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Autore: AgelessIce    24/12/2012    3 recensioni
Poi mi sono ritrovata ad Edolas.
Così lontana da casa mia e senza nessuna possibilità di farvi ritorno.
Così vicina a quelle persone così simili e allo stesso tempo così diverse dai miei cari.
È li che ho imparato a nascondere i miei pensieri.
È li che ho mentito per la prima volta.
E ho continuato a farlo per anni.
-Nali
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lisanna, Lucy Heartphilia, Mirajane, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bugie.


-Lisanna POV-

Ho sempre ritenuto che mentire fosse qualcosa di decisamente sbagliato.
Pensavo che prendersi gioco delle persone dicendo loro delle menzogne causasse inutili conflitti.
Non ho mai pensato che ci fossero momenti, nella vita, in cui mentire è indispensabile.
Mentire agli altri e a se stessi senza distinzione, fino a convincersi che quello che si dice lo si pensa davvero.
Che è quello che si prova.
Non pensavo che qualcosa del genere potesse essere l’unica soluzione.
Poi mi sono ritrovata ad Edolas.
Così lontana da casa mia e senza nessuna possibilità di farvi ritorno.
Così vicina a quelle persone così simili e allo stesso tempo così diverse dai miei cari.
È li che ho imparato a nascondere i miei pensieri.
È li che ho mentito per la prima volta.
E ho continuato a farlo per anni.
Tuttavia, è solo una volta tornata a casa che ho cominciato a mentire a me stessa.
Non mi sono nemmeno resa conto di essere diventata così brava.
Mentire era diventata la mia quotidianità.
 Qualcosa di assolutamente normale.
Facile come respirare.
Indispensabile allo stesso modo.
“Secondo me è  solo questione di tempo. Quei due finiranno assieme. Tu cosa ne pensi, Lisanna?”
Seguo lo sguardo di Cana, puntato su quei capelli rosa così familiari.
Impossibile non notare anche la chioma bionda perennemente al suo fianco.
Mi giro, fingendo di non notare lo sguardo di fuoco rivolto da mia sorella –l’unica che non sono riuscita ad ingannare. Non ancora.- alla mia interlocutrice.
Sorrido.
Un sorriso identico a tutti gli altri.
Impossibile distinguerlo da quelli di un tempo. Quelli sinceri.
Quelli che venivano dal cuore.
“Immagino che lei sia quella giusta.”
Neanche il mio tono mi tradisce. Ho imparato a controllarlo, a modellarlo alla perfezione.
Evito lo sguardo di Mira, però.
Perché so benissimo che i miei occhi sono ancora quelli di un tempo.
Un libro aperto, per chi ne capisce il linguaggio.
Ma è solo questione di tempo, prima che perdano la loro luminosità.
È questione di tempo, prima che si spengano.
A quel punto, nemmeno mia sorella riuscirà a distinguere la verità dalla bugia.
Forse, a quel punto, anch’io mi riuscirò a convincere che sono felice.
Che non mi importa che Natsu non sia più al mio fianco.
“Lisanna…”
“Oh, Mira-nee, Lluvia aveva ordinato un the qualche minuto fa! Me ne ero quasi scordata! Tranquilla, glielo porto io”
Non le concedo il tempo di parlare.
Sarebbe inutile.
