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Autore: _Emma    24/12/2012    3 recensioni
"E' davvero strano" pensava Effie Trinket. Non riusciva a credere che Capitol City fosse stata sconfitta.
[E la sfilza di regali continua!][Buon Natale, Marty♥]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tulip




“E’ davvero strano”  pensava Effie Trinket. Non riusciva a credere che Capitol City fosse stata sconfitta. L’idea non le aveva sfiorato la mente sino a quando non aveva sentito dei prodotti che avrebbero scarseggiato nella grande città. L’idea che la capitale di Panem potesse essere debellata dai distretti le sembrava assurda, ma in fondo, malgrado i suoi numerosi difetti, era una donna piuttosto intuitiva.  Dopo tutto ciò che aveva combinato Katniss aveva capito che quella ragazzina avrebbe causato qualche guaio… e la prima persona a pagarne le conseguenze sarebbe stata lei, ovviamente. Insomma, aveva conosciuto Katniss durante un periodo molto duro della sua vita… certamente Capitol City avrebbe cercato di carpire da lei informazioni sui ribelli, sulla ragazza. Informazioni che lei non possedeva, e che comunque non avrebbe mai  rivelato. Scosse la testa, tentando di liberarsi da quei pensieri. In effetti era piuttosto felice. Era viva e vegeta. Ma sentiva che le mancava qualcosa. Chissà… i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce brusca di Haymitch. Possibile che quell’uomo non avesse quel minimo di sensibilità per capire che Effie era immersa nei suoi pensieri? A quanto pareva, no.
-Che vuoi, Haymitch?- gli disse con la solita voce misurata e i modi educati. Lui, con aria disinvolta, alzò le spalle.
-Niente di che, dolcezza. Immagino che chiederti dove tu abbia preso quel completo sia troppo rude. - Immediatamente Effie arrossì, rassettandosi il vestito. Per caso Haymitch stava dicendo che era brutto? Ma insomma! Era meraviglioso. Di seta pura, con un corpetto attillatissimo e una gonna gonfia. Senza contare l’assai particolare decorazione a pois lilla che coprivano l’abito bianco. Aveva addirittura un capellino abbinato! E, ovviamente, una parrucca della stessa tonalità lilla dei pois. Le scarpe consistevano in un tacco altissimo che le stava massacrando i piedi. Certo, lei amava i tacchi alti, ma nel distretto 13 portava solo comodi mocassini. E il tacco delle scarpe che portava in quel momento era a spillo, per di più. Si morse la lingua sentendo l’ennesima vescica scoppiarle sul calcagno. Haymitch si accorse della sua smorfia, perché indicò le sue scarpe dicendole:
-Dolcezza, ti senti bene? Quelle scarpe sembrano l’ultima tortura di Capitol City…- Ridacchiò, quando Effie gli lanciò uno sguardo di fuoco. Subito recuperò la sua solita compostezza e si sistemò la parrucca.
-Non capirai mai il significato di “buone maniere”… e neppure quello di “eleganza”.- -Preferisco essere sciatto che avere due polpette al posto dei piedi, mia cara Effie-
La donna dai piedi distrutti gli lanciò un’occhiataccia, facendogli capire che era meglio smetterla. Per fortuna l’ubriacone recepì il messaggio, ma subito dopo un sorriso gli comparve sul volto.
-Effie, conosco un posto davvero bello… posso farmi perdonare per la mia scortesia portandoti lì?-
Lei non capiva se la stesse prendendo in giro o se stesse parlando sul serio. Annuì rigidamente, senza sapere che altro fare. Haymitch sembrò soddisfatto di quel semplice cenno col capo, e, prendendola rudemente per un polso, iniziò a trascinarla, costringendola a correre. Probabilmente si era dimenticato del fatto che lei portasse i tacchi e che lui stesse facendo una cosa assolutamente scortese. Effie, comunque, decise di non commentare. Anche se malvolentieri, doveva ammettere che nutriva una certa curiosità riguardo al luogo di cui aveva parlato Haymitch.
Lui continuò a trascinarla per circa cinquecento metri, mentre Effie si tratteneva dal gemere dal dolore, fino a quando non si ritrovarono su un prato. Lei non capiva. Era quello il luogo dove lui la voleva portare? Ma era una semplice distesa d’erba! Stava per farlo presente a Haymitch, ma appena prima di aprire bocca iniziò a notare diversi particolari del posto dove si trovava: essendo il tramonto, la luce aranciata del cielo si rifletteva sugli steli umidi, creando impercettibile e affascinanti giochi di luce. Effie si guardò attorno; c’era così tanta erba che sembrava che il campo non finisse mai. Haymitch si voltò verso di lei, aprendo le braccia.
