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Autore: ThePirateSDaughter    23/12/2012    14 recensioni
Voi non avete idea di quante Alether io abbia in cantiere :3
Buon Nataleeeee :D
"Grazie a Dio, quantomeno, le rimaneva l’autocontrollo, che la faceva ragionare a sangue freddo e non sciogliere in smielatissime premure e terrori materni non appena il pargolo piangeva. Come in quella situazione."
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Altro personaggio, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
- Questa storia fa parte della serie 'Alejandro/Heather Moments'
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Heather Wilson poteva dirsi certa di una cosa: odiava visceralmente suo marito.
Quell’inutile verme era strisciato subdolamente nella sua vita e ora, per quanto, anno dopo anno, la ragazza prima e l’ormai donna poi, potesse negarlo, Heather era cambiata.
“Mammaaa!”.
Ed ecco perché Heather Wilson odiava suo marito: insieme erano stati capaci di mettere al mondo qualcosa di così piccolo, irritante ed adorabile, un qualcosa –l’unica cosa- che riusciva a scalfire la sua freddezza. Grazie a Dio, quantomeno, le rimaneva l’autocontrollo, che la faceva ragionare a sangue freddo e non sciogliere in smielatissime premure e terrori materni non appena il pargolo piangeva. Come in quella situazione.
Juàn si catapultò, in lacrime, dall’ingresso alla cucina, dove Heather stava sorseggiando un buon caffè. Aveva il faccino ambrato cosparso di lacrime amarissime e altre stavano sgorgando a più non posso dagli occhioni grigi.
Heather represse l’istintiva sensazione di panico dettata dal senso materno. Le paure e le premure sorgevano sempre, ovvio, ma bisognava solo saperle trattare.
“Asciugati gli occhi e spiegami cos’è successo” disse placidamente al figlio, asciugandogli il viso con i palmi delle mani e facendogli cenno di togliersi la cartella e sedersi accanto a lei. Il bambino eseguì, tirando su con il naso.
“Alla maestra non è piaciuto il mio tema!”.
“Come sarebbe a dire?” interloquì Heather, reprimendo in fondo al cervello l’istantaneo desiderio di sapere nome, cognome, stato civile e residenza della stupida donnetta che qualche idiota aveva pensato di porre a insegnare a suo figlio. Insieme a qualche altro bambino, ovvio.
“Hai presente il tema che ci ha dato per compito una settimana fa? “Descrivi brevemente i tuoi genitori”. Io ci ho lavorato per una settimana e a lei non è piaciuto!”.
D’un tratto, Heather si rese conto di una cosa fondamentale, mentre osservava suo figlio piangere. Le lacrime erano parzialmente dettate dal dispiacere per il mancato apprezzamento dell’insegnante –quell’inutile, inutile donna, senza dubbio- ma non era quello il sentimento principale. Dai suoi occhi –che poi erano gli stessi occhi di Heather- si evinceva qualcos’altro.
Juàn piangeva per il nervoso. Come farebbe qualsiasi persona che vede i propri piani in fumo.
Heather non poté evitare che nella sua anima si accendesse una scintilla di vivo orgoglio. Le lacrime di suo figlio non erano un esempio di debolezza; aveva solo bisogno di imparare a piegare il mondo ai suoi desideri.
In senso buono, ovviamente. Ovviamente.
“Non è un problema, Juanie” commentò, accarezzandogli la testa “Ora fammi vedere il tema, mentre ti prendi una tazza di cioccolata… è già pronta, guarda”.
Al pensiero della leccornia, Juàn sorrise immediatamente; saltò giù dalla sedia e corse a riempirsi la tazza più grande che trovò. Nel mentre, Heather aveva già pescato il quaderno dalla cartella e aveva trovato il tema in questione: l’unico C=, nell’olimpo di voti eccellenti di suo figlio. L’intelligenza l’aveva presa tutta da lei, se non altro.
 
Descrivi brevemente i tuoi genitori – Juàn Burromuerto.
La mia mamma si chiama Heather Wilson, è alta, fiera e bellissima. Ha i capelli neri e un po’ corti perché, quando era giovane, ha partecipato a un reality dove glieli hanno tagliati quasi tutti e le stanno ricrescendo completamente da allora. I suoi occhi sono grigi e sono quasi sempre arrabbiati, quando guarda mio papà, specie quando gli ripete “Burromuerto, sei un idiota!”.
Mio papà si chiama Alejandro Burromuerto e sembra un cattivo dei film, ma solo fisicamente. Ha i capelli corti, gli occhi verdi e tutta la pelle piena di cicatrici e ustioni, perché, partecipando allo stesso reality della mia mamma (però due edizioni dopo), è stato calpestato da ventiquattro persone e poi bruciato dalla lava di un vulcano. È stato dentro un robot per parecchio tempo e poi è uscito, un po’guarito. Parla spagnolo la maggior parte del tempo ed è stato lui a insegnarmelo, quando ero piccolo. Però la mamma si arrabbia, quando parla spagnolo troppo a lungo, perché lei non lo capisce.
Come ho già scritto, la mia mamma e il mio papà hanno partecipato allo stesso reality, che c’era tanti anni fa: A tutto Reality. Nell’edizione si sono sempre fregati a vicenda e hanno calcolato in modo che tutti gli altri concorrenti venissero eliminati il più presto possibile, l’uno dopo l’altro, così il milione lo vinceva o solo la mia mamma o solo il mio papà. Si sono scontrati nella finale e mio papà ha rinchiuso mia mamma in una gabbia su un vulcano, però poi la mia mamma ha fregato mio papà sulla cima del vulcano, non l’ha fatto vincere, gli ha dato un calcio e gli ha fatto male. Di conseguenza ha vinto lei.
Poi il mio papà è finito in ospedale e la mia mamma è andata a trovarlo tutti i giorni.
La mia mamma e il mio papà si urlano sempre dietro i peggio insulti, però si sente che si amano.
 
 
 
 
“Sono tornato, amor!”
“Piantala di parlare in spagnolo, Alejandro. Vieni, dobbiamo parlare di qualcosa”.
Qué… volevo dire, che è successo?”.
“Nostro figlio ha scritto un tema su di noi e la maestra gli ha messo un brutto voto”.
Heather tese seccamente il tema verso il marito, che lo prese e iniziò a leggere; un sorriso intenerito si disegnò, man mano che leggeva, sulle labbra, una delle quali attraversata da una cicatrice sbiadita.
“Juàn mi ha spiegato, dopo che l’ho letto, che l’insegnante l’ha giudicato << fantasioso e sicuramente poco veritiero >>”. Voglio un colloquio con questa stupida donnina.”
 
 


Sgahgiashioashiosaioahsioashihoasoiucbaoeubgaiothao. LI AMO!
Voi non lo sapete, forse XD, ma sono la prima a fangirlarli profondamente, ogni volta che scrivo di loro. LI AMO, ECCO!
Nel caso non dovessi pubblicare un’altra Alether nel prossimo futuro (sono già in ritardo nel pubblicare questa XD), auguro a tutti un Buon Natale e spero che Babbo Natale mi farà un regalo, epurando il fandom da tali lavori osceni… oh, suvvia, a Natale siamo tutti più buoni.
Ma l’epurazione di certi lavori schifosi non sarebbe male. Ne riparliamo DOPO Natale.
Tanti cuori e tanta Alether! <3

   
 
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