Posiziono la fumante tazza si earl gray sul mio vassoio, muovendomi agile e veloce verso il bancone al quale è seduta la mia amica.
Sorrido, e questa volta anche i miei occhi lo fanno, quando noto che sta parlando con il suo amato Gray, guardandolo con occhi adoranti.
Spero davvero con tutto il mio cuore che lei sia più fortunata di me.
Che lui si accorga del suo sguardo prima che lei  lo rivolga a qualcun altro.
Appoggio con grazia la tazza sul tavolo, attenta a non versarne il contenuto.
“Ecco il tuo the!”
Mi sorride, gioiosa, trillando un grazie, prima di sorseggiare la sua bevanda e riportare la sua attenzione al mago del ghiaccio.
Mi volto e riprendo a prendere ordinazioni.
Continuo a servire ai tavoli.
“Lisanna!”
La voce di Lucy.
Squillante, allegra, melodiosa.
Mi avvicino velocemente.
“Dimmi pure”
Mi sorride, gentile.
“Potresti portarmi qualcosa da bere, ho la gola secchissima!”
Il tono diventa lamentoso, nell’ultima parte della frase, mentre si porta le mani alla gola, massaggiandola.
Spaventosamente spontanea.
Spaventosamente bella.
Spaventosamente perfetta.
Ed è dannatamente frustrante.
Perché non si può competere con una persona del genere.
E non posso neanche odiarla.
Come potrei, infondo?
È  una mia compagna.
È una mia amica.
E le voglio dolorosamente bene.
Dolorosamente, si.
Perché se riuscissi ad odiarla sarebbe più semplice.
Potrei affogare il mio amore impossibile per Natsu dentro quel sentimento, ritenuto da sempre così sbagliato da tutti, che ora però sembra un salvagente irraggiungibile.
“Va bene dell’acqua?”
“Certo! È perfetto! Grazie mille”
Sorrido, voltandomi per prendere quanto chiesto.
E sorrido ancora quando, portandole il suo bicchiere, la vedo ridere spontaneamente, sporta in avanti e con una mano posata sul torace di quello che un tempo era il mio migliore amico.
Che da sempre è il mio unico amore.
“Ecco a te, Lucy”
“Sei la mia salvatrice!”
Aspetto che finisca di bere, prima di riprendere il bicchiere.
Però commetto un errore.
Qualcosa che ero riuscita ad evitare per tutto questo tempo.
Porto il mio sguardo su Natsu.
Gli permetto di guardare i miei occhi.
E lui sa leggerli.
Lui è capace di entrare nell’anima delle persone con una facilità inaudita.
“Tutto bene, Lisanna?”
E trema, la mia voce, quando gli rispondo.
Per la prima volta, da quando sono tornata, la mia maschera si incrina.
“Certo. Tutto… tutto bene.”
E mi scruta, con quei suoi occhi vispi, che troppo spesso sono puntati sulla sua nuova compagna.
E mi ritrovo a dover soffocare le lacrime.
“Sei davvero sicura? “
Annuisco, temendo di non riuscire a nascondere il pianto nella mia voce.
E mi giro velocemente.
Troppo perché possa sembrare una reazione naturale.
Ma non posso farci nulla.
Il suo sguardo mi mette in difficoltà.
“Lisanna?”
Fingo di non sentirlo, mentre ricomincio a camminare, veloce.
Questa volta non mi dirigo al bancone, o ad un qualsiasi altro tavolo.
Sono le porte della gilda, il mio obiettivo.
Sento lo sguardo di Mira sulla pelle.
Arriva quasi a bruciare.
Spiegarle questo sarà difficile.
Davvero, davvero difficile.
Non avrei mai dovuto avvicinarmi a Natsu.