-Allora, dolcezza? Che ne pensi?-
Nonostante il suo solito atteggiamento apparentemente strafottente, la donna capì che teneva molto al suo parere. Si sentì lusingata e piacevolmente sorpresa dal suo inusuale comportamento.
-E’ assolutamente meraviglioso.-
Haymitch sorrise, soddisfatto, per poi sedersi sull’erba leggermente umida. Le fece segno di mettersi accanto a lei, ma Effie lo guardò, oltraggiata. Come poteva chiederle di bagnare il suo meraviglioso vestito?! Lui la guardò, allibito, poi si rese conto il perché dell’espressione della donna. Con uno sbuffo di impazienza, la prese rudemente con il polso e la costrinse a sedersi.
La prima cosa che attraversò la mente di Effie quando sentì la sensazione di umido propagarsi lungo il suo abito fu il pensiero di dare uno schiaffo a Haymitch. Comunque, si limitò a lanciargli un’occhiata che avrebbe ucciso e sepolto un elefante. Lui, in risposta allo sguardo omicida della donna, sorrise, come se quella fosse proprio la reazione che si stava aspettando.
-Comunque, perché mi hai portata qui?-
-Oh, per vedere ti basterà aspettare qualche momento…-
Indicò il cielo, che si scuriva sempre più velocemente.
-Tra poco sarà buio. Non ti preoccupare, manca davvero pochissimo.-
Lei non disse nulla, troppo occupata a rassettarsi l’abito; missione difficile, data la scomoda posizione nella quale si trovava. Rimasero lì, fermi. Per quanto tempo? Ad Effie quei pochi minuti sembrarono non passare mai. Stava per iniziare a lamentarsi con Haymitch, quando notò che attorno a lei era tutto buio. L’unica cosa che vedeva era la faccia sorniona di quel maledettissimo ubriacone.
-Ora che dovrebbe succedere, di grazia?-
Lui si poggiò un dito sulle labbra, intimandola a tacere. Lei, spazientita, si preparò a rispondere, quando un puntolino luminoso le si posò proprio sulla punta del naso.
Lei rimase lì, interdetta. Cos’era quella lucina che faceva bella mostra sulla sua appendice nasale?!
Voleva scacciarla, ma non ci riuscì; non appena avvicinò la mano alla creaturina, quella fuggì, inoltrandosi nell’oscurità della notte.
-Questi cosa sono, Haymitch?!-
Pensava che ce ne fosse una sola, ma moltissimi altri punti la raggiunsero, circondandola. Nonostante il loro numero non pareva che avessero cattive intenzioni. Anzi, sembravano innocue.
-Vuoi dirmi che non hai mai visto una lucciola, dolcezza?-
Certo che no. A Capitol City c’era troppa luce, la notte non era accogliente per quegli insetti. Ma lì, nel Prato… quello era l’habitat perfetto per una lucciola. E per tutta la sua famiglia, ovviamente.
Haymitch alzò una mano, e dopo pochi secondi alcune lucette vi si posarono sopra, felici di trovare un luogo comodo dove riposare dopo il loro lucente volo.
-Quindi mi hai portata qui per vedere… delle lucciole?-
-Beh, più o meno.-
-Cosa intendi con “più o meno”?!-
Effie si sentiva isterica. Gli insetti poteva vederli anche dalla porta di casa, no?!
Sorprendentemente, Haymitch tirò fuori dalla borsa un fiore: si trattava di un tulipano, della stessa sfumatura di lilla dei pois dell’abito della donna.
Lei fissò l’inaspettato omaggio floreale, incredula.
Si rese conto che il tulipano era per lei solo quando Haymitch glielo porse. Lo prese con mani tremanti, tenendolo fermo davanti a sé, guardandolo luccicare leggermente alla luce della luna mista al brillare della lucciole che, curiose, si poggiavano sulla sua superficie traslucida.
-Haymitch, perché mi hai regalato un fiore?-
Lui alzò le spalle.
-Oggi ho visto questo fiore, e ho pensato che fosse molto bello, quindi ho deciso di portartelo.-
Effie sentì un ricordo riaffiorarle nella mente.
-E’ per questo che ultimamente ti interessi così tanto di interpretazione del “linguaggio floreale”?-
Notò con piacere vendicativo e sorpresa che lui arrossì leggermente, anche se era difficile da notare nella  poca luce. Lui non rispose, ma teneva gli occhi fissi sulla punta delle scarpe.
