Un dolce profumo di caffè aleggiava nell’aria, quando
Alexis lasciò la sua stanza diretta in cucina. Suo padre doveva essere già
sveglio e sicuramente era intento a preparare la colazione per tutta la sua
famigliola. Se ne era sempre occupato lui e non credeva che avesse perso
l’abitudine negli ultimi mesi.
Infatti,
mentre scendeva le scale, lo scorse intento a rovistare nel frigorifero. Sui
fornelli in due pentolini si stava
scaldando del latte e le padelle abbandonate nel lavandino suggerivano che le
omelette e le uova fossero già pronte.
Nel
bel mezzo della sala troneggiava l’albero di Natale preparato la sera
precedente, era ancora acceso con mille lucine che scintillavano
incessantemente al ritmo di musica. Doveva ammettere che era riuscito molto
bene, come ogni anno era un capolavoro e ogni dettaglio non era stato lasciato
al caso. Il padre aveva tanto insistito per mettere anche la prima pallina di
cartapesta, fatta insieme molti anni prima, con scritto “Alexis” accanto a
quella che aveva preparato per Joy. Rosa per lei, verde per la sorella, i loro
colori preferiti. Nonostante si sentisse ancora un po’ di troppo, quella
carineria l’aveva fatta sentire a casa. Incominciava a sentirsi meglio,
dopotutto non era così male ritrovarsi in mezzo a loro.
“Buon
svegliata tesoro! Dormito bene nel tuo vecchio letto?”. La calda voce di suo
padre la destò dai suoi pensieri.
Alexis si voltò verso di lui e rispose: “Sì,
grazie. Ho riposato divinamente..”.
“Su
scendi, ho preparato molte cose buone da mangiare, compresi i pancake che ti
piacciono tanto..”
“Papà,
piacciono più a te…” lo corresse la ragazza alzando di poco gli occhi verso al cielo.
“Dettagli
tesoro. Tu mi farai compagnia! Quando mai ti sei rifiutata di darmi una mano?”
disse Rick strizzandole l’occhio.
“Effettivamente
mai” concluse Alexis avvicinandosi al padre e dandogli un bacio sulla guancia.
Mentre
stavano preparando la tavola, Kate li raggiunse in cucina. Aveva in braccio la
figlia, ancora un po’ addormentata con
la testolina appoggiata contro la sua spalla.
“Buongiorno
a tutti” salutò cordialmente.
Castle
si affrettò a raggiungerla e a donarle un lieve bacio: “Buongiorno a te
detective. Dormito bene? Eri così bella e serena che non sono riuscito a
svegliarti, ho pensato che avessi bisogno di un po’ di riposo ora che sei in
ferie per qualche giorno. Ciao tesoro di papà! Vieni? Hai ancora sonno? Dai su
che il tuo favoloso papino ti ha preparato un succulento biberon di latte,
biscottini e un pizzico di cioccolato, ma non dirlo a mamma, tutto per te! Me
lo fai un sorriso?”.
Nell’udire
la voce del padre la piccola Joy si ridestò improvvisamente e sfoggiò un
sorriso così radioso da fare invidia alle star del cinema.
“Papino..”
ed allungò le braccine verso di lui. In poco meno di due secondi il padre la
stava abbracciando dolcemente.
Alexis
sentì una piccola fitta al cuore, ma cercò di non darlo a vedere. Diede il
buongiorno alla compagna del padre e si concentrò per affettare il pane,
distogliendo lo sguardo.
Kate
notò il disagio della ragazza e si andò a sedere proprio accanto a lei, posando
una mano sulla sua spalla. La giovane ragazza rialzò lo sguardo e le sorrise
debolmente. Per quanto si sentisse inadeguata in quella situazione, voleva bene
a Kate. Quella donna l’aveva sempre rispettata e probabilmente era l’unica ad
essersi accorta che qualcosa non andava. Poteva affermare senza margine di
errore d’avere un rapporto migliore con lei che con sua madre Meredith e per
questo si vergognava ancor di più di provare quell’inaspettata gelosia nei
confronti della sorellina.
