Prompt:
82. Nel silenzio della notte; partecipa a 500themes_ita,
Autore: Ruta
Wordcount: 1174
Rating: verde
Avvertimenti: Oneshot
Singing in the night
Di
giorno Rose ride. Ride e sorride sempre, con chiunque e con nessuno più di lui.
Alla
luce del sole Rose è la Rose che lui ricorda, la Rose che gli è stata affidata,
la Rose che ama e che conosce, che è pronto a conoscere daccapo se necessario.
Rose ride e a lui sembra di sentire il sentimento che ha provato la prima volta
che ha ascoltato quella risata, la sorpresa che lo ha fatto sussultare quando
si è ritrovato a pensare che gli sarebbe piaciuto ascoltarla una seconda volta
e se possibile anche di più, che lo ha fatto ridere di rimando come non gli
accadeva più da tempo, forse troppo.
E
poi il calore. Ah. Che sensazione
meravigliosa, fantastica anche quella.
Quel cielo di un
grigio e di un azzurro impareggiabile.
Rose
gli appartiene e lui appartiene a Rose. Tra di loro non c’è lo spazio di un
bisbiglio, figurarsi quello per un fantasma.
La
notte è silenziosa, fatta di spifferi e nomi mormorati con tutta l’innocenza
offerta dall’incoscienza del sonno. Le stelle diventano qualcuno a cui
confidare segreti inconfessabili, a cui guardare con la malinconia delle cose
perdute o dimenticate, senza che si conservi neppure la speranza di poterle
ritrovare un giorno.
Di
notte pur se insieme, anche se l’ha tra le braccia, se sente il cuore che batte
contro il suo, ritmico, che risponde al suo con uguale impeto - c’è una ferocia
nelle pulsazioni ora, nell’avere un solo cuore, che gli è completamente nuova,
che gli era sconosciuta prima –, se la stringe a sé e affonda il naso tra i
suoi capelli, ne inspira il profumo come ha sognato di fare per un tempo
incalcolabile, gli pare una vita intera e mille anni fa, se se se...
Anche
se l’ama e incarna ogni tempo, ogni idea, ogni frammento di qualsiasi cosa possa
significare, possa avere un qualche valore, umanamente e non, anche se è Rose, a volte tutto questo
non è abbastanza.
Ingordo,
egoista, insaziabile. Il suo cuore umano non ha freni nell’esprimere desideri
alle stelle. Sono così silenziose adesso, così lontane. Sembrano bambini sperduti
nel folto di una selva scura, senza nessuno a far loro da guida, a vegliare su
di loro, a custodirli.
Non
per rimpianto, rancore o rimarchevoli morsi di coscienza. Non ha avuto scelta
lui. Non c’era niente su cui riflettere. La scelta poteva essere una e una
sola, è sempre stata quella. Ciò non toglie però…
Non
riesce a fargli chiudere gli occhi sulle differenze. Non riesce a non
percepirle, è come se ricevesse un pugno nello stomaco, a coglierle, notarle.
Lui
ripromette a se stesso di esserci sempre. Può dividersi, può fare qualsiasi
cosa, anche da umano. Ha solo una vita, ma intende viverla. È come un rito, uno
scambio. Nella pozza di luce che la luna getta sul letto, sulla sagoma dei loro
corpi abbracciati, pronuncia il suo giuramento.
È
uno strano diverso, deve ancora impratichirsi. Deve farci il callo e
l’abitudine.
A
volte si chiede solo cosa farebbe lui
se fosse lì, al suo posto. Se in fondo non ci sia qualcosa di sbagliato in
quella situazione. Se non sia l’uomo sbagliato ad essersi conquistato il
diritto e la libertà di essere felice.
Si
chiede se ce la farà mai a vincere quell’impressione – di vuoto e di rinuncia,
di abbandono. Non è il vuoto lasciato dal tempo, è il fatto di non avercelo
neppure del tempo, non quanto lui ne vorrebbe comunque, non quanto era avvezzo
ad averne, smoderatamente, senza limiti, imposizioni, obblighi o controllo. Non
doveva contarlo né misurarlo. Volendo poteva riviverlo dal principio fino a non
averne abbastanza, senza che questo accadesse mai.
Ogni
giorno vive un mondo, uno solo, lo stesso, il mondo che ha preferito a mille
altri; ogni notte fantastica sulle infinite possibilità a cui ha rinunciato. Lo
fa ad occhi aperti e guardando le stelle da lontano, come un essere umano, come
l’uomo che ora è anche nella realtà, piedi di piombo e ali alla mente.
Nel
silenzio della notte, più del silenzio in sé, lui deve affrontare i pensieri.
Sono tanti e tanti, a migliaia, in quella testa che pensa a velocità invariata,
sforna idee e partorisce piani che non serviranno, non occorrono lì, nella
dimensione che ha preferito.
Nel
silenzio lui canta piano di ricordi di altri tempi, di un’altra persona, di
un’altra realtà. Canta del tipo d’uomo che è stato e di quello che è, sarà,
diventerà. Canta del tempo che è stato suo amico, compagno, la sua intera vita.
Canta alle stelle e anche a se stesso. Canta per ricordare e per non
dimenticare, canta perché non può fare altro. È tutto ciò che gli resta. Canta
per riempire il vuoto del silenzio, a quelle stelle mute che non gli parlano,
non gli rispondono, non danno mostra di vederlo figurarsi sentirlo. Non lo
riscaldano più come prima. Non lo faranno
mai più.
N/A:
Le
note dovrebbero servire solitamente a dare informazioni, fornire dettagli o
spiegazioni, chiarire insomma quel che nel testo non lo è o lo è poco. Con me
non assolvono quasi mai il compito xD
Scrivo
queste due righe solo per farvi di tutto cuore gli auguri. Spero che abbiate il
miglior Natale di tutti i tempi. Intanto io metto le crocette sul calendario e
aspetto il Christmas Special di Doctor Who *___* e mi gusto quelli che da
domani Rai 4 trasmetterà fino al 4 ogni pomeriggio <3
Di
nuovo baci e abbracci a iosa! Io me ne torno dal Signore degli anelli (durante
le feste nessuno mi scolla dal letto e dal televisore XD) C: