Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Alucard Belmont    24/12/2012    4 recensioni
"Lei componeva poesie impregnate dell’odore di città che aveva solo immaginato; lui raccontava vite di personaggi che avrebbe desiderato essere.
Si erano conosciuti così, lentamente, imparando a comprendere le sfumature di tristezza o di speranza che ogni riga rifletteva."
Con questo racconto ho partecipato e sono stato selezionato fra i 3 vincitori del concorso: "Diventa scrittore con Gente 2012", il cui tema era il mondo degli affetti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fra quelle pagine ingiallite.

 

 

Tutto era iniziato fra le righe di una storia scritta da altri.

Amavano leggere, loro.

A far incrociare i loro cammini era stato un libro dalle pagine sgualcite e dalla copertina impolverata, notato per caso sullo scaffale di una biblioteca di provincia. Il destino aveva fatto sì che lui vi dimenticasse all’interno gli appunti del racconto che stava scrivendo, così che lei, scegliendo curiosa lo stesso libro, li potesse leggere ed immergervisi. Quando giorni dopo era tornato per riprenderli, fra quelle stesse pagine egli aveva trovato un foglio diverso, qualcuno vi aveva abbozzato una poesia. Con una grafia un po’ disordinata, che rifletteva la spensieratezza della mano che aveva mosso la penna, le parole erano state tratteggiate come da un pennello, colorandole ed intrecciando sogni e fantasie.

Quell’incontro che mai era avvenuto, si era così trasformato in un appuntamento ricorrente fra quelle pagine ingiallite, dove lasciare messaggi silenziosi e profondi.

Amavano scrivere, loro.

Lei componeva poesie impregnate dell’odore di città che aveva solo immaginato; lui raccontava vite di personaggi che avrebbe desiderato essere.

Si erano conosciuti così, lentamente, imparando a comprendere le sfumature di tristezza o di speranza che ogni riga rifletteva; immaginando e delineando nella mente i contorni di quel viso che non avevano mai visto, ispirandosi ai tratti di quell’anima che invece parola dopo parola si svelava loro, timidamente.

Scrivere era come incidere a fuoco su una pagina i tratti più intimi della propria anima, così che l’altro potesse accoglierli e farli propri. Era nata un’amicizia così profonda che nessun altro poteva comprendere, capace di farli sentire protetti da un abbraccio soltanto descritto. Quando lei si sentiva impaurita e sola, sapeva che quel ragazzo ed i suoi eroi avrebbero sconfitto i mostri che la terrorizzavano; quando lui era stanco ed insicuro, sapeva che quella ragazza gli avrebbe mostrato la bellezza del mondo, cantandone nei suoi versi i più semplici dettagli, insignificanti per altri forse, ma non per lui.

Si erano innamorati così, sospirando nel leggere parole che dal cuore erano scivolate languidamente sulla carta, come se le avessero tacitamente dedicate l’uno all’altra. I brividi ed il calore nel petto erano cresciuti con la consapevolezza che quella non fosse solo più una storia, una racconto di fantasia nato dalla sfumatura blu e nera di una penna; ciò che provavano era reale, vivo. Si amavano.

Si erano baciati la prima volta attraverso labbra fatte di carta ed inchiostro, quelle dei protagonisti di avventure appena abbozzate e di poesie mai terminate, immaginando il calore ed il sapore di quel bacio tanto desiderato e mai scambiato.

Avevano anche fatto l’amore, incontrandosi in sogni che profumavano di lettere appena stampate e di caffè, sentendo il calore di sensazioni sconosciute inebriare i loro sensi e colmare il loro stesso essere, come null’altro aveva mai fatto prima di allora.

Come null’altro, forse, avrebbe mai fatto in futuro.

Il destino che li aveva fatti incontrare fra carta e inchiostro era lo stesso che meschino e impietoso li avrebbe poi divisi.

Lei doveva partire. Avrebbe visto quelle città che nelle sue poesie erano state soltanto immaginate.

Avevano pianto, insieme. Quando nessuno sembrava comprendere la loro disperazione nel doversi separare, quando il momento dell'addio era ormai sempre più incombente, erano nati il dubbio e la paura: forse il loro era stato soltanto un amore impossibile, un’illusione. La rassegnazione toglieva loro il sonno, trascinandoli in incubi oscuri dove le pagine che raccontavano momenti di una vita insieme bruciavano, per divenire cenere e disperdersi nel vento.