Capiva
bene, però, che, nonostante l’affetto provato dalla detective nei suoi
confronti, Joy restava pur sempre sua figlia e, se la situazione fosse
degenerata, l’avrebbe sicuramente difesa schierandosi contro di lei. Per questo
non poteva dir nulla, magari col tempo tutto si sarebbe aggiustato.
Quando
la giovane donna le domandò: “Va tutto bene Alexis?” lei prontamente le
rispose: “Sì, certo non preoccuparti”.
Sapevano
entrambe che era una bugia, ma non poteva confidarsi con lei. In quel momento
avrebbe voluto solo fuggire, di nuovo.
Nel
frattempo Castle aveva seduto Joy sulla sua seggiolina, le aveva consegnato il
fantastico biberon e si era accomodato accanto alla compagna, felice come un
bambino: “Adesso è il mio turno! Pancake, omelette venite a me! Kate puoi
passarmi la Nutella per favore?”.
“Sei
il solito ingordo, non voglio che mangi troppi dolciumi o diventerai un
elefante! E non sarai per niente sexy…”
“Ti
prego, non dire così davanti alle mie figlie! Poi non sei tu quella che hai una
schiera di elefanti sulla scrivania al distretto? Ammettilo, ti piaccio un
sacco lo stesso!”.
“Non
ci giurerei Castle.. Non amo particolarmente il grasso..”.
“Stai
dicendo che la mia pancia non è sexy? Così distruggi la mia autostima..”.
Alexis
rise: “ E’ impossibile papà, il tuo ego è indistruttibile. E ti dirò di più,
secondo me Kate ha ragione. È ora che tu ti metta un po’ a dieta!”.
“Tradito
dal sangue del suo sangue.. Non me lo sarei mai aspettato da te Alexis. Volete
dire che sto invecchiando? Non posso crederci..”.
“Stai
tranquillo, eterno Peter Pan, i capelli grigi ti donano” lo incalzò la
compagna.
Castle
fece la faccia offesa e si girò verso la piccola Joy che, totalmente incurante
del discorso dei tre adulti, aveva bevuto tutto il latte e ora stava
chiacchierando a suo modo con chissà quale amico immaginario: “E tu piccolina
non difendi il tuo papà dalle falsità che tua madre e tua sorella stanno
incolpando alla sua stupenda persona?”.
Alexis
lo fermò: “Papà se le parli in maniera così complicata non ti capirà nemmeno,
altro che risponderti..”.
“Ti
sbagli, ha l’intelligenza di sua madre, lei capisce sempre tutto. È molto furba
per la sua età. Allora Joy, dicci, com’è papà?”.
La
piccola Castle li guardò un attimo incerta sul da farsi, poi fissando prima la
madre e poi la sorella, decretò come se avesse studiato una battuta a memoria: “E’
super bellissimissimo!” e, poi, strizzò l’occhio al padre.
Kate
alzò gli occhi al cielo: “Quando glielo hai insegnato? Corrompere una bimba di
quasi tre anni Castle, io se fossi in te mi vergognerei..”
“Perché
scusa? Lei ha detto semplicemente la verità. Vero Joy?” cercò di difendersi lo
scrittore.
“Velo
papino!” disse la bimba scendendo dalla seggiolina ed andò a sedersi sulle sue
ginocchia con sguardo complice.
“Ola
avlò un legalo in più da Babbo Natale? Sono stata blavissima! Ho impalato
bene?”.
Rick
le posò una mano sulla boccuccia: “sshhhh tesoro. Non davanti alla mamma.. mi
arresta sennò”.
Kate
si voltò per non scoppiare a ridere. Quanto li amava, non poteva fare la dura
con loro, non ci riusciva, non quanto avrebbe dovuto per lo meno. Nonostante il
suo uomo fosse un vero guascone, non avrebbe potuto desiderare di meglio.
O
forse, sì.
Vedeva
Alexis star male e non poteva far nulla per impedirlo. Non era sua figlia di
sangue, ma lei la considerava tale.