-E dimmi, cosa vuol dire “tulipano”?-
Lui diventò viola dall’imbarazzo. Si limitò a mormorare una frase che Effie non capì.
-Puoi ripetere?-
Lui si schiarì la gola.
-Non ricordo, mi dispiace.-
Le bastò una sola occhiata per smontare la sua patetica scusa.
-Dimmelo. Immediatamente, Haymitch! A meno che tu non voglia vederti privato dalla tua virilità!-
Quello era il colpo di grazia. Lui, allibito dalla minaccia e dall’assurdo comportamento innaturale di Effie, la fissò per qualche secondo. Poi, finalmente, si decise a parlare.
-Beh… in realtà, dolcezza… vorrebbe dire…-
Si bloccò, ma alla vista di Effie che lo guardava con aria estremamente pericolosa pronunciò tre parole in pochi nanosecondi, una velocità impressionante.
-Dichirazndamre.-
-Che cosa?!-
Effie non aveva capito una sola parola di ciò che aveva detto Haymitch. Lui arrossì, e, inspirando profondamente, disse in modo comprensibile la frase che aveva cercato di nascondere.
-Dichiarazione d’amore.-
La donna era semplicemente allibita. Dire che il suo grado di sorpresa era altissimo era un eufemismo. Subito, entrambi volsero lo sguardo al terreno.
Effie fissava la punta della sua scarpa destra, e così facendo notò una macchiolina verdastra a lato della calzatura. Haymitch guardava i suoi frusti mocassini. Contemporaneamente, entrambi alzarono lo sguardo. La donna ebbe il coraggio di parlare.
-Quindi… questo tulipano significa…-
L’uomo annuì debolmente.
-Bene.-
Lui la guardò, sorpreso.
-Se le cose stanno così, ti concederò l’onore di portarmi ad un appuntamento. Mercoledì prossimo fatti trovare davanti a casa mia, alle otto. Chiaro?-
Haymitch, ancora troppo attonito per parlare, assentì nuovamente con un cenno del capo.
Effie sembrava soddisfatta. Si girò, pronta a correre verso casa sua, ma l’uomo si mise bruscamente davanti a lei, bloccandola.
-Ora cosa c’è?-
Non fece in tempo a dire l’intera frase che si trovò le labbra di Haymitch sulle sue. Spalancò gli occhi, basita. Quello era inammissibile! Non era minimamente gentile o dolce o da gentiluomo! Ma… se proprio doveva ammetterlo, non era male. Infatti si ritrovò a rispondere al bacio. Con una certa foga, anche. Quando si staccarono, entrambi erano senza fiato. Effie aveva uno sbaffo di rossetto lilla sulla guancia, una linea che dal suo labbro superiore arrivava al centro della guancia. Haymitch si convinse di non aver mai visto nulla di più eccitante. Ancora ansimante, lui le porse il braccio con fare galante.
-Vuoi un passaggio a casa, dolcezza?-
Mantenendo un contegno invidiabile nonostante il rossetto sulla faccia e l’aria sconvolta, la donna accettò di appoggiarsi a lui.
-Andiamo, allora?-
Ed eccoli: una bizzarra coppia che camminava a braccetto, barcollando leggermente, rischiarata dalla luce argentea della luna e da quella giallina delle lucciole che svolazzavano attorno a loro.





Angolino:
Ed eccomi qui con il mio secondo regalo di Natale! Dopo il primo
(questo qui) ho deciso di pubblicare una fic romantica. Fluff. Insomma, la tipica storia che io non scriverei mai! Chi mi conosce sa che amo far penare i miei personaggi, ma, qualche tempo fa, mi sono ritrovata a scrivere questa storia. Era per una challenge (io non l'ho mai consegnata lol). E indovinate a chi è dedicata questa fic? Ma alla geniA che ha istituito la challenge, ovviamente! Oltre ad essere una mitA è una delle mie compagne di sclerate (in inglese, però!). Ti voglio tanto, tanto bene, Marty çwç Buon Natale, matta asdfghjkl
E buon Natale anche a tutti quelli che recensiranno, leggeranno, inseriranno tra le ricordate/preferite! 
Bye,
Ems
PS: Hayffie powaH
PPS: Ecco il profilo della Marty: 
Click!
PPPS: Il prossimo regalo sarà una long di sette capitoli... inizierò a postare dal 26, un capitolo per giorno! Spero che vi interessi, tenetevi aggiornati!

 
 
  
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