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Autore: Princess of the Rose    23/12/2012    2 recensioni
Italia lo ha lasciato con un "Mi dispiace" appena sussurrato, e lui non sa neanche perché.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fa freddo. Fuori e dentro. Fuori ha appena iniziato a nevicare; i piccoli fiocchi bianchi cadono con una cadenza regolare, presagendo comunque l’arrivo di una bufera su Berlino. Dentro, il gelo è ancora più pungente: è partito dal suo cuore, frantumatosi contro quelle poche parole, e si è diffuso velocemente in tutto il suo corpo, immobilizzandolo e cancellando dalla sua mente ogni pensiero coerente.
<< E-Eh? >>
Italia lo guarda con aspettativa, ma la sua delusione è evidente e crescente; ha smesso di torturarsi i guanti, e il suo tremore è più riconducibile al freddo che al nervosismo. Infine, sospira pesantemente, interrompendo il contatto visivo, e si copre il volto con il colletto della giacca pesante.
<< Quello che ho detto, >> ribadisce con un filo di voce, osservando il parco innevato e la neve che cade << io… Io non ti amo più. >>
Sembra quasi che i pezzi del suo cuore si frantumino in schegge ancora più piccole, e si conficchino nella carne del petto. La sua mente è entrata in un blackout totale, e ogni sua emozione, anche la più primitiva, è soppressa da quella sensazione di gelo che lo aveva colto già da quel pomeriggio, quando Italia lo aveva chiamato chiedendogli di vedersi per parlare di un argomento molto importante, ed era cresciuta minuto dopo minuto. Al telefono, la sua voce gli era apparsa carica di urgenza, un poco tremante; aveva pensato che la causa potesse essere riconducibile alla recente situazione in casa sua, alla crisi, o a chissà quale esagerazione. Non avrebbe certo mai pensato a… Questo.
<< Quindi, >> continua l’altro, senza guardarlo, sistemandosi nervosamente ora la sciarpa, ora la giacca, ora i guanti, << c-credo che sia… M-Meglio finirla qui. >>
Germania sbatte gli occhi un paio di volte; apre la bocca, vorrebbe parlare, ma poi la richiude, perché non sa effettivamente cosa dire. Il dolore nel suo petto scompare, lasciando il posto al nulla.
<< P-Perché? >> mormora infine, abbassando la testa, chiedendosi come mai non riuscisse a provare nulla se non quella pressante sensazione di vuoto.
Italia sospira, gli occhi ambrati manifestano delusione e tanta tristezza; poi gli si avvicina e si alza sulla punta dei piedi e poggia le mani sulle spalle dell’altro per tenersi; poggia delicatamente le labbra contro quelle del tedesco, le mani stringono spasmodicamente la giacca dell’altro, come a non volerlo lasciare andare. Si stacca dopo pochi secondi, ma per Germania quel bacio è sembrato durare anni.
<< Es tut mir leid. >> dice Italia, strofinandosi gli occhi e sorpassando il tedesco, andandosene via trattenendo a stento le lacrime.