Quella
situazione doveva finire e doveva “aiutare” il destino per far accadere
qualcosa. Aveva deciso.
Per
prima cosa ne avrebbe parlato con Rick, forse insieme sarebbe stato più
semplice escogitare “un piano”.
Si
alzò da tavola per portare i piatti nel lavandino della cucina per sciacquarli
e con la coda dell’occhio, vide la giovane ragazza sedersi sul divano con lo
sguardo triste perso nel vuoto, mentre i due bambini della famiglia Castle
giocavano felici sul tappeto del salone.
No,
così non si poteva continuare.
In
quell’istante inaspettatamente ebbe un’idea. Un’idea a dir poco geniale!
Chiuse
l’acqua del rubinetto e si girò di scatto verso il resto della famiglia: “Rick
tesoro, maledizione, ci siamo dimenticati!”.
Si
complimentò mentalmente da sola per l’enfasi messa nella recitazione. Tre anni
in casa con la mitica attrice Martha Rogers dovevano pur essere serviti a
qualcosa.
L’uomo,
al contrario, la guardò come se fosse impazzita: “Cosa tesoro? Non ricordo di
essermi dimenticato nulla..”.
Kate
lo incalzò: “Rick, le prove! Le prove di Natale! Quelle che abbiamo lasciato da
Lanie e non abbiamo più consegnato all’archivio. Ricordi? Le abbiamo raccolte
qualche giorno fa..”.
L’espressione
facciale di Castle non mutò di una virgola, non aveva assolutamente idea di
cosa la sua compagna stesse cercando di dirgli.
Dall’altra
parte Kate fremeva, possibile che Castle avesse fantasia solo quando doveva
scrivere dei gialli? Come poteva destarlo da quel torpore?
Le
venne in aiuto Alexis: “Papà, ma cosa c’era in quelle omelette? Sonnifero? Le
prove! Se l’archivio non era ancora pronto, le prove non potevano essere
trasferite là.. L’archivio è stato finito ieri..” ed indicò l’albero luccicante
alla sua destra cercando di non farsi vedere da Joy.
Improvvisamente
la mente di Rick si illuminò: “Aahhh, quelle prove.. Adesso ho capito. Beh sì,
credo che dovremo proprio sposatarle.. ma oggi?”.
Per
la prima volta dopo tanto tempo Kate stava perdendo davvero la pazienza, quando
dovevano farlo nel 2024? Si limitò a rispondergli: “Sì, Rick. Oggi, anzi tra
qualche ora” e il suo sguardo non ammetteva repliche.
“Ok,
ok come vuoi. Non arrabbiarti.. Oppure fallo pure, sei ancora più bella quando
ti arrabbi, ti si accentuano alcune caratteristiche del viso che lo rendono
ancora più seducente, oserei dire decisamente sexy.. E sai come mi comporto
quando ti ritengo particolarmente sexy..”. Castle era arrivato ormai molto
vicino alla compagna e aveva circondato la sua vita con un braccio, ma Kate lo
bloccò: “Rick, ti prego, questo non è proprio il momento più adatto..”.
“
Fai la timida? Come vuoi tesoro, ma sappi che ci stai perdendo solo tu.
Comunque il tuo programmino per la giornata è molto interessante, ma credo ci
sia un piccolo impedimento. Se dobbiamo consegnare quel genere di prove, non
possiamo portarci dietro la piccola, non può di certo accedere all’ufficio
giacenze segrete. E i nostri baby sitter di fiducia, nonno Jim e nonna Martha,
sono entrambi fuori città. Rientreranno solo tra qualche giorno.. Come
facciamo?”.
Kate
raccolse immediatamente il suggerimento del tutto involontario che le aveva
lanciato il suo scrittore e, con la calma e la delicatezza solo lei possedeva,
rispose: “Joy potrebbe passare il pomeriggio con sua sorella, sempre se Alexis
è d’accordo”.
Dieci
secondi di gelo si percepirono nello splendido attico di New York.
La
bomba era stata sganciata.