-Natsu POV-

 
“Ecco a te, Lucy”
“Sei la mia salvatrice!”
Solo adesso si gira per guardarmi.
Da quando è tornata ha fatto il possibile per evitarmi. Me ne sono accorto.
Ma non ci ho dato peso. Sembrava così dannatamente felice.
Solo ora, che riesco a vedere i suoi occhi, mi rendo conto del mio errore.
Quei suoi grandi occhi azzurri, che mi hanno sempre ricordato l’acqua cristallina di un laghetto, sembrano scossi da una tempesta.
Sta soffrendo, è evidente.
Come ho fatto a non notarlo prima?
“Tutto bene, Lisanna?”
“Certo. Tutto… tutto bene.”
La sua voce trema. Impossibile non notarlo.
Quando ha cominciato a mentire?
“Sei davvero sicura? “
Annuisce, senza alcuna convinzione.
Perché non vuole dirmi che succede?
Ho fatto, forse, qualcosa di sbagliato?
Era… così calma, prima.
Si gira, velocemente, e comincia a camminare verso l’uscita della gilda.
“Lisanna?”
Provo a richiamarla, per capire cosa le passa per la testa.
Fino a pochi minuti fa era così allegra. Così spontanea. Così Lisanna.
Però lei mi ignora.
Da quando in qua lo fa?
Mi alzo per seguirla.
Mi fa stranamente male il petto, a vederla fare così.
Devo camminare piuttosto velocemente  per raggiungerla, appena fuori dalla struttura.
“Lisanna”
Ripeto, prendendole il polso.
Non si gira per guardarmi.
“Lasciami, Natsu.”
Il suo tono vuole essere freddo. Vuole far somigliare quelle parole ad un ordine.
Però non ci riesce.
La sua voce suona incrinata a tal punto da farla sembrare più una supplica.
E  per quanto mi sforzi io non riesco a capire il suo comportamento.
“…Perché?”
Sento il suo braccio tremare e la mia presa si fa meno salda.
Le sto facendo male?
Inclina la testa da un lato, quello opposto al mio, continuando a darmi le spalle.
“Lisanna?”
Inconfondibile odore di lacrime.
C’è un’inconfondibile odore di lacrime.
“E-ehi, stai… stai piangendo?”
Chiedo, allarmato.
Non so come comportarmi, quando qualcuno piange.
Odio vedere qualcuno farlo.
Soprattutto lei. E non so neanche il perché.
Si porta il braccio, quello libero dalla mia presa, all’altezza degli occhi, cercando di soffocare le lacrime.
Però non mi risponde.
Continua a non parlarmi.
Questa non è la Lisanna di sempre.
Le lascio il polso, portandomi di fronte a lei.
“Che succede?”
Si morde le labbra.
“Ho… fatto qualcosa di male?”
Soffoca un singhiozzo, scuotendo la testa, senza levare il braccio dagli occhi.
“Allora perch-“
Non mi permette di finire di parlare.
“Mi dispiace!”
Faccio un passo indietro, sorpreso.
Il  suo tono è inaspettatamente alto.
“Mi dispiace davvero, davvero tanto.”
Ripete, questa volta quasi in un sussurro.
“E per cosa?”
“Io non volevo, cioè, so che è sbagliato, però-“
Parla maledettamente veloce e faccio fatica a riconoscere le parole.
“-tu e Lucy, io, ecco, non potevo rovinare tutto, per questo non ho detto niente, non ho alcun diritto di mettermi in mezzo, però-“
Sembra un fiume in piena.
Da quanto tempo soffoca dentro di se i suoi pensieri?
E, aspetta, Lucy?
“Cosa c’entra Lucy?”
Si zittisce all’improvviso, abbassando il braccio e guardandomi con quei suoi occhi, stramaledettamente belli e pieni di lacrime, leggermente ampliati.
Sembra una bambina spaventata.
“Io, veramente, ecco…”
Abbassa lo sguardo, guardandosi i piedi.
Che diamine le prende?
Prende un profondo respiro e mi guarda di nuovo.
Lo sguardo risoluto, nonostante le tremino le labbra.
Nonostante continui a piangere.
“È Lucy, vero?”
“Eh?”
“È Lucy quella giusta? Q-quella che diventerà tua moglie.”
Amplio gli occhi, mentre sento il calore invadere la mia faccia.
Ma come fa a fare domande di questo tipo così all’improvviso?
“No! P-perché dovrei sposare Lucy?”
Apre bocca, ma non le do il tempo di parlare.
“Cioè, sarebbe come sposare Gray!”
La richiude di scatto, ampliando gli occhi, prima di scoppiare a ridere.
Con quella sua risata cristallina. Quella che non sentivo da tempo.
E mi guarda, mentre i suoi occhi brillano di divertimento.
È l’unica persona che conosca che riesce a ridere anche con gli occhi.
“Stai davvero paragonando Lucy a Gray?”
Chiede, prima di soffocare un’altra risata.
E io annuisco, convinto.
“Si. Perché sarebbe come sposare mio fratello.”
“Fratello?”
“Si. Una sorella non mi darebbe a pugni in testa solo perché mi presento a casa sua senza avvisare.”
E riprende a ridere.
Tutta la tristezza di poco prima sparita improvvisamente.
E  anche se non ho ancora capito perché si sia comportata in questo modo, va bene così.
Finché continua a ridere così va bene qualsiasi cosa.
 
 
 
 
 



Salve a tutti!
Non scrivo su di loro da un po', me ne rendo conto, perdonatemi.
Ma poi è quasi Natale. E a Natale siamo tutti più buoni. Quindi scriviamo fanfic (?).
Spero che i personaggi non risultino OC >.<
E di non aver scritto una schifezza >.<
Vabbè, in ogni caso... BUON NATALE! <3

  
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