Lei poteva immaginare gli occhi di quel ragazzo che tanto aveva amato: profondi occhi azzurri e grigi che si incupivano, riversando oltre gli argini della propria anima fiumi di lacrime salate, che scivolavano lente a rigare quelle guance che mai aveva avuto la possibilità di accarezzare.

Lui poteva sentire nella sua mente i singhiozzi sommessi di quella ragazza che non voleva perdere: lamenti silenziosi che la scuotevano nel buio di una stanza, senza che lui potesse stringerla contro il suo petto ed accarezzarne i lisci capelli castani, così da sussurrarle che si sarebbero ritrovati, un giorno; che lui l’avrebbe ritrovata. Sempre.

Entrambi avevano cercato la carta più spessa e l’inchiostro più indelebile, così che quella pagina della loro vita non potesse perdersi e divenire la cenere che i loro incubi avevano preannunciato.

Il blu dell’inchiostro si era schiarito in una sfumatura d’azzurro dove le lacrime avevano incontrato le parole, intrecciando i pensieri alle righe di un addio che mai avrebbero voluto dover scrivere. Il ragazzo ed i suoi eroi si congedarono su un vascello dalle vele di carta, salpato verso una tempesta che oscurava l’orizzonte ad occidente; né lui, né i suoi marinai sapevano se mai sarebbero attraccati di nuovo in quel porto, o se quello sarebbe stato l’ultimo viaggio. La ragazza scrisse di un messaggio in bottiglia affidato ai flutti da una giovane innamorata, nella speranza che il suo uomo un giorno lo potesse leggere; la poesia terminava nell’incertezza, la tempesta che scuoteva il mare dei suoi versi poteva condurre quella lettera all’innamorato, o disperderla per sempre fra i flutti.

Quello fu il loro saluto, ed entrambi spruzzarono una goccia del proprio profumo su quelle pagine d’addio così che all’odore della carta si mischiasse la loro stessa essenza, così che la lontananza e la separazione fossero colmate non soltanto dalle parole.

Lei partì il giorno seguente, lui lo stesso giorno smise di scrivere.

Con una traccia di inchiostro, un punto a capo, era terminata quella che per loro era stata la più intensa, toccante e profonda storia mai scritta. La loro storia.

Si erano susseguite le stagioni, gli inverni e le primavere si erano rincorsi senza sosta, ma il libro che li aveva fatti incontrare era rimasto sullo scaffale di quella biblioteca di provincia a lungo, senza che nessuno sfogliasse quelle pagine che da troppo tempo non ospitavano racconti e poesie cariche di vita e d'amore.

La polvere ne aveva ormai lambito nuovamente la copertina, ed il profumo della carta invecchiata si era fatto più intenso. Nessuno si era più incontrato ed amato fra le sue parole.

Giunse poi una sera d’autunno, l’anziano bibliotecario stava risistemando gli ultimi libri apprestandosi alla chiusura della sala. Fu quella sera che lo vide accadere: due ragazzi, entrambi con una mano tesa alla volta di un libro dalla copertina impolverata, ed un foglio ripiegato stretto fra le dita.

Ai due era bastato uno sguardo, gli occhi azzurri e grigi di lui avevano incrociato quelli color nocciola di lei. Senza dirsi una parola, si erano baciati; le loro labbra si erano unite ed abbracciate ad assaporare ciò che così a lungo si erano negati, calde, umide ed affamate da troppi anni.

Nel totale silenzio si erano poi incamminati verso l’uscita, mano nella mano.

“State dimenticando qualcosa di importante.”

Il bibliotecario dai candidi capelli bianchi ed arrufati li aveva raggiunti, zoppicando e sorridendo; nei suoi occhi si poteva scorgere la gioia di chi non aveva aspettato altro per tutta la vita, mentre porgeva loro un libro dalle pagine ingiallite.

“Credo che questo sia vostro.”

Amavano leggere ed amavano scrivere, loro.

Si amavano, loro.

E si amano ancora.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Alucard Belmont