Kate
sapeva di aver giocato sporco, ma quella poteva essere la svolta per sbloccare
quella situazione complicata.
La
giovane ragazza Castle, invece, nell’udire le parole della poliziotta aveva
trattenuto il fiato.
Non
voleva occuparsi della sorellina, non sapeva se ne era in grado.
Non
voleva quella responsabilità sulle spalle, ma non riuscì a trovare le parole
adatte per rifiutare senza ferire il padre.
Castle,
al contrario della figlia, si mostrò entusiasta: “Questa è un’ottima idea
tesoro! Come ho fatto a non pensarci io? Un pomeriggio tra sorelle.. Sei un
genio amore mio! Cosa ne dici Joy, sei contenta di stare un po’ con Alexis?”.
La
piccola Castle saltellò sul tappeto felice: “Ciiiiiiii!!!! Evviva, sto con Lexi!
Cogì giochiamo!!”.
Alexis
continuò a sudare freddo, ma non riuscì a replicare una sola parola. Si voltò
verso Kate e, per la prima volta da quando la conosceva, provò un moto di
repulsione nei suoi confronti. Perché l’aveva pugnalata alle spalle in quel modo?
Lei
sapeva e se n’era infischiata.
La
giovane detective si limitò a guardarla. Comprendeva i sentimenti di Alexis, ma
nel suo cuore sapeva di aver fatto la scelta più giusta. La più rischiosa in un
certo senso, ma confidava in Joy.
Sua
figlia aveva il dono di farsi amare da tutti, era sempre stata una bambina
speciale. Ora doveva compiere un ulteriore miracolo con la sorella.
Aprì
l’armadio e scelse il maglioncino bianco che piaceva tanto a Rick da abbinare
ai jeans neri aderenti. Quell’appuntamento fuori programma era un occasione per
rimanere sola con l’uomo che amava e decise di tirar fuori un po’ del suo
fascino. Voleva trasformare quel pomeriggio in qualcosa di romantico, oltre che
a recuperare i regali per la famiglia.
Si
passò una mano tra i capelli e si guardò allo specchio. Aveva ritrovato la sua
solita magnifica linea nonostante la gravidanza e il periodo trascorso in
ospedale, ma non si sentiva bella come Castle l’aveva sempre descritta.
Lui
l’aveva sempre vista come una donna “perfetta” anche nei suoi difetti e, anche
se lei sapeva che a parlare era il suo cuore, sperò di non aver creato una
potenziale occasione di litigio con la decisione presa quella mattina. Si passò
una mano sul viso e si preparò per andare in fondo, non poteva più tornare
indietro.
Era
pronta e sapeva che Rick la stava aspettando impaziente, ma riversò la sua
attenzione alla figlia seduta sul letto che giocava tranquillamente con i suoi
animaletti di peluche. Si sedette accanto a lei e le accarezzò la testolina
dolcemente.
La
piccola alzò gli occhi verso di lei, Kate le passò le mani sotto le spalle e la
fece sedere sulle sue gambe. Voleva parlarle per qualche minuto prima di
partire: “Ascolta Joy, mamma e papà devono andare, ma non staranno via per
molto tempo, promesso. Tu resterai con Alexis e mi devi promettere che ti
comporterai bene. Starai buona e farai tutto ciò che tua sorella ti dirà. Ok?”.
Joy
annuì con la testolina seria, aveva capito che ciò che la madre stava cercando di
dirle doveva essere una cosa importante: “Ci mammina salò blavissimissima. Te
lo plometto”.
“Ne
sono sicura. Però adesso mi daresti un abbraccio stretto stretto e un bacino?
La mamma ne ha bisogno..” e strinse la sua bambina che la ricambiò.
Quando
si staccarono Kate le chiese: “Allora andiamo di là?”.
“Celto
mammina. Andamo..” e posò la sua piccola manina dentro quella della madre.
Nel
salotto, invece, regnava una certa
tensione. Alexis era rimasta in silenzio per il resto della mattinata e si era
rintanata nella sua stanza per uscirne solo quando si avvicinava l’ora della
partenza di Rick e di Kate.
