*la baciò sulla fronte e, augurandole la buonanotte andò via. Tornatosene al suo appartamento si sdraiò sul divano a ripensare a tutti quei momenti vissuti con lei al college*
 

*Voleva davvero che le tenesse lui, ma le disse che con lei sarebbero state più al sicuro, e conoscendo le abitudini disordinate di lui, finì con l'acconsentire. Sorrise ricordando ancora i bei momenti che avevano passato insieme e provandone nostalgia, fu come se Sherlock lo percepisse e le sfiorò il volto con dolcezza raccomandandole riposo e una buona notte. Allora si sdraiò completamente, seguì la figura di lui finché non scomparve dietro la porta, solo allora chiuse gli occhi e strinse a se le foto, sognando un sogno popolato dai meravigliosi e divertenti momenti passati con lui*
  
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