Germania rimane immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi, lo sguardo fisso davanti a sé, mentre attorno a lui la neve cade. Sente la zona dove Italia lo ha baciato pizzicare, quel poco di calore che era rimasto nel suo corpo sembrava essersi concentrato lì.
Sfiora delicatamente, temendo che quel calore se ne andasse al contatto con la sua mano fredda. Che strano: di solito, quando Italia lo bacia, sente sempre un dolce tepore che si espande su tutto il volto, insieme con un rossore dettato da un inestirpabile imbarazzo.
Sente un sapore speziato sulle labbra, ma non è sorpreso: Italia ha sempre saputo di spezie, un mix perfetto di gusti forti e dolci allo stesso tempo che rendeva impossibile staccarsi dalla sua bocca, o dal suo corpo caldo e morbido – che gioia prenderlo tra le braccia dopo una dura giornata lavorativa, rilassarsi sentendo le sue dita d’artista tra i capelli e il suo << Bentornato, amore mio! >> cantato vicino al suo orecchio, mentre il profumo invitante della cena preannunciava una dolce serata da passare insieme.
Germania inspira ed espira prima lentamente, poi sempre più a fondo e velocemente mano a mano che i ricordi gli attraversano la mente, memorie di baci, abbracci, notti passate a fare l’amore e a sussurrargli dolci e imbarazzate promesse, godendosi quei sorrisi meravigliosi e gli occhi brillanti di felicità.
Sembrano tutti ricordi lontani, ma non saranno passati che pochi giorni dall’ultima volta che si erano visti. Tutto si era svolto normalmente, una semplice passeggiata in quello stesso parco in cui si trovava ora, e nulla lasciava presagire tutto questo. Avevano parlato un po’ di tutto, anche di cose che interessavano l’italiano, che gli stringeva il braccio in una morsa ferrea ma indolore, e gli rubava un bacio ogni tanto senza curarsi di chi lo stesse osservando, per il puro gusto di vedere Germania imbarazzato e balbettare qualcosa sul mantenere un certo contegno; ma aveva notato che Italia aveva sorriso di meno, e ogni tanto il suo sguardo si perdeva verso un punto imprecisato, e più di una volta aveva dovuto richiamare la sua attenzione.
Pensandoci ora, negli ultimi tempi Italia era stato sempre più scostante, meno assillante del solito nelle sue dimostrazioni d’affetto, e più di una volta gli aveva dato l’impressione di non gradire la sua compagnia, come se gli desse fastidio; ma bastavano un sorriso e un bacio per dimenticare quelle idee, rilegandole a semplici pensieri negativi, e ignorare quel vago presentimento che, presto o tardi, sarebbe accaduto qualcosa di estremamente spiacevole.
E ora, la prova che si era sbagliato, che aveva commesso un enorme errore di valutazione. Ma come? Com'è possibile che non fosse riuscito a prevedere qualcosa del genere? Lui, che conosce Italia come le sue tasche, non è riuscito a comprendere un tale mutamento nei suoi sentimenti? Come ha potuto essere così cieco davanti a segnali così chiari?! Chiunque avrebbe intuito che c’era qualcosa che non andava, sarebbe corso ai ripari prima che accadesse l’inevitabile! E lui? Lui si è lasciato fregare da Italia, ingannato da un bacio e qualche moina. Com'è potuto accadere che una persona logica e precisa come lui cadesse in simili trucchetti idioti!?
Il gelo nel suo petto si fa sempre più doloroso, e ben presto le ginocchia non riescono a reggerlo più: cade, affonda nella neve con tutte le mani; lentamente, riesce a regolare il respiro, ma non migliora la situazione, giacché la vista gli si appanna e un forte tremore prende a scuotergli il corpo.
Perché Italia lo ha lasciato? Non lo aveva abbandonato nemmeno dopo la guerra, perché ora? Ci deve essere una spiegazione logica! E’ per la crisi? Gli aveva incolpato implicitamente per la sua situazione, vero? E come lo aveva guardato, mentre gli diceva che non lo amava più! Come se si aspettasse qualcosa, forse le sue scuse. Evidentemente, pensare che fosse diverso da quei suoi concittadini che populisticamente incolpano gli altri per le loro disgrazie, è stato troppo; Italia ne è il degno rappresentante se crede in quelle sciocchezze. La crisi non è stata colpa sua, e non lo è nemmeno il fatto che Italia non sapesse amministrare le proprie risorse finanziarie senza fare dei pasticci!
E perché dirgli che non lo amava più? Era forse una specie di test per verificare il suo amore, se ancora gli voleva bene? E’ vero, ultimamente i rapporti si erano un po’ freddati tra loro: Germania era sempre impegnato, e il tempo da trascorrere con Italia era fortemente diminuito, ma non voleva certo dire che non lo amasse più! E potevano anche aver litigato un paio – alcune – parecchie, a dire il vero -  di volte, ma si erano sempre riappacificati dopo.