Rick
cercò d’intavolare un discorso, ma venne prontamente interrotto dalla figlia
che chiaramente non aveva nessuna voglia di parlare con lui. Così aveva
incominciato a camminare per la stanza avanti ed indietro consumando
virtualmente il parquet del pavimento, incurante di mostrare la sua
inquietudine.
Quando
la porta della loro stanza da letto si aprì si avvicinò alla sua compagna e
alla loro piccola bambina.
“Allora
andiamo?” chiese dolcemente Kate.
Rick
rivolse lo sguardo prima verso Alexis che
non batté ciglio, poi rispose: “ok tesoro, io sono quasi pronto”.
Si
accucciò accanto a Joy e le accarezzò il viso: “Mi raccomando signorinella,
comportati bene…”, ma la piccolina lo fermò puntandoli un dito davanti alla
bocca: “Papino vai. Mi ha già pallato mammina. Stalò buona. Non posso combinale
tloppi disastli, tu non ci sei!”.
Rick
rise, la battuta della bambina era riuscita ad allentare quel groppo allo
stomaco che sentiva da stamani: “Come sempre hai ragione piccolina”.
Si
rialzò e si infilò il cappotto che Kate gli stava gentilmente allungando. Si
sistemò la sciarpa ed i guanti, controllò che le scarpe fossero ben legate e
alla fine si rassegnò all’idea di essere davvero pronto.
“Allora
ciao ad entrambe..”.
Joy
lo salutò con la manina e il suo solito bellissimo sorriso, mentre Alexis
lo guardò gelida.
Rick
si bloccò ancora per un istante, proprio non riusciva a capire cosa stesse
accadendo alla sua bambina grande. Kate gli appoggiò una mano contro la schiena
e lo aiutò ad uscire dal loro attico.
Quando
furono sul pianerottolo l’uomo tirò un lungo e profondo respiro ed abbassò gli
occhi verso il pavimento. Si capiva il
suo turbamento, così Kate lo prese sottobraccio, appoggiò la testa contro la sua
spalla e cercò di sdrammatizzare: “E’ così una grande tragedia passare un
pomeriggio da solo con me? Oltre a portar a casa i regali, potremmo anche
concederci una cioccolata calda in qualche bar con una vista spettacolare e,
guardandomi negli occhi, potresti anche corteggiarmi un po’. Non mi
dispiacerebbe sai?”.
L’uomo
appoggiò la testa contro la sua e le rispose: “Non è quello tesoro, io adoro
trascorrere il tempo con te, lo sai.. Oltretutto è da parecchio che non stiamo
davvero soli, ma..”
“Sei
preoccupato della reazione avuta da Alexis oggi..” la donna concluse la frase
per lui e Castle si limitò ad annuire.
Kate
gli si piazzò davanti per poterlo guardare negli occhi, doveva affrontare il
problema ora, non si poteva più rimandare: “Rick ascolta. Non so se tu non
l’abbia visto o non l’abbia voluto vedere, ma tra Alexis e Joy c’è un problema
e..”
L’uomo
provò a replicare, ma la donna lo zittì: “Lasciami finire, poi potrai prendere
le sue parti, ma dammi il tempo di finire il concetto! Alexis si sente esclusa
dalla complicità che hai con nostra figlia. La stessa che avevi con lei, che
considerava qualcosa di impossibile da replicare. Inoltre Joy ha in me una madre presente, alla
quale aggrapparsi nonostante il lavoro mi rubi molto tempo, cosa che Meredith
non è mai stata per lei. Noi siamo una vera famiglia Rick, siamo uniti ed
affiatati e lei si sente in parte esclusa.
Vede
in Joy “una minaccia”, passami il termine non sono brava come te con le parole,
colei che può portarle via ciò a cui tiene di più al mondo: te.
Non
fare quella faccia, lo so anch’io che può sembrare una follia e, se ci pensa
razionalmente, lo sa anche Alexis, ma ciò che si trova a provare è irrazionale.
Sono quasi convinta che si senta a disagio a star così, ma non sa come
comportarsi con te. Non può dirtelo perché non vuole ferirti, ma ogni volta che
tu accarezzi Joy, o la prendi in braccio, per lei è una piccola ferita al cuore
e un ulteriore mattoncino al muro interiore che si sta creando per non
soffrire. Sai che ho ragione, in fondo io di muri me ne intendo!”.
Castle
abbassò ancora gli occhi, triste: “Io cosa posso fare?”.
Kate
gli accarezzò una guancia: “Niente tesoro. Qualunque cosa tu possa dire ora non
riuscirai a convincerla. Deve sentirlo nel cuore Rick. Deve capire che Joy non
può toglierle nulla, ma al contrario può darle qualcosa: il suo affetto. E
credo dal profondo del mio cuore che nostra figlia possa conquistare sua
sorella”.
Negli
occhi dell’uomo tornò una sottile luce di speranza: “Dici?”.
Quanto
amava quell’uomo ancora capace di stupirla con la sua dolcezza disarmante: “Beh
tesoro, è sempre stata una bambina speciale fin da prima che nascesse, sono
sicura che non si smentirà nemmeno questa volta. Lasciamole un po’ sole e
vediamo che succede.. Allora signor Castle, è pronto a passare un pomeriggio da perfetti innamorati
a zonzo per la città?”.
L’uomo
la baciò appena sulle labbra: “Con te andrei in capo al mondo, ma credo che
dovremo rinunciare alla passeggiatina in città, a quanto pare non ti ho
comunicato che tuo padre ha deciso di portare le “prove” a casa sua, col mio
consenso s’intende..”.
Kate
alzò le spalle: “Beh che problema c’è? Mio padre non abita troppo lontano dal
nostro quartiere e ho le chiavi del suo appartamento. In meno di mezz’ora gli
avremo recuperati e avremo il resto del pomeriggio per noi”.
Rick
sapeva si starsi per gettare in un ulteriore guaio: “Tesoro non mi hai lasciato
finire.. Sono nella casa di montagna, dove io e Jim eravamo assolutamente
sicuri che Joy non potesse trovarli! Vorrà pur fare la giornalista da grande,
ma per ora ha il tuo eccellente fiuto per le investigazioni. Un nascondiglio in
città non avrebbe retto per molto…”.
La
donna restò in assoluto silenzio chiudendo gli occhi fino a farli diventare
piccole fessure e l’uomo capì che non si trattava di un buon segno. Cercò di
sistemarsi un bel sorriso accattivante sul viso per conquistarla, ma dallo
sguardo della sua compagna le sue intenzioni non erano giunte a buon fine.
“Stai
cercando di dirmi che dovremo passare due ore per l’andata e altrettante per il
ritorno, chiusi in una macchina, solo perché tu e mio padre avevate paura di
essere scoperti da una bambina di quasi tre anni?”
“Se
vuoi non te lo dico, ma non cambierà la situazione…” sorrise sornione.
“Non
ho parole, non meritate commento.. Avanti muoviamoci, o non saremo mai di
ritorno. Mi chiedo, ma come si fa?” e sparì lungo le scale.
Castle
la rincorse: “Kate su non fare così, in fondo non è poi così male. Staremo
insieme comunque, magari non precisamente nel modo in cui credevi.. Guarda, ti
lascio scegliere il cd da ascoltare in macchina. Prometto che non lo commenterò
nemmeno se non mi piacerà..”
La
voce dell’uomo sparì lungo il tragitto, ma quel battibecco decisamente
divertente non era destinato a terminare nell’androne del loro palazzo, ci si
poteva scommettere sopra.
Angolo
mio!
Buonasera!
Ho aggiornato presto come promesso, ma non fateci troppo l’abitudine..
Allora
che ne dite, come procede? Ogni commento è più che gradito! Rick e Kate se ne
sono andati, hanno lasciato le sorelline da sole.. Cosa succederà?
Detto
questo, vi voglio augurare di trascorrere un Natale sereno e gioioso!
Tantissimi auguri e un bacione!
Buon
Natale!!!