Allora perché? Il loro amore reciproco l'ha sempre dato per scontato, e sempre stato sicuro di essere ricambiato con la stessa intensità di affetto che riservava solamente ad Italia. Possibile che l’amore dell’italiano fosse scomparso improvvisamente? Ma sentimenti del genere non possono svanire in questa maniera. Deve esserci una spiegazione, una qualche logica. Italia non può aver smesso di amarlo da un giorno all’altro!
Che non l’avesse mai amato? Il solo pensiero per poco non è in grado di far cedere le braccia che precariamente sostengono la parte superiore del suo corpo; ma si ricompone: dell’amore di Italia è relativamente certo, stavano insieme da troppo tempo per pensare il contrario.
Stavano. E’ strano dirlo al passato. Non avrebbe mai, neanche solo immaginato, che un giorno avrebbe dovuto dirlo così. Fino a poche ore prima, gli sembrava così ovvio che Italia sarebbe stato con lui ancora per tanto tempo.
E il dolore del presente si fa ancora più lancinante, tanto da togliergli il fiato da poco faticosamente recuperato. Stringe i pugni, stritolando la neve che ha tra le mani, e ignorando quella che sta cadendo in maniera insistente attorno a lui.
Italia lo ha lasciato, e non sa il perché. Non sa se è o non è colpa sua, non sa nulla in questo momento. Vuole che tutto questo sia un sogno, un incubo da cui svegliarsi con Veneziano tra le braccia e un’abbondante colazione all’italiana ad attenderli in cucina, pronti per una nuova giornata. O almeno che fosse uno scherzo, una recita di pessimo gusto architettato da lui, un modo giocoso per punirlo di quei mesi di lontananza.
Germania dovrebbe alzarsi e andare a casa, o in un qualunque posto dove potesse stare al caldo; invece, rimane immobile nella sua posizione in ginocchio sulla neve e piegato in avanti, per più di una mezz’ora, aspettando che Italia sbucasse da qualche parte dicendogli che era tutto uno scherzo, o che tornasse da lui dicendogli che era stato un errore,  di andare a casa a bere un po’ di cioccolata calda, e dimenticare tutto quanto e di ricominciare d’accapo.
Ma non accade nulla: la neve continua a cadere in fiocchi sempre più grossi, sospinta da un lieve vento freddo, ma nulla è comparabile al gelo nel suo cuore ridotto in frantumi. Al dolore si accavallano rabbia e tristezza, e altre migliaia di emozioni che riesce a malapena a distinguere, fino a quanto tutto non diventa un aggrovigliarsi di sentimenti che lo distruggono ancora di più, nella mente e nel corpo. Vorrebbe tanto avere un manuale con sé, per sapere come gestire una cosa del genere, per essere guidato attraverso questo garbuglio di emozioni che lo soffoca, come a volerlo uccidere.
Qualcosa scivola lungo le sue guance e cade sulla neve, creando piccoli crateri, ma Germania non sa neanche se siano lacrime o neve scioltasi con quel poco di calore che era rimasto al suo corpo.
Italia lo ha lasciato con un << Mi dispiace. >> appena sussurrato e con un bacio a fior di labbra, prima di correre via piangendo. Germania vorrebbe almeno sapere se quelle lacrime erano vere o meno.
Anche questa domanda, come tutte le altre, rimane senza risposta.


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Buonpomeriggio, cari possibili lettori. 
Allora, che dire? Sperando che le fan del GerIta non mi vengano addosso, visto che questa è la seconda fic che scrivo in cui 'sti due vanno in crisi (e ne ho in cantiere una terza...), nasce tutto dal fatto che ho sempre visto fic in cui a soffrire è Italia per un qualche motivo; per una volta, vorrei far soffrire un po' Germania, almeno per compensazione.

Vorrei inoltre sottolineare che ho nominato elementi come la crisi e simili non perché volevo esprimere una mia opinione in merito (EFP non è la sede adatta, tutt'altro) ma perché pensavo che nel ragionamento di Germania il coinvolgere questo momento difficile fosse d'obbligo. Ludwig è un tipo molto logico, cerca sempre una ragione in tutto, e il capire perché Italia lo ha lasciato non è un'eccezione (per lui, quallo che gli ha detto Veneziano va al di fuori di ogni logica): la crisi serve solamente come elemento nel ragionamento, e non esprime affatto le miei opinioni.

Bene, detto questo, spero che la fic vi sia piaciuta ^^.

Bye Bye!

   
 
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